Recensioni per
Ogni notte
di BakemonoMori

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
10/08/18, ore 22:39
Cap. 1:

Forse tra i tuoi scritti questo é il più profondo e misterioso...magico....dolcemente terrificante. La foresta é descritta come un luogo spaventoso e allo stesso tempo come un luogo di pace del quale non se ne può fare a meno ed il suo richiamo é ammaliante come il canto delle sirene di Ulisse. Forse nella foresta, dove ci sono tante entità bisogna trovare la strada principale e vedere cosa c è dall' altra parte...

Nuovo recensore
11/12/17, ore 11:35
Cap. 1:

Questo One-Shot mi ha ricordato moltissimo Lovecraft. La ricorrenza dell'incubo e la sottile barriera tra il reale e l'onirico è personalmente un tipo di racconto che amo perché ci porta a viaggiare con la testa e a perderci nelle blasfeme litanie che Tu inneschi nelle nostre menti.

Davvero molto brava, ti esorto a continuare così.
In attesa di tue altre storie, ti saluti cordialmente.


F.

Recensore Master
07/12/17, ore 13:37
Cap. 1:

La natura di questo one-shot è di per sé un ossimoro, se ci pensiamo. In principio, pare davvero che si tratti di un sogno, un incubo ricorrente, ma alla fine viene data prova (o così pare) che tali esperienze non sono unicamente inconsce, bensì reali: lei s'addentra realmente nella foresta, lei vive ciò che prova. Una volta di ritorno, però, la sua memoria cancella tutto il male e resta unicamente la fiaba. Questo è il motivo per cui subito ne ha nostalgia, per cui ne sente la mancanza: perché, non il male, ma il bene resta impresso nella sua mente. La paura, l'"inferno in terra" precipitano nel dimenticatoio.
Tuttavia, è questo di cui parla: della falsità di quella bellezza e dell'incubo da cui è costretta a fuggire ogni notte. Ribadisce di dimenticarsene, di tornare, la mattina seguente, a provare nostalgia per la pace e la bellezza della foresta, eppure sappiamo la verità attraverso le SUE parole. Io non so dare risposta a questo, non sono l'autore del lavoro, ma lo trovo interessante, perché vi si potrebbero dare molte spiegazioni e interpretazioni.
Da un punto di vista formale, non ho molto da dire. Il testo è ben scritto. Mi ha in sincerità infastidita la grande quantità di aggettivi qualificativi che vi sono disseminati : ci sono "questo/questa/questi/quello/quella/quelli" un po' ovunque, con martellante insistenza, e non so se sia voluto. Ad ogni modo, se lo è, posso anche comprendere che si tratti di una tecnica, un modo per rimarcare la persistenza, la tenacia e la gravosità dell'incubo perpetuo.
Che dire? Questo è quanto. Buona fortuna con le pubblicazioni a venire.
(Recensione modificata il 07/12/2017 - 01:39 pm)