Siamo tornati al 221b, finalmente, dopo tanto tempo, dopo tanto viaggiare, come dici tu, alla ricerca di qualcosa che si era perduto. Giusto, perché la vita è un viaggio che si compie esplorando, passo passo, le cose intorno a noi, incontrando persone, perdendole oppure affiancandoci a loro per proseguire insieme. Questo è successo a Sh, John ed Amanda; come ho già detto precedentemente, la ragazza è un personaggio fondamentale nella tua storia in quanto fa da catalizzatore in quel riannodarsi di intrecci, il legame tra il padre ed Holmes, che si credevano ormai consunti e perduti. La lettera di John è una finestra che si apre rassicurante sulle immagini e sulle emozioni che riportano a ciò che sembrava impossibile far rivivere: il 221b ed il pazzo, grande amore che lì si è acceso, tra concitati momenti di investigazione, drammatici momenti di noia, scoperta di uno splendido essere complementari e necessari l’uno all’altro. Sh si è liberato dalla soffocante cappa di malinconia e di disperazione calata su di lui con la separazione da John e, quest’ultimo, è come se avesse riacceso in sé una luce che sembrava spenta. Il detective ha ritrovato i suoi bronci quasi infantili, le sue spietate analisi su ciò che lo circonda, la sua musica, il suo cuore. Watson ha ripreso semplicemente a vivere con chi gli aveva restituito una ragione per esistere. In poche parole Sherlock ha ritrovato John, John ha ritrovato Sherlock. Io, personalmente, ho trovato una delle più belle storie, la tua, che abbia mai letto. Grazie per averla scritta. |
Mi dispiace di essere arrivata a leggere e commentare soltanto alla fine, o quasi, di questa storia. |
Ho seguito questa storia passo passo, alle volte lasciando un messaggio (soprattutto all'inizio) alle volte (più spesso) in silenzio. |