È davvero molto più di quanto avessi mai pensato scrivessi in questo capitolo.
Di più nel senso che, nonostante credo (e spero!) siamo solo all’inizio, ogni volta mi sorprendi sempre.
La faccenda è più grave di quanto anticipato nel capitolo precedente, tale da costringere i due protagonisti a scappare senza neanche poter raggiungere Emilia perché si unisca a loro. E temo che, nonostante l’apparente risolutezza di Antonio, anche per lui sia stato difficile costringere Anna a non tornare in casa. Tra l’altro usando le maniere “forti”, a cui non credo vorrebbe mai arrivare, soprattutto nei confronti di Anna con cui già è impegnativo stabilire una comunicazione verbale senza risultare impertinente o inopportuno.
Però, uniti nella necessità di fuggire a morte certa, e con Anna abbastanza rassicurata da Elisa, finiscono per dimenticare le convenzioni. Ma non solo. È il solo fatto che sia lui, e non qualcun altro, a chiederglielo, che fa sì che lei ne sia condizionata. Lo hai ben dimostrato descrivendo il momento in cui si ritrovano più vicini senza volerlo. Non dico che chi è innamorato perde la ragionevolezza (è la peggiore delle banalità), ma che sicuramente assume maggiore arrendevolezza nei confronti del partner. Se fino a 2 minuti prima l’atteggiamento di Anna era duro, inflessibile, scontroso, le è bastato uno sguardo perché la tensione, il contrasto che ha forzatamente mantenuto per tutti questi anni crollassero, o, almeno, si fratturassero, momentaneamente, per far emergere qualche spiraglio di sincerità. Sì, perché dietro a tutta questa voglia di farsi la guerra c’è anche tanto orgoglio, quello che ti impedisce di perdonare, quello che ti fa sentire forte, o che tale ti fa mostrare nei confronti degli altri.
Comunque, questi due non possono avere pace neanche quando se lo meriterebbero! Non dico per un capitolo intero, ma almeno per 5 minuti… diciamo che anche durante il viaggio a cavallo, nonostante fossero soli, e in una circostanza che normalmente avremmo potuto definire “romantica”, c’era ben altro a cui pensare: c’era la paura – che poi si è concretizzata – di essere trovati, c’era il pensiero di Emilia, c’era la tenuta in fiamme. Ma immagino ci fosse anche il cuore che batteva, e forte.
Ma non c’è stato il tempo per assecondare i sentimenti, perché la priorità era quella di salvarsi dall’agguato.
Dei due siamo quasi sicuri che Antonio ne uscirà incolume, ma subito si propone di prendere il posto di Anna… però, non so… questa gente vuole Anna perché Anna è la moglie del marchese; di base Antonio ha poco a che fare con tutto quello che sta succedendo alla tenuta. Tra l’altro è sbagliato anche considerarlo nobile, quindi a maggior ragione è più lecito considerarlo dalla loro parte. E se avessero un po’ di cervello, saprebbero che, in tutte le disgrazie cui sono coinvolti, Anna non ha nessuna voce in capitolo. E la sua fuga è sì dalla sommossa e quindi dal rischio di lasciarci la vita, ma anche da Alvise, che in pratica è l’artefice di gran parte delle sofferenze che ha dovuto subire, nonché di tutta quella situazione che non solo rischia di distruggere la tenuta dove ha sempre vissuto (che sarebbe il danno minore), ma rischia di farle perdere le persone a cui vuole bene.
Capitolo intenso, con cui hai tenuto alta la tensione sino alla fine e oltre: mi domando se, di fronte al gesto di Antonio, gli uomini sapranno comportarsi degnamente, lasciando liberi entrambi.
A presto! |