Recensioni per
Peter pan - l'angelo della morte
di little devile

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
19/03/19, ore 17:26

Davvero inquietante e l'inizio è già di per sé un bel pugno allo stomaco, questa virata sul dramma da parte tua mi ha sorpreso. Davvero efficace comunque, efficace e dettagliato.

Recensore Veterano
05/03/18, ore 16:09

Ciao! Sono qui per lo scambio di recensione, e mi dispiace molto per il ritardo.

Dire che ho adorato questa storia è estremamente riduttivo, ho adorato la narrazione così dettagliata che mi sentivo triste anche io quando leggevo. La sofferenza della ragazza che ormai è arrivata al limite per colpa di quella maledetta malattia che la tormenta per dieci anni, posso solo immaginare cosa si prova.
Quando arriva Peter a proporle di ritornare li, in quel letto, oppure di andare all'isola che non c'è per poter vivere al meglio, mi sono venuti i brividi; è scritto tutto in modo davvero realistico! Purtroppo arriva sempre un momento in cui dobbiamo essere egoisti e pensare al nostro bene, anche se questo può far star male altre persone, ma in questo caso è stato giusto così: finalmente potrà trovare la pace che cercava!

I miei complimenti veramente, non avevo mai letto una storia simile, e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa da quanto mi è piaciuta! Complimenti ancora!

Un saluto,
Chichi-

Recensore Veterano
19/02/18, ore 17:07

Questa storia mi ha incuriosita molto soprattutto per il fatto che un personaggio di fantasia, che avevo sempre considerato benevolo e positivo- anche se un tantino prepotente- venga, invece, presentato come un angelo della morte, mentre l'Isola che non c'è avrebbe il ruolo di Oltretomba (?). Una visione alquanto macabra e inquitante ma che, se ci si riflette con attenzione, potrebbe anche essere un'intepretazione calzante.
L'Isola che non c'è, alla fine, è un mondo che si distacca dalla realtà, in cui il dolore e le preoccupazioni non esistono, dominato dal divertimento e dalla spensieratezza.
Questa visione mi ha davvero intrigata, così come la tua storia sulla quela si basa.

Passando più propriamente a questa, inizio subito con il segnalarti alcune sviste ed errori di battitura (quelli che mi è balzato subito all'occhio è stato "infondo" invece che "in fondo") che possono essere sistemati con una rapida rilettura ^^

La storia ha uno stile molto semplice, e un tono confidenziale e colloquiale che permettono subito di immergrci in essa e di immedesimarci maggiormente nella protagonista e voc narrante; la scelta della prima persona rafforza questa immedesimazione. 
Ho seguito con apprensione e compassione la storia di questa povera ragazza, consumata lentamente dal tumore, che le ha risucchiato la vita, e con l'unica intenzione di morire e trovare finalmente la pace. Ho trovato davvero devastante questa sua arrendevolezza e questo completo abbandono alla morte, perché dimostrano quando la ragazza soffrisse e quanto per lei fosse insopportabile una situazione del genere. La ragazza ha uno sguado disincantato, freddo e clinico sulla propria situazione, per la quale non nutre alcuna speranza; le frasi che rivolge alla dottoressa esplicitano questa visione, dura ma dolorosamente reale. 
Non ha mai vissuto una vita, ed è una cosa terrificante, che non riesco nemmeno a immaginare, e pocco capire perché abbia scelto di abbandonarsi alla morte, l'unico possibile solievo, l'unica cosa in grado di strapparla da quell'inferno.

Sei stata davvero brava a delineare i pensieri e i sentimenti della ragazza: la sua stanchezza per un'esistenza a metà, la sua frustrazione e la sua volontà che è stata pian piano logorata come il tumore ha logorato il suo cervello. Ha lottato troppo a lungo e senza successo, e come un soldato stanco e martoriato dalla guerra, preferisce andarsene e smettere di combattere. Non posso dire che avrebbe dovuto rimanere e provare a lottare ancora, perché capisco come tutto questo sia stancante e avvilente se non produce alcun risultato. Sono solo molto dispiaciuta per la scelta che ha fatto...

Come puoi vedere questa storia mi ha coinvolto parecchio e ci sono rimasta male quando ho scoperto che era finita; avrei preferito un maggiore sviluppo e un approfondimento, un'elaborazione più ampia tant o del tema della malattia della ragazza (magari con qualche aneddoto per indicare quanto questa esistenza fosse terribile) e magari una breve incursione nell'Isola che non c'è (Peter Pan che le offre un assaggio di quello che potrebbe trovare se si affidasse a lui; oltre all'assenza di dolore, di medicine, di macchinari e di vomito) per sottolineare ancora di più il contrasto tra le due e rendere la scelta ancora più "giustificabile".
è un lavoro davvero interessante, con una tematica delicata che hai trattato senza edulcorazioni o filtri ma mostrandola nel suo lato peggiore, senza esagerarla o banalizzarla, ma esponendo i fatti così come sono. Questa crudezza colpisce, assieme alla figura di Peter interpretata in questo modo originale.

Una bella storia, con del potenziale che va sfruttato ;)
Ayr 

Recensore Veterano
19/02/18, ore 14:26

Ciao, eccomi qui per lo scambio di recensioni!

L'angst mi mette addosso tanta depressione, difatto non è un genere su cui scrivo molto sebbene ultimamente ne abbia sfornate un paio e il mio umore ha raggiunto livelli stratosferici oltre la soglia del "tagliamoci tutti allegramente le vene", quindi ero in un certo qual modo preparata a leggere questa storia.
Good.

Esprimo il mio apprezzamento per la scelta dello stile in prima persona, rende molto di più la drammaticità degli eventi perché ti fa immedesimare nella protagonista e le sue sofferenze. Non sono molto esperta di malattie tumorali e cancro, quindi non so se un tumore una volta guarito può ricomparire, ma vedere una ragazza che sopravvive a quattro tumori al cervello senza conseguenze è qualcosa di eccezionale, poiché colpisce una zona molto delicata del corpo (ad esempio, conosco persone che sono diventate cieche, hanno riscontrato problemi a parlare o addirittura sono diventate dementi) ma non tergiversiamo.

Quindi, abbiamo questa ragazza che lotta da dieci anni contro un tumore, dieci anni di inferno tra terapie e medicinali, ma che si è arresa al fatto di star per morire e, a volte, prova il desiderio di farlo in fretta quando le cose si mettono peggio.

E poi succede. Così, in un battito di ciglia, Peter viene a prenderla però le dà una scelta: continuare a vivere soffrendo o lasciarsi definitivamente andare. E lei opta per quest'ultima dopo iniziali dubbi.

Che dire, hai trattato magnificamente il genere e la situazione, lasciando nel lettore quel senso di gioia amara alla fine: quando lei finalmente può andare in un luogo in cui sarà felice ma lontana dal mondo che conosce e in cui non potrà più tornare, lasciandosi alle spalle il dolore di chi la voleva bene.
Ma penso che, a volte, bisogni essere un pò egoisti nella vita.
Sono felice di aver letto questa storia e di averla potuta recensire ^^
Baci,
bambolinarossa98

Recensore Veterano
18/02/18, ore 17:43

Ciao, eccomi qui per lo scambio.
La storia mi ha inspirato fin dal titolo... Poi stranamente ho letto prima le note a fine testo e mi sono incuriosito di piú, volevo proprio vedere come avevi utilizzato gli elementi. La "leggenda" l'avevo sentita anche io mi sa, perché mi ricorda qualcosa e il film del 2003/2004 é assolutamente il mio preferito.
Devo dire che la storia mi é piaciuta abbastanza, magari avrei preferito che alcune cosa fossero trattate in modo più dettagliato o in modo un pelo differente, peró é puro gusto personale. L'idea in sé é molto bella.
Ho trovato nel testo diversi errorini, più che altro di battitura, ad esempio nelle prima righe del testo manca un "di" e uno é scritto "vi" invece che "di", in un altro punto c'è uno doppio spazio tra un punto e un "Mi"; altre volte all'inizio del discorso diretto non metti la lettera maiuscola, che peró ci vuole sempre tranne in rare eccezioni che non mi sembra fossero presenti nel tuo caso; anche la parola "infondo" l'hai scritta entrambe le volte attaccato ma mi pare due in entrambi i casi si riferisca ad una locuzione avverbiale e non al verbo, quindi andrebbe scritto staccato.
Infine non ho ben capito questa frase, c'è qualcosa che mi "turba" ahahah ed é "Lentamente che saliamo in alto" forse si potrebbe correggere con un "mentre" al posto di "che"...
Quindi ti direi di dare un controllatina in generale al tutto il testo...
Alla prossima.
Alex
Queata recensione partecipa all'iniziativa 10000 recensioni in un anno.

Recensore Veterano
17/02/18, ore 23:25

Ciao! Perdonami il ritardo, sono qui per lo scambio!
La tua storia mi ha colpito. Amo l`angst, bazzico spesso in questa sezione, e nella categoria corrispondente nei fandom, ma non mi era mai capitato di trovare tale dose di arrendevolezza. E questo mi ha colpito.
Mi spiego meglio, fino alla fine ero sicura che la ragazza avrebbe scelto la vita. Avrebbe scelto il compleanno della sorella, il rapporto con gli infermieri, la famiglia, tutti quei piccoli dettagli che tu hai inserito e ribadito.
E invece si è arresa a Peter Pan e all`illusione di una non vita senza dolore.
Si è arresa e questo è inaspettato. Colpisce.
E, se devo essere 100% sincera, mi rende la tua protagonista un po` antipatica, perché, premettendo che non so come si viva in caso di malattia così grave, vorrei non arrendermi mai. Ma la debolezza umana è enorme, la sopportazione al dolore limitata, e dolore infinito. E quindi capisco il crollare, il lasciarsi andare. Solo, credo che SCEGLIERLO, in maniera ponderata, pensata, sia un atto di egoismo.
Fatte queste cobsiderazioni polemiche che se non faccio non sono io, l`angst si sente, e si sente tutto, in tutta la storia. Mai genere fu scelto meglio. Sei partita da una situazione "comune", quella della malattia, per allargarti e porre, tramite un riferimento all'infanzia, le basi di una riflessione più grande.
Si potrebbe, forse, migliorare l`impaginazione, ma questa è una scelta tua.
Nel complesso la storia è ben scritta, pensata, costruita, e resta.
Quindi, complimenti.
A presto, 99

Recensore Master
16/02/18, ore 23:06

ciao, eccomi per lo scambio recensioni.
ammetto che quando ho visto questa storia ho deciso che dovevo recensirla. non sono una fan di Peter Pan, anzi lo trovo un personaggio estremamente negativo (probabilmente sono l'unica al mondo, lo so) però forse proprio per questo mi incuriosice sapere come è visto dagli altri. ma prima di parlare di lui, vorrei soffermarmi sulla tua protagonista e sulla dottoressa.
la protagonista ha un tumore al cervello recidivante con cui ha convissuto per dieci anni. all'inizio la presenti come una persona rassegnata e depressa (io mi deprimo per le otiti quindi la signorina ha tutta la mia comprensione), ha un tumore da dieci anni e vuole morire. per di più è sola. capisco che il compleanno della sorella sia una cosa importante, capisco anche che magari questo specifico momento non corrisponde con l'orario di visita dell'ospedale, ma  non dici "dopo verranno i miei genitori ecc..."  in pratica lei sta morendo sola, in un letto d'ospedale mentre la sorella spegne le candeline. (forse non è quello che volevi scrivere, ma io ho percepito questo leggendo) la cosa che trovo strana è che nemmeno si arrabbi nemmeno un po' con la sorella e la famiglia, anzi nel momento di scgliere se vivere o morire, non vuole rovinare il compleanno alla sorella. non so se sia perché ha la pucciosità di Candy Candy (direttamente proporzionale alle sfighe) o se il tumore, oltre alle allucinazioni comprometta anche la capacità di giuizio. perché se su quel letto ci fossi stata io, prima di andare sull'isola che non c'è, avrei fatto un saltino a casa e mi sarei assicurata che mia sorella si ricordasse di quel compleanno per il resto della sua vita.
e poi c'è la dottoressa, personaggio che mi ha fatto esclamare "ma quanto sei stronza da uno a dieci?". ricapitoliamo ancora una volta, perché credo che questa donna abbia seriamente sbagliato mestiere: hai una paziente di diciotto anni, depressa e con un tumore, che sfoga la sua frustrazione dicendo parolacce a te (e non alla sorella di cui sopra) e tu te ne esci con "non dire cose volgari".
cioé?
che?
ma ci sei?
con questa tua risposta critichi la tua paziente, mettendola in una situazione di disagio ulteriore, invece di fare il tuo lavoro e cercare di essere una figura amica. insomma: un modello di empatia versi il malato. 
poi la ciliegina sulla torta è stata quando si stava per mettere a piangere perché la protagonista sa che sta per morire. ma sei un medico, magari un chirugo, vedi la morte quasi tutti i giorni. anzi, no: sei un oncologa, i pazienti che salvi sono meno di quelli che perdi. dovresti essere capace di essere di conforto a loro, non di metterti a piangere. se tu piangi non solo sei non utile, ma addirittura dannosa perché metti il paziente nella posizione in cui lui sta sbagliando perché cede alla depressione. il tuo lavoro dovrebbe essere quello di aiutarlo ad attraversare le cinque fasi del dolore, non commuoverti o rimproverare i pazienti per il linguaggio. 
adesso ho finito di sfogarmi.
detto questo Peter Pan è l'unico personaggio che mi sia piaciuto. incedibile, vero? però lui è l'unico che dice (ai fini della storia) le cose giuste al momento giusto. inoltre mi è piaciuto che sia una ragazza a vederlo, qualcuno che non è né più babina ma nemmeno ancora adulta. 
ti segnalo sono un errore (l'unico): Non ne posso più vi (DI) vivere questa vita, di continuare a soffrire. è un peccato, perché è proprio all'inizio, ma poi il testo tiene incollati fino alla fine.
a presto
Aris

Recensore Master
16/02/18, ore 16:34

Ciao☺️,
Eccomi qui per lo scambio.
Inizio dicendo che non ho mai letto né recensito nulla nella sezione drammatico ma sono contenta di essere uscita dalla mia zona di confort perché devo dire che ho apprezzato molto la lettura di questa one-shot. Hai descritto bene i terribili sintomi della malattia della protagonista e il suo stato d'animo in cui era racchiusa tutta la sofferenza provata durante i lunghi anni della malattia. Povera ragazza, così giovane eppure così sfortunata 😢. A parte alcuni piccoli errori di distrazione (nulla di grave capitano a tutti) la storia è scritta molto bene. Hai uno stile scorrevole e fluido, piacevole da leggere.
Mi è piaciuto molto come hai descritto il personaggio di Peter Pan. Molto originale l'idea di rappresentarlo come angelo della morte. Questa figura infatti (a parte per la Disney e gli ultimi film usciti) rappresenta la negatività della vita e lo stesso autore lo aveva caratterizzato come un personaggio angst intrappolato nel mezzo tra l'infanzia e l'età adulta incapace di essere felice. Anche io tempo fa ho letto un articolo sul personaggio di Peter Pan dove si parlava del lato negativo di questa figura.
Quando la protagonista vede Peter Pan e ascolta la sua proposta ho davvero sperato lei accettasse. Ovviamente ero dispiaciuta per quello che una sua risposta affermativa avrebbe significato, ma almeno lei avrebbe smesso di soffrire. Non ho potuto non sorridere quando la ragazza alla fine vede l'isola che non c'è. Finalmente avrebbe trovato la serenità e la gioia che le sono mancate durante i dieci anni in cui ha sofferto di quella terribile malattia. Dopo tutto il dolore che ha dovuto patire si può quasi definire come un happy ending.
Ancora prima di leggere le note a pie di pagina ho immaginato il personaggio di Peter Pan come l'attore nel film del 2004 😁.
Complimenti ancora per la storia.
Un saluto, Shanley
(Recensione modificata il 16/02/2018 - 04:39 pm)
(Recensione modificata il 27/02/2018 - 10:51 pm)

Nuovo recensore
16/02/18, ore 15:08

Ciao!
Eccomi qui per lo Scambio Libero del Giardino.

Permessa doverosa: è la prima volta che leggo e recensisco una storia appartenente alla Sezione "Drammatico", quindi è per me un'esperienza nuova.
Ritengo sia giusto, una volta ogni tanto, uscire dal proprio guscio e mettere un attimo da parte i fandom o le sezioni che si è soliti visitare (o addirittura quelli nei quali si è fossilizzati, nel mio caso) per provare qualcosa di nuovo.
Motivo per il quale mi sono proposta per lo scambio.

Dunque, che dire...?
L'Angst si sente, e anche tanto.
Ciò che hai narrato in questa OS, a mio parere, non ha nulla di "immaginario", nel senso che hai descritto quella che è la cruda realtà di chi vive quotidianamente con un demone maligno, ovvero il tumore.
Per "non ha nulla di 'immaginario'" intendo che, alla fine, è molto probabile che questo sia ciò che vivono veramente le persone che combattono contro un tumore (giusto per chiarire che non ti sto accusando di non aver avuto immaginazione - non so se mi spiego, aiuto, sto facendo un giro di parole immenso), e che alla fine decidono di lasciarsi andare per avere, finalmente, la pace che hanno tanto agognato.
E chissà, magari è proprio Peter Pan a prendersi cura di loro, a guidarli verso il Paradiso, l'isola che non c'è o come lo si vuole chiamare... alla fine, indipendentemente dal nome, un posto per le anime esiste, o almeno credo.

C'è un detto che mi ha sempre colpito; non ricordo a chi appartenga questa citazione, ma dice così: "Morire è il coraggio di un attimo. Vivere è il coraggio di sempre".
L'ho sempre condiviso, questo detto.
Però sono anche del parere che ognuno sia libero di fare la propria scelta e sì, alcune volte essere egoisti per se stessi è la cosa migliore.
Ed è proprio ciò che ha fatto la protagonista: ha scelto di andarsene con Peter per non soffrire più, per trovare finalmente pace, per essere libera.
In fin dei conti, la vita, per quanto brutta e difficoltosa potesse essere... era la sua. Aveva, dunque, tutto il diritto di compiere la scelta che riteneva migliore per se stessa.
Era consapevole che, con la sua morte, in molti avrebbero sofferto; allo stesso tempo, però, è proprio nella morte che ha trovato una nuova vita, dove quel demone malvagio non l'avrebbe raggiunta.

Di questa OS ho apprezzato tutto e ho trovato la lettura piacevole (nonostante la pesantezza del tema): ogni momento è stato descritto molto bene e in maniera dettagliata, ma senza insistenza, cosa che ritengo sia importante.
Sono riuscita a raffigurare ogni istante nella mia mente grazie anche al tuo stile di scrittura: semplice ma non banale (il che è una cosa molto positiva), scorrevole e grammaticalmente corretto (ho notato solo qualche errore di distrazione ma nulla di grave, non ti preoccupare).
Un'altra cosa per la quale vorrei lodarti, è l'utilizzo della prima persona: ammiro molto chi riesce a scrivere in prima persona in quanto io ho alcune difficoltà con questo stile, motivo per il quale scrivo sempre in terza persona (sembra una cosa banale, ma non lo è: è sempre bello trovare qualcuno che riesce a fare qualcosa nella quale tu sei "impedita", è un buon modo per imparare).

Complimenti, davvero, è stato un piacere leggerti!
Alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
16/02/18, ore 14:38

Finita adesso ! Wow,davvero una bellissima One Shot,tra le più geniali ed inquietanti che abbia mai letto.
Ho perso la visione positiva che avevo di Peter Pan nel 2013,a causa della serie tv Once Upon A Time,in cui svolge il ruolo di antagonista principale.
Questa storia non ha fatto altro che incrementare la verità che aleggia su questa popolare figura del folklore moderno : un cattivo auspicio,un avatar della morte fatto a immagine e somiglianza di un giovane ragazzo.
Il tuo modo di scrivere è assolutamente impeccabile,amo le tue descrizioni,il modo dettagliato con cui sono realizzate,e i dialoghi coinvolgenti.
Complimenti davvero,la metterò tra le preferite !

Recensore Master
15/01/18, ore 07:42

Benornata, cara. Un ritorno col botto. E' la prima volta che leggo una tua storia che non sia un horror, ma devo dire che ti è venuta davvero bene (c'è giusto bisogno di qualche correzione qua e là, per il resto va bene).

Dunque, inizio col dire che non avevo mai pensato a Peter Pan in questi termini, cioè come angelo della morte. Però in un certo senso è molto azzeccato: l'isola che non c'è può anche essere intesa come fuga dalle cose brutte della vita, tumori inclusi. Non c'è da meravigliarsi se la protagonista della storia ha scelto di andare via con lui.

Il tema trattato non è dei più felici, e purtroppo è una notizia sempre attuale (ogni giorno ci sono chissà quante persone che muoiono per un tumore. Io stesso ho perso tre miei parenti per questo motivo). Perciò, se si vuole scrivere di esso, bisogna trattarlo bene, e tu ci sei riuscita in pieno. Il modo in cui la protagonista lotta contro la malattia e alla fine decide di andare con Peter per non soffrire più mi ha messo addosso un bel pò di tristezza, anche se alla fine lei andrà a star meglio.
Insomma, se con questa storia volevi emozionare i lettori, direi che con me ci sei riuscita.

Alla prossima, spero di rivederti presto!