Un ritorno in grande stile, fattelo dire.
Questo capitolo è scivolato via come l'olio - altrettanto denso, però, perché mi ha catturata dall'inizio alla fine.
Mi sono piaciuti i pensieri di Saori - umanissimi - perché ha ragione, in fondo: abbiamo paura dell'ignoto, del nulla, e rimandiamo il più possibile quella scadenza.
Che si un dio o un uomo, poco cambia - cosa c'è dall'altra parte dello specchio spaventa tutti, e la conoscenza è sempre stata l'unica forma valida di potere.
Bella questa quotidianità che inserisci in ogni opera - Seiya un mutande, lo sciroppo per la tosse di Saori, un profumo, un oggetto, un ricordo - perché, come già detto in precedenza, regala alla storia (e ai personaggi) realismo.
E poi, sul finale, come dimenticare quel bel cagnolone di Garmr, eh?
Adorabile. In fondo, basta un pezzetto di roba dolce intrisa di sangue, no? Possiamo portare la ricetta da Bake Off.
*ride*
Bentornata e complimenti; ce lo facciamo un caffettino insieme?
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