Complimenti.
Stai tratteggiando benissimo la realtà del tempo, un'epoca in decadenza, e l'incomprensione tra i fratelli: lui realista e con i piedi per terra e lei idealista e romantica e forse innamorata, che per un secondo ironicamente fa il paragone con Andre'.
Grande cultura la tua che rendi maccheronico il latino aulico e inserisci anche una battuta del Figaro di Mozart sul chitarrino (sedere), cosa che viene messa in atto da Alain, ma subito davvero da Mozart, non nobile, da parte del galoppino del suo datore di lavoro, nobile.
Immagino che la fine della tua storia sia scontata......o no?
 

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Bellissimo! Ti basta? E' ciò che penso davvero: questa tua storia mi piace tantissimo, i personaggi sono molto ben caratterizzati ed è realistica; la sola cosa triste è la fine che, purtroppo, già conosciamo.

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Descrivi una Diane estremamente ingenua, molto fiduciosa per il destino che crede le sia riservato e verso gli uomini.
Hai narrato tutto in modo efficace, descrivendo con accuratezza il carattere dei personaggi e il mondo nel quale si muovono.
Una differenza aissale nel carattere di Alain e Diane, e lui è davvero più saggio e perspicace. È una fortuna per il sedicente fidanzato che non fosse presente al momento del ritorno di Diane. È un po' cinico quando parla di André.
L'assalle mi ha ricordato l'ispettore Clouseau con la sua goffaggine.
Diane ha ricevuto una dura lezione, per fortuna con non gravi conseguenze. Spero che non decida per un gesto estremo come nell'originale.
Ho sempre considerato il suicidio di Diane una soluzione tipicamente giapponese, per quanto ferita e umiliata, una ragazza del 700 avrebbe scelto altre strade.
Anna

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Questo Gustave de Morvan è un vero villano! Non capisco come abbia fatto la piccola Diane ad innamorarsene!

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