Eccomi.
Castiel completamente umano per me è davvero interessante e tu riesci a dar voce ai suoi pensieri e a ciò che prova in modo meraviglioso.
Il primo capitolo di questa storia mi ha colpita particolarmente: è bellissimo, poetico, intriso di significato e di analogie; si sposa alla perfezione con il personaggio di Castiel. Tra l'altro ho un debole per il fascino delle chiese, della fede rappresentata attraverso le immagini al loro interno e niente... mi è piaciuto davvero tanto. Anzi azzardo quasi a dire che l'incipit e in generale tutto il primo capitolo è la mia parte preferita. E credimi, è abbastanza insolito, considerato che il secondo capitolo è tutto incentrato su quel genere di comfort che a me fa sobbalzare il cuore. ^^
Della seconda parte, che comunque mi ha fatto sospirare di gioia, mi è piaciuto tantissimo Sam, che con il suo innato altruismo è un care perfetto. Tu l'hai reso meravigliosamente.
Tutta la storia è precisa e dettagliata, pur rimanendo molto scorrevole. È stata anche questa una bellissima lettura.
Un abbraccio, Joy.
Ps: Non so se sia effetto del fandom o meno, ma la tua scrittura in due anni è cambiata moltissimo! ^^

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Ciao!
Eccomi qui anche a recensire questo secondo capitolo: innanzitutto qui, con il ritorno a casa di Castiel, devo dire che sei riuscita a riadattare totalmente e a rendere ancora più palese il parallelismo con la parabola del figliol prodigo.
Mi ha colpita molto il modo in cui hai descritto le reazioni di Sam e Dean di primo impatto, al ritorno di Cas: c'è la spontaneità di Sam in quell'abbraccio di contrasto al silenzioso osservare di Dean che si logora già in quella colpa che lo ha sempre caratterizzato, e che espliciti quando chiede perdono per quelle piaghe che Cas ha e di cui si sente causa.
Molto azzeccato e coerente con il personaggio di Sam il salvare suo fratello dal suo masochismo, dicendo che possono rimetterlo in sesto.
Ho apprezzato molto l'attenzione e la cura che hai dato a tutta la convalescenza e mi ha intrigato la figura di Padre Christian, l'anonimo benefattore.
Nell'altro capitolo mi ero interrogata sulla possibilità che rappresentasse la fiducia nell'uomo oppure che fosse il tramite di Dio e quindi di Chuck; qui pare evidente che sia il tramite di Chuck e, avendo sempre apprezzato la componente metanarrativa in SPN, apprezzo come lo hai rappresentato, come se in qualche modo tessesse comunque le fila, di nascosto. L'ambiguità del resto è stata sempre la caratteristica cardine di questo personaggio e l'ho rivista molto in questo capitolo.
Alla prossima,
Desy

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Ciao,
Innanzitutto, mi sono fiondata qui perché Castiel è sempre stato per me il personaggio più difficile da comprendere all'interno del TFW, quello con cui ho fatto più fatica di empatizzare. Questo fino alla S9. Con la S9, mi è sembrato di aprire veramente gli occhi sul personaggio. All'interno di questa storia, ho trovato tremendamente interessante il modo in cui hai gestito la fede di Castiel da una prospettiva umana, servendoti del crocifisso per paragonare gli effetti dell'inedia su di Cas al calvario di Cristo. Mi è sembrato un paragone sensato, soprattutto perché in qualche modo la figura di Cas condivide questa sua doppia natura umana e divina allo stesso tempo.
La figura di padre Christian che offre sollievo è interessante ed emblematica. A tratti sembra una figura onirica, a tratti invece sembra portare il focus dalla fiducia che manca in Dio a quella nell'uomo - che pure però, in quanto sacerdote, è quantomeno tramite.
Alla prossima,
Desy

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Cavolo, ma tu scrivi queste perle e le fai durare solo due capitoli!!!?? Ma stai scherzando?? Uffa uffa uffa!!avrei voluto leggerne almeno venti di questo andazzo!!hai fatto guarire Castiel troppo in fretta insomma!!
Scherzi a parte ho apprezzato moltissimo , soprattutto i bros che cercano di farlo mangiare,bere ecc...proorio il genere di cose che piacciono a me. Spero di leggere presto qualcos altro di tuo!!!
Valentina

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Questa storia è davvero bellissima. Ci sono capitata per sbaglio, che è da un pò che ho iniziato a seguire Supernatural, e meno male che è successo :D Davvero, complimenti. Sei riuscita a trasmettermi tutta l'ansia e l'angoscia di Castiel, quando gira stanco e distrutto da bronchite e fame. E poi il misterioso prete, e infine la dolcezza e il calore della famiglia Winchester. Mi sono venuti i brividi da quanto è scritta bene. Davvero davvero complimentoni! :D

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Davvero emozionante anche questo secondo capitolo, forse ancora di più perché si sente il senso di colpa dei Winchester per averlo lasciato andare pensando che se la sarebbe cavata e invece il risultato è stato disastroso perché il povero Cas non sapeva nulla di come affrontare la condizione umana, un conto è vedere, un conto è provarla sulla propria pelle.
Hai descritto bene i ragazzi, con Sam e Dean che sono dolci e affettuosi a loro modo e Cas che tenta di essere il più umano possibile e di integrarsi con le sue nuove difficoltà.
Bello il finale dove diventano davvero una famiglia con tanto di documenti ufficiali.
Davvero un racconto molto bello e coinvolgente.

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Povero Castiel stremato dalla fame e dagli stenti, mi chiedo se il parroco in verità fosse Dio venuto a soccorrerlo nel momento più estremo del bisogno visto che alla fine lo chiama figlio mio.
Ora sono in ansia perche' Castiel non è riuscito a fare la chiamata è c'è qualcuno che gli si è avvicinato, speriamo per aiutarlo a chiamare Dean e non sia uno degli angeli che lo ricercavano.

Non sono mai riuscita a perdonare a Dean di aver detto a Cas che non poteva restare al bunker; Gadreel gli ha imposto questa condizione, temendo di essere scoperto, e non ha esitato a mettere Sam prima di tutto, anche prima dell'amico fraterno. Di certo, entrambi credevano che Cas se la sarebbe cavata egregiamente, ma l'ex angelo era troppo ingenuo, troppo digiuno della condizione e dei sentimenti umani e anche nella serie vediamo tutte le difficoltà che incontra. In questa tua storia leggiamo il suo vagabondaggio in tutti i segni che si sono impressi sul suo corpo e nelle privazioni che lo hanno portato quasi a un passo dalla morte. I Winchester si prendono cura di lui curando le ferite del corpo e dello spirito e alla fine ritroviamo il nostro Team free will insieme, come una famiglia, e finalmente il peso che ho avuto sullo stomaco dalle prime righe si è dissolto. Storia bellissima e ricca di particolari! Forse sono stata una delle poche a capire che erano cruces phlilologorum...ah, filologia romanza, il primo esame che ho dato, uno dei più belli!
Solo una cosa sul titolo: il figlio prodigo sceglie volontariamente di lasciare la casa del padre, invece Cas viene scacciato.
(Recensione modificata il 21/05/2018 - 10:27 am)
(Recensione modificata il 21/05/2018 - 10:29 am)

Dopo la spiegazione dell'autrice mi sono resa conto del mio madornale errore, cioè di aver completamente ignorato il fatto che la storia era composta da due capitoli. Già mi era piaciuto il secondo, ma dopo aver letto il primo e aver rivalutato il secondo in prospettiva tutto acquisisce un significato più grande e ben pensato: intanto il titolo si capisce nella sua pienezza (Cas che sceglie di cadere, di lasciare la casa del padre, disubbidendo) e il suo ritorno alla casa (alla sua vera casa), sempre accompagnato dall'amore del padre e accolto dall'amore della famiglia. Ho amato la rappresentazione dell'amore e della solidarietà cristiani (quelli che dovrebbero trovarsi in ogni persona di fede, ma che poche volte si incontrano) e ho nuovamente sofferto con Castiel. Non posso che farti ancora i miei complimenti!
(Recensione modificata il 21/05/2018 - 11:51 am)

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