Recensioni per
Calano le tenebre
di Losiliel

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
27/07/18, ore 09:33
Cap. 1:

Ciaooo! No, non sono un fantasma, sono io e non so davvero che parole usare per scusarmi del ritardo con cui recensisco questa storia che ho nelle preferite da tipo due anni çç.
In ogni caso non perdo altro tempo e passo subito al testo.

Ricordo che quando ho visto che avevi postato questa storia ho tipo squittito perché volevo leggere della morte di Finwe e della ‘calata delle tenebre’ veramente da tanto tempo. Grazie, grazie, grazie per aver assecondato questo mio desiderio 😊

Provo a dividere il commento seguendo i vari paragrafi che hai tracciato tu:
Nelyo e Finwe: meraviglioso il confronto tra nonno e nipote, così diversi fra loro. La descrizione che hai fatto di Maedhros mi ha ricordato ancora una volta come mai sia il mio preferito tra i figli di Feanor. Oltre alla sua bellezza ne ho sempre ammirato la maturità e il coraggio: ho adorato come, seppur turbato pesantemente da una situazione del tutto nuova per lui e decisamente brutta, cerchi di mantenersi calmo e razionale, consapevole che cedere al panico non porterà a nulla. Dimostra di essere davvero il primogenito, abituato a farsi carico dei problemi e pronto a proteggere sia i fratelli che la sua gente. Che dire di Finwe, invece? Ho amato tantissimo sia la descrizione del suo rapporto col nipote, sia la sua caratterizzazione: quello che emerge è proprio il fierissimo Re dei Noldor, stoico e allo stesso malinconico, ben consapevole di quello che sta avvenendo e del fatto che sarà richiesto un sacrificio molto grande. Mi piace come, parlando col nipote, sottolinei il fatto che lui quell’Oscurità la conosce, e che la sua vita non è stata vissuta interamente nella luce, come quella di Maedhros. Nondimeno nel loro dialogo e nei piccoli gesti che si scambiano emerge comunque un profondo affetto che mi ha fatto stringere il cuore. La dignità del Re dei Noldor era esattamente quello che speravo di trovare in una storia relativa a questo momento così drammatico.

Tyelko e Curvo: belli loro! Visto il loro legame non mi stupisce che tu abbia deciso di trattarli insieme. La reazione iniziale di Tyelko di fronte alle tenebre sembra un po’ l’opposto rispetto a quella di Nelyo: lui se l’aspettava. Vuoi che sia per il suo istinto da cacciatore, o per i sensi più acuti grazie, come dici tu, agli insegnamenti di Orome. E in parte, immagino, anche grazie al comportamento di Huan, bello lui. Bello anche il momento di riflessione che Tyelko fa circa il fratello: il vederlo come una ‘brutta copia’ di Feanor è una cosa che mi sembra assolutamente IC e condivido il suo pensiero: spero anche io che Curvo possa rompere quella prigione per essere semplicemente se stesso: a volte la somiglianza può essere un fardello (mi viene da pensare a Harry Potter che tutti definiscono uguale a James, tranne che per gli occhi. Può fare piacere, sentirselo dire, all’inizio, specie se si ama e si ammira il proprio padre. Ma alla fine uno desidera essere se stesso e basta). Tornando alla reazione dei due fratelli, non mi sorprende vedere che è ben diversa da quella di Maedhros: sembrano quasi sottolinearne la gravità, ed essere quasi più esaltati che spaventati.

Moryo e Kano: il primo mi è sempre stato indifferente e non avevo idea di come avrebbe reagito: devo dire che leggere il suo punto di vista mi ha fatta alquanto sorridere. Sembra quasi infastidito da quello che sta succedendo, più che intimorito. Ecco, un pochino mi ha ricordato me stessa, in quel suo quasi ‘fare spallucce’, sottovalutare il pericolo e dire ‘massì cosa vuoi che sia, andrà tutto bene’. Se ho frainteso mi scuso. E nemmeno io sono brava a confortare le persone, quindi devo dire che ho empatizzato parecchio con lui, quando prova con grande imbarazzo ad aiutare Kano. Ecco, invece la reazione di quest’ultimo è stata un po’ quella che mi aspettavo: ho sempre visto Maglor come il più sensibile di tutti, e il vederlo affermare, spaventato, che è arrivata la fine del mondo, è esattamente quello che mi aspettavo da lui.

Complimentissimi per aver descritto in maniera così dettagliata le diverse reazioni dei fratelli di fronte a quello che sta succedendo.
Spero di riuscire presto a recuperare anche il secondo capitolo : )

Un abbraccio!

Benni

Recensore Veterano
18/06/16, ore 16:57
Cap. 1:

Los, eccomi!
Aiuto, Los, come sono felice di rileggerti!
E per di più con una storia così particolare!
Mi ha commossa sul serio, è meravigliosa!
E il momento che hai scelto è… E’ già di suo un momento devastante, e tu lo hai reso alla perfezione!
Ho amato la tua scelta di raccontarlo da diversi punti di vista: ha reso ancora meglio quanto il momento sia grave, e quanto abbia coinvolto tutti, ognuno a suo modo.
Ma soprattutto ho adorato i mille dettagli che hai usato per sottolineare la gravità e il terrore di questo episodio: i ruoli invertiti, le descrizioni, le abitudini di tutti che vengono sconvolte dalla situazione… Sono dettagli piccoli e grandi che hanno creato un insieme perfetto, e davvero, non so dirti quanta angoscia mi abbiano trasmesso!


Tre dettagli mi sono rimasti particolarmente impressi.
Primo fra tutti la questione della trasmissione del pensiero.
E’ qualcosa a cui non avevo mai pensato, e che mi ha colpita veramente tantissimo!
Penso che sia un’idea giustissima, assolutamente plausibile, e soprattutto… terribile.
Pensare a tutti gli elfi presenti alla festa, a tutto il loro terrore, a cui poi si è aggiunto anche lo spavento dei Teleri quando si sono alzate le onde è già di per sé un’immagine straziante, ma l’immagine di tutti gli elfi che, in preda al terrore, riversano in tutte le direzioni i loro pensieri è stato.. Oddio, è atroce anche solo da immaginare!

Poi la tua descrizione della luce che cala inghiottita dall’ombra di Ungoliant, questa immagine dell’oscurità che avanza, sempre più fitta e inquietante mano a mano che si susseguono i tre punti di vista… Mamma mia, hai reso perfettamente ciò che devono aver visto e provato gli eldar difronte a questo orrore, mentre leggevo mi sentivo anche io soffocare dall’angoscia…

Infine, ho amato come hai reso non solo i punti di vista dei tre figli di Feanaro, ma anche come sei riuscita a dare spazio anche agli abitanti della fortezza: hai descritto benissimo tutto il loro panico, come alcuni reagiscano con le grida o correndo avanti e indietro nel tentativo di fare qualcosa, mentre altri rimangano semplicemente paralizzati, come tutti comunque cerchino rifugio in un posto sicuro, dove sono certi di trovare altri, e finiscono tutti nel piazzale…
E’ un momento di panico totale per tutti, e tu lo hai reso perfettamente.

Passando ai tre protagonisti: questi primi tre punti di vista sono stati un opiù straziante dell’altro: mi hanno colpita tutti, e mi è piaciuto tantissimo come sei riuscita a collegarli tutti, tramite un’immagine, o una descrizione, o un riferimento: ha reso perfettamente come stia avvenendo tutto contemporaneamente, ed è come avere i tre punti di vista davanti quasi nello stesso momento: mi è piaciuto davvero tanto!

Partendo da Nelyo: il suo è un POV che mi ha fatto davvero piacere trovare, sia perché mi piace il suo personaggio, sia perché amo come riesci a renderlo, ed ero curiosa di leggerlo anche in questa storia.

Per quanto Nelyo tenga sempre la mente chiusa, non mi sorprende che i pensieri lo abbiano raggiunto con tanta intensità: in fondo è anche lui una persona sensibile, lo dimostra anche solo come si sia sempre occupato dei suoi fratelli, e qualcosa del genere lo avrebbe di sicuro toccato.
In più, una parte dei suoi pensieri era sempre legata a Finno, nonostante tutto, e il fatto che si preoccupi subito per lui lo dimostra.

La sua reazione è un altro punto che mi ha colpita tanto: a Nelyo la razionalità serve come appiglio contro la paura, è il suo modo per affrontare la situazione con calma e con lucidità.
E in questo periodo di esilio e di tensione immagino abbia fatto ricorso a questo appiglio più che mai.
Ma ciò che vede in questo momento, ciò che sente attorno a sé e nella sua mente, rischia di essere troppo anche per questa sua soluzione contro la paura.
Per quanto cerchi di aggrapparcisi ancora, e per quanto, alla fine, ci riesca, più volte questo tentativo di mantenere sempre la razionalità e di fare sempre ciò che è giusto o ciò che gli viene chiesto viene meno, e prende il sopravvento la sua parte più impetuosa.
Il desiderio di Nelyo di voler restare accanto al nonno, per esempio, e la decisione, presa anch’essa d’istinto, di correre subito a cercare il padre, la madre e Finno.
Sono decisioni irrazionali, si, che Nelyo ha dovuto e voluto mettere da parte per fare le scelte razionali che gli sembravano necessarie e che ci si aspettava da lui.
Eppure allo stesso tempo sono decisioni di cui lui è consapevole, e su cui ha ragionato, fino a ritenerle comunque la cosa giusta da fare.
Mi piace davvero questo alternarsi di impeto e di raziocinio in lui, penso sia una resa perfetta del suo personaggio!

Vederlo così pronto anche a gettarsi in aiuto dei suoi cari mi ha colpita.
Perché penso anche io che Nelyo sia così: razionale si, pronto a fare la cosa più giusta, ma che in lui ci sia anche questa parte più impetuosa, più pronta a lanciarsi con coraggio contro un pericolo, o , come in questo caso, in aiuto di qualcuno, ancora di più se si tratta di persone che gli sono care.

Meraviglioso poi il dialogo tra Nelyo e Finwe!
E’ un dialogo che ho adorato leggere, sul serio, perché l’idea di vedere una scena con questi due personaggi mi incuriosiva davvero tantissimo!
Mi ha colpita come, sia nella visione di Nelyo, sia nell’effettivo comportamento di Finwe si intreccino il finwe re dei Noldor e il Finwe nonno.
Nelyo è pronto ad ubbidire agli ordini di Finwe, perché ne riconosce l’autorità e sa che ciò che Finwe gli sta ordinando è la cosa giusta da fare, ma allo stesso tempo ha di fronte suo nonno.

Mi ha commossa come Nelyo cerca conforto nel nonno, nella sua calma, nella sua sincerità, nelle risposte che Finwe da alle sue domande inespresse. Perché Finwe ha intuito tutto ciò che passava nella mente di Nelyo, ogni preoccupazione e ogni dubbio, e ha cercato di rassicurarlo, in quel poco tempo che gli era concesso,e nonostante ci fosse l’urgenza di organizzare una fuga.
La carezza finale di Finwe a Nelyo mi ha davvero commossa: mi ha commossa questo momento di tenerezza che Finwe dedica al nipote, già consapevole che sarà l’ultimo, e come Nelyo, altrettanto consapevole, cerchi di prolungarlo il più possibile, dato che non potrà restare accanto a suo nonno e che non può fare niente per fargli cambiare idea.
E’ in assoluto il momento più dolce di tutta la storia, e lo amato tantissimo!

E tornando a Finwe: ho amato il modo in cui lo hai reso. E’ semplicemente perfetto.
Calmo, pacato e estremamente sincero, ma anche fiero e deciso: è esattamente così che ho sempre immaginato Finwe!
La sua calma di fronte alle tenebre, la sua totale consapevolezza di ciò che sta succedendo, e di chi sta per assaltare Formenos: sono anche io certissima che Finwe abbia capito tutto subito. Ogni cosa.
Che stava per arrivare Morgoth, che non era solo, e che qualsiasi difesa sarebbe stata inutile.
E altrettanto in fretta ha deciso di rimanere ad aspettare l’arrivo di Melkor, perché lui conosce la tenebra di Morgoth, e non ha paura di affrontarla: essendo nato e cresciuto nel crepuscolo, questa paura fa semplicemente parte del suo vissuto.
E alla fine questi ricordi del suo passato si sono uniti ai ricordi più recenti del male che Morgoth ha fatto alla sua famiglia e alla sua gente, e Finwe ha deciso che ora per lui è il momento di affrontare veramente l’artefice di così tanta sofferenza.

Inoltre,altra cosa che ho adorato della resa del personaggio, Finwe è consapevole di tutto ciò che sta succedendo alla sua gente, e di tutto ciò di cui ha bisogno.
Lo si vede dai piccoli dettagli: mi è parso che per un momento anche lui stesse sentendo il peso di tutte le voci e la disperazione che provenivano dagli elfi che avevano assistito alla morte dei Due Alberi, per esempio.
Oppure... Io dietro quel suo sapere esattamente quando accendere tutte le luci ci ho visto anche un tentativo di fare più luce possibile prima che calasse sul serio il buio, per rassicurare un popolo composto per la maggior parte da persone che sono nate e cresciute sempre alla luce dei Due Alberi.

Finwe non sarà più il Noldoran ufficialmente, ma resta comunque il signore dei Noldor, ed è consapevole di tutto ciò che sta succedendo al suo popolo e di tutto ciò di cui ha bisogno, e lo è proprio in virtù di aver vissuto a Cuivienen, e di aver guidato i Noldor per così tanto tempo.
E ci sta che in questo particolare frangente tutta questa sua forza e questo suo carisma si sentano in maniera particolare, proprio davanti a questo nuovo orrore.

Ma per prima cosa Finwe vuole mettere al sicuro i suoi nipoti. Per questo vuole che Nelyo ubbidisca ai suoi ultimi ordini, per questo si ritrova a comportarsi da re, oltre che da nonno.
Ho proprio avuto la sensazione che la paura più grande di Finwe fosse che i suoi nipoti, per un motivo o per l’altro, non facessero in tempo a mettersi in salvo.


Passando a Tyelko: mi ha colpita il modo in cui ha chiuso fuori ogni voce che è in grado di sentire. Non tanto i pensieri disperati degli elfi che arrivano da Valimar e da Tirion, ma ancora prima qualsiasi voce: degli animali, delle piante, di tutto e di tutti.
Ciò che è successo lo ha colpito, ha messo in dubbio molte cose in cui prima credeva, a cominciare da Orome e i suoi insegnamenti, e la sua reazione istintiva per sopravvivere a questo colpo e chiudere tutto fuori e lasciare che le cose facciano il loro corso.
Ma ormai è talmente abituato a registrare ogni cambiamento, a intuire ogni cosa attraverso il più piccolo segnale, che non ha potuto non accorgersi prima di tutti che c’era qualcosa che non andava, che c’era un pericolo nell’aria che non riusciva a capire.
In parte lo ha aiutato il suo legame con Huan, ma si sente che anche lui lo aveva intuito, in un modo tutto suo.
E quando inizia a sucedere, quando Huan lancia l’allarme, Tyelko è già pronto, in fondo non aspettava altro che quel pericolo si rivelasse.

E non mi sorprende che il suo primo istinto sia di correre a cercare Curvo.
Il legame tra Curvo e Tyelko è qualcosa su cui ho iniziato a riflettere solo da poco, quando ho voluto andare oltre all’antipatia che mi ispirano questi due personaggi, e mi sto rendendo conto di quanto tra questi due fratelli ci sia un legame particolare, forte quanto quello tra Nelyo e Kano, anche se molto diverso, dato il carattere particolare di Curvo e Tyelko.

Tyelko è istintivamente protettivo verso Curvo, sia perché è più piccolo sia perché è in qualche modo il suo protetto, ancora di più di quanto lo siano i gemelli.
E ora che c’è un pericolo, spera forse che il bosco e il fatto di essere insieme protegga i gemelli, (anche se sono sicura che un pensiero lo abbia rivolto anche a loro), e lui invece deve andare ad avvertire e a proteggere Curvo.

La questione delle mille regole non scritte su chi deve entrare nella forgia e quando e come mi ha fatto sorridere: tipico di quel pignolo perfezionista di Curvo XD.
Ed è tipico di Tyelko infrangere queste regole senza pensarci su e senza rimpianti, se c’è un’emergenza.

E curvo, nonostante tutte le sue proteste per tutte queste regole infrante, intuisce subito che qualcosa non va, perché anche a lui non sfugge niente, e perché in fondo conosce molto bene suo fratello, e sa che fa così quando c’è sul serio un problema.

Curvo che si preoccupa subito per suo padre, ancora prima di capire cosa è successo mi ha in parte fatta sorridere in parte fatta arrabbiare: mi ha fatta sorridere perché lui farebbe veramente di tutto per suo padre, gli è talmente legato che non può non pensare subito al fatto che suo padre in quel momento non è lì con lui a Formenos, cosa che non gli piace, non lo fa sentire tranquillo.
Mi ha fatto arrabbiare perché... insomma, Curvo, di tua moglie e di tuo figlio non ti preoccupi?
In particolare di tuo figlio… Non hai paura che possa succedere qualcosa a Tyelperinquar?

Il momento di malinconia di Turko è un pezzo che mi ha colpita: penso che si, Tyelko sapesse tutto di Curvo, ma veramente tutto.
Sa che somiglia al padre solo in apparenza, ma che in realtà è diverso, e che c’è qualcosa, una sua ossessione, un suo orgoglio, che lo spinge a voler essere uguale al padre in tutto, anche là dove esserlo gli costa fatica.
Ma soprattutto mi ha colpita come Tyelko si chieda se questa recita, questa “gabbia” sia una protezione, di cui Curvo potrebbe anche fare a meno, se volesse, o se sia un sostegno fondamentale, senza cui sarebbe talmente perso da non riuscire più a reagire.

Ed è ovvio che, in una situazione di pericolo, vedere qualcosa di inconsueto come la compostezza di Curvo che vacilla faccia pensare a Tyelko che forse si, è meglio se quella gabbia per ora resta a proteggere il fratello, o a sostenerlo.

Vedere i due fratelli muoversi in sincronia perfetta, intuendo l’uno i gesti dell’altro senza bisogno di guardarsi è stata lascena che secondo me li ha rappresentati meglio: li ho sempre immaginati così!
E ci sta anche che a questo punto Tyelko lasci andare avanti Curvo: avere una spada in mano lo ha portato a riaprire la sua mente a tutte le percezioni,e ha anche lui la situazione sotto controllo, a suo modo.

Mi è piaciuto veramente molto come hai descritto tutte le sensazioni, i dettagli, gli odori che nota Tyelko, come riesca a vedere e a intuire così tante cose in un solo sguardo, in un solo momento, e come sia pronto a reagire a tutto.

E infine Moryo: lui proprio non me lo aspettavo, ed è stato interessante leggere anche il suo punto di vista!
Un altro personaggio che hai saputo rendere perfettamente, secondo me!

Moryo che preferisce stare in disparte, che, non essendosi legato particolarmente a nessun fratello, ha imparato ad apprezzare questa situazione e il fatto di non avere nessun ruolo in particolare, tanto che ora si trova bene solo in questo ruolo, e non si sente in grado di aiutare nessuno, e non ama stare con le persone, o parlare con loro.
Si è ritagliato il suo posto: se deve è pronto a fare la sua parte nel modo che gli sembra più giusto, ma non intende fare né più né meno di questo.

E tu hai reso benissimo nel tono e nei termini che hai usato il suo carattere schivo, il suo essere sbrigativo, il suo aggrapparsi solo di poche ma ferme decisioni e da certezze.

Il modo in cui si concentra sul progetto su cui sta lavorando è un buon esempio di quanto sia arrivato a preferire la solitudine, da impiegare per fare il suo lavoro e basta:per lui in quel momento non esiste nient’altro, non può né deve esistere altro.
Non gli importa di sporcarsi col gesso, non fa caso alla luce che cala, scaccia via i pensieri degli altri eldar senza nemmeno rendersene conto. Sono distrazioni, e in quel momento lui non ne vuole.

Solo quando qualcosa si scontra con le sue certezze allora si risquote: Nelyo che non urla mai sta urlando, e questo è una certezza che crolla, è qualcosa che non può liquidare per prestarci attenzione più tardi.

Eppure mentre va a cercare Kano continua ad aggrapparsi alle altre certezze: ad Aman non può succedere nulla di troppo grave, la luce non sta scomparendo veramente.
E’ solo quando vede con i suoi occhi il buio che ingoia la luce e anche l’altro suo fratello maggiore che non si comporta come dovrebbe che tutto crolla, e a lui tocca far fronte a questa situazione.

E la situazione lui in realtà la sta capendo fin troppo bene: sa cosa sta facendo star male Kano, e avrebbe anche voglia di consolarlo, ma questo significherebbe assecondare le certezze che crollano, e lui proprio non ce la fa.
Riesce ad aiutare Kano, ma è anche pronto a ritirarsi subito, nel timore che gli sia richiesto più aiuto di quello che riesce a dare.
Nonostante tutto, mi ha intenerita come riesce a dare un minimo di conforto a Kano!

E a proposito di Kano… Vederlo così mi ha fatta stare malissimo, volevo abbracciarlo!
Lui i migliaia di pensieri terrorizzati non li ha fermati, non li ha voluti né potuti fermare, e non oso nemeno immaginare cosa debba essere stato riceverli tutti pienamente!
Kano, che è sensibile, che non ha mai chiuso la mente a nessuno e che è attento a chi gli sta intorno, è semplicemente crollato difronte a tutto questo, peggio ancora perché mentre percepiva quelle ondate di disperazione, vedeva il buio crescere.

Non mi pare si sia ripreso del tutto, anche se sta andando a unirsi ai suoi fratelli, e questo mi preoccupa…
Gli ci sarebbe voluto Nelyo, ma Nelyo ora è preso dai preparativi e non può abbandonare il suo posto, anche se sono sicura che senta quanto sta male Kano…

Complimenti davvero, Los, tantissimi tantissimi complimenti!
Ho adorato questa prima parte, tutti i dettagli che hai inserito, e come hai reso perfettamente le tre voci dei protagonisti, ognuna diversa dall’altra, nel modo di esprimersi, di descrivere, di raccontare ciò che sta succedendo.
E ho amato come hai descritto altrettanto bene gli altri tre protagonisti secondari visti attraverso gli occhi dei principali, caratterizzandoli alla perfezione ma senza perdere il punto di vista che li stava guardando.
Non smetterò mai di complimentarmi con te per tutto questo!

Un abbraccio!
Tyelemmaiwe

Recensore Veterano
16/06/16, ore 22:46
Cap. 1:

oooooh, finalmente recensisco questa piccola perla! *_____* davvero, grazie mille, Los, non sai quanto sono stata felice di leggere! (proprio dritta nei feels, mamma mia <3)
innanzitutto, mi piace tantissimo che tu abbia suddiviso questa storia in diversi POV, così da poter seguire il filo dei pensieri di ognuno dei figli di Feanor durante un'esperienza così tremenda ... e oddio, davvero, mi hai sciolta per i feels çç
ma vediamo con ordine. amo già da morire la tua caratterizzazione di Maedhros, e qui sicuramente non ti sei smentita. oddio, quanto l'ho adorato, giuro, mi ha spezzato il cuore in vari momenti, già subito fin dal piccolo accenno a Nerdanel e a come Maedhros mantenga i contatti con lei, che sia il suo unico legame con la famiglia ... mi piace come Maitimo cerchi in tutto e per tutto di essere razionale, anche in una situazione del genere, anche quando tutti sono in preda al panico.
e oddio, Finwe <3 davvero, è adorabile, non so che altro dire: il nonno che tutti vorrebbero avere, davvero, è così dolce con il nipote, che vuole mettere in salvo i figli di suo figlio e la sua gente, li consiglia e li aiuta, ma al contempo stesso si rifiuta di scappare di fronte a Melkor. non pensa che "fuggire" sia un disonore, semplicemente sa, come il Noldoran qual è, deve mettere al sicuro la sua gente e i suoi nipoti. è bellissimo vedere come Finwe sia nonno e re al contempo, come usi la sua autorità per convincere Maitimo a salvarsi, proprio perchè ama i suoi nipoti, ma al contempo è dolcissimo nel convincerlo a salvarsi la vita ... davvero, è stupendo, e il piccolo riferimento che Finwe fa a Findekano, per tranquillizzare Maitimo, mi spezza il cuore <3
e Maitimo che vuole andare con lui, che non vuole lasciare solo il nonno, anche sapendo ciò che succederà quando Melkor arriverà ...
un altro tuo POV di Tyelko è stato davvero una piacevole sorpresa! (così come quel piccolo accenno agli Ambarussa, sono curiosissima di saperne di più!)
e qui lo vediamo in coppia col suo best bros XD adoro vederlo così "recettivo", al punto tale che sa che sta accadendo qualcosa, perchè Melkor e Ungoliant stanno arrivando e questo, logicamente, mette in allarme gli animali. mi piace tantissimo vederlo anche in dubbio sui Valar, e su Orome suo maestro, e come invece questa fiducia sia rimpiazzata da quella che nutre per il padre.
e Curvo ... beh, niente, lui è sempre la perfezione assoluta XD il suo essere seccato quando vede Tyelko entrare, salvo sapere che la situazione sta precipitando e, inevitabilmente, occorrere. mi fa morire dai feels vedere come il suo primo pensiero vada al padre, puccino! </3
e sì, trovo assolutamente stupendo il ritratto che Tyelko fa di lui. è una gabbia, quella che Curvo si è costruito, una gabbia che gli impedisce di essere chi è veramente, ma al contempo, come possiamo sapere che la gabbia che Curvo ha costruito altro non è un'ossatura che lo sostiene, che gli impedisce di crollare, e che una volta che questa gabbia crollerà, che ne sarà di Curvo?
my heart cries, seriamente ç____ç
e Moryo! grandissima sorpresa anche lui. ammetto, mi fa una tenerezza assurda XD lo vedo sempre come il più imbranato ed impacciato dei figli di Feanor, e sì, per lo più mi trovo d'accordissimo con questa caratterizzazione che gli dai. mi piace tantissimo vedere come si descrive: così chiuso ed impacciato che preferisce passare per insensibile, piuttosto che cercare di dar voce ai suoi sentimenti, ma che al contempo stesso sa perfettamente riconoscere quando i suoi fratelli sono in difficoltà, e parte in quarta per aiutarli (aaah, ma che carino, roba che mi vien voglia di coccolarlo e di dire ad Haleth di spupazzarselo per bene <3).
e quando vede Kano çç Kano è, giustamente, il più sensibile, e quindi il più sconvolto da ciò che vede accadere in Aman, che non riesce fuori a chiudere tutto il dolore e la disperazione che sente. fortunatamente c'è Moryo a riscuoterlo, e davvero, avrei voluto abbracciarli entrambi, Kano perchè si è trovato a vivere una cosa tanto tremenda come sentire il dolore di chi lo circondava, e Moryo perchè si sente stupido ma non ha potuto fare altro che aiutare il fratello ... ma fatevi abbracciare, orsù! <3
e niente, davvero, mi piace tantissimo ogni cosa di questa storia, dalle caratterizzazioni dei personaggi, alla cura dei dettagli (le lampade che si accendono per la maestria di Feanor sono stupende!), a come hai sviluppato ogni elemento di questa fic *____* (e anch'io ammetto di essere curiosa circa le mogli dei Feanoriani, e quali siano state le loro decisioni ... ho sempre pensato che non avessero seguito i mariti ma si fossero limitate a qualche visita sporadica in Formenos, mi piacerebbe sapere tanto la tua opionione! *^*)
davvero, grazie e grazie mille per questa piccola meraviglia <3
un bacio,

Feanoriel 
 

Recensore Junior
12/06/16, ore 23:40
Cap. 1:

Inizierò scusandomi per il mio silenzio in altra sede… proprio oggi ho ripreso in mano le mail per risponderti (finalmente) e porti altre domande riguardo alle tue riflessioni sull’oscurità calata su Aman, ma a quanto pare sono fuori tempo massimo!
Pertanto ho deciso di rimediare qui, nei limiti del possibile.
 
Innanzitutto complimenti, complimenti per l’idea in sé, per aver deciso di scrivere su questo particolare momento e complimenti per come lo hai fatto: attraverso i diversi punti di vista dei Feanarioni (faccio bene a sperare che saranno di tutti e sette?). Complimenti per come sei riuscita a passare dall’uno all’altro, differenziandoli pienamente e calandoti nella loro psicologia. La storia è focalizzata sul momento presente, non ammette troppe divagazioni, ma tu hai approfondito i personaggi in maniera mirata, coerentemente alle circostanze, lasciandoci scorgere anche quelle profondità che dato il contesto non hai potuto illuminare del tutto. 
Forse il mio giudizio ti parrà affrettato, ma credo che questa sia una delle storie con la miglior caratterizzazione dei Feanarioni che io abbia mai letto. Dei Feanarioni e di Finwe, per quanto sia reso attraverso lo sguardo di Russandol.
 
E partirò proprio da Russandol, combattendo l’impulso di commentare subito Moryo, non perché sia stato l’ultimo di cui ho letto, ma perché la sua resa mi ha coinvolta come mai mi è accaduto, leggendo di questo personaggio.
Dicevo, Russandol. Abbiamo una visione molto simile di lui, forse la mia è più focalizzata sulle sue zone d’ombra (anche se questo riguarda tutti i personaggi), ma la coincidenza è comunque tanta. Qui mi ha colpita ciò che hai scritto sulla "chiusura" della sua mente; nel mio piccolo ho pensato possa essere una reazione futura, dovuta agli avvenimenti imminenti, tuttavia in questa circostanza sottolinea il suo carattere riflessivo, poco incline ai sentimentalismi… Non lo vedo propriamente in quanto chiusura in sé e per sé (com’è invece per Moryo), ma come una strategia per preservare lucidità e raziocinio, una decisone che – forse – affonda le proprie radici nella sua natura di abile politico e mediatore. Da ciò deriva il suo sangue freddo, la sua tempestività nell’eseguire gli ordini di Finwe, riconoscendolo nel suo ruolo di Re e non di semplice nonno. Ma a questo si aggiunge una certa personalità: Russandol esegue gli ordini, eppure non si smarca dal suo lato propositivo e critico, nonché dalla sua personale idea di reazione (che pure Finwe contesta).
Ha qualche momento di debolezza, ma se ne riprende in maniera egregia, sempre riconoscendo l’autorità, la saggezza di Finwe stesso.
Spendo due parole sui pensieri indirizzati a Findekano, pensieri che Finwe indovina pienamente… Ho collegato la cosa a Tenn’Ambar-metta, a quando Finno ammette di aver raggiunto Formenos in segreto e di aver parlato con Finwe stesso (che quindi, se il collegamento regge, è già consapevole dei sentimenti di Finno e dimostra di aver intuito anche quelli di Russandol).
 
Il ritratto che fai di Finwe è magistrale. È nonno e Noldoran assieme, riesce a mostrarsi nell’uno e nell’altro ruolo senza precludersi nulla. È una commistione di saggezza, sensibilità (per quanto riguarda i sentimenti di Russandol), temerarietà  e orgoglio. Perché rimanere a Formenos pur avendo consapevolezza di Melkor, dell’inutilità della propria permanenza, e questo è un atto degno del padre di Feanaro e Nolofinwe.
Bellissima la frase “Tu sei un figlio della luce[…] ma io conosco l’oscurità, e non la temo.”, nonostante io creda che a temerla davvero (e a buon giudizio), siano stati proprio coloro che già la conoscevano.
Infine l’ordine di Finwe di lasciare i gioielli, Silmarilli compresi. Lo  impartisce  per proteggere i nipoti, evitando che Melkor li insegua… non immagina che Feanaro, per quegli stessi gioielli con cui lui ha riscattato la vita dei suoi nipoti, sarà pronto a condannarli.
 
Tyelko. Del suo pov ho molto amato quell’istintività animalesca che lo porta ad essere già consapevole dell’anomalia e la sua attenzione alle reazioni di Huan… proprio come un animale (e l’uso di questo termine non vuole affatto essere denigrante) che oltre dal proprio istinto guarda ai propri “compagni di branco”. Anche se qui manca il punto fermo di Orome, il capo branco che indirizza e interpreta.
Credo che la differenza tra Tyelko e i suoi fratelli stia nel fatto che lui aveva un maestro, un amico, in grado di abbracciare un sapere più grande e profondo di quello di Feanaro, di Finwe, di chiunque altro i Feanarioni avessero accanto. Orome è, anzi era l’incarnazione di una certezza, e questa certezza ovviamente manca a Tyelko (soprattutto nel momento attuale), ma lui ha comunque la forza, o l’ardire, di mettere in discussione la sua figura. La fiducia di Tyelko nei Valar viene meno, nonostante egli  fosse così vicino ad uno di loro. E questo è ciò che mi ha sempre colpita tantissimo del personaggio; Feanaro “surclassa” Orome, un Vala, e io mi chiedo se allora la fiducia di Tyelko nel padre non superi quella di tutti gli altri Feanarioni.
L’accenno agli Ambarussa mi ha fatta sorridere, perché ciò che dici riguardo al loro essere diversi è inconciliabile a come io li ho sempre percepiti, ma è bello – anche qui – confrontarsi con visione diverse.
Ho amato la piccola interazione tra Tyelko e Curvo; com’è naturale la prima persona da cui il maggiore si dirige, una volta constata l’anomalia, è proprio Curvo. E c’è tanto istinto e sentimento in questa reazione che certo non ha bisogno di razionalizzazioni (così, d’altronde, il pensiero di Curvo che si rivolge subito al padre). Sai quali siano i miei sentimenti per questi due personaggi, per cui è scontato che il discorso sulla gabbia-rifugio di Curvo mi abbia commossa. Credo tu lo abbia interpretato benissimo, anzi hai interpretato benissimo la visione che Tyelko stesso ha di lui. La somiglianza al padre, in parte fatto naturale (quanto amo le descrizioni “fisiche” di Curvo o Feanaro alla forgia), in parte artificio e com’essa appare a Tyelko, la certezza che il fratello non sia un feticcio ma un degno erede di Feanaro, sono tutti aspetti che chiarificano il loro legame. E lo stesso fa quell’accortezza, più indicativa di mille parole, che Tyelko ha nel distogliere lo sguardo, per preservare Curvo dall’imbarazzo della propria debolezza. Davvero un particolare splendido.
E io concludo con un apprezzamento della dimostrazione che dai della loro armonia, della forza che l’uno trae dall’altro. Sono assieme e sono invincibili, pronti a tutto (Curvo docet).
 
Arriviamo a Moryo. Ti avevo già accennato di quanto fatichi ad inquadralo senza ridurlo ad una mera macchietta… ebbene qui tu sei riuscita a renderlo per il grande personaggio che forse è, e che io non sono mai riuscita a vedere.
Ho avuto la percezione di una sofferta esclusione rispetto ai suoi stessi fratelli, di un'insicurezza che emerge  tra muri e afasie, e nonostante quelle certezze imbastite per sopravvivenza. Moryo si aggrappa al proprio “ruolo”, lo fa sempre e comunque, combattendo l’istinto di consolare Kano, di abbracciarlo (e qui – davvero – sono tornata a commuovermi), perché non è “da lui”. In realtà mi è parso che Moryo voglia colmare queste stesse distanze entro cui si trincea, ma sia troppo insicuro anche solo per ammetterlo. 
Ottima l’idea di accostare Moryo a Kano, la cui sensibilità, la cui “apertura”, non conosce limiti. Ammetto di non aver mai pensato a una  reazione simile davanti all’avanzare dell’oscurità, tuttavia ora che l’ho letta la trovo davvero plausibile.
A proposito, complimenti anche per l’idea di questo terrore condiviso che si espande tra i pensieri, attraverso le menti (tendenzialmente) aperte degli Eldar e coinvolge tutti. La trovo una teoria affascinante, impregnata di una tragicità quasi poetica.
 
Concludo con una domanda sulla scelta di alcuni nomi paterni o delle loro abbreviazioni, che con l’esclusione di Curvo fatico a spiegarmi (perché i Feanarioni erano soliti usare i nomi materni). In particolare quel “Nelyafinwe” pronunciato da Finwe… ho sempre pensato che quest’ultimo evitasse di usare l’ataresse per rispetto di Nolofinwe, in quanto il significato del nome (“terzo Finwe”) implica una sua “esclusione”.
Scusa la pedanteria; finisco sempre per farmi un sacco di domande sull’uso dei nomi più appropriati da utilizzare nei vari contesti, perciò queste osservazioni sorgono spontanee.
 
Poi c’è poco da aggiungere se non altri complimenti: mi inchino alla tua oggettiva bravura.
 

Recensore Veterano
12/06/16, ore 13:12
Cap. 1:

Loooos, mi sei mancata!
Quantomeno, mi è mancato trovare tuoi aggiornamenti nella home ;)

Dagli accenni avevo intuito il momento e, omfg, è anche meglio di quanto sperassi! Che poi è un momento a cui ho pensato meno rispetto a quello successivo (ossia Fëanáro col corpo di Finwë tra le braccia, buaaaaa! "Fëanáro avrà bisogno di tutti voi.” – ESATTO!), ma tutto ha perfettamente senso and everything hurts. Mi piace come hai mostrato tutti intenti a fare qualcosa, com’è giusto che sia, dopotutto solo papino è andato alla festa, per gli altri la vita continua, e come tutte le occupazioni siano in linea col personaggio, ma da te non potrei aspettarmi niente di meno ♥
E poi c’è l’osanwe, come il terrore per la distruzione degli Alberi sorpassi qualsiasi barriera, prima di essere cacciato via. Ne hai fatto una descrizione da brividi, potevo sentire quasi quelle urla nelle orecchie e credo sia una descrizione molto realistica del terrore che deve aver agitato tutti gli Amanyar quel giorno, e ho adorato l’aria di quiete prima della tempesta che si respira in questa Formenos, dal comportamento dei personaggi alle descrizioni dell’orizzonte e dell’atmosfera, brrrr, brividi, brividi!

Ma passiamo ai personaggi perché ce ne sono tanti di cui parlare e sto saltellando da ieri sera per due in particolare, ma proverò ad andare con ordine.

Prima di tutto lui, per cui ho delirato (pur cercando di trattenermi, lo giuro): Finwë. Finwë, Finwë, Finwë. 
Da quel "ragazzo mio” alla carezza finale a Nelyo è lui, semplicemente lui, il Finwë nonno e Re che vedo nella mia testa, anzi, è meglio e voglio abbracciarlo e voglio farmi adottare come nipote perché, oddio, quant’è meraviglioso? Così fiero, un re senza corona, e allo stesso tempo affettuoso in maniera per nulla melensa. Anche lui cede per un attimo allo sconforto, e per questo lo adoro, e torna subito a farsi forza perché sente ancora la responsabilità della corona, oltre a quella di padre e nonno e sa cosa deve fare.
Questo suo oscillare tra il nonno e il Re dei Noldor non lo rende affatto… bipolare, diciamo, perché lui è entrambe le cose allo stesso tempo, è Re come è nonno ed è nonno me è Re (non sono certa di essermi spiegata XD). È uno degli ambasciatori ed è una delle guide che hanno portato gli Eldar a Ovest, sin dall’inizio si è fatto carico della responsabilità di proteggere la sua gente e senza dubbio c’è grande affetto in questo. 
E a proposito del Cuivienen: "Tu sei un figlio della luce, ma io conosco l'oscurità, e non la temo.” – THIS, this is right on so many levels, omg! Una frase che racchiude quello che penso su chi è venuto dalla Terra di Mezzo e chi è nato in Aman, la perfezione racchiusa in una frase e detta da Finwë sembra legge. Forse vado OT, ma si legna bene al mio headcanon secondo cui chi ha vissuto la Lunga Marcia non si sia unito agli Esiliati, non si sia lasciato convincere dalle parole di Fëanáro, perché loro hanno vissuto la Terra di Mezzo e per loro non erano grandi spazi di libertà, ma proprio quello che Moryo riferisce dei racconti dei “sopravvissuti”. Decisamente non un idillio, ma pericoli ovunque, ancora prima della Tenebra. 

Due paroline su Nelyo, il cui POV mi ha permesso di fangirlare per questo meraviglioso Finwë, ci vogliono, perché ci sono tante cose che mi fanno pensare a TAM e che mi riempiono di feels :°) 
Tutto in lui è responsabilità e dovere, è un perfetto comandante, pronto a ubbidire al suo re, e ho davvero adorato vedere questa sua armatura calare un attimo di fronte a Finwë. Perché davanti al nonno-Re, Nelyo non è bravo quanto lui a mantenere in equilibrio i due ruoli, non gli è così immediato obbedire agli ordini quando si rende conto di cosa vorranno dire per Finwë. Voglio dire, c’è bisogno che il nonno gli ricordi chi è (quel “Nelyafinwe!” – mi piace pensare che sia l’unica volta in cui Finwë abbia calcato la mano sulla cosa), prima che Nelyo accetti che ha un compito da svolgere e non si tratta di fuggire, ma di proteggere, decisamente non qualcosa da considerare “ignobile” come la fuga. 
Gli accenni al momento di Nelyo con Melkor mi hanno fatto ovviamente pensare a TAM, così come Finwë che precisa che anche i suoi cugini stanno bene (*fischietta*). Il suo primo impulso di correre a Tirion, per rimediare agli errori commessi prima della fine del mondo… awwwww! Tutto questo quadro meraviglioso di sensi di colpa e di senso del dovere quanto mi piace? 

Altro punto di vista, altra meraviglia: Tyelko. Oh come ho adorato il modo in cui percepisce che qualcosa sta per succedere attraverso gli animali e la natura, è giusto quello che mi aspetterei dall’allievo di Oromë! Anche perché non stento a immaginare che una Ungoliant che ha fatto level-up grazie al potere di Melkor causi un certo scompiglio delle leggi naturali, mi piace tantissimo l’attenzione che hai prestato a questo dettaglio attraverso il personalissimo modo di percepire il mondo che ha Tyelko!
Che poi, a proposito di allievo di Oromë, che brutto vedere la rottura tra i due dopo che è avvenuta. Un Tyelko orfano, che prende questa perdita come un dato di fatto, senza drammi, ma si sente comunque che, sotto sotto, gli fa male. Oh cucciolo ♥
Vediamo la palla di pelo cresciuta, dopo averlo visto in versione ridotta in Spiriti Affini, e quanto sono bellini Huan e Tyelko, BFF (o quasi), che reagiscono in maniera istintiva e simile alla distruzione degli Alberi? Tanto, tanto, solo che Huan i comportamenti animali se li può permettere, Tyelko corre dal suo cucciolo Curvo, e il riferimento a tutte le regole curviane infrante mi ha fatto ridere, perché ormai lo conosciamo il tuo Curvo e sappiamo che pain in the ass è quando si tratta di mettere limiti e paletti, e infatti la sua risposta all’arrivo Tyelko è troppo lui e anche lì, un momento divertente mentre fuori tutto è brutto e nero!
E poi il rapporto con Curvo, o meglio le sue riflessioni. Perché Curvo è davvero in gabbia e chi meglio di Tyelko, uno che nella gabbia non ci è mai voluto entrare, può saperlo? Lui vede le crepe nella gabbia, anche mentre tutti gli altri sembrano rafforzarla sottolineando la somiglianza tra padre e figlio, e la sua volontà di provocarlo fino a distruggere la gabbia "per non lasciare che si arrendesse ad essere nient'altro che il riflesso di un Elda, per quanto il più famoso, ma che facesse emergere la propria grandezza”… tutto questo mi colpisce parecchio, perché capisco la volontà e sono d’accordo con lui, vorrei addirittura dargli una mano. E, guardando al futuro e a queste riflessioni in un’ottica… profetica, mi viene da chiedermi: il Nargothrond cos’è, la distruzione della gabbia che provoca la caduta? Sarei curiosa di scoprirlo! 
Con una piroetta mentre indosso qualcosa e prendo le spade (gnè gnè :P), passo a Curvo, perché il discorso porta inevitabilmente a lui. Curvo che “papà”, Curvo ingabbiato (o incorsettato sennò non tiene su la panza… wut?), Curvo che capisce cosa sta succedendo mentre dice “non lo so” e che passa subito all’azione, nonostante il sarcasmo con cui ha accolto l’invasione di Tyelko nel suo rifugio. Quanto adoro tutto questo!

E, piccola parentesi, l’accenno agli Ambarussa (oltre al nome inserito tra i personaggi) mi fa sperare nel POV di uno di loro nella seconda parte, perché mi incuriosiscono e mi incuriosisce come tu ce li vorrai mostrare. Anche perché in questo momento saranno lì nel bosco dove doveva raggiungerli Tyelko, no? Staranno tornando a Formenos o sono lì, nel bosco, a chiedersi che sta succedendo? Voglio sapereeee!

Veniamo infine alla seconda stella di questo capitolo, per cui sono tutta un doki doki perché è troppo awwwww: Moryo. Awkward turtleduck Moryo, pratico Moryo, pucci Moryo! 
Moryo che mi vedo proprio intento a progettare fortificazioni (un po’ meno a condividere il gusto materno per la scultura, mi sa XD Non me lo vedo proprio lol), così perfetto lord feudale (quasi) che non mi riesce difficile intravedere lo stesso Moryo che offre protezione agli Haladin. 
I pensieri che rivolge al padre che parte disadorno e ai moniti della madre mi hanno fatto una tenerezza che non ti dico, e quelle successive al suo rapporto con i fratelli, a come lui non sia mai stato quello a cui ci si è rivolti per qualcosa… oddio, da avvolgerlo in una copertina, con tutta la polvere di gesso che svolazza, e portarlo via :°) Che poi, il suo stare in disparte non vuol dire che non conosce bene i fratelli: capisce subito dalle urla di Nelyo che le cose vanno malissimo (anch’io vedo difficile che Nelyo urli se non in casi eccezionali XD), e come capisce cosa non va in Kano appena lo vede. (e comunque, Moryo caro, in che guai sei finito che hai avuto bisogno dell’aiuto di Tyelko? :P)
E nonostante lui si senta impacciato e incapace a capire gli altri e ad agire per risolvere i loro problemi (anche qui, la mia mente va ad Haleth XD roba che “wtf perché hai rifiutato la mia offerta, cos’ho fatto di maleH”), il suo interesse verso i racconti di chi è venuto dalla Terra di Mezzo mi mette Moryo sotto un’altra luce e che luce affascinante è? E mi porta a chiedermi: quando verrà il momento di giurare, quali saranno i suoi pensieri? Ricorderà i racconti e sceglierà di andare lo stesso nella Terra di Mezzo perché? Vorrei davvero farmi un viaggetto nella sua testa in quel momento!
E con Moryo, devo parlare di Kano. "Káno era sempre stato molto propenso all'apertura della mente, ricettivo verso tutti. Troppo disponibile. Troppo fiducioso."
Kano che sperava che la moglie lo raggiungesse in esilio, e che non riesce a chiudersi alle urla nella sua mente. Altro da avvolgere nella copertina e portare in un luogo sicuro, che tenerezza mi ha fatto!
Poi, vabbè, tra la sua aria sconvolta quando torna in sé e Moryo che vorrebbe fare cose stupide pur di reagire (cose stupide come abbracciarlo… certo, Moryo, bravo *fa pat-pat sulla testa*) ero lì tra le tenerezza e un divertimento indecente a vedere Moryo in difficoltà XD Anche perché “Papà sistemerà tutto. O lo farà il nonno” – o Russandol, aggiungo io ;) Un giorno arriverà il tuo momento per provare a sistemare tutto, pucci.

Ora ci lasci così per questa settimana, ma terrò duro, anche perché mi piace da matti quello che hai fatto. Frammentario? Le scene sono abbastanza lunghe e complete che non si sente niente di sbagliato. E vedere lo stesso evento da punti di vista diversi non poteva essere reso meglio: ognuno reagisce in modo diverso, dal personaggio-POV agli altri, e non annoia neanche un po’, perché le reazioni diverse mostrano i caratteri diversi e alla fine quel che ci hai offerto è uno splendido esempio di caratterizzazione dei personaggi. Non riesco a rendere bene il mio entusiasmo su tutti i livelli per questo!

Poi, ci sono un paio di dettagli su cui volevo soffermarmi:
– il meccanismo per accendere le luci: dopotutto Fëanor ha inventato le lampade, vuoi che non avesse inventato anche un meccanismo per accenderle? Tra l’altro, mi viene il dubbio ora, che potessero avere in qualche modo della rugiada di Telperion al loro interno? Magari me lo sono sognato, ma non hanno tipo una luce fredda? Forse me lo sono sognato!
– i Laghi Lucenti che avevo interpretato sempre tipo… vasche artificiali e sinceramente non ci ho pensato molto oltre di così, però tu ora mi fai porre domande, tipo: che lontano dagli Alberi (tipo ad Alqualonde, dove la luce doveva essere poca, e Formenos) fossero quelle delle fonti di luce più forte? e con la distruzione degli Alberi, quei laghi avranno mica smesso di brillare? Si saranno prosciugati? Direi materiale a go go per una mail di speculazioni XD

Ti lascio con una mia domanda oziosissima a cui non devi rispondere. Il prossimo capitolo: sarà ancora una questione di punti di vista sullo stesso momento o finiremo per vedere il seguito dell’azione e anche il tremendo momento in cui Fëanáro torna a Formenos? 
Inutile dire che sono ansiosa di scoprirlo!

Ero fuori allenamento con le recensioni, spero di non essermi persa niente perché è stata lunga XD 

Ci risentiamo,

Kan

Recensore Master
11/06/16, ore 23:46
Cap. 1:

Oddio, Los!
Che bello, che bello vederti ricomparire... E con questa storia, poi!
Non osavo sperare stessi proprio scrivendo di questo momento, un momento di cui bramavo leggere non sai da quanto tempo... E quando ho visto la sinossi sono esplosa in squittii di gioia!
Dunque, dunque, andiamo con ordine: lo stile. No, questa storia a me non sembra affatto frammentaria. O meglio, in un certo senso lo è, ma è qualcosa che a me sembra assolutamente intenzionale e perfettamente riuscito.
I cambi di pov non solo sono ben distanziati, ma sono esattamente quel che ci vuole per rendere la complessità, la molteplicità di sentimenti che devono aver animato i figli di Feanaro, e l'intera comunità Amanyar (Teleri esclusi, loro sono sempre nel loro mondo a parte :P) in quei terribili frangenti.
Davvero, ho adorato questo susseguirsi di punti di vista, questo intrecciarsi di emozioni, pensieri, reazioni diverse. E' splendido e, ripeto, credo tu abbia centrato perfettamente il tuo obiettivo. Davvero complimenti!
E ora, veniamo a noi... Ho bisogno che qualcuno mi raccolga con un cucchiaino, perché rischio di affogare nei miei stessi feels, seriamente.
Già l'inizio uccide: quell'intromissione così brutale nella mente di Nelyo, quelle grida terrorizzate che nemmeno lui riesce a frenare. Adoro, adoro l'uso che hai fatto dell'Osanwe. Sul serio. E' particolarissimo e così... Terribile. La potenza di un dolore "corale" (non mi viene termine migliore) che sconvolge gli Eldar e ne invade prepotentemente le menti, chiuse o aperte che siano. Se sono chiuse, si intromette. Se sono aperte, è devastante (ma ci tornerò dopo).
E già una cosa del genere deve fare un effetto incredibile alle menti di chi la subisce, specie se sono Elfi Amanyar che simili intrusioni non ne hanno mai subite, così come non si sono mai scontrati con vere angosce, veri timori, con il mondo nelle sue brutture.
E qui infatti vediamo Nelyo spiazzato, che si aggrappa il più possibile al raziocinio, alla scelta più giusta da fare.
Tra l'altro, piccolo passo indietro: bellissimo e significativo il momento in cui è stato colto Nelyo, nell'atto di scrivere a sua madre. Ho sempre immaginato che Nelyo con la madre avesse un rapporto speciale, perciò mi ha intenerita tantissimo. Così come mi hanno intenerita gli accenni a Findekano, che è sempre presente nella mente di Nelyo, ma che non viene nominato mai, nemmeno una volta. Perché il dolore, il risentimento, immagino, sono ancora troppo forti. E altrettanto forte è la paura di perderlo, che gli sia successo qualcosa... Straziante, troppo straziante.
E Finwe che sa, Finwe che anche in questo momento riesce a trovare una parola di conforto per Nelyo è semplicemente meraviglioso. Oddio, solo a provare a parlare di Finwe mi si spezza il cuore... Non ce la faccio. Perché ne hai fatta una resa splendida. All'inizio mi sembrava quasi troppo distaccato, formale. Ma dietro al Noldoran c'è il nonno, il nonno amorevole, che manda via i suoi nipoti e i suoi sudditi e fa l'ultimo sacrificio per il suo popolo, per la sua famiglia. E io... Io piango, Los. Davvero.
E quanto ho adorato il dialogo con Nelyo, Nelyo che vorrebbe rimanere a fianco del nonno, del re, vorrebbe aiutarlo, proteggerlo, impedire che si sacrifichi inutilmente. Ma non può non cedere di fronte a quell'imperturbabile serenità, al coraggio di chi, la tenebra, la conosce fin troppo bene... Oddio, queste sono le scene che ho sempre immaginato, che avrei sempre voluto leggere e voglio abbracciarti per averle scritte esattamente come avrei voluto, come le ho sempre immaginate! Gli occhi di Finwe, quell'ultima carezza sulla guancia, Nelyo che cerca il contatto... Queste sono tutte pugnalate al mio cuore.
E veniamo a Tyelko: Tyelko che, tra i fratelli, è sicuramente il più recettivo, il più attento al minimo mutamento d'atmosfera attorno a sé. E potevo quasi sentirla sotto pelle, l'inquietudine crescente degli ultimi giorni, unita all'estrema vigilanza e all'angoscia dell'esilio: altra cosa, questa, che hai mostrato in maniera magistrale.
E tutte le reazioni di Huan: il suo ululato, lo stesso, deduco, che deve aver sentito Nelyo, è qualcosa di agghiacciante.
E se in un primo momento ho immaginato che Tyelko si sarebbe precipitato nei boschi alla ricerca degli Ambarussa (a proposito, saperli lontani mi terrorizza, ora immagino avremo il loro pov nel prossimo capitolo e la cosa non mi rassicura per niente) quel che fa è altrettanto da lui: si precipita subito da Curvo. E non fosse stato per la gravità della situazione, credo proprio che la sola idea di Huan che corre in officina mi avrebbe fatta morire dalle risate! Me lo sono immaginato e... E niente, ho visto Curvo e ogni risata è scemata.
Il ritratto che ne fa Tyelko è di una spietatezza, di una veridicità impressionanti. Ma del resto, chi meglio di lui potrebbe vedere tanto in profondità, sondare quella maschera artefatta che rischia di rivelarsi nient'altro che un Atarinke? (Spietata, tremenda Nerdanel, con quegli Amilessi terribili! Poi ci credo che Feanaro alla fine ha messo becco, ma non divaghiamo).
E' vero, dietro la maschera Curvo è al sicuro, e quando cadrà, quando Curvo deciderà di distruggerla, allora sì, allora precipiterà. Sempre che la distruggerà mai deltutto, cosa di cui dubito.
ECurvo, oh Curvo! Quel "papà" sussurrato a fior di labbra mi ha quasi fatto salire le lacrime agli occhi. E il pudore di Tyelko nel lasciarlo ricomporsi, quel suo distogliere lo sguardo... Quanto amore tra questi due fratelli in apparenza così diversi, li adoro! E adoro esplorare le dinamiche interne al loro rapporto, è qualcosa che davvero mi fa impazzire.
Credo di avere ancora un fiume di parole da spendere su questo paragrafo, ma mi limito a due accenni: la rabbia di Curvo alla fine, e Tyelko con la spada in mano sono esattamente quello che speravo di vedere.
E quel riferimento alla mancanza di fiducia in Orome da parte di Tyelko: non mi toccherebbe così tanto in genere, per quel che mi riguarda fuck Valar, ma non posso non pensare a Spiriti Affini, e il mio cuore si stringe.
Tra l'altro, mamma mia, Tyelko che scuote la testa in quel modo... E' proprio lui!
Ok, avevo detto che la chiudevo qui. Passiamo a Moryo.
Credo di essermi resa conto leggendo uesta storia della tenerezza che mi fa. Io e te abbiamo, credo, la stessa visione di lui, ma io in genere non mi ci soffermo molto, perché, tra i Feanarioni, è quello che mi intriga di meno, e perché lo trovo spaventosamente criptico, facile al diventare una macchietta.
Ma qui è semplicemente perfetto. Moryo che è solitario, incapace di fronteggiare la socialità con tutto ciò che comporta, Moryo che è studioso, introverso, riflessivo, ma anche facile all'ira... Vorrei abbracciarlo. E pure pizzicargli le guanciotte, come una vecchia zia antipatica. E non ne uscirei viva, lo so. Ma che ci devo fare? Si presta! XD
Tra l'altro, anche qui un accenno alla madre tenerissimo e straziante, con la questione della veste... Ho sempre immaginato Moryo molto legato alla mamma, anzi, per la verità lo immagino proprio un po' "mammone", perciò questo suo ricordo mi ha commossa e, di nuovo, ho ritrovato il mio stesso Morifinwe.
Ma insomma, che vanitoso: cos'è, un grembiule non è degno di lui? XD
E le sue certezze sul fatto che in Aman non potrà mai accadere niente di brutto mi fanno abbastanza sorridere, se penso che fino a un momento prima era lì a insultare i Valar! Ecco, Moryo incarna esattamente quella che secondo me è la mentalità Amanyar per eccellenza: i Valar li puoi criticare quanto ti pare, ma alla fine non ti accadrà mai niente di male sotto il loro tetto.
Povero, piccolo Moryo bello a mamma sua! Ho già detto che voglio pizzicarlo? XD
E quanto mi ha intenerita la sua incapacità di reagire all'impotenza e all'immobilità di Kano... Davvero, è così meravigliosamente impacciato, così Moryo! E tra l'altro, ora penso che sia arrivato tardi in aiuto ad Haleth perché non sapeva fronteggiare una richiesta d'aiuto e ci ha dovuto pensare... Ok, questa era cattiva. Scusa, Moryo.
Kano, poi, mi ha definitivamente distrutta. Percché quella reazione di totale immobilità e sgomento è esattamente la stessa che ho immaginato io innumerevoli volte. E per tornare al discorso d'apertura, Kano, a differenza di Nelyo, ha la mente aperta, e così uel grido unanime gli si è riversato dentro e lo ha devastato. E' la fine del mondo, dice. E non è poi così lontano dalla verità. Di sicuro, è la fine del mondo come lo conoscevano lui e i suoi fratelli.
E credo che sia anche a causa della sua immensa sensibilità che fatica a fronteggiare l'immensità della catastrofe, almeno sul momento. Vederlo tanto divorato dal panico, con Moryo che, impacciato e un po' goffo, tenta di confortarlo è davvero stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: qui la lacrima è uscita, non ce l'ho fatta.
Ah, e quanto è dolorosa l'idea di Kano che aspetta la moglie? Mio Dio! Tra l'altro, sono curiosa dei tuoi Headcanon in merito: pensi che qualcuna delle mogli dei Feanarioni sia poi partita per la Terra di Mezzo? O le immagini tutte rimaste in Aman?
Mi sa che è meglio se chiudo questa recensione-fiume, perché credo che, se continuassi a parlare a ruota libera, potrei andare avanti tutta la notte, quindi meglio fermarsi ora XD.
Aspetto trepidante la conclusione, e grazie infinite per aver scritto questa storia splendida!
Un abbraccio, a presto!

Mel