Recensioni per
Nella mente del serial killer
di fiore di girasole

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/02/20, ore 18:34

Ciao fiore, era da un po' che volevo passare di qui e finalmente eccomi ^^
Oddio, ecco che questo ragazzo racconta il famoso incontro con Alan che ha accennato nelle altre tue storie a lui dedicate; Chris ha vissuto tanti momenti difficili che, anziché cercare di curare in maniera sana, butta fuori sotto forma di crimini perversi come questi.
Anche alle spese di un ragazzo che gli piaceva davvero, con il quale poteva costruire qualcosa di bello, forse…
Ma certo, lui ha bisogno di Eric, lui che lo asseconda in tutte queste follie!
Solo che qui ancora Eric non esisteva, o meglio, Chris non lo aveva ancora incrociato!
Mi è dispiaciuto davvero tantissimo per Alan, insomma… questi due mi piacevano pure insieme, sembravano così dolci e belli, così pronti a inaugurare un amore che poteva essere vissuto con tutti i migliori presupposti.
Invece… invece Chris ha perso la testa, ha semplicemente lasciato che la sua follia lo sopraffacesse.
Il pitone Yellow mi inquieta, io detesto quei cosi e non so come faccia lui a lasciarselo pure scivolare addosso e brrrr… aaaaahhhhh! Che ansia o.o
Ma ovviamente se non sono strani e bizzarri, noi non li vogliamo, giusto?
Dovrebbe conoscere Slash, chitarrista dei Guns, perché anche lui ha la passione per i rettili e se li porta in casa XD
Comunque la storia mi ha coinvolto e mi ha permesso di entrare proprio nella mente di Chris, facendomi venire i brividi per il modo in cui poi ha trattato Alan quando si è accorto di averlo fatto fuori; sembrava così disperato… e poi ha conosciuto quest'altro coso insignificante e alla fine non ha provato nulla.
Ecco quando ha deciso di cominciare a bendare le sue vittime, ora ho ricollegato tutti i pezzi!
Sei stata davvero bravissima, scrivi sempre molto bene e mi piace come riesci a rendere i tuoi personaggi e le loro (dis)avventure!
Complimenti, davvero, il tuo stile mi coinvolge sempre tantissimo e non mi stanco mai di leggerti *___*
Alla prossima <3

Recensore Master
12/01/18, ore 22:57

Buonasera ^^
Ah, questo... protagonista, è possibile che non sia detto il suo nome? Perché ora come ora l'unico nome che mi ricordo è Alan xD
Comunque, questo protagonista, quando ha accennato alla morte della madre un alone di puzza di bruciato è divampato da ogni dove. Sì, insomma, la fonte del problema si è rivelata. Posso dire di aver letto di uno psicopatico a tutti gli effetti. Interessante come cerca di analizzare gli altri e giustificare le sue azioni, pur non riconoscendone l'attuale gravità. Mi sembra di aver capito che a ragion sua l'omicidio è giustificato dove la vittima è uno scarto della società, uno stronzo, o un delinquente. Ecco, manie di onnipotenza come citate nel testo. Solamente qualcuno con tale complesso si sentirebbe legittimato e nel giusto a uccidere. Il suo senso di colpa riguarda solo ed esclusivamente Alan.
Mi è piaciuto quel tocco di ironia mista a ciniscmo, soprattutto in riferimento al pitone coinquilino xD
Ciò che mi da i brividi è che per una buona parte della storia sei quasi riuscita a farmi compatire ed entrare in sintonia con il protagonista. A lettura terminata non posso che disprezzarlo per principio. Di fatto è un omicida seriale, e spero che la sua striscia di tre vittime si fermi lì.
Storia agghiacciante, complimenti.
Ti saluto e alla prossima~♥

Recensore Veterano
10/01/18, ore 22:38

Grammatica:
Ortografia 9/10
La cura e la metodicità che ho riscontrato nella prima parte, totalmente priva di errori, è stata soppiantata da una seconda parte meno curata, in cui mi sono imbattuta in più refusi ed errori; ti consiglio una rilettura veloce per correggerli.
 
Lessico 7.5/10
Anche in questo caso ho riscontrato una divisione: una prima parte molto curata dal punto di vista lessicale, con la presenza di parole ricercate, inusuali ma che esprimessero perfettamente il concetto. Ha denotato un vocabolario ampio e variegato e non banale che mi ha conquistata. Improvvisamente, questa raffinatezza e questa ricercatezza lasciano il posto a un lessico povero, di parole semplici e di uso quotidiano che spesso e volentieri scadeva nel colloquiale:
“ma per fortuna che ho Yellow”, qui il “che” non è necessario;
“Stai a vedere che nonostante il suo aspetto da buttafuori questo si occupa di arredamento”, anche questa frase, per quanto grammaticalmente corretta mi è sembrata fin troppo vicino al parlato e non adatto al racconto scritto, per quanto sia una trasposizione dei pensieri dell’altro. 
Questa repentina trasformazione mi ha spiazzata e mi ha lasciata anche delusa: eri riuscita a conquistarmi con un vocabolario che fosse ricercato ma senza presunzioni e senza esagerazioni, per poi scadere in un lessico piuttosto gretto. Non so se sia stata una scelta voluta, ma ho avuto più l’impressione che le due parti siano state scritte in momenti diversi, a distanza di tempo l’una dall’altra, e facendo stonare l’una con l’altra.
Non contesto le due scelte (che se inserite in un certo contesto sono anche giustificabili, come in questo caso: tanto un lessico più ricercato quanto uno più semplice sarebbero andati benissimo, a seconda della piega e del tono che avessi voluto conferire alla storia), quanto il fatto che due stili così diversi siano stati affiancati in maniera brusca e apparentemente immotivata.
 
Sintassi 7.5/10
Credo che la sintassi sia rimasta l’unica cosa pressoché invariata lungo tutto il racconto, anche se, persino in questo elemento ho rilevato una leggera differenza, come se anche in questo caso tu avessi messo maggiore cura nella prima parte, cercando di creare frasi articolate e complesse, mentre nella seconda parte, pur mantenendo un certo livello di complessità, manchino la cura e il lavoor di cesellatura della prima parte
 
Stile: 7/10
In questa storia convivono due identità: l’una raffinata, ricercata e curata; l’altra più gretta, semplice, infantile, che si abbassa al colloquiale e al parlato. E io non so bene quale delle due sia quella che ti appartiene e ti caratterizza: sono troppo diverse l’una dall’altra e questo brusco cambiamento si sente e stona completamente, lasciando il lettore a domandarsi, perplesso e confuso, i motivi di una tale radicale e repentina trasformazione. Per quanto mi riguarda, ho preferito lo stile della prima parte, più affine ai miei gusti; ma anche quello della seconda parte, più crudo, rozzo e diretto, inserito nelle situazioni in cui è stato utilizzato non stona affatto. L’unico problema, appunto, è la presenza di entrambi e la mancanza di uno stile che sia univoco e chiaro nella sua identità e individualità.
 
Trama:
Originalità:7.5/10
Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia scelto di scrivere la storia dal punto di vista del protagonista, come se fossimo nella sua testa e ho apprezzato anche il fatto che all’inizio sembrasse tutto normale e non sospetto.
L’idea di descrivere l’evoluzione di un assassino vista dall’interno mi è parsa abbastanza originale, solitamente ci si limita a descriverla dall’esterno o, al massimo, attraverso il suo punto di vista, ma senza entrare nella sua mente, senza sapere davvero lo muova e lo spinga a commettere quelle azioni.
Purtroppo, la storia di un serial killer è un tema ricorrente, che per quanto sia stato trattato in una maniera che ho visto poche volte, rientra nel canone senza proporre nulla di inedito ed eccezionale, stravagante e capace di colpire nel profondo.
 
Coerenza: 7.5/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto, nonostante la trama mi sia risultata a tratti confusa e difficile da capire, il personaggio si comporta coerentemente, e sarebbe stato ancora meglio se la progressiva evoluzione della sua natura e della sua indole fossero state maggiormente approfondite e sviluppate. L’inizio è buono e promettente, ma, a mio avviso, va limato e soprattutto reso lineare. Mi sono trovata parecchio confusa soprattutto per quanto riguarda i motivi che muovono l’assassino a compiere i suoi atti: da un alto si ha la necessità di soffocare l’omicidio di Alan con altre uccisioni, dall’altro la volontà di depurare il mondo dalla presenza considerate “impure” e meritevoli di morte; nella tua storia queste due istante si fondono e si confondono e non si riesce a capire quale sia la prevalente, se ci sia un collegamento tra le due o sia tutto casuale.
Per quanto riguarda il secondo punto, hai assolto alla mia richiesta mostrando come anche un semplice e all’apparenza innocuo maestro di scuola elementare possa nascondere una natura di omicida, piuttosto violento e crudele. Nel tuo caso il confine tra mostro e uomo e la sua labilità è accennata, e le due nature continuano ad alternarsi nel personaggio, e se all’inizio sembra prevalere la componente umana, lentamente prende il sopravvento quella mostruosa, cercando di sopprimere la compagna che ritorna quando l’uomo ha compiuto il fatto o quando deve indossare la maschera imposta dalla società. Nonostante questo, il problema è solo accennato, introdotto, ma non completamente sviluppato: è come se tu avessi gettato il sasso ma ti fossi limitata quello. Apprezzo molto questa allusione, ma ho l’impressione che la trattazione sia incompleta e manchi di un vero e proprio approfondimento.
 
Scorrevolezza:6.5/10
All’inizio la storia si delineava in maniera chiara e fluida, ma più proseguivo nella lettura, più avevo impressione che diventasse confusa, che ci fossero delle parti che erano state omesse o considerate scontate; ho seguito con difficoltà l’evoluzione del personaggio e non ho ancora capito se già in passato abbia commesso degli omicidi o sia diventato un assassino dopo la morte di Alan; alcuni punti sembrano confermare la seconda ipotesi, altri, invece, lasciano intuire che, in realtà, sia un serial killer da molto prima, e io non ho chiaro a quale delle due possibilità dare credito. Per questo, il testo mi è sembrato dipanarsi con difficoltà, soprattutto nella seconda parte, redendone più difficile la comprensione e rafforzando la mia ipotesi per la quale sia stato scritto in due tempi. 
 
Personaggi:
Caratterizzazione: 8/10
Personaggio con una descrizione piuttosto completa e dettagliata, forte del fatto che la storia sia vista dal suo punto di vista e possiamo apprenderne pensieri e opinioni. Mi è piaciuto soprattutto perché ogni aspetto della sua personalità viene spiegato brevemente ma in maniera esaustiva, e basta qualche frase, un frammento di pensiero per aggiungere un nuovo tassello al mosaico dell’indole di quest’uomo alquanto inquietante e sorprendente.
Alan è un altro personaggio molto ben descritto, di lui si ha l’immagine, forse limitata, che ne ha il protagonista ma attraverso questa visione mitizzata si profila un personaggio candido, sublime e quasi onirico, un angelo sceso sulla terra per lenire il dolore e la frustrazione del protagonista. La sua descrizione è stata molto poetica ed evocativa e mi è piaciuto come questa si sia adattata al personaggio fortificando l’immagine che il protagonista ne ha e delineandola maggiormente agli occhi del lettore-
Anche le altre comparse, per quanto siano personaggi fugaci e labili, sono tratteggiati in maniera decisa e precisa che permette di identificarli immediatamente, come per esempio l’uomo gretto e volgare ucciso dal protagonista; anche in questo caso, i pensieri, le opinioni e le sensazioni di lui hanno fortificato il senso di disprezzo e disgusto nei suoi confronti, creando un personaggio sgradevole fortificato in questa sua caratteristica.
 
Originalità: 8/10
Protagonista ben caratterizzato e non banale: all’apparenza, può sembrare un uomo qualunque, piuttosto comune e anonimo, ma alcuni dettagli della sua personalità e delle sue abitudini lo rendono inaspettato e inquietante: come le allucinazioni o l’affetto quasi morboso che prova nei confronti del serpente. Mi è piaciuto molto che il ruolo di assassino sia stato affidato a un uomo all’apparenza comune e inaspettato come un maestro di scuola elementare: chi mai andrebbe a pensare che qualcuno che ama i bambini e vuole insegnare loro possa essere tanto spietato e sanguinario?
Mi è piaciuta anche questa sorta di personalità multipla: uomo comune di giorno, conquistatore per adescare le sue vittime, assassino violento e macabro ma anche stranamente attento e meticoloso, e poi l’uomo che dorme abbracciato a un serpente e si confida con lui; sono tutti particolari che rendono il personaggio ricco di sfaccettature e ne mostrano sfumature sorprendenti, creando un personaggio interessante e molto originale, per quanto, di base, sia semplicemente un uomo come tanti altri.
 
Gradimento personale:3.5/5
È una storia che, nonostante i suoi difetti ho apprezzato: la prima parte è davvero sublime, molto ben scritta, coinvolgente, che si profila senza fretta ma scopre pian piano i vari elementi, invitando il lettore a proseguirne la lettura. A un certo punto ho quasi pensato a un estratto della vita di Pasolini, soprattutto quando adesca il ragazzo nel locale, e mi aspettavo che fosse il ragazzo, in realtà, il vero assassino (sarebbe stato un colpo di scena niente male e la rivisitazione di un evento che ha destato molto scalpore e ancora adesso rimane avvolto nel mistero).
Ma quanto mi è piaciuta la seconda parte, quanto ho trovato difficoltà nel capire e apprezzare la seconda: il lessico è scaduto tutto d’un colpo, rasentando il colloquiale e il parlato, e la trama mi è parsa intricata e confusa, e non sono riuscita a seguire perfettamente l’evoluzione che compie il personaggio. Questo è un vero peccato, dal momento che compromette anche tutta la prima parte. Sono rimasta piuttosto sbigottita e delusa da questo cambiamento improvviso, ma credo sia l’unica pecca di un racconto con parecchio potenziale, che se assumesse uno stile uniforme e una trama comprensibile sarebbe davvero una storia molto bella.
Il mio consiglio, quindi, è di adottare uno stile unico per tutta la storia, sia esso quello più ricercato e raffinato della prima parte o quello più scurrile e rozzo della seconda; o quantomeno, se si vuole sottolineare la degradazione del personaggio che sia un cambiamento progressivo e non subitaneo e brusco, e creare una trama limpida e precisa, che permetta di capire chi sia davvero quest’uomo e come si sia trasformato in un assassino o abbia acuito questa sua natura, ma rendendo una delle due opzioni inequivocabile e facilmente comprensibile per il lettore. 
 
Punti bonus: 3/5
Mi è piaciuto molto l’uso che hai fatto della citazione, inserendola direttamente all’interno di un ragionamento del protagonista. Inoltre, l’intera storia gravita attorno a questa affermazione, e per quanto non sia palese il riferimento, è intuibile; forse avrei preferito uno sviluppo dell’istanza, soprattutto nel punto in cui viene citata, e magari un’influenza maggiore e più sentita della stessa lungo il racconto. La citazione c’è ma non è pregnante e a uno sguardo disattento potrebbe sfuggire.
 
Totali: 75/100

Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"

 

Recensore Master
18/11/17, ore 10:19

Ciao!
Rieccomi qui.
Molto bello e profondo questo racconto.
Non ci mostri il killer come una persona fredda e calcolatrice, che esegue i suoi delitti in maniera metodica, calcolata, come una procedura da svolgersi cona tranquillità dell'abitudine; né come un mostro crudele che agisce insensatamente, mosso da biechi istinti, senza più alcun briciolo di umanità.
Al contrario: il tuo killer è un uomo come un altro, con sentimenti (anche positivi!), una storia da raccontare e una psicologia complessa, appena turbata in superficie dalla lucida e partecipata follia dell'assassino. Mi sono piaciute molto le sue riflessioni, tutte quante, che mostrano una personalità molto sfaccettata e ricca di sfumature.
E ho trovato particolarmente interessante il modo in cui cerca di "giustificare" i suoi delitti, con una motivazione che potrebbe addirittura risultare comprensibile per quanto "distorto" sia poi il suo concetto di giustizia. Chi non vorrebbe un mondo più pulito?
Mi ricorda un po' Kira di Death Note, che in fondo era animato da simili intenti: ripulire il mondo da mostri e criminali, per renderlo più vivibile ai giusti e agli innocenti.
Un tocco di stile che ho trovato particolarmente gradevole è stata poi la figura del pitone albino, che qui assume uno spessore tale da apparire quasi come un vero personaggio "attivo" della storia: davvero molto bella, complimenti!^^

Nuovo recensore
18/11/17, ore 00:14

Come promesso, eccomi a lasciarti una direi meritata recensione!
Inizierei col dire che la storia mi è piaciuta, soprattutto la sua costruzione. Adoro che il protagonista abbia trovato la sua firma, la scena con Alan morto nel letto è il momento in cui lo realizza veramente, segnandolo ancora una volta a vita. Certo lo slash non è proprio il tipo di cose che leggo ma non avendone mai nemmeno scritto, ammetto che ha caratterizzato bene il personaggio, dandogli forma.
Stile e grammatica le saltiamo, sei brava punto e basta, canalizzi bene le emozioni tra personaggio e lettore e non è pesante da leggere.
Valutazione complessiva assolutamente positiva e anzi continuerò a leggere qualcosa di tuo! In bocca al lupo con il contest ;)

Recensore Master
31/10/17, ore 11:31

Ma ciao! ^^
Eccomi a commentare questa bellissima storia, questo flusso di coscienza altalenante tra la gioia entusiasta, la felicità dell'incontro, la perdita del controllo, il ridestarsi nell'incubo di una situazione sfuggita di mano, che a sua volta richiama altri incubi che vengono dal passato... questo alternarsi di umori e stati d'animo, di cui il tuo personaggio è in balia. Il trauma vissuto nell'infanzia, attorno a cui, come da manuale, si costruisce la struttura psicologica ed emotiva del serial killer. Ho amato molto la figura di questo insegnante elementare, amante della gioia spontanea e dell'entusiasmo dei bambini, e al tempo stesso inconsciamente desideroso di proteggerli, di offrire loro ciò che non ha potuto avere per sè. All'inizio della vicenda è inspiegabilmente entusiasta e gioioso: "giuro a me stesso che farò tutto il possibile per essere felice... e inizierò da stasera!". L'assenza di un motivo, reale o apparente, suggerisce che questo personaggio sperimenti con frequenza degli alti e bassi, legati ai suoi movimenti interni: ed è per questo che questo inizio appare subito straniante, e a addirittura preoccupante. Il mondo esterno gli si manifesta come attraverso un velo, una pellicola di separazione: e il passaggio delle persone lungo la via abitata ricorda il movimento meccanico delle figurine di un carillon. Se ne ricava un'impressione distorta e remota, simile all'osservare qualcosa da lontano, di cui non si è partecipi. C'è, nel protagonista, uno "stupore fanciullesco" nell'osservare il movimento nella strada, dovuto al suo tenore alto dell'umore, ma c'è anche questo guardare "dal di fuori" una scena che incuriosisce, ma della quale non ci si sente partecipi.
Non sentirsi partecipi del fluire del mondo, dei suoi colori e delle sue bellezze è, secondo il mio parere, una delle peggiori disgrazie umane: non essere in grado di provare empatia, e sforzarsi di provare a tutti i costi un sentimento per l'altro. Io purtroppo rientro nel novero delle persone dotate di scarsa empatia e capacità di dare il giusto rilievo a bisogni che non siano i propri, e ti posso assicurare che è una situazione senza scampo, dove molti sentimenti vengono di fatto soppiantati dalle paure, dalle proiezioni e dai sensi di colpa. Il percorso mentale del tuo protagonista è descritto in maniera lucida, e anche struggente. Il suo incontro con Alan avviene letteralmente nella dimensione della supplica: è come se il tuo protagonista inconsciamente implorasse qualcuno di accorgersi di lui, di attribuirgli un valore positivo, in grado di cancellare quella negazione che si porta dietro dalla sua infanzia, e a cui ha cercato inutilmente di sottrarsi uccidendo la madre. 
Nell'episodio dell'incontro con Alan, tutto pare scorrere nello stupore di un incontro romantico: questo è ciò che percepisce il tuo protagonista, dando ulteriori e più profondi significati a quello che, di fatto, è un semplice incontro occasionale. E qui già si nota lo scollamento dalla realtà, che però è un dato comune a tanti - perchè l'amore lo cercano tutti, persino nelle situazioni e nei contesti più banali e magari utilitaristici. Malgrado il trasposto del protagonista, a ben guardare anche qui non mancano i motivi d'inquietudine: il suo sguardo su Alan è frammentario, non riesce a cogliere la figura intera ma procede per dettagli - l'azzurro degli occhi, il biondo solare dei capelli, l'incarnato rosato delle labbra. E c'è un'ansia che cresce quando i due si ritrovano soli nell'appartamento del ragazzo, un senso di soffocamento che forse è dato dalla costrizione dell'ambiente, o forse no. Resta il fato che nell'incontro amoroso s'insinuano delle urla, che inizialmente si potrebbero attribuire al tipo di rapporto e alla sua valenza dolorosa, ma poco oltre si scopre che non è così: La frase "incurante delle sue urla" è oltremodo rivelatrice, ed è l'estrema sintesi di tutto quel che accade. 

Anch'io, come chi mi ha preceduto, ho trovato interessante la presenza di Yellow il pitone: pur non provando simpatia per questi animali, e tanto meno per la moda di tenersene uno in casa, trovo geniale il processo di identificazione del tuo personaggio con questo "animale a sangue freddo", tipicamente un predatore. La seconda aggressione infatti avviene in un clima di assai maggior lucidità della prima, ed è chiaramente organizzata e premeditata. Assume i caratteri di una rivincita, o di una punizione: non c'è nessun coinvolgimento emotivo con la vittima, è maggiore l'attenzione a non lasciare tracce che possano consentire di risalire all'autore dell'omicidio. La vittima stessa appare meno coinvolgente e "simpatica", perchè noi la vediamo con gli occhi del protagonista, che riveste questo nuovo incontro di una serie di significati e valenze negative. E' un po' come il simbolismo del capro espiatorio: uccidendo il capro, o meglio mandandolo a morire in un luogo solitario, si espiano tutte le colpe. 
Persino noi profani sapiamo che spesso i serial killer agiscono con modalità rituali, e che questi rituali posso avere diversi scopi, tra i quali quelli di sedare l'ansia e condurre quindi ad un periodo di tregua emozionale: nel tuo caso, o meglio nel caso del tuo protagonista, il bendare gli occhi alla vittima, o comunque impedirne la "vista", anche con l'avulsione dei globi oculari, riveste un profondo significato che, ancora una volta, rimanda al rapporto conflittuale con la madre. 
Ho scritto a lungo, ma è solo per dire quanto ho apprezzato questa vicenda, quanto mi ha rattristato percepire la profonda solitudine di quest'uomo, il suo vivere di terrore in terrore, con rari momenti di quiete emotiva, il tutto completamente scollegato dalla realtà, o meglio da un processo di ragionamento che non sia impulsivo e minato da forti traumi: senz'altri rapporti "umani" se non con la propria metà oscura impersonata dal serpente, e nutrita anch'essa dai feticci delle sue vittime. 

Solo due note che riguardano, se posso permettermi, l'esattezza del testo: nella seconda frase, subito all'inizio del racconto, attenzione a "sinora", in luogo di "sin'ora", grammaticalmente scorretto. Qui il maestro elementare segna con la penna rossa.... :-))
attenzione anche all'odore di rame, che nel testo viene avvertito dal protagonista quando si ridesta in un mare di sangue: ogni molecola di emoglobina, proteina del sangue la cui funzione è veicolare l'ossigeno in circolo, lega un atomo di ferro, non di rame. E quell'odore dolciastro, minerale e insopportabile che si avverte in presenza di grosse perdite d sangue è dovuto alla presenza di ferro, non di rame. 

Detto questo, mi cucio la bocca e mi taglio le dita, perchè ho sproloquiato e scritto troppo. Bella storia, intuizioni geniali, scrittura serrata ed estrema coerenza nella costruzione del personaggio. In bocca al lupo per il contest.  

Recensore Master
24/10/17, ore 10:18

"Dicono che i serpenti siano gli unici animali a non poter essere mai addomesticati e a non provare mai affetto per nessuno. Se gli gira può mangiarmi e forse un giorno lo farà, nonostante ciò rimane il coinquilino ideale: solitario, taciturno, abitudinario ed esteticamente bello, tutto giallo e bianco com'è sembra illuminato dal Sole. Sarebbe piaciuto anche ad Alan, che non giudicava nessuno, vedeva solo il bello negli altri e non aveva motivi per provare paura."

Una storia molto ben congegnata e scritta bene. Complimenti! Questo è un protagonista insopportabile e tormentato, cattivo al punto giusto perché è completamente fuori di testa. Lo sguardo di sua madre, quello di Alan, quello dell'ultimo ragazzo che uccide. E alla fine, un po' di carne per il serpente Yellow, l'unico compagno che ha scelto che forse alla fine lo mangerà.
Mi è piaciuta molto questa storia, perché hai descritto molto bene il viaggio nella "mente del serial killer". Ovviamente non si riesce affatto ad empatizzare per il nostro protagonista, ma questo direi che è abbastanza giusto e ci sta molto.
Mi è piaciuta tanto anche la metafora con il serpente che uccide la preda. Tutto questo rende la storia ancora più affascinante... anche se la mente del serial killer certo non lo è. Ma tu l'hai descritta davvero bene. ^^ Complimenti!

_morgengabe

Nuovo recensore
22/09/17, ore 12:42

Finalmente sono riuscito a leggerla, era un po' che non entravo, comunque...

La storia è bellissima complimenti! Si legge senza annoiarsi per nulla e, almeno secondo me, ha un finale inaspettato che non voglio scrivere qui ;).

Leggerò altre tue storie, mi piace questo modo di scrivere, deciso e diretto senza dilungarsi troppo, un saluto :)

Recensore Master
19/09/17, ore 12:21

Questa storia è semplicemente spettacolare. Non scherzo, davvero!
Partiamo con ordine: la trama è avvincente e tiene incollato il lettore allo schermo con quello stile fluido, pacato e conciso. Non ti sei dilungata troppo e hai descritto tutto in modo perfetto.
Se devo dirti la verità io pensavo che quello che avrebbe fatto una brutta fine sarebbe stato il protagonista. Invece è il protagonista il serial killer! La cosa mi ha piacevolmente sorpreso e preso alla sprovvista. Fino alla fine (morte di Alan) pensavo che sarebbe stato ammazzato.
Non è per niente facile entrare nella mente dei serial killer, specie di quelli che hanno dei disturbi mentali, per questo ti faccio i miei complimenti. Sei riuscita a farmi entrare nella mente dell'assassino, mi hai fatto essere lui per questo breve racconto.
Che altro dirti? In bocca al lupo per il contest. Questa storia merita davvero!

Recensore Master
16/09/17, ore 14:28

Buon pomeriggio.
Un protagonista... da incubo!!
Caspita, che tipo xD
Speriamo di non incontrarne mai xD
Però, in fondo, meglio stare attenti con gli sconosciuti, no? ^^
Un finale aperto, chissà se sarà mai scoperto. Credo di sì... prima o poi qualcuno lo fermerà.
Un racconto macabro, ma scritto molto bene.
Buon proseguimento di giornata e buon fine settimana :) a presto!

Recensore Master
15/09/17, ore 08:37

Ciao carissima!^^
Complimentoni per questa bellissima storia.
Mi è piaciuta molto, la trovo ben scritta, ben congegnata e con alcune trovate veramente diaboliche e originali.
Il fatto che il serial killer sia un maestro di scuola, per esempio. Davvero notevole. Guarda un po' chi educa i pargoli, ahah!^^
Bella anche la riflessione sulla posizione passiva: non spreco il mio cazzo per uno del genere. Molto acuta, improntata comunque al narcisismo e a un alto concetto di sè, che normalmente è tipico dei serial killer.
Bello anche l'animale, un pitone albino. Freddo, indifferente, che non si lega e non ha rapporti affettivi. Una creatura rarissima e indifferente, un po' come il protagonista.
Una bellissima storia, ben scritta e ben architettata, ancora complimenti!^^

Recensore Master
12/09/17, ore 19:33

Ciao!

Mi è piaciuto il taglio soggettivo che hai dato alla storia, seguendo passo passo non solo le azioni, ma anche i pensieri del protagonista, il suo imboccare la spirale discendente con la prima vittima in maniera quasi involontaria, poi, nel tentativo di colmare il vuoto causato da quella perdita, con maggiore consapevolezza e, aggiungerei, con maggiore piacere.
Che è poi l'istinto fondamentale che anima un serial Killer.
Il pitone come animaletto domestico è una chicca molto chic, ma poveri criceti però! ç_ç
Darai un seguito alle gesta dell'insospettabile maestro di scuola?
Sarebbe interessante! :3
(Recensione modificata il 12/09/2017 - 07:34 pm)

Recensore Master
10/09/17, ore 13:39

Questa vicenda è molto interessante, sia dal punto di vista psicologico che emotivo. Mi è piaciuto il rapporto che hai voluto dare al protagonista e ad Alan. Il profilo è molto complesso ma facile da comprendere, il che rende tutta la situazione ancora più interessante. Mi è piaciuta molto la decisione da parte del killer di voler bendare le vittime per colpa del loro sguardo privo di vita. Inoltre, ho appezzato molto anche la presenza del pitone (adoro i serpenti). Penso non ci sia nulla fuori posto. Leggerla mi ha dato motivo di riflettre su alcune cose, soprattutto sul movente:

"Per me uccidere è una necessità, altre volte uno svago qualunque, con Alan è capitato e adesso è l'unico modo che ho trovato per non impazzire. In genere sono capace di controllarmi, quando perdo la ragione però non so che cosa faccio. Dal mio punto di vista i veri mostri sono i pedofili, gli stupratori, chi inquina il pianeta, chi scatena le guerre... eliminare la feccia è un favore che faccio alla società, significa ripulire il mondo e renderlo un luogo più sano e vivibile per gli innocenti. Sono diventato insegnante affinché almeno i miei bambini possano avere l'infanzia che non ho avuto io; e se non riesco a educarli rieducherò gli adulti, con le buone o con le cattive."

Tutto ciò mi ha dato modo di pensare a diverse cose. Non è semplice riuscire a trovare qualcuno in grado di farmi riflettere su alcune sfacettature (di qualsiasi tipo) presenti in una storia. Hai fatto davvero un ottimo lavoro in tutto. Grazie per aver pubblicato questa storia! Spero vincerà il Contest citato in decrizione ☆☆☆

Recensore Junior
09/09/17, ore 22:33

L'idea è buona per me , mi piace come l hai scritta . Complimenti ^^