[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU"]
Titolo:
Torna un titolo mono-parola, e di nuovo quella singola parola è il nucleo fondamentale della storia: la consapevolezza di Artù riecheggia in tutta la flash, ed è ciò che gli consente di andare avanti per la sua strada ben fermo nelle sue convinzioni.
Caratterizzazione dei personaggi:
In questa quarta e ultima storia troviamo infine il punto di vista di Artù, e lo esploriamo ben bene grazie a una profonda introspezione del personaggio e dei suoi pensieri.
Trovo la sua caratterizzazione davvero ben delineata, a partire dai primi dubbi sul perché si ritrovi a pensare sempre a Merlino. Dopotutto, come dice lui stesso, si conoscono da poco tempo… anche se in maniera non proprio ortodossa.
Artù si rende ben presto conto che Merlino lo comprende fin nel profondo, forse più di quanto si conosca lui stesso, e non esita ad ammettere che Merlino è l’unico che riesca a dargli conforto quando lo stress del mondo esterno – dato soprattutto da Ginevra – diventa troppo da sopportare da solo.
Ma perché lui e non gli altri tuoi amici?
Anche questa è una domanda più che legittima, che si lega a doppio filo alla considerazione fatta prima: Merlino è un amico, e per di più un amico che conosce da meno tempo di altri, presumibilmente… quindi perché proprio lui?
La risposta, di nuovo arriva in fretta. Tanto in fretta che, in casi normali, potrebbe sembrare superficiale, invece in questo contesto – con il Legame con Merlino nato nei sogni e voluto dal Destino – direi che è appropriata.
Non capisco però l’accenno a quel “non vuoi ammetterlo a te stesso”, perché da quanto ho letto – come ti dicevo – Artù non si fa nessun tipo di problema a considerare questo suo rapporto con Merlino come speciale, “qualcosa di più” di una semplice amicizia.
Forse quella frase sottintendeva che Artù non era stato attratto da altri ragazzi, prima di Merlino? Non so, in questo caso magari sarebbe servita un po’ più di spiegazione per delineare meglio il concetto.
Sulla caratterizzazione di Ginevra non mi dilungo, perché ne ho parlato in abbondanza nella valutazione della scorsa storia e qui mi ripeterei.
Tuttavia, partendo dal presupposto che questo personaggio non è quello della serie, devo dire che hai mantenuto la caratterizzazione datale nella terza storia e quindi ho apprezzato questa coerenza narrativa.
Vedere Artù combattuto a proposito della sua relazione con Ginevra mi è piaciuto perché ha richiamato anche quanto accade nel canon – ovviamente con le dovute differenziazioni del caso.
Anche qui, infatti, c’è la presenza ingombrante di Uther che preme affinché Artù convoli a nozze con Ginevra in quanto “buon partito”. Ho apprezzato questa cosa, benché soltanto accennata, perché l’Artù che conosciamo è sempre stato in qualche modo “succube” di suo padre, soprattutto per quel suo desiderio innato di renderlo orgoglioso che lo porta a non contraddirlo – quasi – mai.
La riflessione sul fatto che con Ginevra avrebbe avuto una vita agiata è un po’ meno conforme all’Artù principe, ma ben si accorda ad un ragazzo dei giorni nostri che – volente o nolente – deve fare i conti anche con un discorso economico… e con i pregiudizi della gente.
Nella parte finale, mi ha un po’ stonato il rimarcare che Artù non ha nessun pentimento quando Ginevra – dopo essere stata lasciata – scoppia a piangere. È vero che la loro relazione per come l’hai descritta era decisamente difficile e che lei ha usato questo “trucchetto” svariate volte per farlo tornare sui suoi passi, ma così sembra quasi che Artù sia completamente indifferente al dolore che potrebbe averle causato, e questo non è da lui. Avrei preferito anche solo un accenno al fatto che, nonostante fosse dispiaciuto per quelle lacrime che per una volta potrebbero essere vere, rimane ben saldo nella sua decisione.
Perché questa sua risoluzione, invece, mi sembra assolutamente perfetta e ho adorato come – una volta presa la sua decisione – Artù non si tiri indietro di fronte a nulla: ha finalmente capito cosa vuole il suo cuore, ed è ben deciso a lottare per ottenere la vera felicità.
Stile e trama:
Lo stile di questa storia è estremamente introspettivo, un unico lungo flusso di coscienza che analizza i pensieri, le paure e le emozioni di Artù in un momento di grande confusione per le contraddizioni che sente dentro tra cuore e mente.
Nonostante questo, tuttavia, la lettura non risulta mai pesante, e anche se talvolta la sintassi ricca di frasi brevi e spesso secche rende la narrazione leggermente frammentata, la comprensione del testo è sempre cristallina e il lettore non ha nessun problema a seguire per filo e per segno tutti i ragionamenti di Artù.
Attraverso i pensieri diretti di Artù il lettore è partecipe in prima persona dei suoi dubbi iniziali, e segue passo dopo passo ogni piccola domanda e risposta che lo porta sempre più vicino alla verità.
Perché se il lettore, a questo punto, già sa come sono andate le cose, lui è in piena crisi e deve farsi carico di tutto il suo coraggio per riuscire a discernere cosa realmente vuole il suo cuore… e capire se vale la pena andare contro tutto e tutti per ascoltarlo, a prescindere da cosa possa dire la ragione – o suo padre.
Scelta di cui noi siamo ben consapevoli, dato il richiamo finale alla dichiarazione che abbiamo già letto nella scorsa storia, e che quindi possiamo accogliere con quel sorrisetto saputo di chi la sapeva lunga. Dopotutto, sapere più cose dei personaggi stessi è uno dei privilegi del lettore.
Infine, ho molto apprezzato la tua scelta di parlare in questa storia, tra tutto, proprio di questo particolare momento… che in realtà è più che altro una sintesi di tutto quanto è successo ad Artù da quando ha conosciuto Merlino. Mi è piaciuto perché, nel resto della raccolta, abbiamo visto e sentito tutto attraverso gli occhi di Merlino e quindi conosciamo bene la sua versione dei fatti, ma con questa storia hai soddisfatto la curiosità del lettore del capire il percorso che ha spinto Artù ad aprire finalmente gli occhi, lasciare Ginevra e andare dalla sua anima gemella.
Verso quel lieto fine che neppure osava sognare, ma che proprio un sogno è riuscito a regalargli.
Gradimento personale:
Mi piacciono moltissimo le storie introspettive, e non ho potuto non apprezzare questa flash proprio per la cura con cui hai analizzato i pensieri e le emozioni di Artù, portando il lettore a conoscerlo meglio e ad affezionarsi a lui ancora di più.
Valutazione generale della raccolta: Tu sei il mio destino
Titolo raccolta:
Questo titolo mi è piaciuto molto perché nella sua apparente semplicità nasconde un concetto complesso e imprevedibile: il “destino” è qualcosa che è sempre presente nella serie, e che riveste un’importanza fondamentale attraverso le “due facce di una stessa medaglia”.
Ho molto apprezzato sia il riferimento al canon che il preludio a un “destino” che si presenta ben diverso, ma al contempo ugualmente inevitabile.
Sviluppo del soulmate!AU
In questa raccolta il Destino e il conseguente rapporto che si sviluppa tra Merlino e Artù è il filo conduttore che lega tutte le storie, e questo mi è piaciuto moltissimo.
Invece non mi è piaciuto che soltanto Artù e Merlino siano legati da questo particolare rapporto: come specificato anche sia nel bando che nelle FAQ, la regola del soulmate!AU scelto avrebbe dovuto essere valida per tutti.
Non era obbligatorio parlare approfonditamente di altre coppie di soulmate, ma avrei preferito almeno qualche accenno in proposito, anche soltanto a delle leggende che parlavano del concetto di anime gemelle.
Avresti potuto dire che nessuno ci credeva perché non c’era nessuna documentazione accertata che provasse tali legami o qualcosa del genere, e anche modificare leggermente la regola generale per meglio adattarla al contesto.
Avresti anche potuto far fare delle ricerche a Merlino, o farlo ipotizzare che probabilmente non ci sono documentazioni perché è qualcosa di talmente personale che nessuno vuole parlarne… le strade erano molte e varie, bastava davvero poco per completare il quadro generale.
In questa raccolta, invece, è palese che non solo nessun altro si sia mai confrontato con sogni come quelli di Artù e Merlino, ma addirittura nessuno pare averne mai sentito parlare perché, se così fosse stato, almeno una “voce di corridoio” sarebbe arrivata alle orecchie di Artù e Merlino.
Il che, a conti fatti, rende il loro rapporto un’eccezione e non la regola come avrebbe dovuto essere.
Di contro, ho molto apprezzato la grande importanza data alla Stanza Rossa all’interno della raccolta; il suo è un ruolo a dir poco cruciale e legato a doppio filo a tutti i principali sviluppi del rapporto tra Artù e Merlino: è qui che si vedono per la prima volta, è qui che iniziano a conoscersi, è qui che si scambiano confidenze entrando sempre più in sintonia… ed è qui che, alla fine, scoprono di essersi innamorati l’uno dell’altro.
In particolare, ma questo l’ho già accennato, mi è piaciuta l’evoluzione dei sogni e della stanza stessa: all’inizio sono veri e propri incubi di fuoco, ma non appena le anime di Artù e Merlino riescono in qualche modo a collegarsi allora le cose iniziano a cambiare, e la Stanza Rossa cessa di essere una prigione di fiamme per diventare invece il loro rifugio personale.
A presto!
rhys89 |