Recensioni per
26 agosto 1789
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/09/22, ore 15:40

Andre e morto un mese prima di vedere realizzati i suoi ideali.....Bellissima

Recensore Master
05/12/19, ore 10:02

Ciao Agrifoglio,amo sempre leggere storie diverse ed in questa,dove è protagonista solamente Alain,è associata anche una riflessione storica. Mi piace come Alain si interroghi riguardo la realtà che lo circonda e quanto potrà succedere. Tutto accostato anche a riflessioni personali,come il fatto che Rosalie sia troppo perbene per lui. Bello il confronto con Bernard,vivendo i due uomini la rivoluzione in modo diverso. Grazie per aver citato vari punti della Dichiarazione,riguardo la quale ognuno può riflettere in base alla proprio sensibilità ed opinione,mediante la voce di un Alain, come ben dici,disilluso. Mi è sembrato davvero di immaginare la scena ed è molto bello il finale,nel quale Alain rivolge il suo ultimo pensiero ad André. Poetica e profonda la frase a chiusura,riguardo il realizzare o non realizzare i propri sogni. Un saluto. :)

Recensore Master
03/09/17, ore 19:55

Ciao cara amica,un po' misteriosa.
È da un po'che ti leggo e seguo tutti i tuoi racconti anche se il tempo per recensire è sempre insufficiente,o almeno a scrivere una recensione equilibrata,impegnata e attinente alla pregevolezza dei tuoi lavori.
Stasera ci provo,poco convinta del risultato.
Non è mai facile rispondere adeguatamente in tema quando mi ritrovo carente di conoscenze storiche ma soprattutto priva di qualsivoglia studio in giurisprudenza antica e moderna.
Sia nel testo della fiction che in alcuni commenti riveli una grande preparazione in materia con una terminologia consona e particolari interessanti che arricchiscono piacevolmente il racconto.
La mia impressione,da profana ,è assolutamente positiva ,dirò di più,finalmente qualcuno ha scritto un what if sulla vicenda di Oscar e Andrè su quello che sarebbe stato il loro futuro in Francia,in maniera credibile e realistica ,non è un caso se la Ikeda prima e Dezaki poi,hanno assolutamente voluto un finale drammatico.
Con occhio adulto e non più disincantato si possono cogliere meglio tanti particolari e inevitabili deformazioni nei characters qualora si sarebbe deciso per un happy end.
Tuttavia non nego che certi aggiustamenti li ho trovati abbastanza pertinenti,ma non certo ambientando la storia in una Francia rivoluzionaria,cosi travagliata,scossa, martoriata .
Quale mondo migliore per Oscar e Andrè?
Quello solo di facciata,quello buono per rallegrare gli ingenui.
Una Carta per i Diritti dell'uomo.
Una carta che si lascia scrivere,piena di omissioni e trabocchetti.
Una carta che non contempla nemmeno l'uguaglianza fra uomini e donne,una carta che consegna il potere a nuovi tiranni, inaffidabili e spietati.
Alain lo capisce e serba tutte queste cose nel suo animo in tumulto.
Nella mente percepisce il pericolo e l'inevitabile catastrofe finale.
Su Rosalie ,donna da "rispettare non da amare" bello quel riferimento alla Oscar dell'anime ,ho apprezzato molto per quanto anche Alain mantiene un certo "maschilismo";più che normale per l'epoca .
Sarebbe come dire che alcune altre donne non sono da rispettare?ma ci sta' tutto.
Bella anche quella nota a margine ,in una recensione dove fai un confronto fra Melania e Rosalie....eh si,sarebbe stato.difficile per il nostro Alain trovare una compagna adatta ai suoi gusti e alle sue aspettative.
Lo sai che non mi dispiacerebbe leggere una continuazione di questa fiction??
Per intanto aspetto le prossime puntate della tua long ad episodi,assolutamente avvincente che dà una visione corale ed inedita di tutti i personaggi di Lady Oscar più qualche new entry inaspettata . A presto!!
(Recensione modificata il 04/09/2017 - 12:55 am)

Recensore Master
03/09/17, ore 09:52

I grandi ideali richiedono sempre tempo e fatica - e a volte anche del sangue - per realizzarsi; ma la delusione di chi li ha iniziati a costruire e non li vede realizzarsi subito può essere atroce.

Recensore Master
27/08/17, ore 14:21

Mi piace quando una autrice parla di "storia" vera, senza piegarla alle ragioni di copione.
Non credo che Alain fosse un ignorante analfabeta, perciò aveva tutti i mezzi e le capacità per giudicare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Un documento così "bello" da essere preso a modello nel 1948 per la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Un documento bello, nobile, perfetto ma di una falsità morale senza precedenti, perché i patrioti francesi, così ansiosi di rendere il mondo perfetto e giusto non rispettarono neanche uno di quei diritti. E, ispirandosi ad un grande filosofo dalle idee molto liberali ma incredibilmente maschilista, dimenticarono l'altra metà del cielo. Perché tutti gli uomini nascono liberi e uguali, ma non le donne.
"Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge”, “La libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge”. Bellissimi questi diritti, allora perché chi credeva in Dio ( non quello statale) o chi aveva idea diverse finiva sulla ghigliottina?
Solo un illuso poteva credere che tutto quello che era scritto su quel documento non sarebbe diventato legge o un nuovo modo di vivere.
Non credo che Andrè sarebbe stato così ingenuo (come Bernard e giustamente Alain sa che prima o poi Bernard se ne accorgerà e dovrà fare i conti con la dura e violenta realtà ) da credere che bastasse scrivere delle belle parole per cambiare il mondo.
Alain ha visto cosa può fare un popolo il cui odio è ben indirizzato, ha perso degli amici, quelli che amava di più, quindi il suo desiderio di pace e tranquillità è molto umano.
Una storia triste che fa riflettere.
Anna

Recensore Master
27/08/17, ore 13:25

Salve e ben trovata, la OS mostra un Alain senza illusioni che ha iniziato a comprendere.. Una sorta di Cassandra ante litteram che medita sulla dichiarazione dei diritti e sui lutti. Malinconico e molto bello. Buona giornata Jane Queen ps scrivevo da cellulare, la bandierina è verde! modificato!
(Recensione modificata il 27/08/2017 - 04:13 pm)

Recensore Master
26/08/17, ore 21:20

Non avevo mai pensato o non rammentavo, pur ricordando perfettamente la data (alla mia generazione ancora le facevano studiare!!) che la Dichiarazione dei diritti dell'uomo coincidesse con il mancato trentacinquesimo comleanno di André. La tua idea di partire dai principi e da farli esaminare dalla mente disincantata di Alain, così diverso dall'entusiasta Bernard, è sicuramente originale in un fandom dove l'aspetto storico è affrontato solo da poche autrici in maniera approfondita; in particolare, ne conosco solo una, che come te ha passato in rassegna i principi della Dichiarazione, anche se nella sua ff André era ancora vivo e in parte autore della.prima stesura (non per niente, il tuo Alain osserva che ad André sarebbe piaciuta😉). Ovviamente nella disamina di Alain può predominare solo l'aspetto critico e la disillusione, perché lo scenario che prendi in considerazione è l'ideale.proseguimento dell'anime ed è coerente proprio con la scena finale, con quell'Alain contadino che rinnega quella Rivoluzione per la quale ''persone migliori'' sono morte in nome di ideali che sono stati traditi da altri. Scelta coraggiosa la tua, ma che rispetta il charachter del personaggio, l'anime e soprattutto la Storia... è una ff certo amara e un po' triste, specie in quell'augurio che sa di solitudine e malinconia, ma molto nelle mie corde: brava. PS mi è piaciuto quell'indiretto rimando all'anime: se Oscar era una donna da ammirare e non da amare, Rosalie è da rispettare e non da sposare😂 in effetti, non poteva essere il tipo di Alain!!)

Recensore Veterano
26/08/17, ore 18:19

Hai messo in luce il fallimento,in concreto, anche nella società odierna,della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.
È lungimirante questo Alain.
Perché realizzare i propri sogni è peggiore del non realizzarli o,addirittura, di morire a un passo dal realizzarli?

Recensore Veterano
26/08/17, ore 17:54

Ciao, sono capitata qui e ho letto questa storia.
E il mio giudizio è positivo per lo stile (anche se in alcuni punti, come la citazione del do ut des, Alain mi sembra un po' troppo colto per essere un soldato della Guardia) e per l'originalità dell'idea, in quanto in questo fandom si parla quasi sempre di Oscar e di Andrè, quasi sempre impegnati ad amoreggiare in improbabili happy endings.
Qui invece si parla di Oscar e di Andrè (a cui Alain fa un ironico augurio di "Buon compleanno"), ma non per vederli tubare come colombi, in preda all'ennesimo turbamento ormonale, ma per parlare di un evento storico di importanza epocale : la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino.
Alain, con lucida spietatezza, esamina gli articoli della Dichiarazione e ne individua le ambiguità e le falle, mostrando, nonostante la sua condizione umile, un'intelligenza degna di un uomo politico consumato.
"– “La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri”, “La Legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina”. Auguriamoci, dunque, che la legge ordini sempre cose giuste, finalizzate all’interesse generale e non a fare regali a Tizio, Caio o Sempronio…."
Un esepio di ambiguità di una dichiarazione è questa. La libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce agli altri? Principio giusto in teoria, ma in pratica?
Chi decide cosa è giusto e cosa non lo è?
Ciò che è giusto per me, per un altro può essere una suprema ingiustizia.
Il concetto di giusto, inoltre, può essere pervertito in nome dell'interesse individuale di chi arriva al potere.
Insomma, per quanto la dichiarazione formalmente abbia in sé la giustizia, questa non ha la certezza marmorea della stele su cui è inciso il codice di Hammurabi.
Ricorda, inoltre, la presa della Bastiglia, simbolo dell'oppressione monarchica, nella quale erano rinchiusi solo dei delinquenti comuni, tra i quali i rappresentanti del libertinismo (un esempio? Il marchese de Sade).
E, con amarezza, ricorda la strage seguita a quell'atto, che viene ancora oggi celebrato il 14 luglio in Francia, come l'inizio di un evento epocale.
L'ironia amara di Alain si coglie in questo pezzo : "Per ottenere questo splendido risultato, alcune delle persone migliori che avesse mai conosciuto erano morte, avevano cessato di esistere come individui, avevano sacrificato le loro vite, le loro aspirazioni, i loro sogni, i loro progetti, in poche parole, tutta la loro essenza unica ed irripetibile, in nome di un ideale astratto ed inarrivabile ed egli non le avrebbe mai più riviste né avrebbe trovato consolazione nel pensiero che erano vive e che stavano bene".
Alain definisce splendido tale risultato, ma questo termine è pieno di sarcasmo, perché, nella parte successiva, ricorda la morte delle persone a lui care e tra queste vi sono Oscar e André.
"Coloro che aspiravano a diventare i nuovi padroni della Francia ed a soppiantare il Re ed i suoi Ministri valevano quei sacrifici umani? Erano degni di calzare le scarpe a coloro che erano morti dietro ad un ideale?".
Questa domanda, nella quale è contenuta la risposta negativa, mostra l'amarezza del nostro, in quanto ritiene Robespierre e Saint Just troppo fanatici e pronti a bagnare di sangue il paese. Per proteggere cosa poi?
In filigrana, Alain, con bonaria ironia, paragona la situazione a quella di Bernard Chatelet, anche se in senso inverso, in quanto vede l'entusiasmo negli occhi del giornalista, che, al contrario suo, crede nell'inizio di una nuova era per il paese.
La bonaria ironia si vede in questa frase "Speriamo che la sua delusione non sia troppo cocente.", che augura all'idealista Bernard di non soffrire troppo, a seguito di una certa delusione.
Poi ricorda Andrè e il suo percorso verso l'amore, conclusosi tragicamente. ... E, con amarezza, nelle scelte matrimoniali sottolinea la componente utilitaristica, in quanto non è ancora presente l'uguaglianza economica.
Chiuso questo sproloquio, ti dico : BRAVA (O BRAVO)?.