Recensiamo pure questo terzo capitolo la cui bontà narrativa forse eccede ulteriormente quella dei primi due.
Non mi soffermerò sul carattere dei due protagonisti, ormai già affrontato in modo decisamente esauriente, concentrandomi sul resto del capitolo.
Significativo il frangente in cui Sasuke porta con se, letteralmente, Naruto facendogli assaporare per la prima volta la gente, la folla, il chiasso e, per certi versi, pure la nevrosi della modernità.
Magari non sarà così, magari sbaglierò completamente ma mi è sembrato che nella breve descrizione del contesto ci sia stato l’intento di sottolineare e descrivere la classica società cyberpunk, tanto sviluppata tecnologicamente quanto decadente per qualsiasi altro ambito preso in considerazione.
Il ritratto che Sasuke fa di quanto vede Naruto non ha nulla di positivo e non si prodiga nemmeno per difenderlo e/o lodarlo. Ho apprezzato il modo di porsi visto che tali futuri mi hanno sempre inquietato e incusso un certo disagio interiore. L’intento di riprodurre temi e caratteristiche del genere è perfettamente riuscito.
Al riguardo è doveroso citare la breve ma svettante riflessione di Naruto incentrata sulla dicotomia fra vita e morta. Brevissima certo, ma vista la sua natura suppongo sia un passaggio particolarmente rilevante.
Veniamo alla parte successiva. Penso che fra tutti i passaggi e le situazioni questa abbia le più radicate sfumature cyrberpunk. Sasuke si incontra nuovamente con Suigetsu con un intento ben preciso, qualcosa che probabilmente non avrebbe mai pensato che un giorno potesse davvero concretizzarsi. Eppure è lì, deciso, fermo sulla sua posizione, deciso a tutto pur di raggiungere il suo obbiettivo. Come nella migliori tradizioni ci si avvia verso una porta misteriosa che trasuda di segretezza e misteri, la porta ci inoltra nel classico corridoio ombroso, stretto e dal gelido design minimalista suppongo, illuminato solo da qualche neon generante un effetto chiaro/scuro-luce/ombra che, altro non fa, che sottolineare l’ambivalenza del tragitto, il traghettare ansiogeno verso un lido caratterizzato dalla pura illegalità.
Il punto di arrivo trasuda fantascienza da ogni poro, incentrato su uno dei temi più scottanti, affascinanti ed ambigui che il genere abbia trattato nel corso del tempo. Sasuke si perde nei suoi pensieri, rimembrando Sakura e le alternative che la scienza gli diede per poterla rivedere, arrivando alla stessa conclusione che si diede negli anni passati: la scelta di non lasciarsi andare, di non arrendersi cedendo alle lusinghe della tecnologia, non fu errata.
Ammetto che la situazione mi ha ricordato una quantità corposa di libri, film, telefilm, videogiochi e fumetti, il protagonista si avventura in quello che è un vero e proprio mondo alternativo, nella speranza che questo possa fargli raggiungere un obiettivo se non concretizzare, per un breve lasso di tempo, un sogno inseguito per anni.
Il creatore e la sua creatura si incontrano ed interagiscono, nonostante il rischio e il pericolo che corrono entrambi. Quei 30 minuti diventano essenziali per entrambi, più importanti di tutta la restante giornata, quasi un rifugio davanti al quale tutto il resto, tempo o spazio che sia, perde di significato.
La nuova situazione però dura poco, si rivela effimera, finisce ben prima di quello che i due avrebbero sperato. Sasuke sparisce improvvisamente, senza lasciare tracce, facendo cadere Naruto in uno stato di ansia. L’I.A: si ritrovata spaesato, disorientato, senza più quella guida nonché amico con cui aveva condiviso la sua esistenza fin dai primi momenti di questa.
Suigetsu, col suo contributo improvviso, si rivela molto simile se non perfettamente uguale alla sua controparte originale. Non un “bad boy” ma semplicemente un tizio a cui non piacciono le regole eche cerca di sbancare il lunario come meglio può, nella piena consapevolezza delle proprie azioni.
Sfiancante e malinconico il “viaggio” di Naruto. Tanto temporalmente disteso quanto privo di tregua, tanto ossessivo quanto speranzoso. Le speranze però si riveleranno vane perché nonostante gli sforzi l’I.A. ma riuscirà a rintracciare il creatore.
I due si reincontreranno solo 10 anni dopo e lo faranno nello stesso luogo in cui hanno potuto incontrarsi “faccia a faccia”. Sequenza particolarmente coinvolgente in quanto concretizzare quanto si era solo potuto ipotizzare; Naruto, in virtù della sua natura, non è cambiato, Sasuke invece è stato logorato nel corpo e nello spirito dal tempo e da ciò che le autorità lo costrinsero a fare. Viene ripreso il tema dell’immortalità precedentemente citato, facendo un parallelo fra l’artificialità di Naruto e la decadente natura dell’essere umano incarnata da Sasuke che, nonostante il genio, nulla ha potuto contro il tempo e “i poteri forti”.
Veniamo quindi alla parte finale del capitolo, forse la più intrigante ed affascinante dell’intera FF. Già dalla data veniamo informati di come ciò che ci apprestiamo a leggere narri qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto proposto in precedenza. La prima espressione del paragrafo, “gli esploratori”, fortifica la sensazione, comunicando che il mondo conosciuto fino ad ora è mutato in qualcosa di estraneo, diviene l’incarnazione dell’ignoto, terra di esplorazione o addirittura conquista. Il resto, tramite brevi ma significative descrizioni del contesto, conferma non solo il cambiament,o ma pure la totale estraneità di questi esploratori nei riguardi del mondo umano e della sua cultura.
In questo “epilogo” c’è un passaggio che ho apprezzato particolarmente: “ma fino ad allora la ricerca scientifica in quel pianeta lontano dal Multiverso”. Qui veramente si sottolinea come ciò che l’uomo conoscesse non fosse altro che un granello di sabbia in un spiaggia priva di confini. La parola “multiverso”, da sola, dà vita a riflessioni e pensieri di svariato genere, concernenti l’immensità della realtà e i segreti racchiusi in essa a cui mai l’uomo potrà probabilmente accedere.
Straziante, toccante, malinconicamente coinvolgente il finale. Penso sia inutile soffermarsi su di esso…certe righe non posso essere commentate ma solo vissute.
Veniamo infine agli ultimi istanti che si ricollegano al titolo della FF: l’Alfa e l’Omega come si suol dire. Tocco di classe, nonché trovata tanto semplice quanto geniale, il gioco di parole fra il pronome inglese “us” e le iniziali di Sasuke. Vivo di espedienti come questi, a maggior ragione se riescono a riassumere perfettamente l’essenza dell’opera e ciò che un autore vorrebbe trasmettere.
Ovviamente anche in questo terzo capitolo non posso che gradire gli omaggi ai Pink Floyd. “Time”, non solo è la mia canzone preferita fra le loro, ma si rivela perfetta per incarnare al meglio i contenuti del capitolo.
FF promossa a pieni voti. Di critiche, costruttive o meno che siano, non ne vedo la necessità. Devo dire che, dopo tutti i consigli che mi hanno dato nel gruppo, mi sono ritrovato spaesato, non sapendo minimamente da dove partire. Ho optato per questa seguendo la combo “Naruto -> Fantascienza -> Brevità”; come al solito mi sono lasciato guidare dal mio istinto che difficilmente sbaglia.
Da un certo punto di vista, tuttavia, penso di aver sbagliato. Mi è talmente piaciuta che non so come reagirò alle prossime a cui mi dedicherò. |