Recensioni per
Sposami, Sigyn
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 33 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/03/18, ore 01:54

Ma certo che sono voluti tutti quei "solo che"! Rendono tangibile la complessità dell'animo sia di Loki che di Sigyn e, se ci fai caso, per quanto siamo soliti definire Loki cattivo e lei buona in realtà entrambi sono divisi al loro interno e ciascuno ha un istinto peggiore e uno migliore.
Questo testo mi ha veramente colpita. Lo so che lo dico sempre ma oggi ancora di più: è più studiato, si vede che ci ha pensato molto ... È ponderato e più intenso, più profondo... è come avere la possibilità di vederli in carne ed ossa, vivi.
Se dovessi esprimermi in maniera comprensibile a livello fisico ti direi che quando leggevo avevo lo stomaco stretto, attorcigliato e contorto per l'ansia e la paura e la voglia. Mi sono sentita Sigyn e mi sono sentita Loki e ho provato il loro smarrimento.
Sempre infinite grazie.

Recensore Junior
09/03/18, ore 11:08

Ciao!
Solo che. Quanto possono essere pregne di significato due semplici parole? Bastano queste due piccole parole per cambiare tutto, per lacerare il velo delle menzogne che Loki e Sigyn sono così bravi a raccontare a se stessi, per trascinarli su un sentiero già filato dalle Norne, che entrambi si ostinano a non voler vedere.
Loki, prigioniero nelle segrete di Asgard, non si concede di abbandonarsi alla disperazione, ma fiero e manipolatore come sempre è stato, se ne è fatto orgoglioso signore e padrone. E dalla sua cella regna su quell'universo sotterraneo come non gli è riuscito di fare dalla sala del trono di Asgard, ennesima - e ultima - rivalsa su Odino, che in quei sotterranei lo ha seppellito. Solo che.
Solo che Loki è troppo acuto, troppo lucido e cinico per non rendersi davvero conto che in fondo quella altro non è che l'ennesima illusione. A uso di prigionieri e secondini ovviamente, ma anche e soprattutto di se stesso. Loki è conscio, nel profondo del suo animo, che la soddisfazione e il sadico divertimento che in parte riempiono le sue giornate tutte uguali, sanno soltanto di amarezza. E che la disperazione attende paziente, appena sotto la superficie di quell'illusione perfetta.
Ma ecco che arriva Sigyn. Sigyn che gli porta libri e gli da inconsapevolmente un nuovo motivo per credere in quell'illusione ancora per un po', per non cedere alla dolorosa consapevolezza.
Perchè lei diventa spettatrice e attrice in quello spettacolo. Lei è vita, è scopo e senso delle sue lunghe giornate. Me lo immagino, Loki, sdraiato sul letto, che rivive nella mente i dialoghi avuti con lei, i suoi gesti, i suoi sguardi e che passa il tempo immaginando forse con inconsapevole trepidazione come si svolgerà il loro prossimo incontro, cosa le dirà e come lei risponderà. E forse è così, in uno di quei dialoghi immaginari, che gli viene la brillante idea di chiederle di sposarlo. Me lo vedo che ghigna divertito, immaginando la scena e pregustando il momento in cui lei sarà li e potrà dirle quella battuta. Solo per divertirsi, ovviamente. Solo che.
Ma non solo Loki è bravo ad ingannare se stesso. Anche Sigyn mente a se stessa, quando crede davvero ai consigli sensati di Frigga. Quando vuole credere e si convince che davvero il suo futuro con Theoric potrà essere se non felice, quanto meno abbastanza. Abbastanza per dimenticare quell'ombra dagli occhi verdi che esiste solo nell'oscurità dei sotterranei. Solo che.
Inutile dire che aspetto con ansia il seguito!:)

Recensore Master
09/03/18, ore 00:14

Che belle tematiche hai toccato!
La prima che ho riconosciuto è un saggio sulla spavalderia dell' immagine che Loki ha di se stesso e di quella che egli vuole che il prossimo veda. Mi ha colpito moltissimo la scena delle scale nere: mi ha rievocato il Ponte dei sospiri veneziano che, come gli ingenui ignorano, trae il nome dalla angoscia dei condannati che dal Palazzo del Doge si dirigevano al Carcere dei Piombi. Loki è pieno di livore furioso, come il lupo nero che si lascia morire. I suoi sospiri non sono evidenti, ma sono altrettanto squassanti.
La seconda tematica è quella della vita sotterranea delle prigioni asgardiane. La tua analisi ha ricalcato in modo sorprendente la realtà vissuta nel carcere di Poggioreale ai tempi della reclusione di Cutolo. Un regno nello stato. Esattamente ciò che crea Loki con i secondini, con i prigionieri, con le gerarchie di violenza e rispetto dei bracci penitenziari.
La terza tematica è la fredda determinazione che muove Loki durante l'Udienza. Mi ha colpita moltissimo la tua descrizione: mi sembrava di essere presente. Loki assiso come un giudice, mentre soppesa l'Altro. Gli aggettivi che hai usato per tratteggiare la sua postura sono pennellate vive e vibranti.
Questa storia si chiude con un colpo di scena! Non vedo l'ora di leggere il seguito. Sono curiosa come un felino!!!

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