Ciao Olga, eccomi qui a recensire la tua raccolta! Per rispondere a quanto mi hai scritto nel messaggio, non lo faccio perché mi sento in debito. Avevo davvero voglia di leggere qualcosa di tuo, anche se ammetto che, se le storie mi piacciono, adoro ricambiare chi mi recensisce, mi sembra una cosa carina da fare.
"Ispirazione, smettila di camminarmi addosso."
Molto bella questa frase, come se l'ispirazione fosse un essere vivente, qualcuno che ti viene vicino. Io vorrei che... aspetta. Scusa, Red era salito sul lavandino del bagno. Dicevo, io invece vorrei che mi camminasse addosso, quindi il contrario di quanto hai scritto tu. So benissimo cosa scrivere, ma quando ci provo ciò che scrivo non mi piace, mi si bloccano le parole, sarà anche il caldo, ma al massimo a settembre vorrei ricominciare, odio lasciare la mia storia incompleta!
Comunque... se ho capito bene, questa è una poesia/uno sfogo/altro, ma non importa se si tratta di questo o no. Anche fosse una poesia, secondo me le poesie non devono essere per forza in rima (ho conosciuto gente che lo sostiene, invece, ma io penso non sia affatto così). Ad ogni modo, l'importante è che scrivere questo componimento ti abbia fatto bene.
Credo che qui tu abbia voluto parlare della persona che scrive, dell'ispirazione, anche se non sono riuscita a dare un senso a tutti i versi. O meglio, ci ho dato un senso, ma non so se è quello che intendevi tu. Penso che la persona che scrive, tu, quindi, o qualsiasi altra, non voglia che l'ispirazione continui a starle vicina perché, a volte, si ha anche bisogno che dia un attimo di respiro, se abbiamo scritto molto e ci sentiamo stanchi. I pericoli di cui hai parlato forse sono le storie che scrivi, non lo so, anche se definirle pericoli se fosse così mi sembra strano, e i pensieri sono quelli delle storie che stai scrivendo/vorresti scrivere, che non ti lasciano in pace. Il deserto, invece, secondo me è il momento nel quale non hai idee, però continui a pensare a quello che appunto ti piacerebbe scrivere. E ognuno di noi si può ritrovare in tutto ciò.
"Dove, tra rocce e lunghi tempi
notte e giorno non procedono se è una terra di confusione.
Non vedrò la fine."
Rocce e lunghi tempi li interpreto come il blocco dello scrittore, odiosissimo, e le difficoltà che chi scrive incontra in generale (mancanza di ispirazione, stanchezza fisica o mentale, mancanza di tempo, o problemi personali e familiari che a volte, purtroppo - e lo dico per esperienza - possono allontanare dalla scrittura, perché in certi casi la vita sovrasta anche le proprie passioni, anche se è terribilmente ingiusto).
Ripeto, non so se ciò che ho scritto ha senso, se era questo il significato che tu volevi dare a questo scritto, o forse ogni lettore può interpretarlo a modo proprio, ma comunque ti faccio i miei complimenti. Non è sicuramente cosa facile raccontare tutto questo in così poche righe.
Giulia |