Ciao Ciccia!
Oggi è sabato e il sabato è un giorno meraviglioso perché non lavoro, mi riposo e posso LEGGERE il cacchio che voglio, quindi sono qui finalmente a godermi il secondo capitolo di quella che per me è la massima espressione della tua arte, quella che davvero tira fuori dal tuo cuore e dalla tua testa sentimenti forti e buon dio grazie per rendere tutto questo in grado di uscire dalle tue dita.
Solo con la parte iniziale sei riuscita a lasciarmi senza parole.
Abbiamo una cosa già sentita, già vista: lo stato tormentato di Loki, le sue paure, la sua consapevolezza di essere "il mostro dalla quale i bambini si nascondono", ma qui a differenza di come ce lo mostrano nel film, di come lo esprime lui stesso, c'è molto di più.
Non c'è solo consapevolezza e paura, c'è anche quasi una rassegnazione, che si vede in questa bellissima metafora del ghiaccio che scorre nelle vene, questo liquido che si solidifica e non fa respirare.
Ho adorato questo tuo modo di descrivere le sensazioni non solo mentali e sentimentali, ma anche fisiche, che vanno a chiudere quello che per me è un profilo psicologico completo.
"Non in una perfetta metà, non in maniera simmetrica. Era piuttosto una maschera di cui si erano persi dei pezzi."
Bellissima questa frase (in realtà ce ne sono un sacco di frasi bellissime, ma questa è un po' quella che ha descritto in poche parole Loki e il suo essere diviso). Bellissima tanto quanto questa parte, dove c'è qualcuno che vuole aiutarlo, che sta cercando di rendergli la vita più facile, eppure lui continua a scansare tutti. Addirittura pensa cose come " di solito i guaritori sono sadici, questo no" ma sappiamo tutti che avrebbe avuto qualcosa da ridere anche nel caso in cui gliene fosse capitato uno crudele. Solo perché loki è stufo della vita che fa, stufo di fingere, stufo di far vedere al mondo che lui sta bene, che lui è felice così quando invece non lo è e lo si capisce qui:
Perché forse era meglio fare così, forse era meglio non muoversi, forse era meglio sforzarsi, forse, forse, forse.
Forse era meglio rimanere morto.
Ho avuto i brividi, qui. Davvero. Anche quando dice a Thor di non parlare per lui. Impossibile non vederli davanti agli occhi così come sono. E tu che hai paura di snaturarli? Hai paura che ti possano sfuggire dalle mani? Sono tuoi. Li vedo. Vedo Thor poggiato al muro, vedo Loki impazziente, ansante per lo sforzo e per la rabbia, furente... vedo tutto. persino la stanza.
TUTTO.
Non hai snaturato niente, li hai presi, li hai messi lì, li hai mossi e vanno bene dove sono. Li muovi bene, sono tuoi, ti appartengono, smettila di avere paura perché ce li hai in pugno. E questo vuol dire essere davvero bravi e capaci.
Il desiderio di Loki di cacciare Thor è solo un modo per non soffrire ancora, come se desiderasse morire da solo, in camera, senza però Thor che lo osserva mentre si spegne. Come se non volesse dargli quella sofferenza, in realtà e quella forza d'animo, ancora per non farsi vedere debole, pur stando male pur stando per crollare sulle ginocchia, è così da Loki.
E quel modo di non demordere di Thor, che per Loki va oltre ogni cosa, dimentica persino se stesso. E' calmo, riflessivo, malinconico. Amo come muovi Thor, mi trasmette dolcezza, ma allo stesso tempo mi fa sentire dannatamente triste, perché sa che se pure Loki non decidesse di lasciarsi andare e accoglierlo, lui continuerebbe comunque a sperare fino alla fine dei suoi giorni.
E' bellissima questa contrapposizione dei loro caratteri e modi di essere. è come vedere il sole e la luna nella stessa stanza.
Un'immagine che solo tu riesci a dare, con le tue descrizioni, che passano dalla rabbia e delusione di Loki alla pacatezza e tranquillità di Thor.
“È appagante essere Re? Perché mi sembra tu sia distrutto. Oserei dire infelice.”
Loki cerca di colpirlo al cuore, come se potesse mai riuscirci. Come se Thor non sapesse esattamente cosa gli passa davvero per la testa. Questo tuo Loki è furbo come quello che ci hanno mostrato, ma ha qualcosa in più: è anche convinto che la semplicità non possa comprendere la sua stessa furbizia, per quello cerca di battere Thor con la sua lingua velenosa e sta peggio quando vede che non ci riesce. E' dannatamente Loki, con qualcosa che tu hai voluto dargli che lo rende ancora più umano.
“Loki. Io voglio davvero aiutarti.”
[...]“Allora vattene. Vattene via, allontanati da qui. Sparisci per sempre dalla mia vista e non parlarmi più, mai più. Pensami morto, credimi morto, e vattene via, vattene via da questa stanza. Liberami da te, dalla tua presenza e dalle tue parole. Separa definitivamente le nostre vite!”
Quanto dolore... davvero, si sente ineccepibilmente dentro la carne. Si sente questa sofferenza che se solo Loki decidesse di palesare senza quella rabbia, senza quel risentimento, li renderebbe sicuramente felici, più uniti, meno propensi all'autodistruzione ma... non sarebbero loro d'altra parte.
Il raggio di sole che è Thor, oscurato da quella luna pallida che è loki, come se potessero incontrarsi davvero solo per poco, prima di ricominciare a separarsi per forza di cose e non perché lo vogliono.
Sai cosa mi piace terribilmente di questa storia? Questo tuo modo di rendere perfettamente il loro allontanarsi e avvicinarsi senza sosta, come se ci fosse consapevolezza e poi paura, sia di se stessi che dell'altro... ed è ancora una volta qualcosa che i due condividono, forse l'unica cosa che li rende uguali... ed è stupenda, è poesia.
“Considerami morto e sepolto, Thor. Io sono morto.”
Esattamente questo è ciò che intendevo prima: considerami morto perché è così che mi sento e non perché voglio che tu non sia qui.
Questo Loki, devastato dalla vita, da tutto, retto dal solo desiderio di avere Thor accanto a sé è straordinariamente IC. Questo Loki che quando ha Thor a pochi centimetri di distanza desidera cacciarlo per non soffrire ulterioremente.
Mi chiedo ogni accidenti di volta, come fai a riuscire in certi profili psicologici così difficili (anche con Howl lo fai... sembra facile ma non lo è, e tu lo fai davvero sembrare semplice).
“Riferisci al tuo Re che io sono morto. Riferisci al tuo Re che i morti non devono essere disturbati”.
Quante bugie che dice Loki, più per se stesso che altro. Sta lì che lo osserva come un amante nascosto e poi non lo vuole vedere, vuole che lo consideri morto. Questo suo lato così vulnerabile che cerca di nascondere paura e insodiffazione ma in realtà le rende moooolto più calcate. E' un Loki così umano che mi fa tremare.
(mio dio sto davvero dilungandomi tantissimo ma davvero sto esprimendo a caldo le mie impressioni, spero di non essere sconclusionata, santo cielo XDDDD in caso dimmelo XD).
Mi toccavi sempre il collo.
[...]Quindi mi hai salvato per questo?
Perché hanno rotto il collo che tanto amavi?
Non ho realmente nulla da dire, volevo solo farti i complimenti per questo frammento di pensiero, che sembra quasi casuale, quasi avesse attraversato la testa di Loki senza un reale motivo ma che un po' lascia che si crei nella mente una consapevolezza quasi raggelante sul fatto che Thor non smette un solo istante di sorprenderlo.
“Cosa fai qui?”, gli domandò, avanzando circospetto.
Suo fratello lo osservò e gli sorrise, indicandogli le costellazioni sparpagliate sopra le loro teste.
“Ascolto la musica. Le stelle cantano, lo sapevi? E il cielo è il loro strumento.”
Colpo basso, Thor.
Ammetto di essermi sciolta un pochino, davvero (UN SACCO IN REALTA' XD). Che poesia, le stelle che cantano, la musica che scorre dalla natura stessa, dall'atmosfera. Certe cose colpiscono anche i cuori più freddi, anche quelli che fingono di essere tali (soprattutto quelli) e ancora una volta ci dimostri che, le cose semplici, dette senza preavviso, sono quelle che certe volte colpiscono, soprattutto se si cita qualcosa detto da una persona che Loki ha finto di odiare per qualche tempo: sua madre.
“Hai bevuto molto?”
Thor abbassò le palpebre e abbandonò la nuca contro la sedia.
“Mi manchi.”
di nuovo. Amo questa differenza. Loki è così calcolatore, Thor istintivo. Dice cose, non si sa se sotto l'effetto dell'alcool o no. Non si sa se lo dice per avere qualcosa in cambio o no. Non si capisce perché glielo stia dicendo, ed è questo forse che tartassa di più la testa di Loki, per questo lui poi decide di rispondere come sempre, con una delle sue risposte evasive, perchè non glielo vuole mica dire che gli manca pure lui...
è una scena davvero dolce. Davvero molto dolce. Volevo lo sapessi.
“Pensavo fosse una bacca.”
Distrutta. Ecco qui mi sono sentita distrutta da un sacco di sentimenti. Non mi aspettavo una cosa del genere, non l'ho proprio vista arrivare.
e poi continuo a disintegrarmi il cuore con:
L’unico modo per divenire immortale nel tuo cuore era morire per te, proprio dinanzi ai tuoi occhi.
Pensi che sia amore? No, non lo è.
È ossessione.
Esattamente. E' ossessione. Questo volerlo cacciare è un modo per liberarsi da questa "malattia" dell'ossessione, che gli sta rovinando la sua vita che, da immortale, è pure peggio. E questa ossessione ad ogni paragrafo sempre aumentare. La storia da qui prende un ritmo incontrollato, con questi scambi di battute, queste "accuse" di pazzia reciprova... non so che dire. Sono stata così ammaliata da questa ritmica, sembrava di star leggendo uno sparito, di star suonando un'opera che ad un certo punto cambia velocità. Così, senza preavviso.
Loki poi che cerca di dare altre spiegazioni a quel bacio e a quel bisogno di Thor di farlo tornare, di andare contro al mondo pur di riaverlo indietro solo per un bacio? Continua a non voler accettare quello che è ovvio, quello che è così e non può fare niente, quando Thor invece ha già accettato la cosa, e non sa più come dirgli di smetterla di scansarlo perché tanto lui non lo farà.
“Vuoi riaprirmi la ferita?”
[...]“No. Te ne creo di nuove.”
Ancora una massima espressione su di loro. Anzi, la chiamerei consapevolezza, infine?
Lo sanno, fa male. continuerà a fare male per sempre ma è ciò che li rende vivi, è l'unica cosa che rende quella vita eterna con uno scopo. Che non è uno scopo finale, ma è duraturo. Continua nel tempo perché un amore così non esiste sempre, è raro, è unico. Va oltre ogni cosa, oltre l'anima, il corpo, la mente.
E tu... santo cielo, tu con il tuo modo poetico di esprimere il tutto hai reso la cosa palpabile. Sembra quasi di vedere davanti davvero due divinità, due cose impossibili da credere reali, eppure io ce le ho qui davanti.
E quel contatto che tu lo butti lì, sotto la pioggia:
Pioggia sul suo viso e sulle sue palpebre chiuse, sale sulle sue ciglia, denti a mordere la sua lingua.
Non ha fatto altro che aumentare le emozioni sconfinate che questa storia è in grado di trasmettermi.
Ho davvero delirato, lo so. Ho citato troppe cose, ma andava fatto.
E' un capitolo ineccepibilmente perfetto, sotto ogni accidenti di punto di vista.
Un ritmico e stupendo racconto poetico, che mette a nudo ogni sentimento, ogni paura e ogni difetto di questi personaggi, infine lasciando che queste loro imperfezioni li completino.
Il sentirsi vivo di Loki, in un contesto così disperato, lascia intendere che alla fine ha bisogno solo di una cosa: Thor.
Tesoro, mi hai trasmesso emozioni contrastanti, forti, fortissime e non so che altro dire non: scusa il delirio, ma hai fatto un lavoro a dir poco perfetto. non so come sia possibile riuscirci, ma tu lo hai fatto.
Sono davvero troppo felice di averti scoperta. Mi trasmetti tanto. Tutto.
A prestissimo.
Miry (E GRAZIE PER LA DEDICA SANTO CIELO, IO I TUOI DELIRI LI ASCOLTEREI IN OGNI MOMENTO) |