Recensioni per
Destini infranti
di Helmyra

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/12/17, ore 00:22
Cap. 3:

Ed ecco il risvolto cupo, che avevo già subodorato nei primi due capitoli. Lo ammetto, non fino a questo punto.
La questline della Gilda dei Maghi di Oblivion è riuscita a dare, oltre ad una trama dark ed avvincente, anche dei personaggi che rimangono impressi nella memoria (tutti o quasi). Falcar lo ricondurrei al prototipo del sociopatico: senza alcun freno morale, senza alcun rispetto per i sentimenti altrui. La quest della sede di Cheydinhal era agghiacciante (quel poveretto annegato nel pozzo), e cominciavano a spandersi le tinte cupe della storia centrale. Mi ricordo ancora che la prima volta che trovai le gemme nere nella stanza di Falcar, non avevo minimamente idea di cosa fossero :)
Comunque, la storia mi è piaciuta molto. È stata un bel connubio, come hai detto tu, tra il vecchio ed il nuovo. Da quello che leggo in questo capitolo, sembra che Dyanna non abbia ancora cercato un modo per sfuggire dallo stato in cui è costretta. Non so, magari rivolgersi ad un sacerdote di Arkay, o ad uno studioso come Falion?
Ti rinnovo i miei complimenti, ciao e alla prossima :)

Recensore Master
10/12/17, ore 11:02
Cap. 3:


Poiché, come già ho ammesso, sono una capra, non ho conoscenza di personaggi specifici del contesto di Oblivion. Questo mi ha reso la comprensione della trama più difficile? Certo che no. Tutto ciò che c'è da sapere è presente qui, quel tanto che basta a permettere al lettore -anche quello più ignorante... tipo me lol- di stare al passo.
Molte delle caratteristiche e delle bizzarrie di Dyanna avevano lasciato intendere cosa lei fosse o, comunque, la direzione da imboccare per comprenderlo, e qui ne abbiamo conferma. Di certo, viene ben espresso il disagio... anche se disagio non è forse il termine più appropriato. Direi piuttosto, il conturbare, il malessere cui si è costretti ad assistere al termine del capitolo, il senso di erroneità, di malattia spirituale, che invoglierebbe ad andarsene, ad aprire la porta e uscire nella tormenta, se solo si fosse realmente presenti.
Dunque questo breve viaggio si conclude e non posso che salutarti, in via si spera momentanea.
Alla prossima.