Recensioni per
Cuore di Drago
di TotalEclipseOfTheHeart

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/08/17, ore 09:15

Ed eccoci qui alla fine di questa bellissima avventura. Ti faccio i complimenti, fra le altre cose, anche per la tua conoscenza profondissima della cultura orientale, che ti ha permesso di creare un mondo di Naga, demoni e palazzi di giada senza alcuno sforzo e con una naturalezza che l'ha reso vivo e palpabile davanti agli occhi dei lettori.
Molto bella la metafora che proponi: non è il potere magico che rende in grado di compiere imprese enormi, ma la conoscenza di se stessi e l'accettazione di sè. Ryu consuma il proprio Carisma per salvare Hitomi, ma questo inaspettatamente gli dona in ritorno la stessa forza, perchè lui a questo punto capisce il valore del sacrificio e il valore della vita.
Ryu compie un viaggio che è sì nella dimensione demoniaca, ma anche e soprattutto all'interno di se stesso, scendendo dalla superficie del rampollo viziato e un po' cialtrone per arrivare al nucleo di generosità, coraggio e spirito di sacrificio che alla fine costituisce la base della vera sovranità.
Una storia bellissima, emozionante, visionaria e commovente, complimenti!

Recensore Master
22/07/17, ore 12:51

Ciao! Come te partecipo anche io al contest di Dollarbaby e un po' alla volta sto passando a leggere le altre storie in gara.

La tua mini long è davvero ben costruita, hai creato un mondo dal nulla quindi ti faccio i miei complimenti. Sei stata davvero capace di richiamare la cultura orientale: i nomi dei personaggi sicuramente d'ispirazione giapponese, mentre l'ambientazione e i nomi dei luoghi mi ricordano la Cina.

Il personaggio maschile è ben fatto, simpatico e spiritoso, ma anche leale e forte; così come quello femminile. Hitomi è una donna che alla fine si è dimostrata forte, nonostante il suo aspetto docile e delicato, e tutt'altro che inetta.

Sei stata molto brava anche nella descrizione dei luoghi e della storia di questo popolo che hai narrato all'inizio del primo capitolo.
Inoltre dal secondo capitolo in poi la storia cambia completamente, diventando più avvincente e incalzante.

Se posso permettermi, l'unica pecca sono le troppe virgole. Io sono una che fa un uso smoderato delle virgole, eppure leggendo la tua storia ho trovato che la lettura di alcuni periodi sarebbe stata più scorrevole senza qualche virgola.

Ma è davvero poca cosa visto che hai messo su proprio un bel "castello" ;)

Nina

Recensore Master
04/07/17, ore 14:44

Non avrei mai immaginato che il Passaggio avrebbe potuto essere tanto doloroso.
Gemetti, stramazzando al suolo, mentre un dolore atroce, quale non avevo mai provato prima, mi invadeva le membra, impedendomi di vedere, si sentire … o anche solo di pensare. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene, mentre un’energia gelida e ardente al tempo stesso mi attraversava le membra, inebriandomi i sensi e tormentandomi la mente.
Sentii, lente, le mie parvenze umane svanire, le carni lacerarsi, i muscoli piegarsi e modellarsi a nuova forma. Le ossa schioccarono, dolorose, mentre la fragile pelle mortale lasciava lentamente spazio a un’armatura rossa come il tramonto, spessa e lucente, di squame dal profilo tagliente e seghettato. Sentii, con una chiarezza quasi sconcertante, il mio corpo mutare, i capelli color dell’oro trasformarsi in una possente criniera, che andò ad avvolgermi il collo per poi scendere giù, lungo quella spina dorsale sempre più affusolata e dai tratti sempre meno umani e più rettilinei.
I muscoli schioccarono, lasciando spazio a una creatura persino più possente e immensa di ciò che ricordavo essere mio padre, mentre le membra scattanti da rettile si muovevano sinuose e le corna si torcevano, fino a trasformarsi in un’imponente corona a dodici palchi, in oro, così come la criniera e il resto del corpo.
Così come gli occhi che, quando li riaprii, si soffermarono silenziosi su quella stanza improvvisamente piccola e stretta, e sullo sguardo stupito e ammaliato di Hitomi.
Abbassai lo sguardo, a osservare quel corpo non più mortale, assaggiando quelle membra così cariche di potere che, lo sentivo, avrebbero potuto facilmente radere al suolo l’intera Orochi se solo lo avessi desiderato. Ma, soprattutto, di soffermarono su quella gemma, tonda e lucente che brillava elusiva sul mio petto, intrisa di un potere più profondo, di una nuova consapevolezza di me stesso, che aveva cambiato per sempre.
Il mio Karisuma.
Ne osservai, quasi commosso, quasi incerto, quelle sfumature color acquamarina, così simili agli occhi di lei che, per la prima volta, mi resi realmente conto di come se non fosse stato per il suo aiuto probabilmente non avrei nemmeno potuto essere lì in quel momento.
Sorrisi, tra me e me, ripensando alle parole che mi aveva rivolto Makoto, al ritorno dal suo, di Passaggio.
"Ryu, i 100 Oni della leggenda non sono ciò che realmente consente a un Naga di entrare tra i Mille. Essi, sono solo un pretesto, un misero rituale, che non ha nulla a che vedere con ciò che, realmente, permette a noi Naga di raggiungere quella nuova consapevolezza di noi stessi che solo il Karisuma ci concede. Il viaggio che compiamo per ottenerlo, i dubbi e le incertezze, le continue sfide e le notti insonni, ci mettono di fronte a una sfida con noi stessi, e solo dopo averla superata possiamo dire di essere, veramente,dei Naga. Solo superando le nostre paure e accettando i nostri difetti senza “ma” e senza “se”, possiamo finalmente ottenere quella forma perfetta che tutti ci invidiano. E allora … nessun demone, nessun potere e nessuna forza potrà mai essere paragonata alla soddisfazione di aver, finalmente, compreso quale sia il nostro posto nel mondo"
E aveva perfettamente ragione.

Quindi, poco avrebbe importato se fossi rimasto chiuso, per il resto della mia eternità, nel sottosuolo.
Hitomi avrebbe continuato a vivere … certo, probabilmente, il suo amore le avrebbe impedito di dimenticarmi, perseguitandola per il resto dei suoi giorni.
Almeno, però, avrei saputo che lei era al sicuro, che poteva proseguire con la propria vita, che poteva ancora inseguire i propri sogni. E tanto bastava.
Sorrisi, tristemente: “Ormai ho deciso, ti farò tornare in superficie. E io resterò qui.”
Lei mi guardò, le lacrime agli occhi, singhiozzando disperata e cercando invano di sfiorarmi la zampa. Tuttavia, mi imposi di non guardarla, altrimenti tutta la mia determinazione sarebbe venuta meno, e non potevo assolutamente permettermelo.
Già così, la sola idea di perderla di nuovo mi stava letteralmente dilaniando il cuore. L’avevo appena ritrovata, e la consapevolezza che non l’avrei più rivista, che la nostra felicità non era stata che un miraggio provvisorio, mi faceva impazzire dal dolore. Ma non potevo indugiarvi troppo, non potevo fermarmi su certi pensieri, altrimenti avrei rischiato di perdere ogni determinazione, e allora sarebbe finita per sempre.
Così, mi costrinsi a fare quell’unica cosa che, forse, avrebbe potuto spingerla ad andarsene.
Probabilmente, avrebbe passato il resto della sua esistenza a odiarmi.
Se però questo era il prezzo per salvarla, allora sarei stato ben felice di pagarlo. Anche se farlo mi sarebbe costato uno sforzo enorme e, probabilmente, avrebbe finito con lo spezzarmi il cuore una volta per tutte.
Scostai la zampa, imprimendo nelle mie iridi l’espressione più fredda e glaciale che potessi elaborare. Per un’ultima volta, richiamai a me tutta forza e la disperazione che mi avevano portato a erigere quel muro tra me e il mondo, ricorrendovi, questa volta, non per difendere il mio cuore ma per salvaguardare lei.
Sbuffai, mentre i miei occhi la perforavano, più crudeli che mai, e quelle parole che, ne ero certo, non avrebbe mai scordato mi uscivano di bocca, precise e letali: “Hitomi, io non ti sto CHIEDENDO di andare, te lo sto ORDINANDO.
Come tuo signore e padrone, tu farai ciò che ti ho chiesto. Quando partimmo, dicesti che mi avresti protetto, che mi saresti sempre rimasta accanto, e così hai fatto. Mi hai protetto e incoraggiato anche quando io stesso non avrei avuto la forza di rialzarmi, da solo, e sei stata disposta persino a sacrificare la tua innocenza, senza alcuna garanzia di essere ricambiata, pur di farmi sopravvivere. Ora, però, le cose sono cambiate. Grazie a te, ho finalmente aperto gli occhi, e proprio per questo, mi rifiuto di prendere anche solo in considerazione l’idea di perderti di nuovo!!!”, esclamai, mentre, silenzioso, radunavo tutta quell’energia millenaria che, lo sentivo, ormai era parte di me.
Osservai determinato il soffitto, pronto a sfidare ogni legge della natura, a bruciare tutta la mia forza vitale se fosse stato necessario, pur di portarla in salvo.
Sentii quel corpo nuovo scattare, repentino e possente, mentre un’energia mai provava prima, un potere illimitato e incommensurabile mi incendiava il petto e le vene. Sentii il mio Karisuma rifulgere, di una luce tale da invadere non solo quella sala, ma la capitale intera, facendo indietreggiare terrorizzati gli Oni che, in preda al terrore di fronte a tutto quel potere dalla natura tanto differente dal loro, iniziarono a sparpagliarsi terrorizzati in cerca di riparo. Quasi come se l’ira degli dei si stesse apprestando a cadere impietosa sul loro capo.
I miei occhi brillarono, illuminati da una scintilla di determinazione che mai avevo provato prima, mentre spalancavo le fauci e, con un ruggito che per poco fece tremare il terreno stesso, una vampa di fiamme incandescenti si scagliò rapida e potente verso il soffitto.
Il soffio scarlatto fuse completamente il tetto, per poi avanzare, letale e impietoso, per miglia e miglia sopra il nostro capo, lasciandosi dietro una scia di scintille incandescenti, fino a quando, con un rombo assordante, non sentimmo quella realtà dimensionale tremare, scossa da quell’onda di potere mai combattuta prima.
Un live silenzio, poi, con un tremolio lieve, l’intero Naraka venne scosso da un fremito inatteso, mentre un ponte di luce, Luce Terrestre, si formava ai nostri piedi, congiungendo la Sala del Trono al mondo esterno.
Annaspai, sfinito, le membra scosse dallo sforzo e il capo imperlato di sudore.
I miei occhi si spostarono nuovamente su Hitomi, che osservava tentennante quell’unica via di fuga.
Sospirai, stringendo i denti, nello sforzo di mantenere aperto quel portale e, prima ancora che lei potesse voltarsi per rispondere alle mie parole, le spinsi deciso col muso nel mezzo del fascio di luce.
Lei mi guardò, disperata, cercando invano di raggiungermi mentre, poco a poco, il passaggio la sollevava da terra, pronto a ricondurla in quel luogo a cui era sempre appartenuta. Ma che, inevitabilmente, l’avrebbe separata da me per sempre.
La osservai, sorridendo tristemente.
“Ti prego …”, dissi, mentre il cuore mi si stringeva, nel vedere le lacrime disperate di lei, “… non odiarmi per questo. Mi hai salvato da una vita che, altrimenti, non avrebbe nemmeno avuto realmente la pena di essere vissuta. Mi hai guarito dalla sfiducia che mi aveva sempre spinto a diffidare degli altri, pensando sempre e solo a me stesso. Ma, soprattutto, mi hai insegnato ad amare. E proprio per questo non posso permettermi di privarti della possibilità di continuare la tua esistenza.”, per la prima volta, sentii che erano i miei occhi a imperlarsi di calde lacrime mentre, sorridendo appena, ammettevo, il capo chino, “Perché si … Hitomi. Io mi sono innamorato di te. E sono stato uno sciocco a non comprendere prima i tuoi sentimenti nei miei confronti. Tuttavia, se solo potessi perdonarmi, allora, potrei anche morire in pace, sapendo che, almeno, nel tuo cuore ci sarà sempre uno spazio per me. Anche se, dopo questa confessione, dovessi perdere per sempre il mio Karisuma. Non me ne pento, se è questo il prezzo del poter finalmente realizzare quali siano i miei sentimenti per te, sarò ben felice di pagarlo.”
La osservai, e mentre, ancora con le lacrime agli occhi, la sua figura si allontanava sempre di più, sentii qualcosa spezzarsi.
Il mio sguardo si abbassò, triste, verso quella gemma che possedevo da così poco.
E fu mentre osservavo le crepe iniziare a invaderne la superficie perfetta che, in un rombo di grida e urla furiose, un plotone di guardie oni fece irruzione nella stanza, circondandomi su ogni lato.
Chiusi gli occhi, pronto ad accettare il mio destino a braccia aperte.

Tuttavia, strinsi i denti. Non importava che non fossi più un Naga, non importava che non possedessi più quella dannati sima gemma, o che non potessi più scuotere il mondo con la sola forza del mio ruggito.
Dopotutto, se possedere un Karisuma significava solo accedere a una forma superiore, e rincretinirsi a causa del potere che dava, come d’altronde era accaduto a mio zio, ne potevo anche fare a meno. E ben volentieri.
Makoto aveva ragione, il Carisma è qualcosa di diverso che del semplice potere. E, anche quando si viene banditi, lo si conserva per sempre.
Il viaggio che avevo compiuto, assieme a Hitomi e dentro me stesso, mi aveva fatto aprire gli occhi su ciò che realmente valeva la pena di proteggere. Ora che lo sapevo, non mi sarei mai tirato indietro, nemmeno di fronte a nemici cento, mille o un miliardo di volte più potenti di me.
Avevo qualcuno per cui valeva la pena vivere, e se il Karisuma non era semplice potere, ma risiedeva nel cuore delle persone, allora non lo avrei mai perso realmente.
Lo pensi davvero?
Alzai il capo, perplesso, senza comprendere cosa stesse accadendo.
Ormai, doveva essere spezzato quindi, perché sentivo ancora quella voce?
Potresti abbandonare tutto. Nessuno ti garantisce che una volta tornato in superficie tu possa essere in grado di proteggerla, e prendere quel posto che ti spetta di diritto. Sarebbe molto più semplice fermarsi qui, non credi?
Un luccichio.
Il mio sguardo si posò nuovamente sulla gemma, i cui frammenti mi osservavano silenziosi da lontano.
Corrugai le sopracciglia, tetro, poi sorrisi, come, d’altronde, mi ero abituato a fare anche di fronte alle situazioni più disperate e assurde.
Io? Mollare qui? Per chi mi hai preso? Dovessi pure perdere sia le braccia che le gambe, continuerò a combattere … c’è gente che vuole rivedermi, non posso nemmeno PENSARE di mollare!
Silenzio.
Ebbene, in questo caso, ti accompagnerò ancora una volta.
Un boato sconvolse la stanza, propagandosi fino nelle profondità più remote del Naraka, mentre un turbine impetuoso mi piegava a terra e l’intera città veniva spazzata via, come se non fosse mai esistita. Tra le grida disperate degli Oni, sentii quell’energia che credevo svanita tornare, diversa, mutata, più consapevole ma, anche, in un certo tempo più fragile.
Vedi i frammenti della gemma fondersi con quell’oggetto che, ormai, era divenuto l’emblema stessa del mio legame con Hitomi, con quella strada che mi ero scelto e che ero disposto a percorrere al suo fianco.
Le mie fattezza rimasero quelle di un mortale, ma il mio Karisuma si fuse una volta per tutte con la mia spada, e mi bastò anche solo sollevarla per sentire il Naraka fremere e contorcersi dal dolore. Fino a collassare su sé stesso.

Alzai il capo, mentre, ancora attoniti e incapaci di proferire parola, i presenti mi fissavano a bocca aperta.
Tra tutti, la mia attenzione, però, era incentrata solo su loro tre.
Potei vedere Hitomi singhiozzare, disperata, tra le braccia di Makoto.
Evidentemente, doveva avergli raccontato cosa fosse successo in sua assenza, e ora mio fratello la osservava, tristemente rammaricato, mentre Aiko cercava invano di accarezzarle dolcemente la schiena, per consolarla.
Quando mi videro emergere, arrossii, senza sapere bene cosa dire. Insomma, in una sola settimana, io e lei eravamo andati a letto assieme, le avevo detto di amarla (quando, per tutto quel tempo, non aveva mai realmente sperato di poter essere ricambiata allo stesso modo) e poi l’avevo costretta a mettersi in salvo, abbandonandomi nel Naraka.
Il tutto senza fare una piega.
Visto che però ero miracolosamente sopravvissuto (lei successivamente sostenne che era perché “L’erba cattiva non muore proprio mai”), mi aspettavo, per lo meno, un bell’abbraccio.
O un bacio.
Sorrisi, quasi come se, in realtà, non fossi appena emerso da una dimensione mezza distrutta, con i vestiti lacerati e tutta l’aria di uno che ha appena tirato su un casino incredibile.
Poi, arrivò lo schiaffo.
Voltai la testa di lato, massaggiandomi sorpreso la guancia arrossata, mentre gli occhi ricolmi di lacrime di lei mi fissavano, furiosi.
Cercai di dire qualcosa, ma, alla fine, non riuscii proprio a trovare di che parlare.
Quindi abbassai il capo, colpevole, in attesa della sfuriata.
Che non tardò certo ad arrivare.
“TU!”, eccola, lanciai un’occhiataccia a Makoto, che sorrideva divertito alla scena, poco lontano, “SEI UN’IMMENSO DEFICIENTE, RYUJIN! Si può sapere che diamine ti è passato per la mente? Hai idea di come mi sia sentita? Spero per te che tu abbia delle OTTIME  scuse, altrimenti, Ser Ti-amo-ma-te-lo-dico-solo-ora-che-sto-per-schiattare, posso assicurarti che, amore o non amore, col cavolo che diventerò tua moglie! Anzi … puoi scordarti pure di venire a letto con me, per quel che mi riguarda, io sciopero!”
La osservai, scandalizzato, mentre Makoto mi osservava, con l’aria compassionevole di chi ci è già passato, e sa bene cosa significhi.
“Aspetta un attimo!”, risposi, per poi riprendere, “E che cavolo … sono appena riemerso da un viaggio di miglia e miglia di terra, vermi e cose che non starò a descrivere. Ho fatto fuori una razza intera e raso al suolo una dimensione, e tutto perché volevo rivederti, ed è così che mi accogli? Grazie tante, eh!”
“La prima lite di coppia, crescono così in fretta.”, altra occhiataccia verso Makoto.
I miei occhi si spostarono nuovamente su di lei, in attesa.
Inaspettatamente, però, non disse altro.
Un istante dopo, era tra le mie braccia, ancora in lacrime, certo, ma, almeno, da come le sue labbra cercarono, quasi istintivamente, le mie, dovetti per lo meno credere che mi avesse perdonato. Sorrisi, assaporando in silenzio quell’aroma di pesche e ciliegia, gustandomi quel momento perfetto prima che, seppure a  malavoglia, mi staccassi da lei con un sospiro.

Eccomi qui! Andiamo con ordine.

1. La prima parte l'ho citata perchè mi è piaciuta molto la sua trasformazione e per come l'hai descritta mi è sembrato quasi di percepirla, dato che AMO i draghi alla follia! E le parole di Makoto sono state a dir poco profonde!

2. La seconda perchè SONO un'amante delle cose struggenti e strappalacrime come la decisione di salvare la donna che si ama e dichiararsi prima di andare incontro alla morte per poi tornare vivo. Ryujin l'ha capito solo dopo aver ottenuto il Karisuma di amare Hitomi e le ha confessato i suoi sentimenti mentre lei veniva sollevata dal portale che l'avrebbe riportata a casa. Mi sono sciolta come neve al sole! E' stato disposto persino a rinunciare al suo Karisuma pur di dirle che l'amava, che cosa dolce!

3. Questa parte perchè ho amato la sua determinazione e alla fine il suo Karisuma si è fuso con la sua katana dandogli la forza per vincere e distruggere persino un'intera dimensione demoniaca, una vera e propria bomba non c'è che dire! Ha capito che in fondo era qualcosa che alla fine non valeva la pena ottenere perchè era un potere che dava alla testa e non volendo diventare come suo zio ha preferito vivere da mortale per stare accanto alla donna che amava. Una cosa a dir poco stupenda!

4. E alla fine ... amo gli incontri di questo tipo, sono davvero divertenti. La sfuriata di Hitomi faceva davvero paura! Cavolo se l'hai fatta bene come personaggio, forse i tuo miglior personaggio femminile! Ma alla fine arriva il bacio passionale di perdono e qui mi sciolgo davvero!

Capitolo in generale: una vera meraviglia non c'è che dire, a parte gli errori di battitura si legge come un bicchier d'acqua e la sintassi è semplicemente perfetta! Bon passo al glossario per una recensione completa!
Baci baci EF