Recensioni per
Road to Evolution
di Watashiwa

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
26/04/18, ore 23:06

Ciao.
Se non erro ero già passato da queste parti tempo fa sotto consiglio di un amica, oggi dando una sbirciata al tuo profilo noto che hai scritto una raccolta su un gruppo che ho seguito per tutta la adolescenza.
Credo che è dispiaciuto a tutti per Chester e manca a tutti quanti noi fan, è ancora irreale se ci penso certe giornate.
Le mie conoscenze per giudicare una poesia sono piuttosto discutibili, però questi versi sono riusciti a comunicarmi qualcosa, quel tipo di emozione genuina e rabbiosa che è presente in Hybrid Theory, belli i riferimenti a certe canzoni presenti in quel disco e di quel periodo tipo My December e la copertina dell'album.
Si sente la solitudine dell'autore dei versi, la sua angoscia nelle cose che non vanno come dovrebbero ma viene fuori anche la sua testardaggine che lo porta a continuare perchè è l'unica maniera che lo può portare a essere sé stesso, combattivo e fragile al tempo stesso.
Bei versi, pieno di significato e forti del fatto che rappresenta l'umore generale del disco che hai trattato.
In futuro leggerò e recensirò anche le altre.
Buona serata.

Nuovo recensore
23/04/18, ore 13:52

In questo disco la band ha cercato di creare un concept capace di far aprire gli occhi al mondo sulla crudeltà dell'uomo, la sua insensibilità e quello che può portare, cioè la distruzione totale del mondo in cui viviamo.

Ho sempre pensato che questo album fosse un casino riuscito a metà: c'erano discorsi di personaggi importanti, intermezzi, miscugli di generi diversi e distanti dagli esordi... ma certe tracce mi sono entrate dentro, tipo Blackout, the Catalyst e Iridescent su tutte.

La poesia si apre con dei versi molto diretti e dal linguaggio accessibile che man mano si plasma per creare la visione e i concept del disco, realisitici e aspri perché attenti su quello che succede in molte zone del mondo, oltre che nella quotidianità dei membri della band, conoscendo anche certe loro dichiarazioni.

C'è la volontà di mostrarsi attivi dal punto di vista delle sensazioni, lontani dall'essere dei robot insensibili insomma, delle persone con il cuore in mano con dei messaggi macchiati di sangue e verità, di andare oltre e portare con sè le persone che possano capire, verso un mondo più saggio e vissuto fino al midollo.

Rispetto alla poesia precedente c'è più sostanza e ricercatezza dei versi che appaiono più corposi e coerenti nel significato dell'album (che funzionano così come l'ascolto congiunto delle canzoni di A thousand suns), con riferimenti più espliciti a diverse canzoni che spingono l'attenzione verso l'umore generale di disperazione e battaglia.

Mi hanno colpito due parti in particolare: la prima è quella che comincia con "Ascolto solo battiti sanguinolenti" perché mostra la sua fragilità ma la sua propensione a un sogno forse utopico e che suona come un'iperbole, la seconda il verso finale in quanto è un messaggio forte che mette l'amore al primo posto di un qualcosa, di tutto quello in cui ci si batte, nei riguardi del compagno di queste avventure che fanno parte della vita.

Come avrai intuito l'album non è nel mio podio dei preferiti ma tu hai composto un tributo elaborato e centrato, crudo ed emotivo nella sua essenza, cosa che spicca esattamente in casi come questi e che fanno capire ancora di più quanto la musica sia in linea con un significato profondo e personale.

Recensore Veterano
19/04/18, ore 23:48

Ciao Watashiwa! =)
Già oggi pomeriggio ero passata a leggere questa terza poesia, ma essendo in pausa pranzo e con la mente non propriamente lucida ho preferito aspettare stasera e avere un momento più calmo della giornata per leggerla e passare.
Minutes to Midnight è un album che ricordo già un po' di più rispetto agli altri, sarà perché vi è presente la mia seconda canzone dei LP preferita ossia Leave out all the rest, probabilmente anche quella più famosa dell'intero album.
Presente quando da adolescente ogni problema sembra insormontabile e solo la musica pare dare conforto? Ecco, io non facevo eccezione e canzoni come Leave out all the rest o anche Bleed it out erano parte integrante della mia playlist... forse per quella combinazione perdono-reagire da cui cercavo di trarre coraggio.
(non che poi ora da grande le cose siano poi tanto cambiate ahahah... anche se la realtà mi appare in modo molto diverso rispetto a quando ero un'adolescente xD Lascia stare, se stodivagando.)
Comunque... torniamo a noi! Quando penso a Minutes to Midnight mi viene sempre in mente un discorso catastrofista alla "occhio, non siamo ancora a mezzanotte, ma ci siamo vicini", come se la fine non sia poi così lontana come pensavamo, o come se non dovessimo dare per scontato che una fine possa veramente arrivare.
Ed effettivamente questa visione così apocalittica mi ha parecchio influenzata durante la lettura, donandomi una visione negativa globale, rimandandomi appunto al video di What I've done, invitandomi a riflettere sia sul passato, ma anche per quello che potrebbe accadere in futuro.
In particolare c'è quell'ultima parte, quella che parte da "Vivete per gli ultimi attimi..." che è stata capace di darmi i brividi, portandomi a pensare: che cosa ho fatto finora? che cosa sto facendo adesso?
Come se le mie esperienze di vita siano fragili e destinate a sparire col tempo... perché sì questo mi ha trasmesso questa terza poesia: fragilità appunto, come da te anche scritto. Perché di fondo l'essere umano è fragile, per quanto ostinato a rialzarsi.
Ora toglimi una curiosità: Minutes to Midnight per quel che ricordo, e spero di non sbagliarmi, già rappresentava un cambiamento nella musica dei LP (già solo Leave out all the rest era un pezzo molto più melodico se lo vado a comparare ad altri pezzi di Meteora o Hybrid Theory), in questa poesia volevi rendere omaggio a quello che è stato un iniziale cambiamento da parte della band?
Leggendo ho avuto quest'impressione.
Alla prossima ;)

Recensore Veterano
18/04/18, ore 22:45

Ciao, eccomi di nuovo qua per recensire questa poesia.
Quando ho visto che stavolta era dedicata a Meteora ho pensato bene di aprire Youtube e dare una rinfrescata ai miei ricordi: è stato un vero e proprio tuffo nel passato, essendo un album uscito nel 2003... son passati anni dalla sua uscita, dove tra l'altro si trova anche la mia amatissima Somewhere I belong *w*
Mentre leggevo ho rivisto nella mia mente il ricordo della copertina, un vaghissimo ricordo per essere precisa... per fortuna ci ha pensato Google a farmi ricordare che in quella copertina c'era raffigurato un uomo chinato, con qualcosa in mano, come se stesse davvero costruendo qualcosa, come da te accennato nella poesia... ma quel "qualcosa" è soggettivo e varia da persona a persona, nessun altro potrà mai sapere cosa, perché è una consapevolezza che solo noi stessi possiamo sapere.
Complimenti ancora per le scelte linguistiche e il registro, ero già rimasta piacevolmente sorpresa da come avevi unito diverse parole per comporre vere e proprie frasi nella scorsa poesia, ma questa mi è piaciuta ancora di più della precedente.

Recensore Veterano
16/04/18, ore 23:04

Ciao, eccomi qua! =)
Ti chiedo scusa se ho ritardato un po', come ti avevo accennato nel weekend tendo ad accendere meno il computer.
Ad ogni modo non ho esitato a fiondarmi su questa raccolta perché anche io sono fan dei Linkin Park dal 2003, dai tempi di quella famosissima Somewhere I belong che, seppure ancora ragazzina, mi aveva ammaliato grazie al suo video musicale.
Penso che la tua raccolta si rivelerà una piacevole sopresa: non sono molto pratica del genere della poesia, perciò leggerla sarà una scoperta nuova anche per me!
Non posso darti consigli o suggerimenti in merito al genere, posso però parlarti delle sensazioni che leggere questo componimento sono scaturite in me.
C'è una bella musicalità nelle parole da te scelte unite l'una dietro le altre.
Ammetto che a una prima lettura ho dovuto riprendere la poesia da capo e rileggerla ad alta voce, il solo leggerle dentro la mia mente non hanno dato la stessa resa data ad alta voce. Penso anche che se tornassi a leggere la tua poesia un'altra volta ancora sarebbe capace di darmi altre sensazioni che ora invece non riesco a cogliere.
Ho sempre ritenuto le poesie qualcosa di estremamente personale e soggettivo, qualcosa che è capace di dare ad altri una determinata sensazione e ad altri ancora la capacità di scaturire sentimenti diversi.
Ho percepito la solitudine in questo tuo pensiero, ma anche la fragilità di chi combatte una guerra -qualunque essa possa essere-.
In tutto questo però non viene a mancare la speranza, perché io ci vedo anche un forte messaggio di speranza nelle ultime righe, e questo lo ritengo bellissimo, perché se mi "metto nei panni di quel soldato" posso ben sperare che anche per lui esista un lieto fine, o quantomeno mi piacerebbe vederla così.
Ti chiedo scusa se invece che una recensione ho parlato solo delle mie sensazioni xD
Comunque ho apprezzato davvero tutto quanto, facendoti anche i complimenti per l'impaginazione e la firma finale che, sempre più, mi hanno fatto ricordare che quanto letto è una poesia, non una fanfiction né un racconto.

Nuovo recensore
13/02/18, ore 13:34

il quarto rigo e il sesto mi hanno come per un momento spezzato, e allo stesso immaginato di essere in un immensa galassia. Alla continua ricerca di salvezza...
e l'ultima frase è come il finale di una dichiarazione...

anche questo capitolo, dal titolo unico come lo è l'album è ben descritto, e colpisce davvero.

Nuovo recensore
31/12/17, ore 19:47

Come ti avevo detto nell'ultima recensione, aspettavo le successive poesie per sapere cosa avresti raccontato a riguardo di questi dischi e di quel periodo, devo dire che sembra un'eternità nonostante tutto.

Di questa poesia mi è piaciuta molto la spontaneità e la concezione del gruppo che è presente già dalla misteriosa copertina, degli eroi (stra)ordinari che vivono la loro vita facendo qualcosa di forte e desiderabile in maniera esplosiva, questo però crea anche incomprensione ed esclusione da parte degli estranei, che costruiscono muri e barriere che portano a dolore e giornate passate alla stregua di un dolore lancinante.

Questo è perché gli eroi puri, inconsapevolmente o anche meno, si aspettano di arrivare alla maggior parte delle persone alle quali si rivolgono e quando ci sono reazioni di questo tipo, la ferita è doppia e non accenna a cicatrizzarsi come molte altre.

Gli elementi terreni e ambientali sono molto vividi e percettibili, con certi sostantivi che fungono come metafore per concetti più astratti e meno chiari al principio (cammino/vita - ultimi attimi, orologio esplosivo/titolo del disco, ecc.) e creano questo distacco e la grande battaglia interiore che i sei protagonisti si trovano a vivere, cercando di rialzarsi e purificarsi di tutti gli errori e vivere gli ultimi momenti sempre come se fossero la prova del fuoco, qualunque sia il suo esito e il suo giudizio da parte degli altri.

Il messaggio totalizzante credo che si rifà parecchio a Leave out all the rest (specie nel finale) e non poteva essere una scelta azzeccata perché a parte essere una delle migliori dell'album poi ha un senso universale e parla molto alle persone apparentemente ordinarie ma che in realtà sono piene di esperienze, sbagli e dolori appresso ma è questo quello che rendono loro così speciali.

Per questo è impossibile non apprezzare questo tuo pensiero: con riferimenti a certi titoli o frasi di varie strofe, un linguaggio cristallino, musicato e che parla per tutti, hai centrato esattamente l'intenzione dei Linkin Park di questo periodo e la loro vena di rinascita che rivive dal dolore di ogni momento di resa o di sfogo, che comunque è (giustamente) presente.

Bella poesia, sono rimasta colpita da come tu abbia compattato tutto ciò che significa Minutes to midnight nella sua impronta musicale più varia rispetto ai precedenti due dischi ma senza dimenticarsi del passato e di quello che è significato, nel bene e nel male.

Credimi, non è da tutti essere dei narratori così attenti e seri per quanto riguarda le sensazioni, ci vuole molta dedizione, cura e affetto, forse anche troppo!

Nuovo recensore
10/12/17, ore 21:40

La mia storia con i Linkin Park è cominciata proprio con una canzone di questo disco, Somewhere I belong: mi piacevano le sonorità, l'angoscia che trasudava nelle loro canzoni e di come Chester cantasse con l'anima e con quella profondità, accompagnato dal rap piuttosto pulito e melodico di Mike.

Devo dire che mi dispiace per quello che ha passato Chester nella sua vita e quando ho saputo del suo gesto sono stata triste tutta la sera, sebbene mi sono allontanata dalla loro musica dopo il quarto disco perché secondo me si erano troppo snaturati, ho dei bei ricordi se ripenso agli anni dell'adolescenza con la loro musica nelle cuffie, specie nei momenti più delicati.

Non ho una conoscenza molto ampia di poesia quindi non so quanto il mio commento possa esserti d'aiuto, però personalmente credo che questo sia un'idea molto carina e un tributo assolutamente adorabile e sentito, con quegli elementi ansiotici e di solitudine che racchiudono molto dei primi due dischi, veri capisaldi del genere nu-metal.

L'idea di farsi ispirare sulle copertine dei dischi è un qualcosa di unico, poi la poesia ha uno stile limpido ma efficace nel racconto del significato che attribuisci a questo loro disco, alle emozioni presenti e che si riassumono nel creare dell'arte che significa qualcosa di grandioso ma che per via della fraintebilità della gente, sempre più insensibile o indifferente nelle storie altrui.

Basterebbe solo un minimo di interesse e di sicurezza in più e certe persone sarebbero anche fiere dei passi compiuti alla ricerca della serenità!

I miei versi preferiti sono la terzina che comprende dal 13 al 15 verso, proprio per quel discorso della creazione di qualcosa di personale che significa veramente tanto per se stessi e che racchiude parte della propria anima, una storia che solo delle volontà e delle orecchie bisognose scopriranno e supporteranno fino al midollo.

Fino ad ora tutto molto interessante e in linea con ciò che vuoi comunicare nelle tue intenzioni, le premesse ci sono per creare un massimo tributo vigoroso e ben compatto emotivamente... questa è ben riuscita credo per l'immediatezza e la libera stilistica adottata, come la definizione della musica creata da questi ragazzi.

Bella bella, ripasserò sicuramente quando pubblicherai le prossime due perché sono gli album che più conosco della band... per quella di Hybrid Theory ho bisogno di tempo perché è il mio loro album preferito e voglio dedicarle il tempo giusto!

Recensore Master
07/12/17, ore 10:43

Ciao eccomi qua! Ovviamente quando ho visto che hai scritto qualcosa su di loro mi sono precipitata a leggere. È bello vedere che c'è qualcuno come me. Io capisco cosa tu voglia dire, anche per me loro erano e sono un qualcosa di importante che mi facevano e mi fanno tutt'ora stare bene.
Ma tornando alla storia... Trovo questa tua idea geniale, è un modo molto originale di rendere omaggio alla loro musica.
Non ho niente da dire dal punto di vista grammaticale e - dato che non mi intendo molto di componimenti poetici - preferisco non esprimermi.
A presto.

Nuovo recensore
19/11/17, ore 18:36

E' davvero bellissima.
Ben scritta e curata, ed ovviamente emozionante. Questa tua poesia è davvero unica.
Come del resto lo sono e lo saranno sempre le loro canzoni.

Recensore Veterano
17/11/17, ore 12:11

Ciao, sono qui per lo scambio.
Non sono solita recensire poesie, forse perché trovo in loro una fragilità — una soggettività — che le rendono oltre il recensibile, piene come sono di significati, di interpretazioni, di tutta una serie di vissuti dell'autore stesso che, diavolo, le rende intoccabili, troppo private.
Non sono solita recensire poesie, anche, perché io non ne scrivo mai. Perché ne apprezzo la complessità — psicologica, grammaticale — abbastanza da sapere che, semplicemente, non è il mio genere.
Tuttavia, un po' per le regole imposte dal gioco, un po' perché questa poesia è riuscita a colpirmi tanto, eccomi qui.
La premessa doverosa che ti faccio è che io, purtroppo, non ho seguito molto i Linkin Park. Ovviamente li conosco — chi non li conoscerebbe? — ma l'unico approccio che ho avuto con loro, a parte i casuali ascolti su radio e televisione, sono stati i fantomatici AMV di Dragon Ball che tu stesso citi. Conscia della mia imbarazzante lacuna, mi sono consegnata alla lettura senza nessun tipo di aspettativa; il risultato è stato qualcosa di bello.
Le tue parole sono calibrate, scelte con minuziosità e mai banali. La ricerca fatta per tradurre al meglio ciò che senti si percepisce in ogni riga, come si percepisce anche il tono malinconico — ma carico di un'ammirazione incrollabile — che hai voluto dare a questo omaggio. Si percepisce, chiaro, tutto quello che questo album ha significato per te, e questo è ciò che importa più di tutto.

«Sei uno spirito che si confonde
tra un cielo pregno di polvere
d'un Dicembre oramai perenne»

Questo è il pezzo che più mi ha colpito, forse perché l'inverno porta con sé quel fascino nostalgico che ben si addice a questa tua poesia, e a tutto quello che ci sta dietro.
Su ciò che è successo al gruppo e al cantante non mi esprimo. C'è fin troppa gente che dà la sua opinione senza conoscere i fatti, e fa già abbastanza danno. Di certo, e su questo sono d'accordo con te, prendere decisioni (drastiche, magari, ma pur sempre tali) non è mai un atto di vigliaccheria. 
Ti faccio i miei complimenti, perché mi hai colpita. È stato un bellissimo pensiero, il tuo, di rendere omaggio a questa band che ha significato così tanto per te.
Soprattutto con le capacità linguistiche che hai.
Alla prossima.

Always_Always



 
(Recensione modificata il 20/11/2017 - 04:44 pm)

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