Grammatica:
Ortografia 10/10
A parte un “guancie” subito all’inizio della storia non ho notato altri errori o refusi.
Lessico 7/10
Ho notato un vocabolario in un certo senso più semplice e più povero rispetto ai tuoi soliti lavori, che mi hanno sempre colpita per l’abbondanza di parole ricercate e preziose; non so se sia stata una scelta dettata dal contesto della storia, ma a mio avviso, ha fatto perdere un poco del fascino e dello smalto che caratterizza le tue produzioni. Vi sono stati brevi barlumi in cui comparivano vocaboli più accurati, ma non bastanti per elevare la modestia che domina questo testo, e che in rapporto all’insieme tendevano a stonare.
Sintassi 7/10
Frasi, a mio avviso, troppo frantumate, anche laddove avrebbe potuto esserci un segno di punteggiatura diverso dal punto fermo per conferire maggiore continuità e fluidità al testo.
“Sapeva bene delle difficoltà che avrebbe incontrato Jacques, appartenevano a due famiglie completamente diverse. Lui era molto ricco, mentre lei era figlia di un povero commerciante.”
In questo caso avresti potuto unire le due frasi con due punti, dal momento che sono comunque l’una legata all’altra.
Questa sovrabbondanza di punti fermi ha creato un ritmo fin troppo spezzato e singhiozzante, poco piacevole da leggere, soprattutto perché sarebbe stata possibile una maggiore fluidità. Forse, anche questa scelta è stata dettata dal contesto prediligendo frasi che contemplassero gli elementi base di una proposizione, ma così come il lessico povero e semplice, anche una sintassi fin troppo semplice e basilare ha inficiato la resa finale.
Stile: 6/10
Stile molto semplice ed elementare, forse troppo, che si adatta al contesto in cui è inserito e alla protagonista, ma che risulta eccessivamente anonimo e banale, ben diverso allo stile di altri tuoi lavori che mi aveva colpita e conquistata. In questo caso, non ho ritrovato le parole ricercate e spesso desuete che arricchivano e impreziosivano una prosa fluida e scorrevole, ma un lessico che, nonostante le comparse di qualche vocabolo più ricercato, rimane comunque scarno e fin troppo pieno di ripetizioni, associato a una sintassi troppo semplice e insipida che non è riuscita a conquistarmi.
Trama:
Originalità:5/10
Il tema della fanciulla sedotta e abbandonata è uno dei più usati e abusati, e come tale è difficile riuscire a creare qualcosa di originale e particolare, ma, anche in questo, mi avevi spesso sorpresa per le tue trame fossero ricche, articolate e piene di colpi di scena, elementi che mancano in questa produzione.
La storia si dipana in maniera canonica e peraltro mancante della consueta vitalità: è piuttosto piatta, insipida e anonima; sembra più l’insieme di scene spezzettate a cui manca un filo che le leghi le une alle altre, e anche ciò di cui parlano è piuttosto convenzionale e banale.
I colpi di scena finali sono privi di mordente: avrebbero dovuto meravigliare il lettore e lasciarlo interdetto, ma in me non hanno suscitato l’effetto voluto e, per quanto mi riguarda, sono passati senza che mi colpissero particolarmente.
Vi sono parecchie potenzialità in quest’argomento, e dal momento che spesso le tue trame mi avevano sorpreso per la loro originalità, mi meraviglio che questa tema sia stato trattato in maniera così scialba, pur essendo presenti nella storia stessa germogli per qualcosa di più ampio, avvincente e insolito.
Coerenza: 5/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto non ho riscontrato nulla su cui obiettare: i personaggi sono coerenti con loro stessi fino in fondo, e ogni loro azione e decisione ha una sua motivazione, per quanto non sia esplicata ma intuibile e comprensibile.
Nel primo caso, non ho nulla da ridire; le note dolenti giungono nei riguardi del secondo punto.
Non manca solo l’indagine della questione uomo/mostro e il velo sottile che intercorre tra i due mondi, o l’investigazione su come questa definizione potrebbe essere controversa e interpretabile in modi diversi e spesso incompleti o limitanti, ma ho sentito la mancanza di un vero e proprio mostro.
Alla fine del racconto accenni al fatto che Jacques sia un vampiro e che i cittadini del villaggio l’abbiano ucciso, ma per me questa citazione non è bastante per considerare introdotto e trattato il concetto di mostro.
Nella tua storia non si parla di mostri, e converrai anche tu con me che è incentrata più sulla ragazza e la sua vita, sugli avvenimenti che la costellano, mentre Jacques scompare completamente per poi apparire verso la fine, dichiarando la sua natura, in maniera piuttosto banale e scontata, e confessando del trattamento che gli è stato riservato. Ma non c’è approfondimento circa questo trattamento, non viene sviluppata la questione di come gli abitanti del villaggio si siano tramutati in mostri e sia Jacques, invece, la vera vittima innocente, preda delle superstizioni e della cattiveria (siccome lui non ha fatto nulla di male, fino a questo momento e ciò che si racconta sui suoi omicidi sono voci che potrebbero anche non essere vere). È tutto fin troppo fumoso e abbozzato per poter essere preso seriamente in considerazione.
Scorrevolezza:6/10
Per quanto abbia avuto l’impressione di saltare da un fotogramma a un altro di un film ancora in produzione, le varie parti sonopiuttosto fluide e la trama si dipana con facilità (forse troppa) ed è semplice da seguire.
I cambi di scena non sono troppo pesanti e improvvisi, e questo permette di sopportarli e non penalizzarli troppo, sebbene avessi preferito una storia più lunga, con una trama meno slegata e più fluente.
Personaggi:
Caratterizzazione: 5/10
Anne mi sembra piuttosto priva di una vera e propria personalità, mi è sembrata anonima e scialba, si lascia trascinare dagli eventi e le sue decisioni sono solo una conseguenza naturale di questi stessi. Non sappiamo molto della ragazza e paradossalmente riusciamo a intuire molto di più circa il carattere e l’indole di Louise e Jacques, che non sono nemmeno i protagonisti. Mi domando se anche questa scelta sia voluta, quella di caratterizzare il personaggio principale con una passività assoluta, a tal punto che mi è sembrata una bambola di pezza sballottata dalle decisioni prese da altri. Anche in questo caso, però, non è stata una scelta felice: ha reso lal protagonista scialba, poco coinvolgente convincente, anonima, grigia e fumosa.
Jacques e Louise hanno accenni maggiori e si riesce a intuire di più qualcosa su di loro: l’uno è il tipico “bad boy” libertino, un giovane ricco che vorrebbe provare la vita di campagna idealizzata e assaporarne tutti i piaceri, nessuno si fida di lui ma si rivela, invece, essere fedele; Louise, invece, veste i panni del tipico bravo ragazzo, benvoluto da tutti, gentile e premuroso, salvo poi essere il primo ad affondare il paletto nel cuore di Jacques. Avrei sottolineato maggiormente questa dualità, invece che lasciarla solo come accenno, a mio avviso avrebbe arricchito il racconto redendolo di gran lunga più interessante.
Originalità: 5/10
I personaggi scelti sono piuttosto canonici: la ragazzina di campagna, semplice, legata alle tradizioni e alle superstizioni del luogo, molto religiosa e perbene.
Lo scapolo di città, affascinante e attraente, che dichiara amore eterno alla campagnola per poi abbandonarla, libertino e amante del divertimento e come tale marchiato a inaffidabile.
Infine, il bravo giovanotto di campagna, onesto, gentile, corretto e garbato, che rappresenta un partito più che adatto per la campagnola.
Purtroppo, questi tre personaggi rimangono imbalsamati in questi ruoli e l’accenno finale alla natura vampiresca di Jacques e alla cattiveria dettata da superstizione di Louise non bastano per innalzarli dalla loro mediocrità e prevedibilità, che li rende piuttosto anonimi e dimenticabili.
Gradimento personale:1/5
È una storia che mi ha lasciata delusa, che non mi ha conquistata e attratta: la trama scarna, lo stile fin troppo anonimo, gli eventi che parevano più tessere di un collage incollate le une alle altre non mi hanno permesso di apprezzare pienamente questa storia. Non sono riuscita a trovarla interessante, per quanto gli elementi ci fossero: la figura di Jacques poteva essere approfondita, la leggenda poteva essere sviluppata ponendo l’accento maggiormente sugli elementi più misteriosi, magici e grotteschi della storia.
Vi sono molti accenni interessanti, elementi ricchi di potenziale ma che sono rimasti in uno stadio embrionale, preferendo concentrarsi sulla descrizione, anche in questo caso piuttosto spezzettata e poco coinvolgente, della vita della fanciulla. Più che una storia mi è sembrata la sinossi o lo schema iniziale da cui partire per sviluppare qualcosa di più ampio e approfondito.
Gli avvenimenti vengono solo citati, presi in considerazione per poco tempo e poi abbandonati senza un vero e proprio approfondimento, come un insieme delle sequenze principali di un film ancora da produrre. Mi ha dato l’idea di essere qualcosa di appena abbozzato, incompleto, embrionale e piuttosto scialbo e anonimo, senza un carattere e una personalità che potessero conquistarmi.
Mi dispiace, ma non sono riuscita ad apprezzare questa storia.
Punti bonus: 1/5
La citazione trova la sua esplicazione nella scena finale, ma anche in questo caso, sembra essere stata aggiunta a forza, senza una reale utilità e senza l’approfondimento necessario. Anche in questo caso, l’argomento viene citato, ma senza venire poi sviluppato, perdendo tutte le sue potenzialità, la sua concretezza e finendo dimenticato. Non ho trovato alcun tipo di potenziamento e ampliamento: mi aspettavo una scena che descrivesse la frase, mostrando la cattiveria dei cittadini e la loro brutalità, il loro intento ultimo e Jacques che divine la vittima di un’isteria generale; avrebbe rafforzato tanto il significato della frase quanto la parte horror della storia che, francamente, non ho visto.
Totali:58 /100
Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP" |