Recensioni per
Cuore di Drago
di TotalEclipseOfTheHeart

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/08/17, ore 08:43

Ciao di nuovo^^
molto bello anche questo capitolo. L'ambientazione è sempre molto suggestiva, il mondo in cui i personaggi si muovono è ben definito ed emozionante. Qui fa una decisa comparsa l'introspezione del protagonista, che colpisce, perchè in effetti dal capitolo precedente siamo abituati a una specie di simpaticone noncurante che cerca sempre di ottenere più che può con il minimo sforzo. Qui vediamo una carrellata di ricordi e pensieri che ci fanno capire meglio anche la sua scelta di vivere lontano dalla corte.
Hitomi si dimostra profondamente legata a lui, al punto da sacrificare la propria purezza di Eletta per salvarlo dalle febbri. Il personaggio di Hitomi sta man mano diventando più complesso e ricco, e immagino non abbia ancora finito di stupirci. Ryu, dal canto suo, sta facendo un importante esame di realtà, e sta imparando che per tante cose deve affidarsi agli altri, perchè non le sa fare.
Di nuovo complimenti!^^

Recensore Master
02/07/17, ore 19:15

Percepivo con chiarezza i movimenti di Hitomi al mio fianco, i suoi singhiozzi disperati e le sue lacrime fedeli … potevo quasi vederla, muoversi assidua da un lato all’altro della tenda, cercando invano di farmi stare meglio.
Improvvisamente, però, parve chetarsi. Alzai, seppure forzatamente, il capo, e allora la vidi.
Stava consultando un vecchio tomo, un manoscritto tramandato di generazione in generazione alle Elette per imparare a gestire e comprendere i propri doveri e poteri.
E quando il suo sguardo, questa volta non più umido di lacrime ma carico di determinazione, incontrò il mio, capii subito cosa volesse fare.
E sentii il terreno inghiottirmi.
Scossi il capo, improvvisamente più lucido, dicendo: “No … non se ne parla nemmeno. Non ti permetterò di fare una cosa del genere per aiutarmi. Vattene … io non posso tornare indietro, ma ora che la morte mi sta già sussurrando suadente all’orecchio, nulla ti intrattiene realmente a starmi accanto. Torna in superficie, creati una nuova vita. Nessuno verrà a cercarti.”
Lei sorrise, e fu allora che lo notai. Per la prima volta, nel suo sguardo: un amore cieco, sincero e profondo.
“Va tutto bene, mio signore. Se siete voi, sarò più che felice di donarvi la mia innocenza … è il solo modo. Sapete bene quanto me che solo il cuore e la verginità di un’Eletta possiede un potere sufficiente a curare il vostro male e se … se sarà necessario per guarirvi, io … sono perfettamente disposta a fare questo sacrificio anche se … anche se sono consapevole che per voi io non varrò mai altrettanto.”, sorrise, questa volta, però, nei suoi occhi vidi anche una tristezza, profonda e implacabile, che mi scavò un vuoto nel cuore.
E l’avrei anche fermata, se proprio in quell’istante le sue labbra non si fossero posate sulle mie. Sgranai gli occhi, sorpreso e indeciso, come non ero mai stato realmente di fronte a nessun’altra donna.
Come immagino avrete certamente già compreso, io non ero proprio un gran stinco di santo in termini di castità, e non avevo mai avuto tante difficoltà a trattare con una fanciulla come mi succedeva con lei.
Tuttavia, ero troppo debole per oppormi quindi, che mi piacesse o meno, fui costretto ad assecondarla, mentre, lentamente, si infilava sotto le coperte e, trepidamente d’attesa inespressa, mi spogliava del kimono e dell’obi, per poi osservare silenziosa quel fisico che, tante volte, si era trovata a curare nei periodi di malattia e sconforto.
Sentii i suoi occhi color acquamarina sondarmi l’animo, andando oltre l’armatura di freddezza e indifferenza che avevo eretto negli anni, osservando silenziosa quel vuoto profondo e inconsolabile che si era formato a seguito della partenza di lei e del tradimento di Makoto.
Voltai il capo, incapace di sostenere quello sguardo in grado, come sempre, di far emergere quei lati di me che spesso vorrei non possedere nemmeno.
Fu lei a sollevarmi il mento, costringendomi a guardarla negli occhi mentre, lentamente, si spogliava a sua volta, lasciando cadere quelle sete che coprivano il suo fisico esile e leggiadro a terra. Osservai, silenzioso, quel fisico che, seppure quasi privo di curve, possedeva lo stesso fascino di uno spirito dei boschi.
La pelle scintillava, perfetta e candida, sotto il lume del candele profumate, mentre i capelli corvini, simili a inchiostro fuso, le cadevano lungo i fianchi, lisci e perfetti. Le mani, piccole ma perfettamente curate, corsero rapide sul mio viso, sfiorandolo appena, con timore quasi reverenziale, per poi toccare lievemente quella chioma dorata di cui ero sempre andato tanto fiero.
Sorrise, timida, mettendosi a cavalcioni su di me e iniziando a percorrere la mia pelle, bollente a causa delle febbri, con una scia di delicati baci.
Sospirai, chiudendo gli occhi e, per la prima volta dopo lungo, lunghissimo tempo, decisi di lasciarmi tutto alle spalle.
Di dimenticare ogni cosa, di scordare il dolore passato e le preoccupazioni future. Non volevo più pensare, desideravo solo abbandonarmi a quelle carezze così dolci e delicate, a quegli occhi così innocenti e a quell’amore tanto fedele e cieco, al punto da sfiorare quasi la venerazione.
Sorrise, quasi potesse realmente sentire i miei pensieri, e, lentamente, iniziò a sfiorarmi, inesperta e indecisa, certo, ma non per questo meno determinata.
Sorrisi, tra me e me, mentre iniziavo ad assecondare i suoi gesti.
Quella notte, a dispetto della tempesta di sabbia che, impietosa, continuava a infuriare fuori dalla nostra tenda, noi consumammo la nostra notte assieme. E nonostante il mio senso di colpa, nonostante il dolore nel vederla donarsi con tanta dedizione a me, nonostante il futuro sempre più incerto, almeno per un istante, potei finalmente vedere uno scorcio di luce nel mio orizzonte. Non ero più solo un principino capriccioso e indifferente, non dovevo più temere il rancore e il biasimo della corte perché sapevo che, per lei, sarei stato sempre solo e soltanto io. Senza doveri, senza oneri o titoli.
E per questo fui felice.
Il nostro rapporto fu dolce, delicato.
Feci il possibile per renderla quell’esperienza il meno dolorosa possibile (sebbene, a dire il vero, ero così rincretinito da capire a malapena DOVE fare COSA, ma dettagli, le mie straordinarie doti riproduttive avrebbero compensano ampiamente a tale mancanza).
Passai la notte al suo fianco, a sfiorare silenzioso quei seni perfetti, quel ventre piatto e liscio, quel collo così esile e innocente. Ascoltai deliziato i suoi sospiri, mentre quei gemiti lievi mi facevano sorridere divertito, e intanto la vidi, seppure nel rossore delle sue gote innocenti, togliersi l’intimo, annuii, silenzioso.

Questa è la parte che mi è piaciuta di più in assoluto! Hitomi è stata disposta a donarsi a lui per salvargli la vita, anche se era da molto che provava qualcosa nei suoi confronti. Che dolci, certo da Ryujin mi sarei aspettata una reazione simile visto che non se lo aspettava. Poi la scenata che le ha fatto Hitomi quando ha scoperto il suo folle piano suicida era veramente azzeccata e se fossi stata nei panni di Ryujin molto probabilmente me la sarei filata a gambe levate eheheh.
Passando ad altro, allora il racconto sulla sua katana mi ha davvero sciolta, in ogni senso. Mi spiace che da quel momento dopo che Hitomi era andata al Tempio del Sole lui sia totalmente cambiato sentendosi responsabile del loro allontanamento.
Altra cosa che mi è piaciuta molto sono stati i suoi pensieri in preda alla febbre, davvero molto profondi e reali, talmente reali che mi sembrava di percepirli pure io.
Comunque un vero e proprio capolavoro di capitolo, i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Baci baci EF 😘
(Recensione modificata il 03/07/2017 - 08:10 am)