Salve! Stavo cercando una storia non troppo impegnativa a cui regalare una recensione e il caso vuole che sia capitata proprio nella tua.
Mi è piaciuta moltissimo, al punto che la inserirò tra le ricordate appena finito qui.
Ora che ci penso, anche a me fanno abbastanza pena le reclute, ma ammetto di non aver mai fatto caso se avessero o non avessero un nome, ero convinta di sì, probabilmente dalla fretta appunto di sconfiggerle una a una per arrivare al boss finale non mi sono mai soffermata a leggere attentamente. Anche perché sono a decine, come tante piccole formiche fastidiose, perciò nella foga della battaglia uno non ci pensa.
Non ci avevo fatto caso, insomma, perciò mi trovo d'accordo sul fatto che sia qualcosa di immensamente triste, nel suo piccolo. Ecco perché mi piace questa piccola flash: sei stata originale, dando spazio a dei personaggi non considerati e trattati effettivamente come dei burattini in ogni opera dove appaiono.
Essere una Recluta vuol dire che per tutti sarai un essere cattivo e nessuno ti considererà; mi piace come l'hai espresso tramite le parole di una delle tante che, come penso tutte, sente questo grande desiderio di avere la cosa che dovrebbe essere concessa a tutti: un'identità.
Insomma, nel complesso l'idea in sé è originale e carina, anche se sul finale diventa particolarmente malinconica. Mi sembra solo un po' esagerato il non sapere più se si è maschi o femmine, perché potrebbe essere riconducibile solo davvero a dei pupazzi meccanici, ma se davvero vogliamo personificarli - non so se mi spiego - questo, ripeto, mi sembra un po' eccessivo.
E non so come sia possibile, ma giuro che tutti i nomi degli altri Allenatori che hai citato mi sono in qualche modo familiari. Non ricordo minimamente i rispettivi videogiochi di provenienza, ma li ho già sentiti tutti. Per i Bulli mi aspettavo il classico e indimenticabile Gennaro, ma anche Spartaco va bene perché è leggermente meno scontato e non so gli altri lettori ma a me è familiare, ecco.
Nel complesso, hai reso bene i suoi sentimenti e la malinconia che la inghiotte, per poi far calare la scena su di lei nell'esatto momento in cui perde totalmente il briciolo di importanza che aveva, cioè dopo la sconfitta con l'Allenatore protagonista del gioco che, appunto, lo ignora. Però ehi, io qualche volta mi fermo a parlare con le reclute dopo averle sconfitte! Giuro, magari può capitare anche - in casi rari rari - che regalino degli strumenti, anche se è più frequente da parte degli Scienziati - sempre del team malvagio di turno intendo.
Anche il paragone del Murkrow è bello e rende l'idea, complimenti per l'inventiva.
Questa flash fa riflettere su quanto sia orribile essere uguale a tutti gli altri, non avere nome, non avere niente - neanche un Pokémon, dato che non sono catturati da loro ma forniti dal team e fatti per lottare senza sosta contro il nemico, invece che come compagni di vita.
Ti faccio i miei complimenti, davvero bella!
Non credo di avere altro da dire, perciò alla prossima.
-H.H.-♥ |