buongiorno, cara |
Per Sherlock finalmente dormire non è più tanto noioso! |
Qui il raccontare della Johlock diventa un sussurrare, un respirare nella penombra che, come un abbraccio, lo avvolge proteggendolo dal troppo svelare quanto lui ami John, sempre timoroso di sconvolgere, con atteggiamenti che possano apparire sconcertanti, l’uomo di cui è innamorato. Perdersi nella contemplazione della persona che abbiamo messo al centro della nostra vita è una cosa che si fa, ma usare la strategia di farlo mentre l’oggetto della nostra attenzione dorme, permette di non mascherare alcuna emozione, con l’unica preoccupazione di non respirare troppo rumorosamente per non spezzare l’incanto di quel momento. Una OS breve e leggera come un battito di ciglia, quell’impercettibile movimento, quasi un battere le ali dell’animo, che permette a Sh lo svelarsi progressivo della luce che è diventato John nella sua vita. Come dicevo prima, è una storia che tu racconti con parole che suscitano toni delicati (“…lento…tepore…scivolare…morbido…ecc…”), sussurrati appunto; più che un racconto è un’immagine dai toni tenui e sfumati in cui racchiudi l’essenza stessa della Johnlock: Sh che, reduce da un cammino lungo e aspro, nel buio della solitudine e dell’incomprensione che hanno sempre caratterizzato la sua vita, ora sa che la luce che lo fa procedere, sicuro, non si spegnerà finchè John rimarrà con lui; e quest’ultimo, il cui “volto disteso” rivela il potersi abbandonare, finalmente, alla verità che il suo cuore gli ha sempre gridato ma che lui non ha potuto, o voluto, ascoltare prima, può ora riposare senza incubi. |
Poetica. È stata la prima cosa che ho pensato alla fine della lettura della tua flash. |