Recensioni per
Sempre io
di fra_eater

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
14/03/18, ore 18:25
Cap. 1:

Quarta classificata al contest Citazioni in cerca d'autore!

Grammatica: 8.6/10
Buona, solo qualche svista:
“la famiglia che ti hanno suggerito di evitare ma che, grazie a Merlino, non hai fatto”: -1; qui c’è un problema di coerenza sintattica. Omettendo l’inciso, la frase è “la famiglia che ti hanno suggerito di evitare ma che non hai fatto”; come è evidente la relativa “che non hai fatto” sembra essere retta da “la famiglia” [quindi: “la famiglia che non hai fatto”]; ovviamente, la presenza della congiunzione “ma” lascia intuire che la frase vada letta in relazione a “che ti hanno suggerito di evitare”. Sorge dunque un problema di mancata coerenza sintattica, cioè il periodo non è costruito bene. Va riformulato in altri modi, ad esempio: “la famiglia che ti hanno suggerito di evitare, cosa che grazie a Merlino non hai fatto” oppure “la famiglia che ti hanno suggerito di evitare, ma che grazie a Merlino non hai evitato”. Nota stilistica a parte (che non ha inciso sulla penalità): inserire la virgola prima di “ma” (evitando le virgole per l’inciso “grazie a Merlino”) dà un ritmo diverso alla frase e sottolinea l’importanza del significato della frase introdotta da “ma”.
“scorso natale”: -0.20; i nomi di festività religiose e laiche si scrivono con l’iniziale maiuscola, quindi “Natale”.
“Amico, mi spiace dirti che la tua dama sta ballando con un altro”: -0.20; manca il punto fermo a chiusura del discorso diretto e, di conseguenza, a chiusura dell’intero periodo, visto che non isoli questa battuta in un capoverso a parte.

Stile e lessico: 7/10
Ho riletto più volte la tua storia per valutare questo parametro, inizierò dal lessico. Il registro linguistico del discorso indiretto, nel complesso, è indirizzato verso l’uso o il colloquiale, probabilmente in coerenza alla scelta della prima persona narrante – il testo narra ciò che il protagonista pensa, di conseguenza il testo “parla” come “parla” il protagonista. Tuttavia, vi sono dei momenti dove utilizzi termini appartenenti a un registro linguistico diverso, che si discosta dall’uso, momenti in cui il registro smette di essere omogeneo, e quindi stranisce il lettore e penalizza la credibilità della narrazione. Ti riporto un estratto esemplificativo:

• “Se non ti avessi detto che la mia dama mi ha mollato per ballare con un altro, forse ora intraprenderesti discorsi leggeri”: qui anche la struttura sintattica richiama l’espressività della lingua orale, la voce narrante sta chiaramente riflettendo e lo sta facendo nei toni coerenti alla sua caratterizzazione (un adolescente). Nonostante questo, utilizzi due termini che, per ragioni diverse, cozzano con il registro del periodo. Nel caso di “dama” è chiaramente un termine “antiquato”, che mal si associa a un adolescente che subito dopo usa l’espressione “mi ha mollato”: sarebbe stato più coerente “compagna”, “ragazza” o simili; capisco l’esigenza di comunicare sinteticamente al lettore che Scorpius è stato piantato in asso dalla ragazza che ha invitato al ballo, ma “la mia dama mi ha mollato” stride. Anche nel caso di “intraprenderesti” il registro si alza, e coniugato al condizionale rallenta anche il ritmo della frase e la sua complessiva semplicità: un’alternativa come “faresti” sarebbe stata più coerente al contesto lessicale della narrazione.

Nota a parte per l’uso della d eufonica:

• “Ma possibile che per partecipare ad una festa”: questo è un estratto di un discorso diretto. Ti sconsiglio di utilizzare la d eufonica nel discorso diretto, perché quest’ultimo è espressione del parlato e nel parlato difficilmente qualcuno marca la la d eufonica quando non si susseguono due vocali identiche o non si è in presenza di espressioni come “ad esempio”.

Passando ora allo stile, hai scelto una narrazione in prima persona piuttosto particolare, perché da un lato sembra essere un flusso di coscienza (inteso come insieme di riflessioni), mentre dall’altro l’ingresso in scena di personaggi diversi dal protagonista, i dialoghi e i momenti descrittivi sono tutti elementi che cozzano con l’idea di flusso di coscienza. Nel complesso non è male, e a suo modo funziona, perché – salvo le occasioni in cui il registro diventa disomogeneo – sei riuscita a rendere credibile questa voce narrante che un po’ interagisce con il contesto e un po’ riflette. In particolare, è ottima la scelta del tempo presente, che attualizza tutto ed è perfetto per una narrazione come la tua.
Tuttavia, non ho trovato molto efficace la scelta di iniziare la narrazione con un discorso diretto seguito immediatamente da questo flusso di pensieri: l’immagine che crea è strana, a una prima lettura (complice anche il corsivo usato per i dialoghi che si svolgono nel presente del racconto) sembra quasi che Rose abbia posto quella domanda in un passato non meglio identificato e che il protagonista vi stia riflettendo a posteriori; mentre poi si scopre che in realtà si svolge tutto nel medesimo istante.
A proposito dell’utilizzo del corsivo, ho trovato singolare la scelta di usarlo per i dialoghi, generalmente viene sfruttato per marcare espressioni e/o momenti, però capisco tu l’abbia fatto anche per differenziare in maniera efficace i dialoghi che avvengono nel presente del racconto da quelli che invece sono avvenuti nel passato del racconto (come ad esempio le parole che Arthur ha rivolto, nel passato, a Scorpius). Quindi, trovo che abbia sfruttato bene la tua scelta e che abbia soprattutto il suo perché nel testo. In merito al discorso diretto, l’unica scelta che non ho condiviso, perché mi è parsa incoerente rispetto alla struttura stessa del racconto, è stata questa:

• “Lysander si avvicina con tre calici colmi di un liquido giallino pieno di bollicine e me ne porge uno con un sorriso dispiaciuto “Amico, mi spiace dirti [...]”: in tutte le occasioni precedenti e successive, il discorso diretto del presente del racconto è introdotto in un capoverso a parte. Fai punto e capo ad ogni battuta. Per coerenza, dunque, dopo “dispiaciuto” vi sarebbe dovuto essere un punto e a capo.

Ti riporto poi due situazioni isolate:

• “Ma non viene nessuno, siamo solo io e te che, stranamente tranquilla, attendi”: ho considerato questa situazione una scelta di ritmo e non una svista di sintassi, quindi ho scelto di riportarla qui. La virgola è inserita dopo “che” immagino per isolare l’inciso e dare quindi rilevanza a “stranamente tranquilla”, ma dal punto di vista strettamente grammaticale, con la virgola lì inserita, “che” regge “io e te”, mentre il soggetto della relativa è “te”. Il mio consiglio è dunque di organizzare così la punteggiatura: “siamo solo io e te, che stranamente tranquilla attendi”.

• “Non so cosa dirti di preciso come sarei, ma una cosa la so: chiunque io sia...”: questa espressione, a mio avviso, non è costruita in maniera coerente. La voce narrante dice “non so dirti […] come sarei, ma […] chiunque io sia”, dunque passa dal “come essere” al “chi essere”, che non esprimono esattamente lo stesso significato. Plausibile che qui tu abbia voluto questa discordanza per porre l’accento sullo stato confusionale del personaggio – o per rafforzare l’idea del flusso di coscienza –, ma trovo che non renda al meglio il significato del periodo.

In conclusione, questa narrazione in prima persona risulta credibile nonostante le situazioni elencate ed è questo il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 7/10 (più ovviamente i pregi già detti nel commento), ma vi sono le situazioni elencante che la penalizzano. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di prestare maggiore attenzione ai dettagli e di soffermarti di più sulla gestione della prima persona narrante in modo tale che non alterni tra flusso di coscienza e descrizione in maniera poco coesa.

Titolo: 2.5/5
Il titolo è certamente adatto al tuo racconto, sia perché lo riprende stilisticamente (è scritto in prima persona), sia perché contiene il concetto portante dell’intero testo – questo protagonista che riflette su se stesso e che, alla fine, prende coscienza di essere semplicemente se stesso sempre e comunque. Il motivo per cui non ho assegnato un punteggio superiore a 2.5/5 è che, malgrado i pregi ora detti, è un titolo che pecca in originalità e in efficacia: è vero che contiene il concetto portante della storia, ma è anche vero che quel “Sempre io” non è interpretabile in nessun modo dal lettore prima che questi legga il racconto, quindi da questo punto di vista è un titolo muto, un po’ anonimo, che non comunica nulla che possa incuriosire e spingere a leggere il racconto. Il che è sempre un peccato, perché il primo elemento su cui il lettore posa l’attenzione è sempre il titolo.

Utilizzo del prompt: 10/10
Il prompt da te scelto è “Immagina un mondo in cui ognuno si mostra per ciò che è. Tu come saresti?”, uno spunto che hai utilizzato molto bene. La storia inizia con questa domanda posta da un personaggio al protagonista, e da lì si snoda sino alla conclusione attraverso riflessioni che costringono il protagonista a riflettere su se stesso e su questo mondo alternativo dove ognuno può o deve mostrarsi per ciò che è. Nello spazio del tuo racconto, tuttavia, lo scomodo quesito non apre davvero una finestra sull’individuo protagonista, ma la apre sul protagonista in rapporto all’amore che nutre per un altro personaggio: piuttosto che riflettere su se stesso come persona, Scorpius riflette su se stesso come innamorato (il che un po’ sottrae forza al quesito). Hai inserito la frase anche fisicamente nel testo, e devo dire che l’hai fatto in maniera molto naturale, difatti non sembra una citazione esterna ma una tua frase. In conclusione, dunque, trovo che tu abbia innegabilmente sviluppato l’intera trama attorno al prompt scelto, che risulta il pilastro su cui si snoda tutta la narrazione. Dunque, 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 5/10
Nella tua storia sono citati più personaggi: abbiamo Albus, James, Arthur (e in generale le famiglie Potter e Weasley), citati per far intuire al lettore il buon rapporto che lega Scorpius a tutti loro (molto carino, in particolare, l’aneddoto con protagonista Arthur, è una fotografia efficace del personaggio); questo insieme è ben presentato e ha il pregio di far intuire immediatamente al lettore che il rapporto tra Rose e Scorpius non è impossibilitato da dissidi tra famiglie – un elemento che di per sé già orienta la caratterizzazione.
C’è poi Lysander, che giudico non-personaggio, perché non ha una caratterizzazione e il suo ruolo nella storia, estremamente marginale, è solo quello di allontanare Rose da Scorpius: è l’ostacolo più evidente tra loro due.
Arrivo dunque a Rose e mi spiace dire che la sua caratterizzazione non mi ha convinta. È un personaggio che non sono riuscita a capire: la storia inizia con una domanda posta da lei, una domanda molto impegnativa posta in un contesto, di contro, estremamente leggero (un ballo); ci si aspetterebbe dunque un personaggio coerente a questo tipo di iniziativa, invece Rose sparisce del tutto a favore delle riflessioni di Scorpius, e quando riappare non è all’altezza della se stessa che ha posto l’interrogativo – va via con Lysander, mostrando o di non aver capito i sentimenti di Scorpius o di non avere abbastanza coraggio per affrontarli o di essere, in ultimo, del tutto disinteressata alla risposta di Scorpius (che abbia dunque posto il quesito con leggerezza? Non è possibile saperlo con certezza). Il suo sorriso triste, infine, non trova spiegazioni nel testo: è triste perché sa e vorrebbe che Scorpius si dichiarasse? Oppure è triste perché non li segue e quindi resta da solo? O, ancora, è triste perché sa e le spiace per Scorpius, dato che non ricambia? Insomma, potrei continuare a oltranza. La mancanza di questi dettagli impedisce di comprendere pienamente Rose, perché il lettore non sa dove collocarla, è come se non l’avessi realmente caratterizzata, ma avessi usato anche lei come non-personaggio alla stregua di Lysander.
Arrivando a Scorpius, è sicuramente il personaggio più caratterizzato, essendo protagonista e voce narrante, ma trovo che la caratterizzazione sia comunque poco approfondita. Ce lo presenti come un giovane innamorato incapace di dichiararsi alla ragazza amata, un cliché coerente all’età adolescenziale e che rende il personaggio molto umano e con molte probabilità simpatico al lettore, che generalmente simpatizza per “gli innamorati sfortunati”. Allo stesso tempo, è anche un giovane abbastanza maturo da riuscire a riflettere su se stesso e sui propri sentimenti. Queste riflessioni, però, che sono la parte estremamente caratterizzante della storia, accennano tanti elementi ma non ne approfondiscono nessuno. Dalle sue riflessione, deduciamo che Scorpius non avrebbe voluto essere né un Malfoy né un Serpeverde né un Purosangue, ma perché? Sfugge totalmente il motivo di queste considerazioni importantissime, perché di fatto lui rifiuta ciò che è. Se vi fosse stato acredine con Rose a causa di queste appartenenze, la risposta sarebbe stata ovvia, ma così non è. Scorpius è un Malfoy, Purosangue e Serpeverde, ma è amico di tutti i Potter e Weasley, frequenta le loro famiglie e, come se non bastasse, ha un rapporto d’amicizia con Rose, quindi sfugge totalmente dove sia il problema. Tutto questo fa sì che anche il protagonista sfugga, malgrado la storia sia narrata dal suo punto di vista, perché non è possibile conoscerlo e capirlo sino in fondo.
Per i motivi detti in relazione a Rose e soprattutto a Scorpius, il punteggio non è superiore a 5/10. Non ho assegnato un punteggio inferiore perché sei comunque riuscita a caratterizzare il contesto e a dare qualche pennellata al tuo protagonista; ho considerato anche la difficoltà di aver trattato personaggi della nuova generazione, quindi privi di una caratterizzazione di partenza a cui appoggiarsi.

Totale: 33.1/45

Recensore Veterano
12/03/18, ore 20:53
Cap. 1:


Ciao! Ecco il mio commento:

Punteggio: 2
La storia formalmente non ha nulla che non va, ma io ho un po’ una repulsione verso le storie eccessivamente sentimentali e rasenti il fluff. 
Ho trovato lo stile e il linguaggio usato un po’ troppo semplici, così come la vicenda, che mi sembra più adatta per una storia più lunga. Nonostante ciò, ho trovato molto dolce la caratterizzazione di Scorpius e il fatto che la frase di Rose lo faccia riflettere su tutte le cose scomode della sua vita, in primis il non voler essere un Malfoy (ecco, io avrei tanto voluto veder sviluppato questo aspetto! *__*). E mi ha fatto tanto ridere l’aneddoto su Arthur Weasley, molto realistico per il personaggio. 
Purtroppo, però, ciò non è bastato per far alzare il punteggio e il gradimento, poiché si tratta davvero di un piccolo aspetto positivo rispetto alla contesto generale. 
Inoltre, non mi è piaciuto il modo in cui è stata utilizzata e inserita la citazione: hai sì connesso bene il suo contenuto con il resto della flash, ma come stile e come modalità d'utilizzo mi ha subito dato una sensazione di artificioso, come se fosse stata inserita lì quasi a forza. 
Concludendo, la storia in sé non è male, ma non mi piace in quanto flash, non emergendo in nessun aspetto, non trasmettendo nessuna emozione ed essendo fin troppo descrittiva riguardo ciò che succede durante la serata, piuttosto che concentrarsi sui sentimenti di Scorpius, sulla sua gelosia, sul suo sentirsi un codardo inadeguato. 

Buona serata,

July

 

Recensore Master
12/03/18, ore 01:28
Cap. 1:

Ciao, ti lascio anche qui il commento alla tua storia!
2/5 
Sarò sincera, la storia non mi ha entusiasmato. 
I patemi degli adolescenti innamorati si possono rappresentare in maniera più interessante e più dinamica. Nella tua storia ho trovato tanta depressione e tanta rassegnazione – possibile che a sedici anni ci si arrenda così? Non ti aspetta una bella vita, Scorpius. 
Lo stile, eccessivamente semplice, francamente non mi ha catturata. Un tipo di narrazione più sofisticato o incisivo avrebbe potuto dare un guizzo alla storia – che comunque resta la riflessione di un innamorato non respinto, ma solo troppo codardo per prendersi la ragazza che, palesemente, lo ricambia -, ma così proprio non mi è piaciuto. 
L'uso della citazione mi è sembrato buono, sebbene il finale sdolcinato mi abbia fatto rimpiangere che tu l'abbia scelta. Carini anche i riferimenti alla vita famigliare dei Weasley-Potter. 
La cosa che comunque mi ha disturbato di più in assoluto è la caratterizzazione di Scorpius, completamente senza spina dorsale (per restare sul fine...) e “piatto”. Francamente non capisco perché non farlo reagire alla fine: avresti riscattato i personaggi, dato un colpo di vita alla trama e ti saresti evitata l'effetto “mi piango addosso” di Scorpius-vittima, che definire sdolcinato con la frase finale “Come sarei, Rose? Sarei sempre io. Un ragazzo innamorato di te.” è ancora poco. 

A presto,
Mary

Recensore Master
26/02/18, ore 11:27
Cap. 1:

Ciao cara ☺

È sempre un piacere leggere le tue storie, come la prima storia che lessi, anche questa è molto emozionante 😊

Mi è piaciuto molto come hai reso i personaggi! Io mi sono sempre immaginata uno Scorpius solo di facciata arrogante, ma infondo molto dolce, una dolcezza che Rose riesce a tirare fuori.

Sei davvero molto brava, anche con poche parole sei riuscita a farmi emozionare!! 😊 La narrazione in prima persona, che tu rendi molto abilmente, dà un valore aggiunto!

Avevo già le tue storie in lista da leggere, quindi appena riesco ripasso sul tuo profilo 😊

Alla prossima☺
Baci
~Vale

Recensore Master
23/02/18, ore 22:47
Cap. 1:

Buonasera! Sembra che gli orari tirati siano il mio forte ultimamente, ma vienimi incontro ti prego.
Era circa un annetto che non leggevo qualcosa sulla prima generazione e ringrazio di aver dato una spulciata anche qua.
Ho apprezzato la storia fin dal titolo, che mi ha palesemente incuriosita. Sono venuta qui e, lasciamelo dire, mi hai conquistata con questa seconda persona che tanto amo e stimo. Mi sono sentita partecipe di questi pensieri profondi e nascosti, pensieri di un amore nuovo che sta nascendo. Ho sofferto con Scorpius, che si mangerebbe le mani per la sua codardia, per la sua incapacità di rivelare i sentimenti. Che sia di famiglia?
Comunque, per quanto la storia sia corta e si esaurisca sotto gli occhi in un paio di minuti, mi è rimasta qui, nel petto. Il mio cuore, un po' più innamorato, ti ringrazia per avermi dato la possibilità di leggere una storia così leggera e pesante allo stesso tempo, di avermi fatto diventare quasi un'amica per il protagonista sfortunato.
Spero che in un prossimo futuro sia in grado di dirle ad alta voce quelle parole, che è bello sentirsi dire da qualcuno che si è amati.
Ora scompaio come sono arrivata,
Sia ❤