Senza te è una one-shot dai toni tristi e malinconici che racconta il percorso emotivo di un animo che, per la prima volta nella sua vita, è costretto a stare senza lei. La storia presenta un lessico variegato, semplice e adatto alle scene narrate. Il percorso di Harry è sviluppato attraverso l’atmosfera carica di rimpianto che pervade il brano musicale ispiratore del prompt, dando al testo un tono cupo ma emotivamente coinvolgente. La scelta di alternare momenti narrati al presente a momenti narrati al passato non risulta del tutto chiara e non aiuta nella comprensione della cronologia del testo. L’intreccio, mi è parso di capire, segue uno scandirsi cronologico, quindi perché l’alternarsi dei tempi verbali? Il rischio è quello di creare una confusione nella lettura nient’affatto necessaria. Il tono del prompt –la domanda ricorrente che non trova risposta perché Hermione non c’è – ritorna costantemente in tutto il testo. Il senso di vuoto, il rimpianto dovuto alla perdita dell’amica, il bisogno di cercare un senso, una meta – anche nell’alcool – sono tratti distintivi della storia. Strazianti e descritte in maniera ottimale le visioni di Harry. Il momento in cui Harry rivive/inscena nuovamente il ballo in tenda strappa più di una lacrima perché carico di significati legati all’immaginario potteriano. Queste scene perdono, tuttavia, la loro forza emotiva quando si giunge alla conclusione. La tragedia diventa farsa. Pare inevitabile chiedersi quanto poco pratico della vita moderna debba essere questo Harry Potter che lascia sfuggire se stesso e la sua vita perché la sua migliore amica ha cambiato città e lavoro. Che cos’è Harry Potter senza Hermione Granger? Un piccione deficiente, direbbe qualcuno di nostra conoscenza. Il lieto fine dà sollievo e concede dei piacevoli momenti di tenerezza, ma, in qualche modo, ne perde la caratterizzazione di Harry. Altro dettaglio che risulta poco convincente è la comparsa un po’ alla deus ex-machina di Hermione che riappare all’improvviso dopo che Harry finalmente realizza quali fossero i suoi sentimenti per lei. Hermione gli aveva forse fatto un incantesimo, tenendo sotto controllo ogni sua mossa? Perché se lieto fine deve essere, non dare perlomeno una degna conclusione al viaggio fatto da Harry – dalla disperazione per la sua perdita alla realizzazione dell’affetto profondo che lo lega a Hermione – e concludere la sua crescita emotiva con la presa di coscienza di dover fare qualcosa per riavere la donna amata? Come ad esempio, prendere un aereo, Smaterializzarsi nel posto più vicino, chiamare Hermione al telefono. In tutta onestà, avrei preferito di gran lunga che fosse stato Harry stesso il fautore del desiderato lieto fine. |
Capoooo, ma io ero già partita a pensare le cose peggiori sulla morte di Hermione, cosa caspiterina le fosse successo. Ero pronta a dire, "wow, mi piace tantissimo che lui non riesca a lasciarla andare, è assolutamente normale, e la scena del ballo... ahhww." |
Che bella Light!! |
Here we go, nella speranza di non perdermi nemmeno una storia quest'anno, inizio a recensire da subito! |
Buongiorno lovvvetto! Eccomi qua a recensire la... terza? quarta versione di questa storia e, come la prima volta, mi hai messo tanta tristezza addosso. Questo stupido Harry che mi aveva fatto pensare al peggio, ad una Hermione morta e sepolta, e invece era solo andata via. Tesò, ti pago il biglietto io, basta che muovi il culo! Che poi i soldi per andare in Scozia e trincare li aveva, bah! Una bella storia con quel pizzico di malinconia che ti mette il Natale, con un Harry che viene consolato dalla "non" presenza dei suoi genitori che, anche se invisibili, gli stanno vicino ç_ç E poi, finalmente, fa la sua comparsa LEI. E chi è Hermione Granger senza il suo Harry Potter? Quanto sono carini <3 |