Mi piace molto il tuo modo complesso e pieno di suggestioni caleidoscopiche di affrontare argomenti particolari come quello del καιρός (kairòs) in termini kierkegaardiani. Lo sgomento di fronte all'attimo e alla tremenda necessità di una scelta, che conduce necessariamente ad una privazione, è un sentimento totalizzante che in un certo senso conduce alla paralisi: è quella "vaga attendenza" che costringe a schierarsi contro la propria volontà, ed è per questo che siamo ossessionati dagli "spettri di ciò che fummo e non fummo". Ogni attimo ci trasforma inevitabilmente: non sapremo mai cosa sarebbe successo se avessimo preso altre strade. Il tempo perduto ricorda gli errori e le mancanze. Sembra allora che l'unica modalità di salvezza -o almeno di autodifesa- sia la poesia, con tutti i dubbi del caso.
Spero di essermi avvicinato al senso di questa tua composizione, che metricamente ho adorato, perché per una sua comprensione approfondita occorrerà leggerla e rileggerla (come ogni poesia ben scritta, tra l'altro).
Complimenti,

A.M.