Recensioni per
Ester the Bard
di EsterElle

Questa storia ha ottenuto 45 recensioni.
Positive : 45
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/10/17, ore 19:36

Sesta classificata al contest Sfida alle 100 parole – IV edizione

Grammatica: 6/10
I drabble

“piú”: -0.50; la grafia corretta è “più”, con l’accento grave.
II drabble

piú”: -0.50; idem come sopra.
“Non era niente male, il titolo che avevi”: -1; la virgola separa il verbo dal complemento, va omessa.

“Non te lo sei chiesta mai, quanto potevi sopportare, per un granello di celebrità?”: -2; questa frase è costruita male. In primo luogo, la virgola che segue “sopportare” è errata, perché l’espressione è unica e non va spezzata (“quanto potevi sopportare per un granello di celebrità?”). In secondo luogo, il segno di punteggiatura che segue “mai” è poco indicato: anziché una virgola avresti dovuto utilizzare i due punti, questo perché ciò che segue è un punto di domanda – la virgola presuppone una frase marcata non interrogativa, dove tra l’altro il modo del verbo “potere” avrebbe dovuto essere il congiuntivo e non l’indicativo. Le alternative corrette per questa frase sono quindi due: “Non te lo sei chiesta mai: quanto potevi sopportare per un granello di celebrità?” e “Non te lo sei chiesta mai, quanto potessi sopportare per un granello di celebrità”.

Stile e lessico: 6/10
Lo stile della tua raccolta è molto particolare, perché è veicolato dalla personificazione di due soggetti astratti, la Fama e la Guerra, che parlano in prima persona e si rivolgono alla protagonista del tuo racconto. La trama, difatti, si svolge attraverso lo sguardo decisamente indiscreto di queste due ospiti: prima l’una, poi l’altra e infine entrambe. I tempi verbali si alternano tra passato e presente, questo perché riproduci un discorso diretto che, per forza di cose, adatta i propri tempi a ciò che il soggetto vuole esprimere. Questa narrazione in prima persona che risulta essere un monologo ha fatto sì che stilisticamente la tua storia somigliasse a una sorta di ballata in prosa (perdona l’ossimoro), dove un menestrello che tutto sa si rivolge quasi con scherno a chi lo ascolta. Tutta questa struttura è impostata bene, trovo solo che in alcuni punti sia stata gestita in maniera meno efficace.
Un primo tratto stilistico a mio avviso problematico è il rapporto tra corsivo e non corsivo: nella prima drabble il corsivo è totalmente assente, mentre la seconda è scritta interamente in corsivo, nella terza i due stili si alternano e non risulta chiaro se sia un modo per porre enfasi su alcune espressioni – come sembrerebbe dall’ultimo capoverso – o se sia un modo per far capire al lettore quando parla Guerra e quando parla Fama. Le due alternative non sono interscambiabili, ognuna dà una sfumatura diversa alla drabble conclusiva della raccolta, di conseguenza è penalizzante che non sia chiarissimo l’utilizzo che fai dell’assenza e della presenza del corsivo.
Ti riporto poi le situazioni singole che a mio avviso presentano delle incertezze:


Credevi che la pena, la tragedia, fosse tutta lì lontano”: l’espressione in grassetto non è corretta. L’avverbio “lì” generalmente indica una distanza non eccessiva tra il soggetto e il luogo/oggetto indicato, di conseguenza non è indicato associarlo a “lontano”, che è un avverbio che indica invece una distanza considerevole. Inoltre, non è appropriato inserire due avverbi uno dietro l’altro. Ho voluto considerare la tua una scelta stilistica-lessicale – in ragione di un discorso che affronterò quando parlerò del lessico – e quindi ti ho riportato l’appunto qui.

nel rossetto, per diventar ancor piú bella”: in questo caso la virgola spezza una frase che per acquisire senso compiuto dovrebbe essere ininterrotta. “Ero nel riflesso dello specchio, nel rossetto per diventar ancor più bella”, come vedi il ritmo cambia e diviene più scorrevole, rendendo il significato della frase immediato.

Sai, la fortuna è scritta nelle stelle e la caparbia volontà di una ragazza sciocca può conquistare la tua consolazione”: in questo caso trovo che la comprensione dell’espressione in grassetto risulti ostica. Non è chiaro cosa possa voler dire “conquistare la consolazione”, perché la consolazione non è un qualcosa che può essere conquistato, soprattutto da un’altra persona rispetto a sé. Per come l’ho intesa io, la “ragazza sciocca” cui si riferisce il periodo è Cho e la “caparbia volontà” è la sua ostinazione a restare accanto a Marietta rifiutando di riconoscere in lei una traditrice, di conseguenza quello che Cho “può conquistare” dovrebbe essere la possibilità di consolarla oppure Cho può essere “la tua consolazione”. Le possibilità sono tante e tra queste è annoverata anche la possibilità che io non abbia colto il significato dell’espressione, che come detto in precedenza è sin troppo ostica.

La senti Cho, che sussurra alle tue guance martoriate: // “Resterai comunque bella”?”: qui ricorrono tre situazioni da affrontare. La prima è una virgola mancante tra “La senti” e “Cho”: grammaticalmente, poiché il pronome la anticipa e sottintende “Cho”, dovrebbe esserci una virgola, tuttavia trovo che si possa soprassedere sulla mancanza per evitare che il ritmo della frase venga penalizzato con eccessive pause – ho riportato la cosa solo per completezza. La seconda e la terza sono la punteggiatura e la scelta di suddividere il periodo in due capoversi. Quanto alla punteggiatura, i due punti creano una pausa forte, che arresta una frase e ne introduce un’altra, di conseguenza il punto interrogativo che chiude il periodo sembra appartenere alla frase “Resterai comunque bella” anziché all’intera espressione – sensazione inesatta, perché che appartenga all’intera espressione è reso evidente dalle virgolette alte che lasciano fuori il punto interrogativo. Ad ampliare la confusione circa questo periodo è poi la scelta di andare a capo dopo i due punti – elemento che già di per sé non è consigliabile in prosa. La frase con la punteggiatura corretta sarebbe dovuta essere “La senti, Cho, che sussurra alle tue guance martoriate “Resterai comunque bella”?, dato che la domanda, parafrasando, è “Marietta, senti quello che ti dice Cho?”.

Passando al lessico, trovo che tu abbia tentato di rendere il registro linguistico poetico, senza tuttavia riuscirci pienamente, difatti il registro risulta un po’ disomogeneo: a fronte di parole tronche che sembrano richiamare atmosfere antiche e poetiche, vi sono termini di certo non pretenziosi né ricercati. Ad esempio:

Ero nell’occasion di un bacio, nelle giuste compagnie, nella tua fiammante, nuova divisa Corvonero: qui usi “occasion” anziché “occasione”, ma poi scegli “giuste” anziché “opportune/rette/esemplari”, così come scegli “fiammante” anziché “fulgida/sgargiante” e così via. Per far sì che il registro linguistico di Fama e Guerra risultasse ricercato (e poetico), sarebbe stato necessario adeguare a questo intento ogni singola scelta lessicale; l’escamotage usato – ossia troncare alcune parole e ricorrere, credo, a espressioni in apparenza particolari come “lì lontano” – ha solo reso disomogeneo il registro linguistico nei tratti interessati. L’idea che avevi era ottima, ma trovo che sia rimasta inespressa.

Salvo questo aspetto, la raccolta dal punto di vista lessicale non presenta problemi: non vi sono ripetizioni né termini errati (salvo quelli riportati) e nel complesso risulta efficace.
Concludendo, facendo un rapporto tra pro e contro ho reputato corretto assegnare 6/10 in questo parametro. Stile e lessico della tua storia non sono affatto male, è evidente che tu abbia dimestichezza con la scrittura, ma trovo che l’impalcatura stilistico-lessicale del racconto sia rimasta in parte inespressa, perché penalizzata dalle situazioni messe in evidenza.


Titolo: 4/5
Il titolo che hai scelto è sicuramente coerente al contenuto della tua storia, è persino il titolo della terza drabble, e dà spazio ai giudici della tua protagonista: la Fama e la Guerra. È un titolo che rimanda a contesti bellici, e quello vissuto dalla protagonista è un po’ una guerra: una guerra con se stessa soprattutto, ma anche con queste due forze che, in un modo o nell’altro, le rendono la vita complicata. Il punto debole di questo titolo è però l’incapacità di comunicare al lettore l’atmosfera della narrazione e la tipologia di testo: l’atmosfera è drammatica, la tipologia è introspettiva, ma il titolo lascia intuire azione e forte emotività, elementi che nella raccolta mancano. Inoltre, non è un titolo in grado di distinguersi nella moltitudine e di calamitare l’attenzione, il che è è un peccato. Tuttavia, ho deciso di assegnarti comunque 4/5, che è un punteggio molto alto, perché di fatto il titolo riassume in sé le due colonne della storia e, come detto, gli agenti che influenzano le azioni e le scelte della protagonista.

Utilizzo (e originalità) del prompt: 10/10
Avevo in mente una storia completamente diversa quando ho associato questo prompt a Marietta, pertanto la tua idea mi ha sorpresa e l’ho trovata davvero riuscita. Con Comunque bella sarebbe stato intuitivo costruire un filone introspettivo sulle conseguenze subite dalla protagonista a causa dell’incantesimo di Hermione, invece tu sei andata oltre e hai sì costruito un filone introspettivo, ma l’hai strutturato sui desideri e le insicurezze più intimi della tua protagonista. Marietta, affamata di fama, vive alla disperata ricerca di apprezzamenti – e, si sa, l’apprezzamento più immediato e ricercato soprattutto durante l’adolescenza è quello fisico: il sei bella ridondante – e fa il possibile per conquistarli. In apparenza non c’è una presenza massiccia del prompt, è piuttosto la base silenziosa su cui si snoda la trama, che esplode nel finale con quel “resterai comunque bella” che ricorda alla protagonista tutti i suoi peccati, i suoi desideri futili e la sua condanna. Hai saputo rigirare in maniera molto originale un prompt che brancolava nella banalità, quindi trovo che tu sia stata davvero molto brava, riuscendo a estrapolare e dare spessore a un mondo al di là delle parole. 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 6/10
Sono stata a lungo indecisa sul punteggio da assegnarti in questo parametro, perché ho compreso bene, complici note molto esaustive, la tua visione di Marietta, tuttavia non ho potuto evitare di accostare la tua visione all’opera originale, e lì qualche problema è sorto.
Inizio dalla tua visione del personaggio: Marietta frivola, vanesia, Marietta in cerca di fama, di attenzioni, Marietta offuscata, tradita da se stessa. Tutti elementi, questi, che sviluppi bene nell’arco delle tre drabble, è comunicato efficacemente il desiderio impellente della tua protagonista di apparire – la Fama che cerca disperatamente e che offusca i suoi sensi –, così come è comunicata altrettanto efficacemente la sua decadenza – la Guerra che la reclama e punisce i sensi offuscati da futilità. Ancora, caratterizzi bene il suo rapportarsi al mondo circostante fatto di eventi che ignora o sottovaluta e di amicizie di circostanza, che lei si illude di sfruttare per la propria arrampicata sociale. Descrivi una Marietta molto meschina, così tanto che risulta difficile, alla fine, provare empatia per lei, nonostante i suoi sogni vengano infranti in maniera decisamente violenta.
Passo ora a ciò che sappiamo di Marietta dalla saga: premetto che per sicurezza ho riletto gli estratti in cui compare Marietta, dall’incontro alla Testa di Porco sino al litigio tra Cho e Harry. Marietta è sempre descritta come riluttante a prendere parte alle riunioni dell’Esercito di Silente, scocca un’occhiata di biasimo a Cho prima di firmare, ed è l’unica amica che Cho porta con sé – il punto di vista di Harry la etichetta come una delle sue amiche ridoline, ma nei fatti è l’unica di cui Cho si fidi abbastanza o l’unica con cui abbia un rapporto più stretto. Inoltre, Marietta sceglie di confessare tutto, ignara delle conseguenze, perché teme che la sua “attività extra-scolastica” possa avere ripercussioni sul lavoro della madre – almeno, questo è quanto ci dice Cho. Raccolte tutte queste informazioni, il quadro che ne è esce non è esattamente quello di una ragazza meschina e frivola. Nella raccolta, scrivi che per fama Marietta sceglie Cho come amica in quanto fiamma di Harry Potter, ma questo ha poco senso se rapportato al quinto libro della saga: ne L’Ordine della Fenice Harry è schernito da gran parte della scuola, additato come pazzo assieme a Silente, mentre Cho è l’ombra di se stessa a causa della morte di Cedric, non è più la stella brillante dell’anno precedente, in più un metodo sicuro ed efficace per affossare la propria fama era proprio quello di prendere parte alle lezioni dell’Esercito di Silente, gruppo illegale e soprattutto segreto – una persona in cerca di fama non ha nessun interesse a frequentare un gruppo che deve restare segreto. La Marietta frivola che descrivi, proprio per amore di fama, avrebbe dovuto cercare la compagnia di qualcuno della Squadra d’Inquisizione oppure di studenti che non fossero etichettati come pazzi – Cho è la ragazza del pazzo Harry Potter, quello da tenere alla larga. Ma andando oltre tutto questo e ipotizzando che Marietta abbia davvero voluto sfruttare la fama – negativa – di cui godeva Cho e abbia preso parte all’ES per rinsaldare quest’amicizia, sfugge il motivo per cui abbia tradito tutti e se stessa in primis, affossando quella fama conquistata con tanto sacrificio.
Insomma, nel complesso ci sono diversi elementi discordanti tra quanto si deduce dai libri e la tua interpretazione del personaggio. Il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 6/10 è duplice: da un lato, come detto in precedenza, la tua interpretazione del personaggio è comunicata efficacemente; dall’altro, ho considerato il ragionevole beneficio del dubbio: al di là di ogni cosa, non sappiamo cosa pensasse Marietta, ragion per cui non ho penalizzato troppo la tua iniziativa.

Totale: 32/45

Recensore Master
30/09/17, ore 18:38

Buon pomeriggio!
Tra le raccolte che partecipano al Contest di Rosmary ho trovato la tua e, dopo averla letta, non potevo che lasciarti un piccolo parere!
Certamente sei stata coraggiosa a scegliere un personaggio come Marietta, secondario e che nei libri non ci fa una gran bella figura, ma più che coraggiosa direi che sei stata abilissima nell'introspezione di un personaggio di cui sappiamo così poco :D
La tua Marietta è vanesia, superficiale, incapace di essere una vera amica: nella caratterizzazione così graffiante e cinica che hai scelto per lei sei stata secondo me molto fedele al personaggio della Rowling. Hai pipercorso in parte le vicende del quinto libro, e ci hai mostrato un background alquanto negativo, persino dell'amicizia con Cho hai evidenziato l'aspetto più utilitaristico di questo rapporto: sebbene un po' crudele trovo che tu l'abbia resa molto affascinante come cosa.
Originalissima, a dir poco, anche la tecnica narrativa: non ho mai letto nulla in cui la prospettiva fosse quella di due concetti come Fama e Guerra, almeno non in forma così esplicita! E proprio l'aver scelto due concetti, cioè due "cose" senza emozioni, impassibili, come voci narranti, ti ha permesso di spogliare Marietta di ogni futile apparenza, di ogni falsa bontà: in qualche modo è come vederla "nuda" davanti ai propri scheletri nell'armadio. Ed è tragicamente ironico che proprio la ragazza di cui era stata amica solo per vivere di luce riflessa, sia l'unica cosa rimastale dopo la guerra. Nonostante tutto, alla fine non si può provare che pena per lei.
Davvero complimenti! Buona fortuna per il Contest!
Un bacio

Recensore Master
30/09/17, ore 17:57

Ciao Ester. Ho apprezzato da morire queste drabble, sia il personaggio che la gestione della narrazione che hai scelto sono estremamente originali. Non penso sia facile prendere un personaggio secondario come Marietta e scrivere qualcosa d'interessante, quindi tanto di cappello! Hai raccontato il tutto con estrema efficacia, per tutta la lettura si percepisce un alone di scherno nei confronti della protagonista che rende il tutto ancor più riuscito. Complimenti, davvero, lo stile che hai usato è diretto, immediato, e colpisce con la sua accurata eleganza. Mi piacciono molto le storie brevi che personificano dei concetti (ne ho personificati anche io, per farti capire quanto), specie se scritte bene come queste, e la cosa curiosa è che Marietta cerca la Fama, mentre dalla Guerra viene cercata.  Sono bastate queste due condizioni a chiarire indirettamente - e ulteriormente - il ruolo di ciascuna. È come se Marietta fosse in bilico tra due arpie, una che cerca di trascinarla giù, l'altra che la rifugge e poi la lascia con un pugno di mosche in mano. Ma non ci sono solo due arpie, c'e anche Cho, che invece le resta accanto (la odio, ma qui sei riuscita a farmela digerire, ancora tanto di cappello perché sei la sola ad essserci riuscita!). Dal punto di vista della caratterizzazione sei stata bravissima, ti sei attenuta a quel poco che si sapeva di Marietta per tracciare una strada, in sole 300 parole, che più verosimile di così non si può. Quel "resterai comunque bella" si prende uno spazio notevole, è centrale. Mi è rimasto impresso più di ogni altra cosa, secondo me hai utilizzato il prompt in maniera estremamente incisiva, davvero brava! Con "comunque bella", in tre drabble,  è difficile ideare qualcosa di originale, ma tu ci hai costruito su una trama geniale, perché "Resterai comunque bella" detto da Cho a una finta amica rimanda immediatamente al senso di colpa. Ed è proprio il senso di colpa di Marietta a schiacciare, si sente proprio uscire fuori, come se fosse lui il protagonista, il concetto personificato in maniera sottintesa. Bravissima!
(Recensione modificata il 30/09/2017 - 05:58 pm)

Recensore Veterano
30/09/17, ore 16:50

Ciao! Ti becchi la prima recensione per le drabble partecipanti al contest di Rosmary! ** Ero curiosissima di leggere questa tua storia, visto che il pacchetto da te scelto era uno di quelli che avevo chiesto di visualizzare e una storia su Marietta aveva solleticato anche me, per un momento, ma, sapendo del poco tempo a disposizione e della complessità del personaggio (essendo praticamente sconosciuto), ho preferito optare per altro. Ma la curiosità è rimasta eccome e sono contenta che tu abbia scelto di incentrare le drabble su di lei e non sulla coppia :)
Bando alle ciance, passiamo alle drabble... davvero davvero belle e particolari! Ti dico sin da subito che ho adorato l'originalità dei punti di vista delle tre storie: far "parlare" dei concetti astratti è una cosa che trovo davvero affascinante, e tu sei riuscita magistralmente nel tuo intento scegliendo due concetti che si sposano benissimo sia con la situazione da te ideata, sia con i dettagli originali della saga. Per quanto riguarda la sua caratterizzazione, sapendo poco di lei e comparendo solo in pochi contesti nella saga, devo dire che sei riuscita comunque a fare un ottimo lavoro e a darle una caratterizzazione d'effetto e convincente, nonostante il poco spazio a disposizione. Mi piace moltissimo come tu abbia dipinto una ragazza sì vanesia e superficiale, ma senza renderla prevedibile e, soprattutto, tratteggiandola in maniera coerente con quel poco che sappiamo di lei. I miei più sinceri complimenti vanno, inoltre, allo stile utilizzato: schietto, graffiante e diretto, soprattutto nell'ultima drabble, quando la realtà dei fatti colpisce Marietta come una stilettata.

In bocca al lupo per il contest!

Giulia