Recensioni per
Chercher un peu de rêve
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 131 recensioni.
Positive : 131
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/05/20, ore 23:52

Ultimamente sto esplorando il fandom della Johnlock (sto provando un po' a uscire dalla mia comfort zone, poi amo molto la serie) e sono capitata qui. Questa storia è molto bella! Dolce, sì, ma anche un po' malinconica (il racconto della nonna... mi è quasi scesa una lacrimuccia) e molto introspettiva. Mi piace come hai gestito la mente (contorta) di Sherlock in questa OS e come lo hai reso "umano e romantico" facendogli pensare al suo futuro con John.
I miei complimenti!

(PS: in realtà pensavo che il titolo fosse un omaggio a "Ballata per la mia piccola iena" degli Afterhours, ahaha. Vabbè, random, te la consiglio se ti piace il genere.)

Recensore Master
24/04/20, ore 09:05

Ciao, eccomi finalmente qui per l’ABC; scusami se arrivo sul filo di lana, ma ci tenevo a lasciarti una recensione accurata. Ammetto che ero partita con l’idea di recensire una storia Drarry, visto che ho capito che si tratta di una delle tue OTP, però poi mi sono stata attirata da questa raccolta e mi sono quindi buttata su quella che mi par di evincere sia l’OTP delle OTP.
Ho trovato il titolo della raccolta molto musicale, come del resto sono la gran parte delle frasi in francese; se si prende in considerazione l’argomento trattato in questa prima storia, credo che il titolo diventi ancora più perfetto.
Pur non essendo affatto simile a Sherlock, sono riuscita a sentire una grande affinità con il suo personaggio: con la meraviglia che prova stringendo Rosie tra le braccia, con la difficoltà a interfacciarsi con un sentimento così sconvolgente, forte e inspiegabile che lo coglie impreparato — lui, che solitamente ha la risposta pronta per tutti. Ecco, credo che tu sia riuscita a rendere molto umano Sherlock, ma senza per questo snaturare il suo personaggio, rendendolo diverso da quello che abbiamo conosciuto e amato nella serie. Spesso noi autori ci troviamo a danzare su una linea sottile, che divide il character development di un determinato personaggio da ciò che lo snaturerebbe e tu qui sei riuscita ad arricchire molto Sherlock, facendo crescere quel pizzico di umanità in più che in lui è germogliata sempre più a partire dall’incontro con John. Trovo che questa frase, in particolare, esprima benissimo i sentimenti provati da Sherlock: Rosie che è così come John nella maniera in cui riesce a rubarti pezzi di cuore e a sparpagliarli ovunque.. Perché Sherlock non riesce più ad avere tutto ordinato in compartimenti stagni nella sua vita, non da quando John (e ora anche Rosie) ne fanno parte in maniera così definitiva, importante, permanente. Insomma, trovo che nulla esprima altrettanto convincentemente l’amore di Sherlock se non il suo essere disposto a lasciare che la sua vita si modifichi così radicalmente.
Pur essendo decisamente secondario in questa storia, ho trovato molto aderente alla realtà anche il personaggio di John: lascia Rosie nelle mani di Sherlock, a dimostrazione di quanto si fidi di lui, considerando che lei è quanto di più prezioso ci sia al mondo, ed è come se sapesse che potrebbe aver messo in difficoltà Sherlock, ma al contempo sia sicuro che lui ce la possa fare.
La piccola Rosie è dolcissima, un po’ come tutti i bimbi quando si addormentano, e ho veramente apprezzato la tua scelta di inserire un rimando al fatto che i bambini sono angeli che durante il sonno fanno ritorno in paradiso. Questo concetto è quanto di più lontano ci sia dal personaggio di Sherlock, lui si dimostrava in contrasto con quest’idea sin dall’infanzia, eppure si ritrova roso dai dubbi, osservando Rosie dormire — e rendendosi conto di quanto sia, davvero, simile a un angelo. Trovo che sia sempre grazie a lei che John diventi completamente consapevole di quanto Sherlock sia importante, per entrambi, osservandoli insieme nella stanza della bambina: assistendo a Sherlock che canticchia una ninna-nanna per lei e rendendosi conto di come quello sia davvero quanto di più bello lui abbia visto.
Sei riuscita a mostrarmi in maniera meravigliosa la profondità del legame tra i due, un legame che al momento non ha bisogno di essere definito più di così, perché ci sarà tempo — è ovvio che ci sarà — e non è adesso che bisogna fermarsi a razionalizzare. Adesso devono solo fermarsi, rimanere l’uno accanto all’altro e lasciare che i loro cuori danzino insieme al ritmo della ballata della piccola John. Insomma, spero di essere riuscita a farti capire quanto tu sia riuscita a emozionarmi con questa storia, che ho trovato di una delicatezza e di una dolcezza estreme, oltre che caratterizzata dalla capacità di rendere unica una scena di vita quotidiana apparentemente banale.
Non avevo mai letto nulla di tuo, ma spero di aver l’occasione di tornare nella tua pagina quanto prima, perché il tuo stile mi ha ammaliata: è coinvolgente, a tratti struggente, è ricercato, e meraviglioso, ed è stato in grado di farmi davvero vivere le emozioni dei tuoi personaggi.
Ti faccio, davvero, tanti complimenti per questa storia.
A presto,
Francy

Recensore Junior
28/07/19, ore 18:24

Ciao, oggi ho sentito la necessità di leggere qualcosa di bello, tenero e romantico. Così ho riaperto questa tua raccolta che è un recipiente di tante storie dolcissime. Zucchero e fluff certe volte non sono mai abbastanza. Avevo intenzione di andare mirata su un altro racconto, non il primo, ma essendomi decisa a lasciarti un piccolo pensiero non volevo saltellare da un capitolo all’altro, quindi eccoci qua.
Ambientazione successiva a The Six Thatcher, se nell’episodio Rosie aveva pochissimi mesi ora ha tre anni. John non sembra essere tornato a vivere a Baker Street con la bambina, ma frequenta Sherlock. Non è spiegato come il dottore riesce a perdonarsi e perdonare l’ex coinquilino, né se l’ha fatto, perché viva ancora lontano dal 221B.
Tutto questo però è relativo, serve solo ad inquadrare l’aspetto fondamentale della vicenda: Sherlock ama Rosie.
La cosa che mi ha incuriosita è che sembra essere la prima volta che Sherlock si ritrova a prendere tra le braccia la piccola. Possibile non sia mai capitato prima, in tre anni? Ho ipotizzato che sia perché non trascorre molto tempo con la bambina e mai da solo, oppure perche per un determinato periodo Holmes si è defilato ogni qual volta se ne presentava l’occasione. Non saprei, è tutto lasciato all’immaginazione del lettore. Quello che è certo è che cullare tra le braccia quella creatura è un’esperienza bellissima per Sherlock.
Ho una memoria davvero sgangherata, ma credo di non aver mai letto della nonna di Sherlock in nessuna ff che ho incontrato. In questa ff ne emerge un ritratto delicato, di lei che ha voluto molto bene al nipote. La descrizione di lui bambino che già si affida alla scienza e ai libri e rifiuta la religione rende alla perfezione l’idea che mi sono fatta del picolo Holmes. Pure il dettaglio di Sherlock che si definisce più furbo della nonna o di Mycroft è tipica del personaggio.
Sono del parere che i bambini abbiano una sorta di superpotere. Ovviamente non è così, ma intendo quella specie di sesto senso di cui la natura li ha dotati, è scritto nel dna, l’istinto di sopravvivenza. È quello il motivo per il quale piangono se vedono un uomo con la barba, o non si avvicinano alle donne che non hanno l’odore della propria mamma, o ancora rifiutano di mangiare cibi verdi e puzzolenti. Secondo questo mio ragionamento il fatto che Rosie si lasci fare dal consulente investigativo può voler dire solo che si fida e si è resa conto che la ama.
In genere i figli li si ama in maniera incondizionata, perché sono un po’ il prolungamento di sé stessi, ma Sherlock non è il genitore di Rosie. Qui l’amore va costruito mattoncino per mattoncino. Certo quando i bambini sono piccoli e soprattutto quando dormono e non vanno a mille, ti conquistano facilmente. Nel caso specifico Rosie, secondo Sherlock, assomiglia in tutto e per tutto al padre e per una non troppo scontata prioprietà associativa il moro si ritrova innamorato di entrambi.
La storia del pupazzo di Mendeleev è bizzarra, esiste sul serio? È la rappresentazione perfetta di Holmes giocattolo col rimando alla chimica.
Io volevo lasciare giusto un pensiero rapido e alla fine come al solito mi sono persa in tutti questi dettagli. Il fatto è che è una storia davvero complicata e ricca sotto le mentite spoglie di pochi righi. Non ho ancora avuto l’opportunità di ascoltare la canzone, ma voglio farlo per cogliere altre sfumature di questa ballata.
Poi è bello che resta così aperta, che non c’è una fine. Holmes che pensa già al matrimonio è folle!

Recensore Junior
04/03/19, ore 23:35

Buonasera tessitrice di meraviglie!! Ho visto il tuo aggiornamento in sezione ma ho voluto partire dall'inizio e, devo dire, ho avuto una bellissima pensata perché questa storia è fantastica. E non parlo solo di come padroneggi il lessico, la fluidità e la grammatica che già di per sè sono uno spettacolo commovente (non sei banale mai, mai, in nessuna delle, per ora poche, tue storie che ho letto sinora) ma proprio le sensazioni che riesci a trasmettere. Sono sensazioni reali, concretissime: la stanza piena di giochi in disordine, Sherlock impacciato ma pieno d'amore per John e, dunque, anche per la figlia, il respiro regolare di Rosie mentre il detective la tiene in braccio. Ma ho letteralmente adorato il ricordo della nonna e di quanto afferma: i bambini quando dormono tornano in paradiso perché sono un dono. E Sherlock che la smentisce recitandole il significato del verbo "dormire". Ma lei, da brava nonna qual è, sorride, gli arruffa i riccioli, lo ama. L'amore, solo l'amore declinato in molte delle sue forme leggo in questa storia e di questo ti ringrazio perché vado a dormire col sorriso e col cuore in pace (dico davvero!). Grazie per aver scritto questa perla preziosa.
Tybalt

Recensore Master
21/12/18, ore 18:27

Eccomi qui a recensire questa raccolta di piccoli momenti perfetti. Che dire? Questo è un piccolo miracolo. Sherlock che si rende conto di quello che Rosie rappresenta per lui, di quanto la ama, anche perché lei è una parte di John. E Watson che li osserva pieno d'amore e dice "è esattamente quello a cui stavo pensando". Una frase che dice TUTTO. Perfezione. Bravissima Koa :)

Recensore Master
21/11/18, ore 15:06

Ciao!
Ho un mostruoso ritardo con tutte le storie tra le seguite, ma finalmente ho ripreso a leggere per conto mio, al di fuori degli scambi e sto risalendo l'elenco. Oggi tocca a questo primo capitolo.
E' stato piacevolissimo ritrovare la tua scrittura, sempre così particolare (particolare è bello), con un incipit sempre originale e stilisticamente maturo, perché ha un'impronta personale ben marcata.
Una cosa che mi ha colpito è questa frase: "Nonna diceva che ogni bambino è un angelo che durante il sonno fa ritorno in paradiso", perché mi ha ricordato la primissima storia che iniziai a scrivere all'età di 11-12 anni. Il concetto era proprio quello di un mondo parallelo a cui accedevano solo i bambini più piccoli, prima che subentrasse la memoria. Era il mio primo approccio con la scrittura, abbi pazienza, però era proprio con l'incoscienza del sonno che si raggiungeva, ed ecco mi ha sorpreso piacevolmente trovare un concetto simile, espresso però con più eleganza e sicuramente più poesia. Ho adorato questa frase.
Io ho adorato quel film, anche se di una malinconia assurda. Adoro soprattutto le due scene sulla spiaggia, quella iniziale dove gli angeli si riuniscono (se non sbaglio sentono una specie di musica ancestrale) e quella finale dove lui non può più sentirla ma avverte il calore del sole, e capisce che nonostante il dolore la vita va vissuta appieno.
Un'altra cosa che mi ha colpito è proprio all'inizio, quando dici che il suo palazzo mentale viene seppellito sotto a una felicità brutale. Con poche parole hai espresso perfettamente sia il tipo e l'intensità dell'emozione che prova Sherlock, ma hai anche caratterizzato il suo personaggio. Ancora una volta, perfettamente IC. Sherlock è razionale, la vita sottosta tutta alla logica, e lui si muove all'interno di essa; è quasi una comfort-zone. La felicità che prova, invece, non ha alcun appiglio nella logica, e quasi sembra terrorizzarlo e sospenderlo sopra un burrone, eppure è travolgente, non lascia scampo e non vi si può resistere. Nella stessa frase, poi, riesci anche a far passare secondo me un altro bellissimo concetto, ovvero che la felicità è più brutale e forte di qualsiasi cosa brutta che ci colpisce, che i momenti di felicità valgono le pene passate.
Altrettanto fugace eppure intenso è ciò che accade dopo. Che la tua scrittura si limita ad accennare, in maniera molto veloce, perché stilisticamente hai reso benissimo il fluire della scena, il ritmo della storia rende benissimo l'incredulità davanti allo svolgersi veloce degli eventi, e quindi è tutto un accennare e un susseguirsi di immagini e flash. Davvero molto bello e realistico. Quindi c'è John che sembra sovrappensiero e che, nel disperato tentativo di avere il controllo e di fare il meglio per la sua figlia, quasi in un rituale ossessivo, cede la piccola a Sherlock, e seppur sovrappensiero mi sembra che in quel sorriso fugace, che Sherlock forse non riesce a interpretare, io scorgo il pensiero di John che per un attimo ha pensato quanto carina e buffa e bella fosse l'immagine di sua figlia tra le braccia di Sherlock.
Bella l'immagine della bambina che dorme sereno, incosciente, brutalmente fiducioso del mondo e delle braccia che la circondano. Mi piace anche la digressione sul passato di Sherlock, in questo tassello che aggiungi con sua nonna. Sherlock bambino è estremamente simile allo Sherlock adulto, solo più innocente, più fresco nelle sue convinzioni, scevro dal peso di sentirsi diverso e non apprezzato dagli altri, secondo me. E' uno Sherlock che mi è parso libero dai suoi demoni attuali, quelli che lui ha fatto diventare suoi compagni di vita. E mi piace la nonna, resa in maniera esemplare.
Una cosa che mi ha fatto riflettere è il fatto che la nonna non facesse vale le sue convinzioni e che questo, in Sherlock, ha significato quasi instaurare una specie di dubbio. L'arrendevolezza della nonna profuma di saggezza, di compassione quasi... è quella bonaria gentilezza che instilla il tarlo dentro di te, che colpisce, che ti segna. E ha segnato Sherlock.
Adoro, infine, il modo in cui la goffaggine di Sherlock - che lui chiama idiozia - si unisca a quella sua tenerezza istintiva. Il finale è bellissimo e struggente: i bambini sono la migliore iniezione di coraggio, per loro, grazie a loro, diventiamo invincibili. Dimentichiamo quasi di essere mortali e che esiste il male e il dolore e che gli sbagli possono rovinare tutto. Davanti a tanta purezza il resto non conta.
Ecco, questa storia è purezza allo stato puro. Hai reso magnificamente l'innocenza dell'infanzia, quel potere immacolato che i bambini trasmettono, e il clima di serenità e magia che aleggia nella stanza, nel suo palazzo mentale, tra uno Sherlock e un John che sembrano cercare di ritrovare un rapporto e che senza accorgersene e senza troppa difficoltà hanno abbattuto un freddo muro... ed è stata la piccola John a unirli di nuovo, fino a diventare lei la musica della loro vita, quelle note che li avvicinano di nuovo, senza troppi pensieri e tentennamenti. In modo naturale, innocente.
Davvero una bellissima storia, complimenti.
A presto!

Nuovo recensore
09/09/18, ore 22:43

Questa storia e' meravigliosa! L'ho letta d'un fiato due volte e ancora non mi basta! E l'accenno mystrade finale e' davvero la ciliegina sulla torta! Scrivi benissimo! 
 

Nuovo recensore
24/08/18, ore 11:50

Ciao Koa, finalmente riesco a ritagliarmi un po' di tempo per recensire questa storia per lo scambio!
Inizio a dirti che non frequento il fandom da eoni, l'ultima one-shot che abbia mai letto a riguardo era in inglese e l'angst si sprecava (e non è un'iperbole), quindi devo ammettere di esserne rimasta traumatizzata. Sono contenta di iniziare a leggere qualcosa di un po' più soft, dove la dolcezza però non è nauseante: come credo che tutti sappiano, il fluff è bello se non esagerato. E tu hai saputo utilizzarlo senza abusarne e in compatibilità al personaggio di cui stai scrivendo: Sherlock Holmes, che pur essendo considerato un genio, io l'ho sempre trovato più emotivamente instabile della sua controparte, John, anche se spesso e volentieri il nostro amato detective sa mascherarlo.
Hai scelto un titolo perfettamente in sincronia con il testo, titolo che peraltro riprendi anche nella narrazione, e di una grande delicatezza. Ottimo il ritmo del racconto e anche il lessico e la grammatica, non mi pare di aver trovato errore alcuno.
Che dire? Queste parent!lock sono delle manne dal cielo, grazie di scriverne, anche per una come me, che se si vedesse in braccio un bambino seguirebbe il primo istinto di farlo volare da una finestra.
Scherzi a parte, alla prossima,
istherelifeonmars
(Recensione modificata il 24/08/2018 - 11:52 am)

Recensore Veterano
07/08/18, ore 19:18

Ciao Koa, sono finalmente tornata sul sito dopo un periodo incredibilmente lungo e mi sono resa conto di essermi persa parecchi dei tuoi aggiornamenti! Mi sento terribile, ma vedrò di recuperare tutto piano piano, appena ho un po' di tempo. Tipo adesso.

Tra tante storie ho scelto di partire da questa perchè avevo bisogno di fluff, ultimamente ho bisogno di pensare a Sherlock e John come genitori della piccola Rosie e di dimenticarmi tutto il resto. E questa prima piccola storia era proprio quello che volevo.

Non ho molto da dire in realtà, mi sono appena commossa non appena Sherlock ha preso Rosie in braccio per la prima volta. Il tempo si è fermato e la terra ha smesso di girare, in quell'attimo. John non se ne rende neanche conto, Sherlock ne resta prima sorpreso e poi estasiato. Adoro il fatto che la chiami “Piccola John”, è così azzeccato tanto da avermi fata sorridere non poco, riesco quasi a sentire la voce di Ben mentre lo pronuncia.

E mi si è stretto il cuore quando lei gli si è addormentata tra le braccia, come ha sottolineato lo stesso Sherlock, è la prima persona a fidarsi ciecamente di lui dopo suo padre. Da brivido questo pezzo, davvero. Non so neanche spiegarne il motivo, ma mi sono emozionata.

Recupererò presto anche le altre sue storie, per ora mi limito a farti ancora i complimenti e ringraziarti per averci regalato questa piccola immagine di vita quotidiana :)
Un bacio,

Recensore Master
03/08/18, ore 17:06

E rieccomi qui, cara Koa!
Questa vale come ABC, sappilo
Padroneggi molto bene introspezione dei personaggi e cornici, creando immagini vivide e limpide nella mente del lettore. L’inserimento di una canzone che fa da ninna nanna all’interno di un racconto e la musica come metafora dell’amore sono le cose che più mi hanno colpito. Bellissimo anche il flashback, che è un espediente narrativo che amo moltissimo in tutte le salse. Per quanto riguarda l’IC dei personaggi, Sherlock è un personaggio facile e allo stesso tempo difficile da gestire: è analitico, razionale fino al paradosso, geniale e irritante. Renderlo una pallida macchietta di se stesso o, peggio ancora, forzarsi nel volergli affibbiare sentimenti che non gli interessano, sarebbe molto facile. Tu, però, NON cadi nella rete. Gli metti in braccio una bimba, la figlia di una persona cara – amata – e allora diventa assolutamente credibile che, per cullarla, si rievochi un passato lontano, una nonna certamente affettuosa anche se forse non brillante come i suoi argutissimi nipoti. Colonna sonora delle tue storie è sempre questo romanticismo delicato e accennato che mi fa apprezzare il tuo modo di narrare. C’è una dolcezza sussurrata e non esibita né esasperata e per questo ti ringrazio: per avermi riconciliato un po’ con lo slash (non tutto, chiaramente, quello scritto bene come questo capitolo).
Particolarmente apprezzabile è il discorso che si ricollega al palese e inevitabile ateismo di Holmes, che si specchia anche nel ricordo dell’invece credente nonna. Il modo in cui hai introdotto la figura dell’anziana vecchina è un palese e chiaro (per me eh) richiamo a Flaubert e al suo modo di fondere il punto di vista dei vari personaggi e si sposa molto bene con l’evento narrato. Il finale, di nuovo, è dolce e allusivo pur non risultando mai melenso, in nessuna parte, ma lasciando anzi lo spazio adeguato per immaginare un contesto familiare finalmente sviluppato e un amore che, con tutta probabilità, avrà il modo e la maniera di espletarsi.
Per quanto concerne il titolo, inserisci (se puoi – vuoi) un link al testo della ballata/musica o una traduzione, dato che il francese non è una lingua conosciuta come l’inglese e certa (meravigliosa) musica non è appannaggio di tutti – di nuovo una scelta invero apprezzata, da me, perché è originale e quando posso cercare su Google qualcosa di sensato e apprendere cose nuove sono sempre una “bimba felice”. Di titoli in inglese, del resto, Efp ne è pieno (a sproposito, spesso), quindi vedere una nota esterofila ma non per questo banale mi ha sorpresa (e non nego di essere venuta a leggere questa storia anche per questa ragione. Sperando in prossimi futuri scambi, che visto questo tuo modo di scrivere sarebbe un grandissimo ed enorme piacere, ti
Insomma, i miei complimenti, sei stata bravissima e il capitolo mi è piaciuto molto.
Shilyss
:)
(Recensione modificata il 04/08/2018 - 08:58 am)

Recensore Junior
16/06/18, ore 23:26

Recensione premio per aver partecipato al contest "What you need is love - ed è contest lampo"



Prima di tutto, ancora prima dei doverosi saluti iniziali, inizio con il scusarmi per l'enorme tempo da me impiegato per lasciare questa recensione; tra vari impegni, poca voglia e colpi di malore che ti spingono a stare a letto senza fare nulla non ho proprio potuto passare prima.
Ciononostante, eccomi, finalmente, a lasciare questa recensione! Scusa anche per l'ora, insomma... ora o mai più.

Ma passiamo alla storia!
Inizio col dire che è scritta in modo impeccabile, senza alcun errore lungo la strada della lettura, neanche un misero errore di disattenzione. Lo stile è scorrevole, semplice ma intrigante, colmo di raffigurazioni e descrizioni che, nella mente del lettore, si stampano a meraviglia.
Sei entrata nella mente di Sherlock, mettendo in chiaro tutti i suoi sentimenti e quel suo dolce ricordo, che gli riporta in mente la nonna, e quel suo pensiero sui bambini il quale, per quanto folle, trova una risposta nel Sherlock adulto che in quel momento vede le cose in maniera un po' più differente, con la bambina lì, tra le sue braccia. È altrettanto dolce, vedendolo mentre sta con la bambina, mentre perde la testa per lei. Assolutamente adorabile, come momento, senza alcuna ombra di dubbio.
Lui che sì, stando con la bimba, rimembra le parole della propria nonna, di quei piccoli personaggi alati di cui sempre gli parlava; con Rosie tra le sue braccia, immagina che sì, magari, gli angeli esistono veramente. Che i bambini, quando dormono, ritornano tra quei cieli infiniti.
È una situazione che colma il cuore leggere del momento in cui una lacrima scende sulla gote del detective, mentre lei è lì, mentre John è lì accanto, che guarda la scena tra i due, tra quelle persone a cui tanto tiene.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro con questa storia, a mio avviso. Complimenti!


tsukuyomi_
(Recensione modificata il 16/06/2018 - 11:26 pm)

Recensore Master
27/05/18, ore 18:38

Rieccomiiii ^^
Cosa posso dire?
Altra dolcezza, era esattamente ciò di cui avevo bisogno!
Vedere Sherlock alle prese con i bambini è sempre un'esperienza mistica, ma qui non si parla di una bambina qualunque, bensì della figlia di John. E sai, ho amato queste tante somiglianze fra Rosie e John, al punto che, proprio per questo, per quanto Sherlock non sia proprio avvezzo con certe cose, non può che amarla. Poi adorabile la questione del pupazzo. Il peluche che ha il suo odore e con cui la bimba dorme.
Per non parlare poi del pezzo in cui Sherlock rimembra delle parole di sua nonna, seconda la quale tutti i bambini sono angeli. E nonostante Sherlock non creda a cere cose, magari in un certo senso, chissà, ci crede, dopotutto i bambini sono davvero esseri speciali.
Quello tra Rosie e Sherlock è un momento assolutamente dolcissimo. Sherlock stesso ammette che qualsiasi cosa riguardi John, non può non amarla, il che è toccante. Poi, quando il capitolo si concluse, sembra che null'altro abbia più importanza, se non proprio loro e Rosie lì, in quel momento.
E' bella la profondità con cui racconti momenti di semplicità.
Bellissima one shot **
A presto ^^

Recensore Master
20/05/18, ore 16:53

Ciao Koa!
Sto piangendo, vorrei lo sapessi.
Non sto piangendo perché è triste o per chissà quale motivo, semplicemente c'è una dolcezza in questa storia che mi commuove. Tutto il testo, dall'inizio alla fine, sembra una preparazione alla fine che riempie il cuore, pian piano, tipo una bottiglia o un contenitore e poi straripa fuori, e si piange.

C'è un equilibrio dolcissimo, ci sono pensieri così diversi letti nella mente di Sherlock, con un narratore SPPS che sa tutto. Non gli si può nascondere nessun pensiero a questo narratore ed è bello. Sembra quasi di aver distrutto una parete che, in ogni tua fic che ho letto, tenevi davanti a Sherlock, persino quando lo rendevi più vulnerabile.
Qui c'è una specie di trucco, un asso nella manica... c'è la piccola John. E' adorabile il fatto che la chiami così, perché dopotutto lo è. Riesce ad andare oltre il fatto che sia una bambina, solo per amore di John ed è meravigliosamente dolce e scalda il cuore.

John sembra averlo fatto apposta. Sembra avergli lasciato in braccio Rosie quasi come se fosse un test, come se volesse vedere cosa poteva succedere tra Sherlock e la bambina. Come se gli servisse una conferma; come se John stia cercando di tornare a Baker Street ma abbia bisogno di certezze.
Abbiamo un profondo scorcio nel passato di Sherlock, in parole dette dalla nonna, che gli sono rimaste dentro, che comunque lui da piccolo riusciva a capire e a non essere d'accordo, come sempre.

Qui invece si ricrede, pensa che dopotutto non sia tutto sempre uguale, schematico. Da quando conosce John è così, comunque. Sa che alcune volte può lasciarsi andare e vivere una vita dimenticandosi dei palazzi mentali e della sua intelligenza e cedendo il passo all'istinto e in questo pezzo di storia sembra lasciarsi andare con molta più naturalezza, ed è dolcissimo.

infine John ritorna e entrambi pensano la stessa cosa: c'è un'atmosfera adorabile, ma se Sherlock lo pensa di Rosie, John lo pensa di Sherlock CON in braccio Rosie... il che è di un romanticismo e tenerezza incredibili.

Sherlock si lascia andare definitivamente, ed è lì che ho pianto. La voce che trema, lo sguardo che vaga. Può non sembrare lui ma è lui.
La dolcezza di quell'essere addormentato sulla sua spalla è stata capace di sciogliere il suo cuore di ghiaccio e permettergli di esternare sentimenti verso John che mai avrebbe esternato in situazioni diverse.
Sembra un momento solenne, uno di quelli che vorresti non finisse mai... Che ne vorresti leggere i dialoghi e l'evoluzione per sempre.
Sono felice di averla letta, mi ha davvero scaldato il cuore e rallegrato la giornata, con del fluff che fa sempre bene.
Ottimo lavoro, come sempre.
Sei sempre un passo avanti a chiunque, per questo adoro leggerti.
Alla prossima.
Miry

Recensore Master
06/05/18, ore 23:23

Ciao Koa :)
Fortunatamente ho pensato di fare un salto nella tua pagina per vedere se avessi sfornato qualcosa, quindi eccomi qui... alle prese con questa OS a dir poco speciale.
Sherlock, John e Rosie mi piacciono sempre moltissimo, è bello vedere il nostro consulente alle prese con una cosa così nuova per lui, ossia i bambini e la paternità e la responsabilità che ciò comporta... non c’è niente di più bello di vederlo instaurare un rapporto speciale con la piccola Watson, e qui è stato quasi commuovente leggere delle sue emozioni quando si ritrova Rosie tra le braccia senza preavviso.
Ovviamente, se la storia dovesse diventare una Raccolta finirebbe dritta dritta tra le seguite, vedrò di tenerla d’occhio.
Complimenti come sempre!
Signorina Granger

Recensore Junior
06/05/18, ore 23:03

Ti avevo promesso che avrei letto la tua storia. Mica me ne sarei potuta andare senza lasciare un commento?

Hai dato al prompt che ci è stato richiesto una sfaccettuatura del tuo nuova. 
Realizzare d'amare qualcuno per la prima volta. 
Quanto sei stata meravigliosa nel riuscire a portare al termire qualcosa che è così prezioso che rischi così facilmente di cadere nel banale? Eppure tu non lo fai. resti originale, sensibile e incisiva scavando nei ricordi di Sherlock.
Me lo immagino da piccolo con le gambe incrociate mente non riesce a capacitarsi perché i bambini vengano visti come dei 'piccoli angeli' e non degli adulti in miniaturi. Lì a fare le smorfie e sorrifere solo quando arriva la cioccolata sotto la cura amorevole di sua nonna. 
Ecco, menzione d'onore a lei, ad un personaggio di cui si potrebbe parlare tanto e ricamare tantissime storie sulla sua infanzia.
Ora eccolo lì, a capire tanti anni dopo che lei non aveva tutti i torti, che la piccola Rosie con quelle manine e le palpebre abbassate ha una forza così prepotente da riuscire ad abbattere tutti i preconcetti a cui Sherlock Holmes ha affidato la propria vita, e spazzarli via con un sospiro soffiato sulla spalla di Mendeleev.
E quando John gli si avvicina, Sherlock l'ha proprio realizzato: sua nonna aveva ragione.
(E gli ha donato un po' di quello sguardo arreso ma che nascondeva semplicemente tanta saggezza)

I miei più vivi complimenti.
Yours, 
PathosForaBeast.

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