Ciao Koa, molto piacere!
Ti confesso che ho adocchiato il tuo account da molto tempo, ormai – da un “Cita Tu” in cui era stata linkata, se non vado errato, Quella perfetta contraddizione chiamata John Watson. Sarà almeno la quinta volta che apro il tuo profilo e, finalmente, lo scambio a catena mi ha dato lo stimolo giusto per buttarmi nel tuo mondo di storie slash. Perché sì, devo ammetterlo: non sono una grande amante del genere, non mi sono mai messa a fangirlare su una coppia slash e credo che tutti i miei film mentali, a meno di non imbattermi in un autore o un’autrice cataclisma, continueranno ad essere sulle coppie het. Eppure, quando ho aperto il tuo profilo, le introduzioni di tutte le tue storie sembravano una più invogliante dell’altra e ho sul serio pensato “mannaggia alle sue sette pagine di storie, ora come faccio a scegliere?”.
Conosco solo due dei tuoi fandom: Harry Potter e Sherlock. Sherlock mi tentava di più, ma siccome c’erano tante – troppe – storie che mi intrigavano, prima tra tutte quella che ho già menzionato, ho deciso di buttarmi in acque che ho navigato più a lungo e di cui conosco più a fondo i personaggi, quindi eccomi qui.
Mi è piaciuto molto il modo in cui li hai trattati. La situazione è originale e nessuno dei due è stereotipato: al contrario, nel loro carattere e dai (seppur pochi) dettagli che hai lasciato all’inizio della storia si percepisce chiaramente il loro percorso di crescita dalla fine della guerra in poi. Da amante dell’introspezione, mi sarebbe piaciuto vederti analizzare entrambi più in dettaglio, ma una flash è una flash, e si capisce che hai cercato di starci dentro, pur accettando di “sforare” nella one-shot.
Mi ha colpita il fatto di scoprirmi ad interrogarmi, quando Harry racconta di esser fuggito codardamente da Draco che si allontanava, su come avesse potuto crescere per diventare così: andando avanti nella storia, mi sembrava quasi che i due personaggi fossero stati presi e scambiati di corpo. Questo Harry così indeciso e pieno di rimorsi mi ricorda il Draco del sesto anno; Draco invece, più sicuro e solido, è finalmente un uomo dalle idee chiare, l’unico che sembra essere riuscito a maturare in modo positivo.
Eppure, nonostante il modo in cui, negli anni, mi sono dipinta tutti i personaggi, durante e dopo Hogwarts, non posso negare che la tua interpretazione abbia radici solide, anche se concordo pienamente solo con la caratterizzazione di Draco. Alla fine della guerra, sicuramente, è stato processato come tutti gli altri Mangiamorte, ma è anche vero che i pochi crimini che ha commesso, a partire dal tentato omicidio di Silente, gli sono stati ordinati tutti con intimidazioni e minacce e che, trovandosi alle strette, ha capito di non condividere davvero il razzismo dei Purosangue. Quindi concordo con te nel mostrare un Draco di questo tipo, che accetta il nuovo rapporto che lo unisce ad Harry, ma al contempo non ne è dipendente e continua ad andare avanti con la vita anche quando le cose sembrano non funzionare più come all’inizio sperava e i due si lasciano.
Harry, invece, non riesco a vedermelo così perso dopo la sconfitta di Voldemort: è vero che ha caratterizzato ed influenzato tutta la sua vita, ma non trovo che tutta la sua vita ruotasse attorno al suo essere il “Prescelto”: aveva relazioni con persone che non erano Voldemort e sogni indipendenti da Voldemort, quindi non sono del tutto d’accordo con il modo in cui l’hai ritratto. Ma, ad ogni modo, quando dicevo che la tua interpretazione del “dopo-Voldemort” ha radici solide non parlavo (scrivevo) a caso: non mi stupisco più di tanto che, una volta sconfitto il regime di terrore che i Mangiamorte hanno instaurato, sia rimasto sopraffatto da tutte le attenzioni che la sua posizione comporta. E sappiamo benissimo tutti dal Torneo Tremaghi quanto la Gazzetta del Profeta sappia essere opprimente, senza contare che la fama, con o senza Rita Skeeter, rovina chi non la desidera, perché costringe ad essere persone che non si è: da questo punto di vista, anche Harry è perfettamente IC, quindi alla fine non ho niente da criticare nemmeno su di lui. La tua interpretazione è convincente e, comunque, la Rowling ha essenzialmente affidato a noi fan l’interpretazione di tutto ciò che accade dopo il settimo libro (sì, ho letto La maledizione dell’erede; no, non la tengo nella benché minima considerazione, perché il concepimento di Delphini Riddle è quanto di più OOC e forzato si possa immaginare e il personaggio di Astoria è troppo stereotipato, anche se il resto è ok).
Solo una cosa, ad una prima lettura, non mi ha convinto: i fiori che Harry fa cadere sulla tomba di Lucius. È anche vero, però, che non mi sembra improbabile che, una volta cresciuto, Harry abbia cambiato il modo di rapportarsi al resto del mondo abbastanza da non vedere più le persone come “bianche” (Silente, Sirius, Ron,…) o “nere” (Voldemort, Bellatrix, la Umbridge,…), ma accettando che tutti, in verità, siamo “grigi”: ciò gli permette di coprire di fiori non solo Draco ma anche i bianchi ricordi che Draco ha del padre. Si completano a vicenda in un modo molto dolce e che, al contempo, ha il sapore di una relazione realistica, invece che ideale, cosa in cui molti autori, anche bravi e apprezzabili, spesso finiscono per cadere. Per quanto apprezzi l’ideale, sono anche la prima a dire che relazioni più normali ci voglio, sempre e comunque. Per questo, kudos! Di solito mi metto a ragionare così sui personaggi, una cosa che riesco a fare solo per iscritto e mai a mente, solo quando sono ben caratterizzati, a tutto tondo: le contraddizioni fanno proprio parte del tondo e contribuiscono alla sua perfezione. Forse sto esagerando con l’immaginazione, visto che in una one-shot si può dire poco; forse no, perché la bravura di un autore e la cura a cui una sua storia si accompagna si percepiscono anche nella quantità di cose che, pur senza essere esplicitamente scritte, il lettore riesce a cogliere, e direi che la semplice considerazione che mi sto imbarbicando in giri di pensiero di questo tipo è sufficiente a renderti ai miei occhi un’abile autrice.
Per quanto riguarda grammatica e stile ho ben poco da dire: il tuo modo di scrivere mi piace molto. Il testo è semplice e scorrevole, i termini sono curati e la punteggiatura è espressiva. Come se non bastasse, hai un dono della sintesi molto particolare, perché sei capace di dire molto in poche righe, ma di non farlo pesare: al contrario di altri autori “minimalisti” in cui mi sono imbattuta, in nessun punto ti si percepisce avara di parole.
Ritornando invece sulla punteggiatura, che io amo e venero, anche qui ti faccio i miei complimenti: sei stata in grado di farmi percepire come giuste e necessarie tutte le virgole prima della “e”, anche se qualche virgola in meno o in più in alcuni passaggi l’avrei messa. Non sono del tutto certa di aver interpretato correttamente tutti i punti in cui a questo proposito mi sono trovata in disaccordo con te, per cui se hai voglia posso andarli a cercare e ne parliamo per MP; per ora ti riporto solo questo:
Eccolo(,) il Malfoy che conosci.
Qua, secondo me, una virgola te la sei proprio dimenticata: penso che inserirla sia in linea con lo stile che hai utilizzato.
Prima di salutarti, l’ultima cosa su cui mi esprimo è l’angst: mi culla sempre, quando lo trovo in un testo, quindi anche qui non ho potuto fare a meno di apprezzarlo. Non tutto il testo ne è permeato, e penso che sia proprio questo uno dei punti di forza di questa one-shot: quando serve c’è sempre e proprio per questo si sente in modo particolare. La mia frase preferita, infatti, è stata questa:
Anche se spento e amaro come le lacrime che non è riuscito a versare, è felice che tu sia venuto. Vederlo, invece, a te sconquassa lo stomaco e rivolta il cuore.
La seconda parte!!! Quale altro fraseggio avrebbe potuto renderla più potente? Sono ancora scossa *-*
Brava, brava e ancora brava! Chapeau!
A presto,
Elena |