Tesoro eccomi qui,
Tra le difficoltà incontrate, l'incredulità della chiusura del giardino, che alla fine era un modo come un altro per venire a leggere qualcosa di tuo e farmi ammaliare dai tuoi mondi sfruttando l'obiettivo dello scambio recensioni perché sono pessima a tenere un ritmo ma non voglio abbandonare questa storia, come non voglio abbandonare la lettura delle tue storie (non sei tra i miei autori preferiti così, per sport... insomma, è una cerchia strettissima quella e sinceramente averti inserita mi ha dato una certa soddisfazione) voglio solo riuscire a trovare lo stesso ritmo che ci mettevo quando c'era il nostro appuntamento settimanale, riuscendo a gestirlo senza il bisogno di un promemoria e siccome a questa storia ci tengo particolarmente perché sono innamorata persa dell'amore di questi due, specie provo un amore viscerale per Adelaya che ormai è diventata la mia... waifu (NON CREDO DI AVER MAI USATO QUESTO TERMINE IN VITA MIA XDDDD mi sento un po' idiota, ma Adelaya è bellissima) e siccome voglio vedere cosa hai in serbo per loro, cominciamo questa recensione sulla quarta e ultima parte di questa tua storia *__*
Cominciamo il capitolo con Arket. Non sapevamo che fine avesse fatto, solo c'era questo alone oscuro su di lui, questa paura di vederlo perdersi durante la ricerca della sua amata e quelle sue descrizioni, di lui che è così corroso e ma forte nelle convinzioni equesta differenza tra Adelaya che cerca di tendere le corde dello strumento alla fine del capitolo precedente e qui invecequelle di Arker che tengono un arco... mi è piaciuta tantissimo questa... similitudine? Questa affinità, anche quando non sono insieme entrambi che combattono per rivedersi!
Questo Arket così coraggioso che ancora non teme gli Dei, che ancora li affronta perché dopotutto di per sé non ha nulla da perdere e soprattutto ce l'ha a morte con loro per quello che gli hanno fatto, sia a lui che a Adelaya... e se posso sfogare la mia frustrazione visto che è l'ultimo capitolo: FAI BENE, ARKET! FAI DANNATAMENTE BENE!!! LI ODIO, NON FANNO CHE GIOCARE CON I VOSTRI SENTIMENTI ç____ç UCCIDILI TUTTI.
Okay, dopo il delirio di onnipotenza dove non ho ancora detto praticamente nulla della trama, andiamo avanti XD
Abbiamo questa bellissima immagine molto cupa del Dio Corvo che invita Arket a seguirlo e questa pioggia scrosciante che li inonda e che infierisce sullo stato d'animo già nero di Arket ma che non gli lava via la decisione. L'atmosfera calma del momento in cui aveva la freccia scoccata (quindi pieno di concentrazione) si scioglie con la pioggia e ora tutto muta di nuovo.
La descrizione delle sensazioni che Arket prova durante quel momento di inseguimento sono veramente toccanti. pecca di ogni tipo di peccato ma forse è ancora questo che lo fa sentire umano. Questo fango in cui si sente rappresentato, perché c'è anche consapevolezza ora, dato anche che vivendo due vite, due dolori, due tempi forse ha anche maturato abbastanza da "invecchiare" come un saggio e quindi si rende anche conto degli errori commessi e l'unica cosa che non cambia è questo ardente e implacabile amore per Adelaya e quando arriva di fronte al luogo prestabilito, ho letteralmente adorato il modo di distruggere completamente odori, suoni, persino sensazioni.
E' l'entrata per un luogo morto, dove non c'è né una strada, né un segnale.
Ovviamente sa di aver raggiunto il punto di non ritorno e ho apprezzato molto il dialogo tra lui e il corvo: c'è questa stanchezza in Arket, che non ce la fa più, che vuole solo finire lì quell'agonia e chiede senza troppe cerimonie "quanto?". Sa esattamente gli è rimasto poco, che quello che ha addosso è solo l'ultimo frammento di se stesso e la sua unica paura non è quella di morire, ma di non riuscire ad arrivare da Adelaya in tempo e questo è veramente... STRUGGENTE.
Mi sono commossa non solo per l'idea ma anche per le parole di Arket che sa di non poter dare più nulla a gli dei, che non si prenderanno più niente perché non ha niente da dargli!! E' veramente stupendo, tutto ciò.
«Vuoi che io la raggiunga, ma anche tu devi accettare il fatto che questo non ha da essere. Sono troppo lontano, e troppo tempo hai perso a giocare con me. Vi siete illusi che fossimo noi a soffrire, ma siete voi che non conoscerete consolazione. Siamo troppo piccoli e troppo sciocchi, io per primo da quando ho pensato di potervi sfidare. Ma la nostra piccolezza, la nostra ignoranza, ci permette di dimenticare, di mutare, di provare gioia dopo il dolore, di fermare l’odio con il nostro amore. Voi siete condannati a non conoscere la consolazione di mani fragili, la gioia di una vita che potrebbe finire in un istante. Voi ricorderete questo.»
niente, qui ti cito perché questa frase mi ha fatto venire i brividi. Abbiamo avuto prova della noia e cattiveria degli Dei e Arket li ha praticamente zittiti riguardo ogni cosa. Lui morirà, okay e anche Adelaya forse ma loro... vivranno per sempre umiliati da quella sconfitta e forse questo significa godersi la vita da mortale e aver vinto. mi piace molto questo concetto!
Stupendo ancora il discorso di Arket, le sue suppliche, ormai il suo ultimo desiderioe questi dei che si lasciano andare e... scenografica da morire, la scena in cui l'arpa squarcia la muraglia di nebbia e questa carezza che è così dolce e che commuove. Si può quasi percepire la pace interiore di Arket, che finalmente ha smesso di vivere una vita di ricerca e dolore.
Poi c'è questa parte, la parte finale che è decisamente toccante.
C'è finalmente questo brevissimo ricongiungimento e poi la morte insieme. Dopotutto è ciò che volevano, lo hanno avuto. La solitudine di Adelaya è stato un prezzo che ha pagato volentieri per rivedere Arket e lui, pur avendo abbandonato ogni forma umana e aver vissuto due vite in una, forse lo rifarebbe per lei e questa leggenda che nasce, questi dei che continuano a ricordarli pur avendoci giocato per troppo tempo.
Ho adorato questo racconto, sono felice davvero che tu me l'abbia passato, "stuzzicando" la mia voglia di leggere qualcosa. Certe storie emozionanti e drammatiche sono quelle che preferisco, specie se scritte così bene con una cura nei dettagli disarmante, e questo stile così innovativo, diverso dal solito, che la fa scorrere come se nulla fosse.
Mi ha lasciato svariate emozioni nel corso della lettura e pur avendo un piccolo e oscuro punto di tristezza nel cuore, sono felice che abbiano trovato la pace che malgrado tutto non abbiano mai smesso di combattere e alla fine hanno vinto, sfidando gli dei.
Meravigliosa piccola perla che va tra le ricordate, per forza! Me ne sono innamorata follemente.
Complimenti ciccia e alla prossima!
Miry |