Recensioni per
Leggiadre note di un canto selvaggio
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/06/18, ore 14:35
Cap. 3:

Tesoro eccoci qui,
continuo la mia lettura e mi faccio affascinare ancora da questo tuo stile, da questa tua sperimentazione della narrazione che personalmente sto trovando gradevole e molto attinente al tuo stile oltre al fatto che rende la lettura sicuramente più coinvolgente seppur ricca di descrizioni e ad ogni capitolo si nota quanto tu riesca ormai a padroneggiare la cosa, quindi intanto complimenti.

Eravamo dunque rimasti ad Arket che decide di prendere la propria strada, dopo aver avuto quel breve dialogo con il corvo.
Arket e il suo corpo continuano a mutare e non sembra solo per colpa del tempo che per lui scorre al doppio della velocità, visto che sta praticamente vivendo per due.
E' un concetto che personalmente ho apprezzato moltissimo. Potevi usare molte altre scuse per spiegare il suo invecchiamento precoce ma quello di star condividendo praticamente il tempo che passa anche con la sua amata, vivendo per due, ha senso ed è paurosamente angosciante, il che ovviamente mi fa piacere molto di più questa scelta!

Gli dei continuano a giocare con la sua vita, ma sono anche sorpresi dal fatto che non demorda e non si lasci andare ed è chiaro che Arket non lo farà finché non raggiungerà il suo obiettivo ed è molto bello come crei questa diversità: il suo corpo è praticamente agli sgoccioli ma la sua perseveranza sembra quasi immortale. Arket è un gran bel personaggio che a me piace parecchio, sia come ragiona che come agisce. Un uomo che potrebbe quasi essere il mio tipo u.u

L'attenzione, dopo una breve ma interessante spiegazione su come gli Dei agiscono e pensano (che ho trovato molto filosofica e affascinante), torniamo pian piano ad Adelaya. E' sempre dolcissima. Lei canta, vuole che il suo amato la possa sentire e pur essendo stata informata che lui non potrà udirla lei continua e con la sua personalità così pura e tenera, supplica la dea di prendersela con lei,per qualsiasi cosa ma di lasciar andare Arket perché se ha bestemmiato gli dei, seconda la ragazza, è colpa del suo amore...

Trovo tutto questo molto dolce. Abbiamo parlato di anime gemelle e nella tua risposta alla vecchia recensione mi hai spiegato la cosa molto bene quindi in questo universo questa supplica è quanto di più romantico potessi leggere. Ognuno di loro è pronto a dare la vita per l'altro, nel vero senso della parola e racconti questo concetto sempre con questo strascico di malinconia che sinceramente ci sta, perché dopotutto parliamo di due amanti che non riescono più ad incontrarsi,dopo quello che è successo e rivedersi è l'unico desiderio che hanno in una vita che stanno vivendo a metà e priva di altri stimoli.

«È morta una volta e ha ancora voglia di proporsi per il martirio» constatò Not.

Esattamente ciò che intendevo. E' già morta una volta ma per Arket è capace di fare di tutt e l'orgoglio di Not mi ha davvero stupito. Gli dei si annoiano e certi stimoli sono qualcosa a cui aggrapparsi. Quando vedono i mortali fare cose fuori dall'ordinario è quasi una soddisfazione per loro.

Veniamo poi a sapere che Arket è in viaggio, ancora e che è sull'orlo della pazzia.

«Sarà» soffiò Sefta, come a voler intendere che di lì a poco si sarebbe trovata un nuovo gioco, «ma io mi sono annoiata.»
ecco, giusto per citare quello che dicevo prima XD si annoiano, poveri piccini... quindi meglio stare a guardare Arket che impazzisce e tira sassi ai faggiani, no?? STUPIDI DEI.

Torniamo dunque ad Adelaya: anche il suo corpo sta mutando, sta prendendo una forma particolare e sembra anche trascurata tanto che visto che il suo unico pensiero è Arket, pensa a quanto sarà straziante per lui vederla in quello stato. Ha solo importanza essere adatta, essere ancora la stessa donna che amava e non le interessa sei gli dei scagliano tutto contro di lei. Rivuole solo il suo amato ed è un chiodo fisso specie in quella solitudine che può colmare solo col canto... è un'immagine meravigliosamente decadente **

Gli dei continuano a fuggire alle domande, e il tempo continua a scorrere Adelaya non ha la risposta che cercava, non sa quando rivedrà Arket ed io sono molto triste per questo sebbene allo stesso tempo adoro l'angst quindi spero accada il più tardi possibile u.u sono bipolare, lo so XD

Il canto di Adelaya cambia. Non è più speranzoso è più che altro un canto funebre, ed è talmente demotivata, triste e sola che piange in silenzio. Molto bella la descrizione dell'intorno, sembra quasi di vedere un quadro impressionista con le luci che penetrano dalla natura, la pioggia che cade e se ne può sentire quasi il rumore... la bellezza di Adelaya che esplode in quell'ambiente **

Per non parlare della scena dell'arpa.
C'è questo rimando all'inizio della storia, dove lei era felice, spensierata, che suonava, cantava, guidava il suo amato e qui invece non riesce nemmeno a raggiungerla. Vede Arket come in un sogno, vivido, segno che non lo sta comunque dimenticando ma dentro di lei il ricordo è vividissimo e sa che lui è vicino, sa che in qualche modo la sua anima gemella presto tornerà da lei ed è forse l'unica cosa che la solleva un po'.
Quindi quando decide di continuare a suonare anche se non ne ha le forze, lo fa solo per guidare lui. Solo la forza di quell'amore ardente la spinge a continuare e anche perché sa che lui è la chiave di tutto, della loro vita e del loro futuro.
Lo vuole rivedere ed io voglio lo stesso ç///////////ç

Questo capitolo sebbene non abbia ancora risolto il loro incontro l'ho trovato molto romantico. un crescendo di emozioni e sensazioni narrate come sempre magistralmente e sono davvero a bocca aperta per l'uiltima parte. Sembra quasi la rappresentazione di un sogno.

Che dire tesoro, al prossimo capitolo e complimenti ancora *__*

Miry




Recensore Veterano
21/05/18, ore 01:26
Cap. 3:

Non so come spiegare ma gli hai resi perfettamente nella loro condizione di entità antropomorfe eppure inafferrabili e non completamente rappresentabili, come un dio dovrebbe essere. Il fatto che Not sia contemporaneamente tutto e il contrario di tutto (bellissima la contrapposizione tra vecchio e giovane, e la frase: "Con la schiena curva di un vecchio e il passo scattante di un giovane atleta, se ne andò" è emblematica e l'ho adorata!) e l'aspetto diafano e sfuggente di Yama denotano come tu sia stata in grado di rendere un concetto molto astratto e complesso e a concretizzare qualcosa come l'aspetto divino pur mantenendolo tale connotazione. Anche il fatto che siano così umani con i loro vizi e i loro pregi li avvicina a qualcosa di più concreto che ricorda le rappresentazioni di dei greci e latini; nel contempo, sono distanti e coinvolti relativamente nelle vicende umane, consapevoli della propria condizione e posizione, rendendoli più simili a divinità. Ribadisco che mi piace come appaiano annoiati, indifferenti o insofferenti nei confronti tanto della loro situazione quanto delle vicende umane e abbiano una sfumatura cinica, crudele, egoista e sfruttatrice. I dialoghi tra i personaggi sono fondamentali tanto per capire questo quanto per intuire i loro caratteri.
Zeptum mi ha ricordato Puck, il folletto dispettoso che vuole movimentare le cose, così come il dio stesso (non ho ancora capito se maschile o femminile) vuole vivacizzare la vicenda che sembra arrivata a un punto morto.
E anche nella vicenda più "terrena" dei due amanti, hai raggiunto picchi poetici davvero meravigliosi: mi è piaciuta l'idea che la fanciulla venga fagocitata dalla foresta un pezzo alla volta e perda la sua identità, anche in questo caso ha ripreso temi classici noti rendendoli ancora più tragici e angoscianti. È particolarissimo il contrasto tra quello che gli dei le stanno facendo passare e la sua fede incrollabile (che è davvero ammirevole) e mi chiedo come non abbia mandato al diavolo tutti. La sua trasformazione, in concomitanza con il consolidamento della sua disperazione, è drammatica e coinvolgente, teatrale ma non artefatta, e ti colpisce nel profondo, trascinandoti. Alcune immagini sono bellissime: i fiori che fioriscono e ciascuno di loro è un baluardo che crolla, lei che non riesce più nemmeno a cantare e parlare tanto è regredita e ha perso la propria umanità, e quella cetra beffarda che le dà un'ultimissima scintilla di speranza. È un'eroina tragica, disposta a sacrificare se stessa, con un'abnegazione e una generosità che hanno commosso pure Not (?). È un capitolo molto bello, toccante e coinvolgente, che pone l'accento su un personaggio incredibile e sorprendete che ti stupisce con la sua fede incrollabile, la sua forza di volontà, la sua pazienza e sottolinea maggiormente l'ingiustizia della crudeltà indifferente degli dei, che trovano addirittura divertente tutto questo, come fosse una telenovela. È desolante e sconfortante pensare che gli dei possano essere creature tanto perfide e menefreghiste, e non è la prima volta che poni questo problema.

Ayr

Recensore Master
20/05/18, ore 17:20
Cap. 3:

Ciao ^.^ Perdona il ritardo, ma eccomi qui a continuare questa lettura!
Allora che ti posso dire? Come ogni capitolo anche questo è scritto in modo magistrale, riesci a descrivere le azioni dei personaggi in un modo fluido, semplice e immediato, le loro reazioni risultano credibili e realistiche.
Continuano ad esserci i due piani di narrazione: quello degli dei che osservano e quello di Adelaya. Ma in questo capitolo forse più degli altri sono proprio questi dei curiosi e capricciosi ad essere i protagonisti, sono personaggi che hai costruito in un modo complesso, risultano quasi sfuggenti, alteri, lontani eppure molto presenti. Mi piace questa cosa, fino adora non avevo mai letto una storia con dei personaggi così e eppure li trovo molto naturali nella tua narrazione. Sono tutti diversi e tutti ben caratterizzati, nei tratti e nelle personalità. Scrivi sempre molto bene, sei attenta ai dettagli ed usi un linguaggio molto curaro, mai banale e a tratti epico. complimenti!
Si percepisce molto bene la disperazione di Adelaya, del suo canto e nella sua solitudine, ne descrivi i sentimenti in modo fine e delicato, ma ne si sente la forza in cui tutto il racconto è immerso.
La trama anche se piano va avanti e io spero tanto che nel prossimo capitolo ci sia un lieto fine, che nonostante tutte le peripezie Arket e Adelaya possano riabbracciarsi e che diano uno schiaffo morale a queste divinità beffarde!
Questa volta finisco qui ^.^
a presto!

Recensore Master
01/05/18, ore 08:44
Cap. 3:

Zeptum. Genera in me una certa mole di aspettative: non meno crudele dei suoi fratelli, non meno vacuo, ma più ambizioso. Forse più astuto. Di certo, più arrogante, se è coi suoi simili che desidera giocare sporco. Che dia loro ciò che meritano per i loro capricci -lui che è capriccioso alla stessa maniera, sia chiaro lol-. Che riesca in qualche modo a prenderli in giro e, chissà, a farli soffrire.
Già mi sono complimentata con la tua prosa e continuo a farlo (voglio dire, di fronte a frasi come “Il canto era la morte della solitudine, ma anche il veleno della speranza” come posso non plaudire??). Accenno solo al “Se ne fregava” che ho trovato nella prima parte: questa formula nello specifico mi ha fatto storcere un po' il naso, perché personalmente credo cozzi non poco con lo stile aulico del testo nel suo insieme. Ci sono altri pochi esempi analoghi, nel testo, che a mio parere potrebbero essere raffinati, ma certo non vanno a intaccare troppo severamente l'equilibrio generale.
Continuo a pensare, ad ogni modo, che le parti dedicate ai due sciagurati amanti siano il picco di questa storia: simboliche, oniriche, molto pittoriche.
Hai detto che avresti finito questa narrazione e io non so se fosse una promessa dettata dall'entusiasmo del momento o un pensiero realmente sentito. Io spero davvero che questo progetto prosegua perché, oggettivamente, è bello, nel suono, nella composizione. Allo stesso tempo, però, non credo perderebbe il proprio valore se restasse incompleto... ribadisco ad ogni modo che preferirei evitarlo ahahah.

Nuovo recensore
30/04/18, ore 15:36
Cap. 3:

Ciao!
Eccomi qui per lo Scambio a Catena del Giardino. ^^

Questo terzo capitolo è stato, oltre che coinvolgente come i precedenti, anche molto interessante.
So che magari posso sembrare di parte scrivendo così, ma… i personaggi che più adoro in questa storia sono proprio le divinità (senza nulla togliere ad Arket e Adelaya, ovviamente).
Il fatto è che ho sempre avuto un debole per le creature sovrannaturali, in ogni loro forma, e ho letteralmente adorato il modo in cui hai caratterizzato ognuna di loro nella prima parte di questo capitolo.
C'è chi nutre ancora un vago interesse per la storia di Arket e Adelaya (una storia che, rispetto al capitolo precedente, è ora segnata dagli anni, da quel che ho potuto capire), altri non sanno come trascorrere la loro eternità a causa della perdita di interesse, altri ancora, anziché divertirsi con gli umani (e adoro sempre più l'espressione "uomini di fango) preferiscono addirittura divertirsi con altre divinità, con i loro simili.

Zeptum mi piace sempre di più, così come Sefta, la sua gemella.
Del primo adoro il fatto che se ne stia in disparte, in solitudine e che voglia cercare in proprio scopo che non sia propriamente dettato dal loro creatore; allo stesso tempo, però, anche lui ha iniziato a giocare con gli umani, se così possiamo dire, ma senza seguire un vero e proprio schema, bensì affidandosi al caso.
Mi piace molto il contrasto tra i due gemelli, perché sono uno l'opposto dell'altra al punto tale che Zeptum preferisce stare alla larga dalla sorella la quale è stata creata per distruggere, mentre lui per preservare.
É un contrasto tremendamente affascinante!
Se Zeptum mi ha attratta dal punto di vista caratteriale/mentale, Sefta mi ha attratta dal punto di vista fisico: la trovo meravigliosa nel suo essere in parte serpente, mi da l'idea di essere così sinuosa e insidiosa al tempo stesso che ne rimango affascinata.
Mi piace, mi piace davvero molto.

Parlando di Arket e Adelaya: per il primo sono rimasta sconvolta nel leggere di quanto il tempo sia stato "pesante" nei suoi confronti, di come il suo corpo sia mutato e di come, inesorabilmente, abbia perso il suo vigore giovanile.
Parlando di Adelaya, invece, ho provato un forte senso di angoscia in quanto è in bilico tra il resistere ormai a stenti e la follia.
Anche lei è cambiata e trovare pace diventa sempre più difficile.
Mi ha fatto tenerezza quando ha chiesto a Sefta come avrebbe fatto Arket a riconoscerla ora che è tanto cambiata fisicamente.

Insomma, se non si fosse ancora capito - l'ho scritto sul serio? - anche questo capitolo mi è piaciuto molto e non vedo l'ora di un nuovo aggiornamento. ^^
Intanto che aspetto, mi dedicherò alla lettura de "Il Tredicesimo Re".
Alla prossima,

Jill ~