Settimo classificato
Afaneia
Sai cosa vuol dire perfettibile?
Premio per il miglior titolo
Tot: 48.5/50
Impaginazione: 1/1
L’impaginazione è corretta. Il font e la grandezza del testo sono adeguati e non rendono minimamente difficoltosa la lettura. Molto carina l’idea di introdurre una citazione a inizio testo: vado un attimo off-topic, ma grazie per averne scelta una dalla provenienza così particolare, mi hai dato molti vibes di quando ho dato l’esame di storia greca.
Grammatica e stile: 13.5/15 (divisi in 10/10 e 3.5/5)
La Grammatica è sicuramente corretta, in tutto il testo – che pur è di una discreta lunghezza – non sono stata in grado di trovare refusi o, ancor peggio, problematiche di tipo sintattico e/o grammaticali. Si evince, e parlo anche per l’altra tua storia che ho valutato per l’Hold my Angst, che metti una grandissima cura in quel che scrivi, e ne sono ammirata (e ti invidio parecchio, sì).
Parliamo di stile, dove faccio una premessa: secondo me tu sei una scrittrice da “Lunga distanza”, ovvero dai il tuo meglio nelle storie molto complesse e articolate, e si vede parecchio. Tuttavia, per quanto io trovi la storia valida – e non temere, la solita sviolinata nei tuoi confronti arriverà – ci sono un paio di punticini che vorrei chiarire con te.
Faccio anche una seconda premessa: a me il tuo stile piace veramente tanto, ma trovo che a volte si macchi un po’ inutilmente di alcune cose, che non trovo essere erronee, ma che guastano la sonorità delle frasi.
In primo luogo, ho notato che usi molto spesso l’aggettivo “sua/o”, che molte volte stona con lo stile – molto pulito ed elegante – che adotti nel resto del testo: ti suggerirei di provare a cambiarlo, almeno alcune volte, con “proprio/a”. Chiaramente non è un errore grammaticale, ma secondo me fa tanto a livello fonetico, e renderebbe ancora più brillanti le tue frasi, che sono già molto evocative e bellissime da leggere.
La seconda cosa che ho notato è il fatto che spesso usi eccessivamente le virgole in posizioni che non sono scorrette ma che, a livello di pause, si rivelano essere un po’ troppo per un singola frase e producono un effetto sonoro che è un po’ singhiozzante. Ti riporto un esempio pescato dalla storia:
Semplicemente, nella prospettiva della sua vita attuale, egli non riusciva a trovare proprio alcun motivo per cui qualcuno dovesse fargli del male, e nell'ipotesi, possibile seppur improbabile, che questo dovesse accadere, egli non vedeva proprio in che modo gli fosse possibile impedirlo → questa frase ha una quantità di virgole superflue, che spezzano la lettura inutilmente e, in alcuni punti, le conferiscono un ritmo singhiozzante.
Per il resto, non ho altro da dire. Scrivi in maniera pulita, d’una semplicità elegante e al contempo delicata, che a me piace proprio tanto. Mi complimento con te, sei stata davvero brava.
Titolo: 4/4
Il titolo mi fa impazzire. Punto, basta, non ho altro da dire: secondo me sarà difficile, a valutazioni completate, riuscire a trovarne uno altrettanto bello.
[Edit a valutazioni completate: confermo che è stato impossibile, e la tua storia si aggiudica quindi il premio speciale per il miglior titolo in gara].
Mi piace il suo significato nascosto, che strizza l’occhio al fatto che uno dei personaggi della storia sarà MewTwo, insomma, molto ma molto bello.
Trama: 5/5
Questa è una di quelle storie di cui non sapevo di avere bisogno ma che, in realtà, mi sono accorta di volere con tutta me stessa. In realtà leggo molto poco della prima generazione – sono una grande appassionata della terza e della quinta – ma, nel leggere questa storia, mi sono resa conto che hai assolto al mio segreto bisogno di sapere qualcosa di più sulla vicenda di Mew e MewTwo. La trama, in questo senso, si presenta come molto lineare e priva di grossi scossoni, ma con un discreto cliffhanger finale (e quanto l’ho apprezzato!) e soprattutto con uno svolgimento graduali, che non dà al lettore la classica “pappa pronta” ma lo porta a scoprire la vicenda mano a mano, tramite dettagli e indizi. Ti faccio i miei complimenti, ho apprezzato moltissimo sia i presupposti sia lo svolgimento di questa storia.
Originalità: 5/5
Tu mi cogli sempre impreparata. Io tutto mi aspettavo, meno che una storia del genere: l’ho trovata meravigliosa, ed è raro per una long che comunque prende forte ispirazione dagli eventi canonici. In primo luogo, trovo che sia vincente la scelta – come tu mi confermi nelle note d’autore – di rifarti solamente ai primi videogiochi: altrimenti, e permettimi di essere un po’ colloquiale, avresti avuto troppa roba nel calderone. Si scrive sempre troppo poco di questa generazione e, nello specifico, di questi avvenimenti: trovo che, però, sia il tuo elemento naturale e mi fa impazzire come tu sia riuscita a creare dal nulla o quasi una situazione del genere. E tutto questo per dirti, ancora una volta, che io una storia del genere non l’ho mai letta (un po’ il mio mantra, con le tue storie).
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Non è sempre facile caratterizzare in maniera ineccepibile i personaggi fin dal prologo ma trovo che tu, detto senza troppi giri di parole, ci sia riuscita in maniera grandiosa. Padre e figlio emergono chiaramente, nel loro rapporto un po’ asimmetrico, ma anche nelle loro complesse individualità. Ma andiamo con ordine.
Mi è sembrata molto realistica la tua descrizione di un uomo anziano (il signor Fuji) diviso tra l’amare la giustizia – e quindi voler denunciare eventualmente il figlio per un possibile omicidio – e amare il figlio e volerlo proteggere a ogni costo. Anche Emir ha da subito una personalità ben distinta e, per il lettore, non è difficile immaginare perché vi sia una tale distanza tra lui e suo padre: d’altronde la Silph emerge come uno spettro in tutta la narrazione, come un fantasma pronto a ricordare cosa dovrà accadere.
Dalle tue parole si evince una forte introspezione e idee chiarissime su come rendere al meglio i personaggi: bravissima!
Gradimento personale: 10/10
Questa storia l’ho amata, semplicemente, senza doverci per forza girare troppo intorno. Come ho detto prima: è la storia che desideravo senza sapere di averne davvero bisogno. Mi hai fatta ritornare la bambina che giocava a Rosso e Blu, e questa cosa io l’ho semplicemente amata. Tutto ciò, unito a un’originalità fuori dal comune e da una caratterizzazione a dir poco ineccepibile, mi fa pensare che questa storia difficilmente sarà in un punto basso della classifica!
Brava, spero di vederti in altri contest – e, lo specifico anche se è inutile, ovviamente continuerò a leggere questa long. |