Recensioni per
Suicides
di oscar

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
30/11/18, ore 18:35
Cap. 1:

Oscar NON SI E MAI SUICIDATA!Questa e UNA SCIOCHEZZA!Si,lei era distrutta dalla morte di Andre,ma NON HA VOLUTO MAI SUICIDARSI al 14 luglio!Semplicemente,in quel momento,NON LI IMPORTAVA MOLTO di vivere o di morire nel combattimento,ma questo NON SIGNIFICA SUICIDIO!Lei NON HA CERCATO VOLONTARIAMENTE le pallottole!

Recensore Veterano
02/11/18, ore 18:48
Cap. 1:

Inizio con i complimenti, dovuti e sinceri, per questo piccolo componimento bellissimo e struggente, poi ti ringrazio anche per lo spunto, altrettanto bello, che mi hai offerto per tornare a rimuginare su un tema delicato su cui non mi soffermavo da tempo: la morte o probabile e possibile suicidio di Oscar, questione saliente per noi cultori del manga e dell’ anime.
Dalle mie parti si direbbe che hai aperto la classica “tin of worms”, ma è bello così, il dibattito è sempre stimolante specialmente quando i presupposti sono pregni e l’evento oltre ad essere degno si presta alle interpretazioni più disparate e valide, le ff di questo splendido fandom ne sono un magnifico esempio. Ampio merito quindi  a tutti voi autori.
Niente dogmi ma solo interpretazioni dunque!
Passo quindi ad esprimere la mia opinione sull’evento o meglio sulla “ eventualità” del suicidio    di Oscar. 
Io , da ragazzina e parlo quindi della versione di Dezaki perché il manga non lo conoscevo, non lo avevo  neanche minimamente immaginato, questione di età e certo di maturità ma anche di “sottobosco” culturale, niente dubbi quindi, possibilità ed argomento inesistente.
Ho cominciato solo più tardi, con occhi maturi  e leggendo a destra e a manca ( fanfictions incluse!) a domandarmi se lei avesse mai potuto prendere la decisione estrema, ho indulto  ( mi piaceva e tanto)  sull’idea che lei lo avesse fatto o avrebbe potuto farlo davvero .  
L’idea romantica, la drammatizzazione dell’amore mi allettava e mi alletta ancora oggi e una parte del mio cuore mi suggerisce che possa essere una interpretazione valida, tanto più che quella colomba di Dezaki, tanto suggestiva quanto ambigua, lascia poco o nulla a dubbi e tanto all’immaginazione.

Ebbene io non ci credo, forse il “romanticismo” ha ceduto il passo al raziocinio, non lo so, non ne sono certa, però ho cominciato a chiedermi davvero di che morte il duo nipponico ( l’una essendo scarna di particolari e l’altro  con quella colomba) volesse che Oscar morisse.
Mi sono posta una domanda e quindi vi ripropongo la medesima : Oscar ( ed il manga in sé come pure il cartone ) è giapponese o francese? 
Se fosse giapponese non rispecchierebbe i canoni, le dinamiche e la tradizione del suicidio stile nipponico,  
visione opposta a quella di noi occidentali.  
I suicidi nella cultura giapponese sono quasi una elevazione, sono spesso gridati ( per noi sono argomento  delicato) sono patto d’onore  ( la piccola Polignac, Diane ed io dico pure il mancato omicidio e suicidio del generale ) un espediente per emendarsi o anche una concessione ad uno sconfitto.
Per dinamica differiscono anche a seconda del genere maschile o femminile suppuku o jigai. Con questo voglio dire che l’Ikeda ( la sensei dei suicidi ) se avesse voluto una Oscar suicida lo avrebbe non dico gridato ma quanto meno palesato, non si sarebbe “ nascosta”  dietro all’immagine della colomba.

L’ Oscar francese non si sarebbe suicidata perché, a meno che all’atto si voglia attribuire la connotazione di “ onore”,  sarebbe stato contro i sui principi morali ( lei è quasi annientata all’idea di dover uccidere,  possibilità tangibile in un duello, il duca di Germain) il rispetto per la vita è immenso, il suicidio nella nostra cultura è un atto indegno.  Il suicidio d’amore verrebbe a scontrarsi con quello eroico, forse l’unico concesso ad una dea della guerra, da eroe omerico che non scende a compromessi. 
In entrambi i casi Oscar per genesi e per caratterizzazione di personaggio non combacia con il concetto di suicidio.
Il dilemma si pone con Dezaki ( e non sarebbe neanche la prima volta che si “ azzarda” a cambiare le carte in tavola, in Caro Fratello salva dal suicidio uno dei due personaggi principali ) e quella colomba può essere fuorviante.
Il mio pragmatismo mi suggerisce che si tratti di un espediente geniale e suggestivo per condurre lo spettatore ed Oscar stessa alla “ fine”. Una incarnazione, una somatizzazione ed anticipazione di  ciò che verrà dopo i colpi di fucile. Protagonista e spettatori sanno che lei è morta.

Il mio cuore romantico mi rimanda invece ad una visione più struggente. Oscar prima di essere colpita volge lo sguardo al cielo quasi in un moto di distrazione, non è che lei si arrenda ai fucili premeditatamente,  non è lei che ci lascia ma è Andrè che se la va a prendere perché  non può essere altrimenti. 
Un rompicapo vero e proprio.
Siate clementi, non tacciatemi di aver detto che allora Andrè avrebbe ucciso Oscar!
E solo una delle tante possibili interpretazioni ma è così che immagino le cose possano andate.
Se la mia anima romantica contemplasse la possibilità di suicidio di Oscar dovrebbe poi ammettere, per lo stesso principio, che potrebbe essere Andrè a reclamarla.

Brava e grazie ancora.

Ps
Scusa, ho dovuto modificare la rec perché l’ultimo “periodo” non era stato “incollato” in pagina.

 
(Recensione modificata il 02/11/2018 - 10:36 pm)

Recensore Master
30/10/18, ore 19:54
Cap. 1:

Carissima Oscar, ben ritrovata!
Mi ricordavo delle tue belle poesie , e anche questa volta hai fatto centro.
Adoro l'introspezione delle immagini e soprattutto il gioco di similitudine creato per dar voce al dolore e alla scelta, forzata di queste quattro donne. Chi si uccide mi rimanda sempre, in maniera scomposta, a pensieri di forza e debolezza allo stesso tempo
. Certamente, "quando le parole non servono, non resta che il gesto". Meno marcato è il suicidio di Oscar ma sicuramente idealizzato e cercato.
Grazie a presto !

Nuovo recensore
29/10/18, ore 22:39
Cap. 1:

Mi hai dato i brividi. L'incisivitá del verso, la ritmica, la scelta delle parole: tutto concorre, in questa tua poesia, a tratteggiare con umanitá e delicatezza un tema difficile come quello che hai scelto di affrontare. Si intuisce inoltre, o almeno credo, che questo scritto nasca anche come elaborazione di una vicenda che ti ha toccata da vicino, e questo lo rende a mio avviso ancora più prezioso e profondo. Brava.

Recensore Veterano
29/10/18, ore 21:30
Cap. 1:

Quattro donne, quattro vite, quattro amori, quattro mani. Scelte estreme e dolorose in nome dell'amore e della libertà. La libertà dalla vergogna per Diane, dal posto in cui ormai stava rinchiusa Jeanne, da un uomo che non amava e che era costretta a sposare troppo presto per Charlotte, dalla malattia di Oscar.

Scrivi lasciando spazio all'interpretazione di questo dolore che ognuno sente a sé. Ho pensato spesso al fatto che Oscar avesse voluto raggiungere André. Nel manga supplica la morte, nel cartone quella colomba che la distrae è ancora enigmatica. A mio avviso, c'è un altro suicidio, quello di Lasalle, che impugna il fucile.

Pace a chi va, pace a chi resta. Non ci sono colpe ma scelte.❤

Recensore Master
29/10/18, ore 21:14
Cap. 1:

Di fronte a certi momenti molto dolorosi alcune anime alte riescono a comunicare con l'Arte, la poesia, la pittura, la musica. E tu sei riuscita a veicolare il tuo dolore tramite loro direttamente al cuore. Bravissima, mi dispiace molto per il Tuo lutto. Un abbraccio a presto 💓

Nuovo recensore
29/10/18, ore 13:56
Cap. 1:

Il tema è delicatissimo ed egregiamente trattato attraverso le note di questa sintesi poetica.
L’appunto non è ai personaggi realmente esistiti perché sappiamo che in realtà non sono morti suicidi.
L’unica è stata Diane e lì si assiste alla sconfitta della vita, vinta dal senso di vergogna con cui le giovani di quel tempo crescevano.
Rifiutate sull’altare, infranto il loro sogno d’amore, avevano poche altre alternative.
Anch'io in passato avevo avuto la stessa sensazione sul fatto che Oscar avesse deciso di porre fine intenzionalmente alla propria vita (o per lo meno che non ha fatto nulla per impedirlo).
Però ci ho ragionato e adesso mi sento di dissentire - spero mi sia permesso e con il cuore in mano perché mai vorrei ferire la sensibilità altrui che traspare in questo componimento - sul fatto che Oscar abbia volutamente cercato la morte sotto le torri della Bastiglia.
Nel manga non v’è traccia di come lei trascorra la notte tra il 13 e il 14 luglio, dopo la morte di André.
Nell’anime invece assistiamo al suo terribile e lungo peregrinare tra i vicoli di Parigi, nel buio, nel silenzio, nelle corse per sfuggire alla cattura.
E’ sola, nemmeno ventiquattro ore prima era tra le braccia di André.
E’ verosimile immaginare che tutto avrebbe voluto tranne che continuare a vivere.
Eppure…
Avrebbe potuto puntare un’arma contro di sé ma non l’ha fatto.
Avrebbe potuto lasciarsi trafiggere dai soldati che l’avevano riconosciuta ma si è opposta, istintivamente, combattendo e fuggendo via.
Avrebbe potuto buttarsi nella Senna.
Nemmeno questo.
Chiede ad André cosa deve fare e per quel che posso pensare André non le avrebbe mai consentito di rinunciare alla propria vita.

Secondo il mio modesto parere, non credo che lei volesse morire.
Voleva vivere e sarebbe vissuta fin quando non l’avesse consumata la sua malattia.
Il fatto di essersi posizionata davanti, in prima fila, sotto le Torri della Bastiglia, anche con il rischio di essere colpita, era ciò che le era stato insegnato, come soldato e come comandante, nel momento cui avesse avuto un obiettivo da raggiungere.
Là, davanti a tutti, a visuale aperta sulla fortezza, avrebbe dato gli ordini per guidare i suoi soldati.
La sua uniforme sgargiante era il simbolo della sua nobiltà, non avrebbe potuto disfarsi di essa come ci si disfa di un vestito vecchio e non era ancora in uso, come oggi, mimetizzare un soldato per proteggerne la vita.

Oscar presta la sua conoscenza, la sua capacità di guidare i soldati, per raggiungere lo scopo più alto – ideale insito nella cultura giapponese – che forse sarebbe stato anche lo scopo di André se lui fosse stato ancora vivo.
Non trovo in questo gesto l’intenzione di abdicare alla propria vita ma semmai tutto il contrario.

Grazie a te per lo spunto e per le bellissime parole che hai usato nella tua intensa poesia.
(Recensione modificata il 29/10/2018 - 02:17 pm)

Recensore Veterano
29/10/18, ore 12:44
Cap. 1:

"ho sempre pensato che Oscar, una volta perso Andrè,non avesse più voglia di vivere e che quindi abbia messo la sua vita in prima linea per conquistare qualcosa di più grande che però ormai a lei non serviva più."

Non è una tua intuizione, Oscar ha cercato veramente il suicidio sotto la Bastiglia.
Dopo la morte di André, e il ritrovamento da parte di Alain, lei si ricorda di essere ormai sola e capisce che combattere non ha più senso.
I bombardamenti sotto la fortezza sono un'occasione perfetta per Oscar per poter raggiungere il suo amato defunto.  
Lo si capisce chiaramente dalla sua posizione "troppo esposta" di fronte ai fucilieri di De Launy.

Una bella struttura, quella della tua poesia.
Hai sovrapposto fra le quattro vittime (Charlotte, Diane, Jeanne, Oscar) un elemento comune: le loro mani, e ciò che stringevano in esse.

Molto originale, i miei complimenti! 

Recensore Master
29/10/18, ore 12:15
Cap. 1:

Molto intensa e bella, anche se breve; e credimi, posso capire perfettamente il tuo dolore. P.S. data la tematica, suggerirei di alzare il rating.

Recensore Master
29/10/18, ore 02:34
Cap. 1:

Quattro figure che stringono qualcosa di diverso fra le dita nell'istante in cui stanno perdendo tutte la stessa cosa.

Le prime sono due adolescenti qualunque, probabilmente non particolarmente dotate, diverse nei temperamenti e nelle condizioni di vita, ma accomunate dal fatto di essere state schiacciate da un mondo ostile che non sono riuscite a controllare. Si uccidono per due motivi opposti: una perché non si voleva sposare, l'altra perché voleva, ma è stata rifiutata. Per entrambe, l'esito è lo stesso. Una se ne andrà in sordina, nel silenzio di casa sua; l'altra platealmente, davanti a decine di spettatori, probabilmente per punire la madre.

Le altre sono i due titani della storia. Entrambe hanno sfidato il mondo, affrontandolo da sole, a testa alta, controcorrente e con una personalità forte ed egotista. Una era l'angelo del male, l'altra la rosa bianca circondata da rovi. Entrambe avevano uomini abbacinati da loro. Entrambe si sono scontrate con un mondo che, in apparenza, hanno soggiogato, ma che, in realtà, le ha prosciugate. Si sono date al bere e sono morte insieme o quasi ai loro uomini, in una deflagrazione.