Rieccoci. :’)
Ho appena concluso il capitolo. Come sempre, ringrazio non so quale divinità pagana nel constatare tu abbia ancora cura di aggiornare. È sempre un’emozione indescrivibile.
Mi piace molto la direzione che ha preso la plot line di master Eva (o, almeno, quella che si è rivelata essere. Sono diventata piuttosto sicura riguardo al fatto tu abbia da più di cinque anni chiaro cosa sia successo per grandi linee a ciascuno dei personaggi e che tu non inventi man mano, il che è pregevole. Va be’, però: che tu sappia il fatto tuo non è una novità 😉).
Devo dirlo, però. Per quanto io mi sia commossa per gli eventi in sé, e abbia profondamente apprezzato l’affrontare una questione così attuale quale è una gravidanza indesiderata in modi che la diciassettenne ingenua che ero non si sarebbe goduta a pieno, ho accusato il colpo emotivo molto molto meno rispetto ad altri capitoli-prequel, e io credo che ciò sia dovuto al fatto tu senta la pressione del lettore in attesa, cosa di cui sono stata (indelicatamente) colpevole io stessa in passato. Credo che le richieste di più frequenti aggiornamenti ti abbiano affrettata e ciò abbia compromesso lo stile di scrittura, diventato più narrativo e meno introspettivo.
Certamente ci sono alcune scene introspettive da parte dei maggiori personaggi (Eva, Arthur, Alucard seriamente preoccupati per gli stati di salute, chi per la madre, chi per il nascituro; Integra e i suoi ricordi spaventosi in conflitto con le questioni morali che caratterizzano la sua deliziosamente precoce maturità). Eppure avrei gradito una più approfondita analisi, di quelle spaccacuore e mozzafiato cui, come lettrice, mi hai viziata (si può dire?), del point of view di Eva, magari per dirle addio, o forse più appropriatamente da quello di Arthur, dato che è arrivato il momento di introdurne il personaggio. Mi sono sentita, leggendo, come aleggiare su Hellsing Manor, non più con la pelle d’oca sulle guance come fossi stata io stessa a dire quel “Mi fai schifo” — come precedentemente invece mi hai fatto sentire (la storia delle tre spose mi ucciderà sempre).
Quindi ti lascio con una inversione di trend, perché amo troppo la tua storia: prenditi il tempo che ti serve. Torna ad aggiornare fra due anni, come hai fatto in precedenza. Scrivi per te e non per noi. Fallo quando ti senti di farlo, senza fretta, solo sentendo l’urgenza, il bisogno di produrre. La tua fedelissima ti aspetterà sempre. E, a dire il vero, comincia a desiderare di aspettare ancor più perché ha la sensazione che, finita questa trilogia di capitoli, sarà finita la storia.
Un caro abbraccio. |