Recensioni per
La Maison de Dieu - rovescio
di S iberia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/02/19, ore 13:28

Mia cara S i beria,
questo tuo capitolo mi ha lasciato dentro una sensazione di freddo che spero il mio caffè possa mitigare un pochino.
Freddo perché la tua penna è stata bravissima a farmi percipire lo sbigottimento e la consapevolezza che coglie Rhadamanthys guardando lo schermo del grattacielo della Grado Fondation. Lui sa, perché ha visto, a differenza degli altri, attorno a lui, che guardano, ma non vedono. Ed è deliziosamente greco questo slittamento che ci offri così, su di un piatto d'argento. L'occhio di Rhadamanthys guarda in maniera diversa e perché lui è deliziosamente stacanovista, il classico esempio di soldato all'erta anche quando il sergente maggiore ha decretato lo smontate le righe; e perché il punto di vista dell'uomo occidentale, dell'europeo, fatic a atrovare punti in comune con quello che i suoi occhi gli rimandano. Gente impegnata ad essere impegnata, gente che confonde le stelle nelle vetrine delle gioiellerie con quelle che splendono nel firmamento - che splenderebbero nel firmamento se solo qualcuno avesse la decenza di spegnere un milione o due di luci, quando scende la sera. Gente che guarda, ma non vede, che non si accorge. A differenza sua; il quale, pur tuttavia, si regala un attimo di frastornato stupore. Possibile che nessuno, tra queste persone, s'è accorto che?
No. Perché per vedere devi volerlo fare, devi sapere dove guardare. Ci si aspetta un passo attivo, da parte dell'occhio di chi guarda.

Ho amato moltissimo la tua prosa. Mi ha preso per mano e mi ha portato con calma lì dove tu volevi portarmi, accanto a Rhadamanthys, senza avvertire alcuno sfasamento tra la realtà oggettiva in cui mi trovavo (con tanto di piatto di spaghetti al sugo fumantissimi) e quella soggettiva in cui si muoveva la vicenda che ci vai raccontando.

Aspetto il prossimo capitolo.

Recensore Master
19/08/18, ore 01:34

Era da parecchio tempo che avevo questo capitolo nella lista delle cose da recensire. Praticamente da quando l'hai postato la prima volta.
Sono paurosamente lenta nelle reazioni, ma alla fine arrivo. 
Adoro i Tarocchi, ma non li conosco molto bene. Posso affermare di possedere una conoscenza piuttosto sommaria. Più che altro, mi affascina la loro simbologia.
Ho riletto il primo paragrafo due o tre volte perchè ti confesso che non ci ho capito nulla. La prima parola che mi viene in mente è ermetico, ma anche arcano, come una carta. 
Non sono molto sicura di aver capito, ma da quello che mi sembra abbiamo a che fare con un Seiya che ricorda il passato. Credo.
Stilisticamente, divido il capitolo in due parti. 
La prima parte arranca un pochino. Si fatica veramente a leggere. Cioè, è scritta bene. Il lessico è curatissimo. Ma è come entrare in una chiesa barocca dalle parti di Siviglia. Ci entri e vieni sopraffatto da tutti quegli ori e pietre colorate, e luci, e immagini sacre ed è troppo. Non capisci più da che parte guardare.
La seconda parte invece sembra scorrere di più. E' sempre un brano introspettivo, ma si profila all'orizzonte un obiettivo. Pegaso ha qualcosa da fare. Non si è ancora capito che cosa, ma è abbastanza per proseguire la lettura.

Recensore Master
26/11/16, ore 00:50

Stasera ho vinto le mie remore e sono qui.
Ho adocchiato questa storia la volta scorsa e già solo per il titolo, l'ho messa tra le seguite. Ché tutti chiamano l'Arcano XVI "La Torre", quando, invece, è "La Casa di Dio". Sorvoliamo sul fatto che è quello stesso Dio a mandarla in frantumi, ché i mortali non sempre c'azzeccano, o non ne usciamo più.
La Torre, dicevamo. Non è quasi mai una Lama felice, perché la Torre ci toglie il tappeto da sotto i piedi, ci rivolta la vita a testa in giù, come fossero tasche da svuotare prima di metterle in lavatrice - sia mai che salti fuori un fazzoletto di carta durante il bucato dei capi scuri!! - e nemmeno chiede scusa. La Torre, non il fazzoletto.
La Torre è questo, una giravolta tanto improvvisa quanto imprevista.
Ma se è rovesciata.
Oh, allora la faccenda cambia. Ché la giravolta, resta. ma i suoi risultati sono ben più nefasti. Sembra quasi che la Torre, rovesciata, ti stia cascando sulla testa, così come accade qui.
O meglio.
La Torre sembra pendere sulla tua testa, come una celebre spada. E questa spada, questa Torre che pende, questa minaccia che rischia di caderti tra capo e collo risponde al nome di Seiya di Pegasus. uno che è fermo, immobile, eburneo come statua. Ma dal cui viso non ti azzardi a distogliere lo sguardo, nemmeno fosse un Angelo Piangente di quelli usciti da Doctor Who, perché lo sai - lo senti, in ogni singolo atomo - che non appena batterai anche solo le ciglia, lu si muoverà. Il marmo prenderà colore e vita e si rialzerà. Perché lui è fatto così. È una minaccia, anche quando dovrebbe essere morto.