Recensioni per
La sottile linea rossa
di Malefix

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
26/05/17, ore 17:46

Oya oya! Per salutarti in tema (?)... (o forse questo me lo dovevo tenere da parte per l'altra storia, quella BokuAka con angst a fiumi che davvero non so se avrò il coraggio di recensire...). 
E niente, ti manderei anche solo due righe di recensione se non fosse che nella tua mail di ringraziamento, pre-risposta alla recensione dell'altra storia mi hai fatto tanti di quei ringraziamenti per la mia recensione precedente per cui, incederò in una recensione un po' più breve (spero). E spero non ti dispiaccia.
Okay, diciamo che non mi aspettavo una tua IwaOi. Però, inutile sottolinearlo, naturalmente incontra il mio gusto. 
Come ti ho scritto nella precedente recensione, non sono grande fan delle storie in cui Oikawa è descritto come madamigella in difficoltà e Iwaizumi è il manesco padre-padrone(?) che gira per la città a picchiare gente (e a tirare pugni a Oikawa, versione principessa Sissi non troppo emancipata).
E devo dire non mi aspettavo una storia del genere. Che genere?, giustamente ti chiederai. Disarmante. 
Certo, so cosa sei in grado di fare, tra L'mportante è essere giovani dentro(?) ed Edge of Chaos (che recensirò appena ne avrò il coraggio... giuro!), in cui in una mi hai aperto il cuore e l'hai fatto sciogliere su un piattino da dessert come un tortino al cioccolato col centro fondente, e nell'altra per l'amore del cielo, mi hai massacrato a suon di sentimenti.
Qui, diciamo che c'è qualcosa di più ancora. Sai quanto io abbia amato la tua DaiSuga, ho tipo scritto una recensione lunghissima per cui inutile sottolinearlo oltre, e i tuoi personaggi lì erano maturi, una coppia felice che galleggiava nello spazio e nel tempo in una stanza piena di complicità, e scoprirai poi quanto abbia apprezzato lo strazio la tua BokuAka (il mio cuore deve ancora riprendersi), in cui invece i personaggi sono fratturati in un contesto impossibile, doloroso e atroce. Ma qui, ripeto, c'è dell'altro. C'è qualcosa di più. E mi piacerebbe procedere per punti, ma poi potrei andare avanti all'infinito quindi facciamo delle macrocategorie (proviamoci).
E partiamo subito dal setting. Osaka è una città meravigliosa, avendola visitata più volte per una serie di impegni lavorativi e formativi posso dirti in assoluto che credo sia il posto perfetto per farci abitare Iwaizumi, almeno per il suo periodo accademico. È tradizionale, ha fascino, ed è moderna il giusto. Certo, probabilmente Iwaizumi preferirebbe avere anche un monolocale più piccolo di quello in cui vive nella tua storia e affacciarsi su Shinjuku solo perché c'è la gigantesca statua di Godzilla. Ma, a parte questo, Osaka fa molto più Iwaizumi (sarà che io lo vedo come un personaggio un po' come... diciamo old fashioned, come un samurai moderno, diciamo...), mentre Tokyo è molto più mondana, molto più Oikawa sebbene, a quanto dici in conclusione alla storia, probabilmente non lo faccia poi tanto impazzire perché Tokyo è sempre illuminata e per un alien-fan come lui... insomma non deve essere proprio l'ideale (checché ne dicano i mecha che vogliono farci credere che Tokyo sia la meta preferita degli alieni, saranno come falene attirate dalla luce?). Mentre leggevo mi hai fatto ricordare che io effettivamente quando ho studiato per un anno in Giappone, per un fortunatamente brevissimo periodo a Osaka ho abitato in un cubicolo di neanche trenta metri quadri tristissimo con altre due persone. DUE. Di cui una che cucinava pesantissimi piatti malaysiani carichi di spezie e cipollotti di varia natura (i vestiti sapevano di India e treni pieni di gente a luglio) e l'altra (giapponese puzzolente) conosceva il dono del sapone solo in determinate occasioni. Quindi posso effettivamente immaginare il caldo, la puzza e il rumore. E devo dire che lo hai reso egregiamente. Anche le strade, le strade cominciano a prendere vita prestissimo in Giappone (il che è davvero fastidioso), tutti piccoli Stachanov che girano per le strade, a piedi o in bicicletta e affollano le stazioni nelle ore più impensabili. E in estate si muore, gente, si muore. Un caldo asfissiante, perché c'è questa tremenda cappa di inquinamento che non ti permette di respirare mai, praticamente. (non so se hai presente la pubblicità quella in cui la signora si trascina una specie di bestia - tipo un elefante - e dice che è stanca e spossata, ecco, questo è camminare in giro per le città più popolose del Giappone in estate, e tu lo rendi perfettamente). Anche qui, alla fine, la scena principale si svolge tra quattro mura, in questo minuscolo appartamento in cui i rumori rimbombano con forza. Ma c'è anche un frammento di Tokyo, nei ricordi di Iwaizumi, c'è la strada che percorrono insieme per tornare da Seijoh, e c'è la via che attraversa Sujimotoko per arrivare al ristorante e poi all'appartamento di Iwaizumi. C'è tutto, detto e non detto, sospeso nei loro pensieri e nel loro continuo spippettarsi mentalmente. 
Le interazioni tra Oikawa e Iwaizumi. In una parola? LA NATURALITA'. Oltre ad essere praticamente perfetti, perché cavoli, sono loro. Sono Tooru e Hajime, nelle loro complessità, sono lì in carne ed ossa. Tooru che ha caldo e che però è talmente stanco (e insonne) da non riuscire neanche ad avere padronanza del suo corpo, che ha quasi sempre. Tra l'altro mi è piaciuto il flash sulla sua condizione sportiva, sul passato e la correlazione tra lui stanchissimo e spossatissimo nel letto e i primi sforzi sportivi effettivi che ha fatto, le gambe che non sembrano più voler collaborare (un po' come Karasuno vs Shiratorizawa, in cui il gioco è stato così pressante e duro che anche i più allenati sembravano non riuscire ad essere padroni di loro stessi, e la vedo, per questo anche una buona citazione alla storia principale). E Iwaizumi che grugnisce perché è stato svegliato e brontola. Mi piace che Oikawa non si senta al suo posto in quella casa, tanto da essere di fretta nel prepararsi, ma senza evitare di curare il suo aspetto almeno un po'. Mi piace come i due più avanti nella storia siedano a tavolo: Tooru tutto composto e formale, come dici tu, mentre Iwaizumi più a suo agio, a casa. Mi piace che ad Hajime dia davvero fastidio questo, questo distaccamento tra loro, quel tavolo che è minuscolo eppure una barriera insormontabile, almeno all'apparenza (o per lo meno io la vedo così). Mi piace che ci sia una difficoltà oggettiva a relazionarsi tra loro, che si siano allontanati quasi fisiologicamente, perché un po' è normale allontanarsi con la crescita. E questo pesa ad entrambi in maniere diverse perché loro due sono le mezze entità aristoteliche nel simposio di Platone, ma non sono esattamente le metà della stessa mela, le due facce della stessa medaglia. Fa male ad entrambi questa situazione, ma in modi differenti. Iwaizumi, ché secondo me, tra i due è il più cotto (proprio ma male male), ha effettivamente fatto di tutto per allontanare Oikawa da sé, per togliere di mezzo la tentazione di rovinare un'amicizia, rovinandola alla fine dei conti, e Tooru, più apertamente bisognoso dell'esistenza di quell'Iwa-chan nella sua vita, che ha cercato di rimanere in contatto strenuamente. E poi ci sarebbe tutto il discorso che fanno, Iwaizumi che aspetta che Oikawa crolli (per puro spirito sadistico, suppongo e un minimo di rivalsa?) e Oikawa che balbetta e farfuglia e prova ad allontanarsi attivamente stavolta, senza però riuscire a muoversi di lì. Iwaizumi che si allunga sul tavolo e "Le cose si fanno in due, Tooru", cioè non è colpa tua, di certo non siamo andati a letto l'uno contro la volontà dell'altro. E poi l'impacciataggine generale. "(...)Non mordo mica"/"Ho dei segni addosso che dicono il contrario" (e Iwaizumi che si strozza col caffé); "Ti è venuto duro"/"No adesso no", e mi immagino Iwaizumi che controlla le sue parti basse per sincerarsene.
Il mutual pining e la scena erotica sottintesa. Questo languire dal desiderio l'uno dell'altro che pervade la storia. La stanza sa di sudore, cibo e alcool, e le lenzuola sono madide di altri umori fuorché il sudore. Le loro bocche, i loro respiri. Sappiamo chiaramente che sono successe cose l'altra notte, nessuno dei due ne fa mistero, e a noi lettori non interessa sapere altro. È dolce ed è gentile da parte tua, come autrice, lasciare ai personaggi le loro intimità. Il fatto che tronchi le frasi, che lasci intendere che comunque, malgrado tutte le preoccupazioni Tooru sia venuto tra le braccia di Hajime, e che siano state fatte delle cose, "(...)visto e considerato che io ho messo i miei sentimenti sul tavolo e il mio coso duro—insomma, hai capito" e che comunque non sia facile parlarne. Che Tooru sia incredulo del fatto che "Ti è venuto duro", e Hajime che ovviamente dice "Sai, per fare certe cose è abbastanza necessario avercelo duro. È proprio una questione di fisiologia", e non se l'aspettavano... beh rende tutto ancora più reale. E soprattutto il fatto che non sia stato perfetto, che ammettano di avere bisogno di allenamento che anche il bacio "E forse non è ancora il bacio perfetto, dovranno fare un po' più pratica, e forse devono conoscersi meglio nel senso più carnale del termine e magari dovranno prendersi il loro tempo per accomodarsi in questa nuova situazione, per destreggiarsi tra gli impegni e la strada che li divide." rende tutto più reale. Perché se provi qualcosa per qualcuno, di certo non ti basta scoparci una volta, e la prima volta di certo, anche con tutti i sentimenti non è perfetta. 
Concludo con un ultimo punto, adoro lo stile e il modo in cui hai reso il cervello parte integrante della storia. Perché di norma si parla solo del cuore, non che qui non ne parli, ma parlare anche del cervello vuol dire che il sentimento è studiato ed è così inebriante da far perdere il senno.
Mi è piaciuta soprattutto l'ascendenza totale e completa di questo pezzo qui: 
"
C'è stato un istante, un lungo istante in cui sulla sua lingua si sono arrotolate una serie di parole a cui non ha avuto il coraggio di dare voce. Una serie innumerevole di domande, affermazioni, attenzioni che voleva dargli e prendersi. E poi nella sua testa, nella sua scatola cranica erano rimbalzate le parole che non ha mai avuto il cuore di dirgli. Sono innamorato di te. Sono innamorato di  te. Sono innamorato di te. Da tempo. Forse oggi. Forse da sempre. Forse per sempre. Forse è solo gelosia. Forse voglio di più. Voglio le stelle. Voglio il mondo. Voglio te. Voglio solo te. 
Avanti e indietro, avanti e indietro. Da una sinapsi all'altra, attraversando la gelatina grigia e bianca degli alberi neuronali, incagliandosi tra le ragnatele meningee e rimbalzando di qua e di là nella corteccia e nell'area sottocorticale, in ogni singola periferia cerebrale, scendendo giù per i nervi, fino a raggiungere ogni distretto del corpo, la spina dorsale e il midollo. Sono innamorato di te. Guardami. Guardami."
Tagliata di netto da questo: "Oikawa invece guardava avanti."
Che sostanzialmente spezza il cuore. 
Ti ripeto, ho adorato questa storia non quanto la DaiSuga, perché è questione di OTP e al cuor non si comanda, ma questa è proprio su un altro livello. È dolce, è delicata, è indescrivibile. Entra in punta dei piedi nel cuore e te lo stravolge.
Davvero, complimenti. 
E grazie. 

PS. probabilmente non ho reso giustizia alla storia, ma l'ho letta e l'ho recensita in tutta fretta pur di lasciarti un feedback, magari ho perso determinati passaggi, ma devo dire è fantastica. 


ODDIO SCUSAMI. Tornando a casa, in treno rileggevo la recensione e ho notato di non aver detto una cosa davvero importante! (Evidentemente nel tentativo di non intasarti di parole e di inviarti subito feedback ho tagliato una parte davvero importante relativamente a ciò che penso della storia...).
Iwaizumi. Non come personaggio, non solo almeno ma come modo di chiamarlo da parte di Oikawa e soprattutto alla sua reazione "«Non credo succederà un'altra volta, Iwaizumi».
«Non—» comincia a dire senza nemmeno darsi tempo per processare la nuova informazione. E lo guarda, in silenzio. «Non chiamarmi così»". Ecco, una cosa che amo di questa storia (ed è imperdonabile da parte mia non averla citata prima) è che Iwaizumi non è relegato al solo "Iwa-chan" e Oikawa non è quello "Shittykawa, Creepykawa" e compagnia bella che di solito c'è in giro nelle storie del genere. Fa pesare ancora di più la distanza abissale che si è venuta a creare tra loro e... non lo so, mi ha fatto pensare ad altro. In particolare questo: "Ma poi gli era venuto naturale, allungare la mano e stringerla, sorridergli come una maschera e chiamarlo come non l'ha mai chiamato in tutta la vita. È sembrato ferito, forse non se lo aspettava. Forse aveva esagerato. E a ben pensarci i suoi occhi sembravano stelle mentre lo aspettava al binario e in quel momento avevano perso la luce. È stato crudele, gratuitamente crudele." mi ha ricordato una scena di un vecchio fumetto delle CLAMP attualmente concluso (cosa più unica che rara conoscendo quelle lì) in cui un personaggio A che ha sempre usato un'ampia gamma di nomignoli con un altro personaggio B, dopo aver vissuto come un tradimento una certa azione attuata da B per venirgli in soccorso (non entro nei dettagli col pericolo che tu non abbia letto il fumetto e voglia godertelo) fa sparire d'improvviso i nomignoli e, devo dire, credo di aver immaginato il povero Iwaizumi in una situazione simile. Con l'espressione del detto personaggio B, che aveva un sacco l'aria da cagnolone bastonato e ferito nel profondo.
Appunto, ora ti arriverà una notifica a farti presente che ho modificato la storia ed è proprio questo che volevo scriverti: sei riuscita, cara Malefix, ad affrancarti a una delle convenzioni delle IwaOi, che un po' stanno strette a parer mio su questi due personaggi. Non sono semplici nomignoli, sono altro. E il distacco che si è creato tra loro viene reso ancora di più da questo "Iwaizumi" con cui Oikawa chiama l'amico-a tratti qualcosa di più. E soprattutto anche perché Oikawa pondera questo suo nuovo intercalare, perché l'abitudine è dura a morire... e poi mi piace anche che alla fine della storia lo pensi come Hajime e non come Iwa-chan, vuol dire che sono arrivati a un altro livello (soprattutto cosa che non si trova spesso nelle storie IwaOi, perché Iwaizumi finirà la sua esistenza sempre e per sempre come Iwa-chan...) ma a noi (io e le mie molteplici identità - zan zan zan - ) piace la tua versione perché come prima, è più naturale, più umana. Passami il termine.

Okay, di nuovo, complimenti e scusa l'allungamento improvviso di recensione, ma volevo dirtela questa cosa.

Ti saluto! Stavolta per davvero... (forse) su.
(Recensione modificata il 26/05/2017 - 09:55 pm)
(Recensione modificata il 26/05/2017 - 09:56 pm)

Recensore Veterano
26/05/17, ore 15:05

Essendo che anche io sto scrivendo una storia ispirata proprio alla leggenda del filo rosso, non potevo non fiondarmi a leggere questa piccola perla! ;)

L’ho trovata adorabile. Soprattutto perché hai descritto perfettamente non solo l’ambiente, ma anche quello che provano i personaggi. Tengo tantissimo a questa cosa, in una storia: mi piace analizzare sempre le caratteristiche dei vari personaggi, i loro pensieri, quello che sentono veramente, e tu ci sei riuscita perfettamente! Oltretutto, questi due hanno un grandissimo potenziale, come coppia, e hai aggiunto quella dose di angst che non guasta mai. Loro sono il Re e la Regina dell’angst, non finirò mai di dirlo :’D

«Io sono innamorato di te. E ho cercato di inghiottirlo questo sentimento, per tanto tanto tempo. Ma...» sbuffa. «Non è che ci sia riuscito proprio bene bene... ho provato a mettermi l'anima in pace... non so quando è cominciata, forse prima era solo affinità. Ma poi ci siamo separati e io vivevo tutti i giorni abituato al fatto che, pur non vedendoci, c'eri da qualche parte e perdevi tempo anche solo per mandarmi un messaggio...» sospira, ed è incredibile il tono che sta usando perché non è per niente pacato e gentile, potrebbe quasi dirsi arrabbiato. «Ma faceva male, avere una vita così separata dalla tua. Sono quattro ore di treno di distanza, eppure sembra un'era geologica. Come se vivessimo in due posti separati, in due universi lontani e—».
«Sei innamorato di me?» dice Tooru interrompendolo. Gli occhi se possibile ancora più larghi e più liquidi di prima. Tradiscono una felicità mista a un potpourri di altre emozioni che stanno lì sospese nella sua testa.
«Solo questo hai afferrato del mio discorso?» replica, finto offeso.
«Antipatico! Beh, insomma, è un bel colpo...» mugugna, ora i suoi occhi brillano come fuochi d'artificio. Le mani finalmente si rilassano e accettano la sua stretta. «Me l'hai schiacciato praticamente in faccia».


Dio, ma quanto sono loro? *w*
Ce li vedo troppo a struggersi per i sentimenti che provano per il proprio migliore amico, non rendendosi conto che l’altro prova esattamente la stesa cosa.
Che dire, mi hai praticamente stregato con questa storia. E hai aggiunto un sacco di tue conoscenze per descrivere le varie situazioni, per me è una cosa bellissima <3
Bon, perdona la recensione parecchio sconclusionata :’)
_Lady di inchiostro_

Nuovo recensore
26/05/17, ore 13:32

Ho letto la storia tutto d'un colpo.
Devo dire che mi è piaciuta. Trovo che il loro comportamento sia molto probabile, perché sono due idioti. E mi è piaciuta quella lieve nota triste, il pensare di aver distrutto tutto, quando invece era solo un nuovo inizio. Un inizio insieme.
Mi ha fatto sorridere in alcuni punti, sopratutto il povero Oikawa che non riusciva a registrare tutte le informazioni!
Per la scrittura è abbastanza scorrevole, a volte si ripete, ma non è fastidiosa. Trovo che i pg erano abbastanza Ic.
Alla prossima~~