Ed eccomi qui! Dopo tutto il discorso di oggi e le varie riflessioni, ho dovuto rileggere questa storia ancora e ancora, prima di essere pronta a recensirla e comunque lo farò male, come sempre.
Sono impazzita per questa One-Shot, letteralmente impazzita. L’uso della seconda persona singolare ha amplificato tutto, ambientare la storia nel mondo degli Avengers mi ha esaltata e ritrovare loro, PROPRIO loro, è stato il colpo di grazia.
È la scena di un film, è tutto un film, ed è wow.
L’ho detto fino a consumare la tastiera ma lo farò ancora perché ti sei superata e io sono con un buco nel petto: i personaggi, mamma mia questi personaggi, sono così LORO da farmi venire le vertigini.
I gesti che hai descritto di Tony, l’alzare il braccio sinistro, proprio il sinistro, le parole scelte e usate, il rancore di sottofondo sono proprio da lui. Ho sentito l’atmosfera, questo contrasto stridente tra la felicità e la spensieratezza di tutti gli Avengers (Thor che beve, Cap a fare discorsi, Nat bellissima in un suo completo, Clint silenzioso, Bruce attento ad ogni passo e gli altri, gli altri, tutti gli altri vivi e felici. I nostri Avengers) e dall’altra parte il dramma chiuso e soffocante che si svolge tra quattro mura, tra Tony e Peter.
Un abbraccio, un semplice contatto, magari dato così, con una scusa infantile, e Peter che non riesce più a trattenere la verità. L’ho proprio visto, l’ho proprio sentito, Peter che chiude gli occhi e glielo confessa ‘Lei mi piace tanto, signor Stark’, con la voce soffocata dai vestiti e forse un po’ tremante.
Starò divangando ma voglio cercare di spiegare, voglio dire tutto quello che le tue frasi e le tue parole hanno scatenato nella mia mente, tutti i flash di immagini, suoni e odori che erano lì, dinanzi a me, mentre leggevo. E più rileggevo questa storia, più tutto prendeva forma e tutto si amplificava.
La paura, l’enorme e immenso terrore di Tony che ora pensa di potersi comportare come? Da adulto?
La frustrazione, la vera e propria frustrazione di Peter nel dover quasi chinare il capo per non degenere la situazione o forse perché ha paura di se stesso, della sua rabbia incontenibile con cui vorrebbe rompere ogni cosa perché non viene capito, non viene ascoltato, neppure dall’uomo che ama.
Lo ama. È forse un crimine? Lo ama e basta, non può farci nulla. Lo guarda e lo ama, lo sente parlare e lo ama, lo sente vicino e lo ama. Non si può vivere male perché si ama una persona che secondo certi canoni non si dovrebbe amare, è qualcosa che fa soffrire e fa morire.
Lo ama e vorrebbe smetterla quasi di sentirsi in colpa, o meglio che gli altri lo facciano sentire in colpa.
C’è un po’ di strafottenza quando risponde a monosillabi a Tony, solo per far tacere il dolore.
Perché Tony dice tante bugie e lui non ne può più.
Corre via e ho adorato il pensiero di Nat buttato lì, con maestria. Una frase e ho avuto in testa il viso di Natasha, i suoi capelli rossi a boccoli e una sua risata sfuggita con classe mentre alza il mento e guarda altrove. Avevo già letto in una tua storia come tu rendi Nat e sappi che mi piace da impazzire.
Mi è piaciuto tanto il primo bacio tra i due ma di più ho amato i pensieri di Peter, perché è un ragazzino ma capisce e soprattutto conosce Tony e sa che quello è un addio, una fine, non certo un inizio.
Perché vivono e vedono l’amore in maniera differente, anche sotto lo stesso cielo di fuochi di artificio.
E poi arriva la seconda parte.
Ancora mi congratulo perché tu in maniera diretta ed energica crei subito l’ambientazione, con i dettagli rendi i gesti abituali dei personaggi che noi così riconosciamo subito e che vediamo sempre chiari nella nostra mente. Mi ha colpito tantissimo lo scatto di Peter, non me lo aspettavo, per quanto avesse nella testa una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, l’esplosione è stata comunque uno shock e ha colpito sia me che Tony. Bello come continui a dargli del Lei anche se lo sta quasi strozzando, anche se c'è tra loro una nuova intimità. La situazione si capovolge e sembra che Tony stia affondando senza potersi fermare.
Ho amato la sua dichiarazione. È un concetto che in parte c'è anche nel finale della long e di cui ti parlerò anche lì ma qui è espresso al massimo della sua potenza. Ho amato, in primo luogo, l’inflessione più gergale di Tony che ha reso a sua volta la sua di frustrazione e poi il pensiero supremo: Peter è nella sua mente, è lì, sempre. Ed è quello che io, sicuramente nella mia più totale ignoranza, credo dell’amore.
I pensieri ti deve prendere l’amato, i pensieri. Se ti prende la testa, se occupa ogni tua idea e ti assilla, ti fagocita notte e giorno, allora è un amore di altri livelli.
Aver ritrovato qui questo concetto, espresso in questo modo perfetto, mi ha fatto emozionare tantissimo.
Milioni di complimenti per tutta la storia e per il finale agrodolce.
È davvero superba anche questa storia. Ti avrò scritto un’ennesima recensione partita bene e finita nel delirio ma HO AMATO DI NUOVO TUTTO.
Come fai? Sono troppo felice di leggerti.
A presto :) |