Ciao Soleil Jones, ti lascio una recensione positiva, sia perché la poesia mi sembra composta bene sotto vari aspetti e sia perché incontra il mio personale gusto (e il mio personale modo di "poetare").
Il verso libero che utilizzi mi sembra ben gestito, riesci a creare una buona musicalità e al contempo a tratteggiare un'atmosfera un po' cupa ma densa di immagini e di suggestioni.
Ho apprezzato molto un tratto che, nella mia formazione di classicista, mi ricorda molto la poetica oraziana e cioè la dialettica luce/ombra che ricorre dall'inizio alla fine di questi versi, come a voler ribadire che solo avventurandoci nel buio del nostro essere e accettando il nostro abisso più profondo possiamo scoprire la luce autentica, che poi è la luce che traspare nella vera poesia (quella con la "p" maiuscola).
Bello il lessico, in mappature e morfema.
Qui ho visto una ripresa platonica, ma magari mi sbaglio: "Tinto del rosso del sangue/(Può l'anima sanguinare?)". E' il quesito del Fedro dove ci si domanda se poi anche l'anima abbia un corpo -domanda che sembra stupida ma che non lo è affatto-. Mentre qui hai saputo usare bene una citazione shakespeariana: "È ciò di cui sono fatti gli esseri umani./(Della stessa sostanza dei sogni)".
Bel lavoro.
V.
|