Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
13/01/18, ore 07:53

l Duca di Guiche??!?!?! Ma sai che mai mi sarei aspettata un pezzo su di lui?
Non ho la minima idea di come fosse in realtà: sono andata giusto ora a cercare sul santo web, trovando il viso gentile di un tizio della stessa annata di Oscar, che faceva pure il suo stesso mestiere: capitano della Guardia del Corpo del Re. Solo che lo faceva allo scoppio della Rivoluzione mentre Oscar aveva già fatto carriera da un bel po'.
Indubbiamente fedele alla monarchia, tiene il punto, emigra, poi rientra, e conduce una vita tutto sommato produttiva e anche interessante.
Sicuramente un resiliente.

Come marito: va a sapere.

Le nozze con Aglae vengono consumate subito: il primo figlio è del 1782, e lei ha 14 anni - ai nostri occhi fa davvero effetto. Poi, per carità, altro mondo, si cresceva forse più in fretta e soprattutto si moriva ed invecchiava prima: le adolescenze prolungate sono un dono lussuoso della medicina moderna :P E' probabile che fare un figlio dopo i 30 anni, che oramai nel mondo occidentale è la norma, apparisse azzardato quanto adesso per noi pensare di riprodursi a 50 anni - anche se, si spera, saremmo più esperti, maturi, posati e sessualmente consapevoli rispetto ai 30.

Il Duca dell'anime è disegnato come ripugnante: è grosso e corpulento come un orco. Ha il viso volgare: non è nemmeno "bello" - D'Orleans, altro cattivo, lo sembra, invece: la Ikeda non è moralista nella distribuzione delle grazie a uomini e donne, vedi la Polignac, Jeanne, la stessa Charlotte, che sono tutte molto molto carine se non addirittura affascinanti ;P
Ed è decisamente assatanato: doppi sensi, allusioni, davanti alla ragazzina ed a sua madre, l'orrore di chi sa di avere il potere di poter dire e fare come gli pare e che non ha nemmeno né la sensibilità, né un briciolo di quella classe che ci si aspetterebbe da uno uomo nella sua posizione. L'educazione, se l'ha ricevuta, su lui è passata come l'acqua sopra un sasso. Credo fosse ripugnante pure per un nobile del suo giro.

Qui lo descrivi come uno stronzo consapevole: gli piacciono le donne giovani, come a tutti del resto, non cerca una compagna con cui discutere del senso della vita o di Kant, Montesquieu e degli ultimi dettami della moda - della compagnia intellettuale se ne frega.
Probabilmente di amici uomini ne aveva quanti gliene bastavano e non era l'amicizia quello che cercava in una moglie. Di ricordi comuni che potrebbe offrire una coetanea non ha il desiderio: vuole una compagna di letto e la vuole giovane, con la pelle compatta e luminosa, i capelli forti e folti, i muscoli sodi, con seni e sedere che non hanno ancora dovuto fare i conti con il lento, ma inesorabile, lavorio della forza di gravità. E, non illudiamoci, la pelle della preadolescenza fino ai 18 anni non è la pelle dei 30 ;P

Ma il rispetto per l'infanzia?
L'infanzia finisce con il menarca. Punto. Questo fa molto vita tra selvaggi.
S'altro canto il sesso ha come scopo la riproduzione e madre natura decide lei quando il corpo è pronto per questo: la società si può permettere di contraddire la natura?

Quanto all'innocenza... non ne fa un discorso sessuale: la ragazzina era ignara di sesso, ma una potenziale stronza quanto lui, fa intendere - il che fa effetto perché il personaggio disegnato della Ikeda non è buono come Rosalie, è altera e stronzerella anche se poi, quando deve confrontarsi con uno più forte di lei saltano fuori la fragilità e l'età. Della serie: lupo con le pecore e pecorella davanti ad un lupo.

Parla di appagamento e dispetto, come se nei suoi programmi non ci fosse in mente uno stupro, ma sesso consensuale e ben fatto, il piacere femminile, insomma, l'avrebbe preso in considerazione.
Se invece di suicidarsi, fa intendere, Charlotte avesse fatto buon viso a cattivo gioco, quei due avrebbero trovato una intesa, fatto sesso come ricci con orgasmi che levati ed avrebbero pure trovato una intesa intellettuale.

Che dire? Sicuramente a metà tra quello dell'anime e (forse) quello reale.

Il Guiche della Ikeda è orco e come orco è anche tardo e sciocco e del piacere della ragazzina si capisce che se ne frega. Anzi nella scena del bacio alla mano (e lì non sappiamo se fosse una metafora ikediana per qualcosa di diverso) si capisce che non gli interessa affatto presentare il sesso coma una attività piacevole di cui godere in due, o un modo per stuzzicare chi comincia ad avere degli istinti sessuali ma non ha avuto il tempo di imparare ad usarli. Piuttosto, gli piace spaventare, mettere in imbarazzo, forzare. Sembra insomma che parte del divertimento stia nel fatto che ciò che lui fa non piaccia affatto e getti nella disperazione la poveretta.

Il tuo, invece, sembra un uomo cinico che ha, come dici tu, fiutato la possibile anima gemella: stronzina, egoista, viziata. Forse la vede pure come precoce e sicuramente non asessuata. E pensa che la loro sarebbe una unione scritta non dico nel Cielo, ma... "funzionale", "possibile", e pure terribilmente alla moda.

Come ritratto, onestamente, è infedelissimo, e, sempre onestamente, mi piace: gli hai dato una voce potente. Da stronzo, sia chiaro, ma parla in modo "autonomo", e non è facile dare ad ogni personaggio una propria voce, quindi direi che i lavoro è ben riuscito.
(Recensione modificata il 13/01/2018 - 12:54 pm)

Recensore Master
17/11/17, ore 11:34

Chiave di lettura interessante e originale di uno dei personaggi più squallidi di LO. In effetti, in base alle usanze dell'epoca, il fatto che ci fosse una così grande differenza di età e che la sposa fosse poco più di una bambina, era lecito e usanza comune. C'è da dire però che si aspettava che la sposa raggiungesse una certa età prima di consumare le nozze e il duca, per quel poco che ci fanno vedere, non mi sembrerebbe propenso in tal senso. Insomma, per quanto lui si autogiustifichi e storicamente abbia le sue ragioni, non riesco a fare a meno di vederlo come un viscido pedofilo, secondo i nostri canoni. Riguardo alle motivazioni del suo interesse per la piccola Polignac, la tua visione può essere plausibile, ma tendo a pensare che si trattasse di mera attrazione fisica per una ragazzina. Charlotte era sicuramente una personcina capricciosa e viziata, ma non credo che il duca pensasse a questo quando le sbaciucchiava la mano😉, anzi se ripenso alle scene in cui lui gode a vederla così spaventata e fragile, appare chiaro che sa di terrorizzarla e che non si aspetti né voglia una reazione diversa da quella che ha. Chiusa come al solito incisiva, che rende il personaggio ancora più superficiale e cinico... d'altronde, se non fosse stato così, se avesse avuto un minimo di empatia, la storia avrebbe avuto un altro corso. Ciao e alla prossima
(Recensione modificata il 17/11/2017 - 11:40 am)
(Recensione modificata il 17/11/2017 - 11:41 am)

Recensore Master
16/11/17, ore 17:48

Cara Agrifoglio,
Innanzitutto ti ringrazio di averci presentato il famigerato duca Rolande de Guiche nella versione della Ikeda e non in quella storica.
Secondo me l'autrice estremizzando al peggio la figura di quest'uomo ce lo vuole proporre proprio come mostro, orco, demone!
Impossibile riconoscergli le attenuanti che lui sostiene come "scusanti" riguardo il suo comportamento.
È verissimo che in quell'epoca ci si sposava in giovanissima età, ma la differenza di anni fra il Duca e la contessina già allora era considerevole, tanto che la ragazzina confidandosi con Oscar disse che le sarebbe piaciuto inamorarsi di una persona come lei in un prossimo futuro, e di non avera alcunché intenzione di sacrificare la sua purezza per quel vecchio, essere spregevole.
La possiamo definire viziata, petulante ,saccente anche per colpa della sua immaturità (che , data l'età e l'ambiente era pure comprensibile)tuttavia contro il mostro nessuna giustificazione!
Ne abbiamo ancora oggi di esempi di donne nemiche di altre donne, ma prendersela con la Charlotte e attenuando le gravi responsabilità di Guiche mi sembra inaccettabile.
Grazie per stuzzicare sempre la nostra curiosità con le note a margine e le risposte ai commenti precedenti.
Sul termine efebofilia (antiche rimembranze liceali) avevo però un dubbio ed in effetti dopo aver controllato posso con certezza affermare trattasi di giovinetto nell'antica Grecia in età post adolescenziale fra i 18 e i 21 anni, chi ne è attratto dunque non può figurare come motivo di scandalo.
Nel caso di Charlotte, non volendo usare la parola "pedofilia" entrata nel linguaggio corrente per chi ha o vorrebbe avere rapporti sessuali con adolescenti al di sotto dell'età del consenso (nel nostro paese 14anni) si può e si deve parlare di pederastria, ossia attrazione per gli/ le adolescenti ,quindi non credo nemmeno nel Settecento questo genere di relazione fosse moralmente ben vista.l matrimoni combinati si facevano ma entrambi i cognugi erano ragazzi. La Ikeda punta il dito sull'uomo che avrebbe potuto essere suo padre!
Il fatto dello sviluppo sessuale non è un discrimine, nei tempi di guerra il menarca arrivava ai 17 /18 anni (lo so per esperienza di famiglia ) mentre in epoca di benessere come adesso o come in quel periodo storico di cui andiamo trattando, la maturazione fisica degli adolescenti era più anticipata.
Tuttavia c'è una grossa differenza fra la psiche di una persona di 10/ 11 anni e una di 17/18.
Quindi per finire il mostro lo vedrei bene in un ipotetico inferno in buona compagnia con tutti gli altri personaggi più odiosi e perfidi della serie(e mi fa piacere che finalmente hai terminato questa variegata raccolta sui perversi ).
Buona serata e alla prossima puntata!
(Recensione modificata il 16/11/2017 - 05:59 pm)
P.S.efebo: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Efebo
(Recensione modificata il 16/11/2017 - 10:21 pm)

Recensore Master
16/11/17, ore 11:05

E' vero che per l'epoca quella era la normalità, ma probabilmente per la nostra sensibilità moderna, il duca che voleva impalmare Charlotte, vista l'età di lei, ci suggerisce l'idea di un pedofilo, e l'anime calca su questo aspetto, sul ribrezzo che ci procura la sua figura, proprio con quel baciamano che ha qualcosa di lascivo, qualcosa che la stessa Charlotte deve lavare per tornare 'pulita e candida', e qui si spinge sull'innocenza della giovane. In effetti, Charlotte promette effettivamente di diventare una bellezza superba, forse ne è già consapevole, e se risulta spesso antipatica e arrogante nelle puntate precedenti, in quella del matrimonio imposto suscita tutta la nostra compassione e pietà per la sua triste sorte, perché diventa solo una marionetta, uno strumento della madre arrivista e calcolatrice. Sembra una splendida adolescente, più grande della sua età, ma 11 anni sono quelli di una bambina, con tutto quello che questo implica. L'idea di pensarla moglie/bambina di uno come De Guiche non può che inorridire, ma l'uomo più maturo e con l'occhio lungo, forse ha già intuito cosa Charlotte diventerà.
Scorcio breve e diretto che coglie il personaggio perfettamente.

Recensore Veterano
16/11/17, ore 10:59

Beh...
Ci sarebbe troppo da dire: il Duca era il classico arrampicatore sociale.
In effetti l'analogia caratteriale ci sta, erano entrambi due persone indisponenti.

Ma Charlotte è "antipatica" perché purtroppo è oggetto di manipolazione della madre.
Non si accorge infatti, che tutta quella esaltazione che sua madre le faceva era solo per arricchire l'immagine della famiglia e dei suoi prestigi.

Hai scritto sapientemente:
"era non candida e buona d’animo, con quegli occhi scintillanti, ora sdegnosi, ora fieri e quel sorriso pungente, altero, a tratti beffardo.
Superba nell’incedere e sferzante nel parlare, non era una santa, come io non ero un asceta..."

Beh...è vero.
Ma Charlotte non era una persona malefica: se lo fosse stata veramente, avrebbe scelto le nozze e non il suicidio.
Quando scopre di essere vittima del tranello di sua madre, esce fuori la sua parte inconscia, quella insicura, genuina, timorosa.

Non ci dimentichiamo una cosa importante: nonostante Charlotte fosse sprezzante, era in cuor suo segretamente infatuata di Oscar.

Recensore Master
15/11/17, ore 21:47

Ho sempre detestato questo personaggio; per quanto Carlotte sapesse essere antipatica, non meritava di finire venduta a un pervertito come quello!