Grammatica:
Ortografia 9/10
La cura e la metodicità che ho riscontrato nella prima parte, totalmente priva di errori, è stata soppiantata da una seconda parte meno curata, in cui mi sono imbattuta in più refusi ed errori; ti consiglio una rilettura veloce per correggerli.
Lessico 7.5/10
Anche in questo caso ho riscontrato una divisione: una prima parte molto curata dal punto di vista lessicale, con la presenza di parole ricercate, inusuali ma che esprimessero perfettamente il concetto. Ha denotato un vocabolario ampio e variegato e non banale che mi ha conquistata. Improvvisamente, questa raffinatezza e questa ricercatezza lasciano il posto a un lessico povero, di parole semplici e di uso quotidiano che spesso e volentieri scadeva nel colloquiale:
“ma per fortuna che ho Yellow”, qui il “che” non è necessario;
“Stai a vedere che nonostante il suo aspetto da buttafuori questo si occupa di arredamento”, anche questa frase, per quanto grammaticalmente corretta mi è sembrata fin troppo vicino al parlato e non adatto al racconto scritto, per quanto sia una trasposizione dei pensieri dell’altro.
Questa repentina trasformazione mi ha spiazzata e mi ha lasciata anche delusa: eri riuscita a conquistarmi con un vocabolario che fosse ricercato ma senza presunzioni e senza esagerazioni, per poi scadere in un lessico piuttosto gretto. Non so se sia stata una scelta voluta, ma ho avuto più l’impressione che le due parti siano state scritte in momenti diversi, a distanza di tempo l’una dall’altra, e facendo stonare l’una con l’altra.
Non contesto le due scelte (che se inserite in un certo contesto sono anche giustificabili, come in questo caso: tanto un lessico più ricercato quanto uno più semplice sarebbero andati benissimo, a seconda della piega e del tono che avessi voluto conferire alla storia), quanto il fatto che due stili così diversi siano stati affiancati in maniera brusca e apparentemente immotivata.
Sintassi 7.5/10
Credo che la sintassi sia rimasta l’unica cosa pressoché invariata lungo tutto il racconto, anche se, persino in questo elemento ho rilevato una leggera differenza, come se anche in questo caso tu avessi messo maggiore cura nella prima parte, cercando di creare frasi articolate e complesse, mentre nella seconda parte, pur mantenendo un certo livello di complessità, manchino la cura e il lavoor di cesellatura della prima parte
Stile: 7/10
In questa storia convivono due identità: l’una raffinata, ricercata e curata; l’altra più gretta, semplice, infantile, che si abbassa al colloquiale e al parlato. E io non so bene quale delle due sia quella che ti appartiene e ti caratterizza: sono troppo diverse l’una dall’altra e questo brusco cambiamento si sente e stona completamente, lasciando il lettore a domandarsi, perplesso e confuso, i motivi di una tale radicale e repentina trasformazione. Per quanto mi riguarda, ho preferito lo stile della prima parte, più affine ai miei gusti; ma anche quello della seconda parte, più crudo, rozzo e diretto, inserito nelle situazioni in cui è stato utilizzato non stona affatto. L’unico problema, appunto, è la presenza di entrambi e la mancanza di uno stile che sia univoco e chiaro nella sua identità e individualità.
Trama:
Originalità:7.5/10
Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia scelto di scrivere la storia dal punto di vista del protagonista, come se fossimo nella sua testa e ho apprezzato anche il fatto che all’inizio sembrasse tutto normale e non sospetto.
L’idea di descrivere l’evoluzione di un assassino vista dall’interno mi è parsa abbastanza originale, solitamente ci si limita a descriverla dall’esterno o, al massimo, attraverso il suo punto di vista, ma senza entrare nella sua mente, senza sapere davvero lo muova e lo spinga a commettere quelle azioni.
Purtroppo, la storia di un serial killer è un tema ricorrente, che per quanto sia stato trattato in una maniera che ho visto poche volte, rientra nel canone senza proporre nulla di inedito ed eccezionale, stravagante e capace di colpire nel profondo.
Coerenza: 7.5/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto, nonostante la trama mi sia risultata a tratti confusa e difficile da capire, il personaggio si comporta coerentemente, e sarebbe stato ancora meglio se la progressiva evoluzione della sua natura e della sua indole fossero state maggiormente approfondite e sviluppate. L’inizio è buono e promettente, ma, a mio avviso, va limato e soprattutto reso lineare. Mi sono trovata parecchio confusa soprattutto per quanto riguarda i motivi che muovono l’assassino a compiere i suoi atti: da un alto si ha la necessità di soffocare l’omicidio di Alan con altre uccisioni, dall’altro la volontà di depurare il mondo dalla presenza considerate “impure” e meritevoli di morte; nella tua storia queste due istante si fondono e si confondono e non si riesce a capire quale sia la prevalente, se ci sia un collegamento tra le due o sia tutto casuale.
Per quanto riguarda il secondo punto, hai assolto alla mia richiesta mostrando come anche un semplice e all’apparenza innocuo maestro di scuola elementare possa nascondere una natura di omicida, piuttosto violento e crudele. Nel tuo caso il confine tra mostro e uomo e la sua labilità è accennata, e le due nature continuano ad alternarsi nel personaggio, e se all’inizio sembra prevalere la componente umana, lentamente prende il sopravvento quella mostruosa, cercando di sopprimere la compagna che ritorna quando l’uomo ha compiuto il fatto o quando deve indossare la maschera imposta dalla società. Nonostante questo, il problema è solo accennato, introdotto, ma non completamente sviluppato: è come se tu avessi gettato il sasso ma ti fossi limitata quello. Apprezzo molto questa allusione, ma ho l’impressione che la trattazione sia incompleta e manchi di un vero e proprio approfondimento.
Scorrevolezza:6.5/10
All’inizio la storia si delineava in maniera chiara e fluida, ma più proseguivo nella lettura, più avevo impressione che diventasse confusa, che ci fossero delle parti che erano state omesse o considerate scontate; ho seguito con difficoltà l’evoluzione del personaggio e non ho ancora capito se già in passato abbia commesso degli omicidi o sia diventato un assassino dopo la morte di Alan; alcuni punti sembrano confermare la seconda ipotesi, altri, invece, lasciano intuire che, in realtà, sia un serial killer da molto prima, e io non ho chiaro a quale delle due possibilità dare credito. Per questo, il testo mi è sembrato dipanarsi con difficoltà, soprattutto nella seconda parte, redendone più difficile la comprensione e rafforzando la mia ipotesi per la quale sia stato scritto in due tempi.
Personaggi:
Caratterizzazione: 8/10
Personaggio con una descrizione piuttosto completa e dettagliata, forte del fatto che la storia sia vista dal suo punto di vista e possiamo apprenderne pensieri e opinioni. Mi è piaciuto soprattutto perché ogni aspetto della sua personalità viene spiegato brevemente ma in maniera esaustiva, e basta qualche frase, un frammento di pensiero per aggiungere un nuovo tassello al mosaico dell’indole di quest’uomo alquanto inquietante e sorprendente.
Alan è un altro personaggio molto ben descritto, di lui si ha l’immagine, forse limitata, che ne ha il protagonista ma attraverso questa visione mitizzata si profila un personaggio candido, sublime e quasi onirico, un angelo sceso sulla terra per lenire il dolore e la frustrazione del protagonista. La sua descrizione è stata molto poetica ed evocativa e mi è piaciuto come questa si sia adattata al personaggio fortificando l’immagine che il protagonista ne ha e delineandola maggiormente agli occhi del lettore-
Anche le altre comparse, per quanto siano personaggi fugaci e labili, sono tratteggiati in maniera decisa e precisa che permette di identificarli immediatamente, come per esempio l’uomo gretto e volgare ucciso dal protagonista; anche in questo caso, i pensieri, le opinioni e le sensazioni di lui hanno fortificato il senso di disprezzo e disgusto nei suoi confronti, creando un personaggio sgradevole fortificato in questa sua caratteristica.
Originalità: 8/10
Protagonista ben caratterizzato e non banale: all’apparenza, può sembrare un uomo qualunque, piuttosto comune e anonimo, ma alcuni dettagli della sua personalità e delle sue abitudini lo rendono inaspettato e inquietante: come le allucinazioni o l’affetto quasi morboso che prova nei confronti del serpente. Mi è piaciuto molto che il ruolo di assassino sia stato affidato a un uomo all’apparenza comune e inaspettato come un maestro di scuola elementare: chi mai andrebbe a pensare che qualcuno che ama i bambini e vuole insegnare loro possa essere tanto spietato e sanguinario?
Mi è piaciuta anche questa sorta di personalità multipla: uomo comune di giorno, conquistatore per adescare le sue vittime, assassino violento e macabro ma anche stranamente attento e meticoloso, e poi l’uomo che dorme abbracciato a un serpente e si confida con lui; sono tutti particolari che rendono il personaggio ricco di sfaccettature e ne mostrano sfumature sorprendenti, creando un personaggio interessante e molto originale, per quanto, di base, sia semplicemente un uomo come tanti altri.
Gradimento personale:3.5/5
È una storia che, nonostante i suoi difetti ho apprezzato: la prima parte è davvero sublime, molto ben scritta, coinvolgente, che si profila senza fretta ma scopre pian piano i vari elementi, invitando il lettore a proseguirne la lettura. A un certo punto ho quasi pensato a un estratto della vita di Pasolini, soprattutto quando adesca il ragazzo nel locale, e mi aspettavo che fosse il ragazzo, in realtà, il vero assassino (sarebbe stato un colpo di scena niente male e la rivisitazione di un evento che ha destato molto scalpore e ancora adesso rimane avvolto nel mistero).
Ma quanto mi è piaciuta la seconda parte, quanto ho trovato difficoltà nel capire e apprezzare la seconda: il lessico è scaduto tutto d’un colpo, rasentando il colloquiale e il parlato, e la trama mi è parsa intricata e confusa, e non sono riuscita a seguire perfettamente l’evoluzione che compie il personaggio. Questo è un vero peccato, dal momento che compromette anche tutta la prima parte. Sono rimasta piuttosto sbigottita e delusa da questo cambiamento improvviso, ma credo sia l’unica pecca di un racconto con parecchio potenziale, che se assumesse uno stile uniforme e una trama comprensibile sarebbe davvero una storia molto bella.
Il mio consiglio, quindi, è di adottare uno stile unico per tutta la storia, sia esso quello più ricercato e raffinato della prima parte o quello più scurrile e rozzo della seconda; o quantomeno, se si vuole sottolineare la degradazione del personaggio che sia un cambiamento progressivo e non subitaneo e brusco, e creare una trama limpida e precisa, che permetta di capire chi sia davvero quest’uomo e come si sia trasformato in un assassino o abbia acuito questa sua natura, ma rendendo una delle due opzioni inequivocabile e facilmente comprensibile per il lettore.
Punti bonus: 3/5
Mi è piaciuto molto l’uso che hai fatto della citazione, inserendola direttamente all’interno di un ragionamento del protagonista. Inoltre, l’intera storia gravita attorno a questa affermazione, e per quanto non sia palese il riferimento, è intuibile; forse avrei preferito uno sviluppo dell’istanza, soprattutto nel punto in cui viene citata, e magari un’influenza maggiore e più sentita della stessa lungo il racconto. La citazione c’è ma non è pregnante e a uno sguardo disattento potrebbe sfuggire.
Totali: 75/100
Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"
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