Ciao!
Ci ho praticamente messo un mese per tornare a leggere la seconda parte, e mi dispiace un sacco, anche perché avevo già inserito la storia tra le preferite per una ragione: ho adorato il primo capitolo.
Adesso che ho recuperato l'ultima stagione come si deve, ho finito di valutare il contest e ho un attimo di respiro, posso godermi la seconda parte. E ho deciso di lasciarti una recensione "cronaca". Quindi mettiti comoda ;)
Iniziamo!
Prima di tutto voglio fare un accenno al primo capitolo, perché adesso, a distanza di settimane, ho ricollegato una scena: Jon che guarda il negozio di Ditocorto e che ignora, non avendo nulla da chiedere. E' la rivisitazione perfetta della scena in cui Jon, prima di partire per Roccia del Drago(?) fa visita alla tomba del padre "zio" e viene raggiunto dalle tentazioni (inutili - bravo Jon) di Petyr. Questo collegamento mi ha fatto amare ancora di più la simbologia di questo racconto, il quale è scritto con una chiave di interpretazione perfetta seguendo le dinamiche dei personaggi all'interno della serie. Complimenti! <3
Sansa è vendicativa, ha la fierezza di chi non dimentica, come "il nord non dimentica". La sorte che ha serbato per Ramsay è la stessa che tu le lasci riservare per Sandor. Te l'ho già detto: non fare collegamenti con la serie qui è impossibile, tu hai semplicemente cambiato ambientazione, ma la chiave di lettura resta la stessa, ed è questo un grandissimo pregio, perché l'IC dei personaggi resta praticamente invariato. Sansa urla, cerca di chiamare l'aiuto di Jon, ma così come nella serie Jon non può sopperire al male che lei ha patito, non può essere lui ha darle soddisfazioni; se le deve prendere da sola. Ed ecco che Petyr le dà la miccia con cui accendere quella vendetta, le dà la carne con cui saziare il fuoco che le è scoppiato nel ventre. Anche qui, credo che tu offra un'interpretazione più esplicita persino rispetto alla serie: in qualche modo Petyr è la persona più malata di GOT. L'ha lasciata nelle mani dei Bolton (è vero che non sapeva a cosa andasse incontro) solo per renderla più simile alla creature spietata e fiera che è la sua visione della donna perfetta che gli può sedere accanto sul trono di spade. Così, il diavolo Petyr rende Sansa una piromane, quasi desiderasse trasformare il suo animo e renderlo più affine alla sua natura; perché due anime affini non posso fare a meno di stare insieme (come a dire "se non puoi amarmi, allora farò in modo che tu non possa che essere amata da me").
Se devo ammetterlo, ho difficoltà a capire la tua interpretazione di Sandor, ma forse perché nella serie io non lo vedo completamente malvagio: poteva, probabilmente desiderava, ma non ha mai abusato di Sansa, era il"suo uccelletto", qualcosa di delicato da proteggere e preservare, avere per sé in qualche modo ma mai con la forza, per quanto ricordo che nella prima o seconda serie abbia provato a portarla via con sé. Neanche il tuo Sandor arriva a compiere davvero un male fisico nei suoi confronti, ma ci va molto più vicino. Forse qui qualcosa mi sfugge, mi manca un tassello per comprendere Sandor fino in fondo. Aiuto!
Ho visto che hai ripreso la frase del film "il caos è una scala". Fantastico!
Eh, no: Jon non può cedere! E io spero che non ceda, e tu mi fai sperare che non ceda, quindi non farlo cedere!
Jon non rivuole Sansa, non la rivuole per sé e non la rivuole accanto a sé. Vuole che ella viva. Ma Petyr è il diavolo, lui non ha il potere di far vivere le persone: lui la toglie la vita. E credo che questo Jon lo abbia capito. Jon non sembra cedere neanche un momento, sembra sottintendere il gioco di Ditocorto, tanto che lascia al Diavolo fare le domande, e le sue risposte non sono mai affermazioni o concessioni, ma sembrano dare risposta a domande più interiori, a cui Jon dà una sua interpretazione e un determinato significato, persino alle risposte. Sembra quasi che le domande che gli porge Petyr a lui arrivino con tutt'altro significato. Ed è questo il Jon che io conosco: colui che fa la cosa che gli altri non si aspettano, che è pronto a dare la vita pur di non perdere se stesso. E anche questo, come ha fatto notare l'ultima serie è orgoglio e credo che, proprio come penso che alla fine Daenerys lo riconosca a Jon Snow nella settima stagione, questo tipo di orgoglio non va mai messo da parte, perché costringere questo tipo di orgoglio a piegarsi vuol dire sopprimere la gente che ama e che ha fede e che dà tutto per gli altri. Sto divagando, scusa! Comunque: non osare farlo cedere! Jon Snow non cede!
Ehi! EHI! Ti avevo detto no! :(
Non ci posso credere! Tra le tante cose che potevi fare, perché cambiare questa parte della storia? Ora capisco perché tutti quei riferimenti alla trama: il lettore è spinto a pensare che la fine sia la stessa, che i riferimenti portano allo stesso epilogo, invece è proprio questo il punto dove la tua storia diventa originale, tua, e si distacca dalla trama della serie. Ma io dico?!
Jon non cederebbe secondo me, non al punto in cui è arrivato l'ultima volta che l'ho visto. Però capisco cosa ti ha spinto a fargli prendere una tale decisione. Io ho completamente invertito il senso del secondo pezzo, dove Jon non tenta un attacco (era questa la mia ipotesi) verso Ditocorto, sacrificandosi pur di ucciderlo e liberare la vita di Sansa, ma sacrifica se stesso pur di averla viva, anche se all'inferno... Beh, Jon vorrebbe mai sua sorella all'inferno? Pagherebbe un simile fio pur di saperla viva? Sinceramente su questo ho i miei dubbi. Perché credo che nel momento in cui Sansa seguirà Ditocorto, ella sia comunque perduta, sarà spenta distrutta, e una vita così... non so se sia auspicabile per chi la ami veramente come Jon.
Sansa, nonostante sia diventata una fiamma rovente, è fredda, insensibile... folle nella sua nuova forma. Ed è una nuova forma che Petyr ha creato personalmente e appositamente per lei.
Molto simbolico, come tutto del resto, il fatto che la mano di Sansa venga marchiata a fuoco: lei è una creatura rinata sotto le mani tessitrici di Ditocorto.
Credo che in questo caso tu sia stata molto brava a capire una cosa di Sansa: ciò a cui più teneva era il suo giardino. Non la famiglia - anche se credo che per lei sia molto importante, e nella serie sia l'unica cosa che le permetta di andare veramente avanti, di non impazzire e freddarsi come la tua interpretazione - perché l'aveva già "rinnegata" in un certo senso, chiusa nelle sue favole, non ai suoi valori - e qui concordo, perché Sansa dimostra di non avere requie nel spartire la sua spietata sentenza, e in questo è molto diversa da Jon, lo si vede anche nel modo in cui si approccia al comando del Nord - ma è il suo giardino, i suoi sogni, le sue ambizioni. Sansa era una bambina che sognava e che desiderava. E Petyr ha cancellato i suoi sogni, se l'è lavorata per benino.
Anche io penso che il Diavolo farebbe di tutto per avere l'anima di Jon, e credo che alla fine nella tua storia il Diavolo l'abbia ottenuta. Jon non uccide solo Sandor, non dà solo la vita, ma vende la sua anima al Diavolo per avere viva Sansa. Una Sansa che ha perso però la libertà di essere ciò che voleva, si è spenta come un bocciolo gelato dall'inverno, quell'inverno tanto freddo da pungere e bruciare come le fiamme dell'inferno.
Che dire di più? A parte la controversia sul personaggio di Jon, per il resto questa storia è magnifica. In ogni caso, trama e stile sono impeccabili, coinvolgente e lasciano a bocca aperta. Il Diavolo che tenta per avere ciò che vuole non è una nuova trovata, ne sono consapevole, ci sono molte altre storie che sfruttano questa base, ma come dico sempre è la personalità che dai alla storia ciò che la rende originale in un mondo in quasi tutto "sembra" essere stato sperimentato.
Io ho percepito la personalità in questo testo, la fregatura finale mi ha lasciato a bocca aperta, e la trovata di accoppiare il tema del "Diavolo tentatore" a Petyr e di creare un Au di questo genere con Got è stata la carta vincente.
Complimenti!
A presto! |