Eccomi finalmente giunta da te!
Non sapevo davvero dove girarmi tra le storie che avevi consigliato e buttarmi su una è stata davvero un ardua scelta (se non fossi in piena sessione d'esami, le avrei lette tutte. E comunque la prossima volta tocca alla long, che mi ha intrigata non poco).
Allora, cosa posso dire di questa piccola perla, se non che l'ho amata con tutta me stessa? innanzitutto perché, come ormai avrai capito, adoro questo tipo di atmosfere fosche e cupe, questi avvenimenti tragici e questi personaggi imperfetti e malvagi. in secondo luogo, amo i drow e la loro cultura (anche se, alla fine, mi risolvo a giocare sempre degli umani), quindi ho davvero grandemente apprezzato il modo efficace, immediato e pulito con cui hai mostrato la loro società e la loro cultura. Hai lasciato trapelare tutto con estrema chiarezza, pur non dicendo nulla esplicitamente, e sicuramente anche chi non ha dimestichezza con il mondo di D&D riuscirebbe a orientarsi bene in questa storia.
Quello che ci racconti è un momento che è di estremo dolore, ma anche di enorme felicità per una donna: il parto. Qui, invece, la componente della gioia di diventare madre è del tutto assente, perché altre sono le priorità di Tanith'ey, ovvero mettere al mondo i suoi figli e poi farli portare in salvo, ora che la sua Casata sta per essere annientata, proprio per quel desiderio di maternità che dovrebbe essere gioia, ma che ancora una volta, per la drow, non si rivela altro che distruttivo.
Mi è piaciuta molto l'idea di accostare la nascita alla tragedia della Casata, un momento che è l'emblema del buon auspicio e della gioia alla morte e alla distruzione. Hai mostrato il momento del parto con una carica descrittiva pazzesca, senza lasciare indietro la caratterizzazione di Tanith'ey, che è davvero molto ben fatta e che traspare chiaramente tra le righe, nei suoi comportamenti con le soldatesse e con Kazran. Kazran, che si scopre essere il padre di quei bambini che sono causa di disfatta per la Casata, causa dell'odio e del rifiuto di Lloth nei confronti di Tanith'ey.
Ho davvero amato il momento in cui Tanith'ey insiste per voler terminare di partorire, per voler portare alla luce anche il suo altro bambino, mentre invece Kazran, rivelando il suo inganno, il suo tradimento, la esorta a fuggire, perché non c'è più tempo, disvelando che una sorta di affetto - se non proprio amore - c'è nei confronti di questa drow. Mi è piaciuto che Tanith'ey abbia insistito fino alla fine per far nascere suo figlio, anche accettando di sacrificare la sua vita e che fino all'ultimo istante, fino all'ultimo respiro abbia pensato ai suoi bambini e alla loro salvezza, implorando Kazran di risparmiare la vita anche alla figlia, cosa che il mago, quasi nolente, si trova a fare.
Sappi che mi hai fatto innamorare di Kazran. Lo hai caratterizzato davvero in maniera splendida e lo hai reso magnificamente: il suo lato oscuro, la sua meschina malvagità sporcata da una blanda umanità che emerge a tratti, sorprendendo anche lui stesso, tutto è stato reso meravigliosamente, donando a questo personaggio uno spessore e una tridimensionalità pazzeschi. E, in fondo, si può dire che il mago tenga persino ai suoi figli - anche se al maschio più che alla femmina - perché alla fine da un nome a entrambi, si adopera per dar loro da mangiare e per metterli al sicuro. Certo, lo fa anche e indubbiamente per egoismo, ma nei suoi sentimenti contrastanti, per lo meno nei confronti del maschio - emerge un po' di quell'amore che aveva anche nei confronti di Tanith'ey.
Una vicenda cruda e terribile, quella che hai descritto, eppure piena di emozionalità e coinvolgente dalla prima all'ultima riga. Non nascondo di essere molto molto curiosa di conoscere di più riguardo questi due bambini e le loro sorti e di leggere ancora di Kazran.
Ti faccio veramente tantissimi complimenti, sia per il modo di scrivere impeccabile, sia per questa storia che mi ha letteralmente stregata.
Alla prossima :) |