Un quadro abbastanza realistico e purtroppo squallido del modo di pensare delle "generazioni del 90" (e di quelle attuali) sospese tra la noia, la cultura frutto del trionfo del capitalismo globalizzatore di matrice americana e le ideologie del XX secolo, vissute come e per stereotipo e contrapposizione ai valori della società egemone in un mondo occidentale dominato interamente dal capitale. Se un racconto come questo fosse stato presentato negli anni sessanta/settanta parlando del futuro sarebbe stato senza dubbio un racconto "distopico" in particolare per la forte matrice politica... ma dato che si tratta di un racconto di genere "storico" che descrive (seppur di parte) una realtà studentesca (forse autobiografica?) e generazionale l' approccio che scaturisce nel lettore (o almeno in me) è ben diverso. Scoraggiamento generale per una generazione (di cui faccio parte) che alla prova della realtà è triste quanto i "compagni" e i "topi" che si scannano mentre nei college della classe dirigente i futuri oligarchi del "partito del dollaro" guardano con giusto disgusto una massa dominata dal debito e pronta a scannarsi.

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