Annunciazione, annunciazione: non solo sono puntuale, ma addirittura in simultanea! :'D
Scemenze a parte, il capitolo mi è piaciuto da matti per tutta una serie di motivi.
Innanzitutto, hai fatto un ottimo lavoro nel modificare la voce narrante di Natasha, distinguendola da quella precedente al reset e spostando il focus su dettagli che lasciano disorientati, essendo abituati a una Natasha che si preoccupa al massimo di compiere le proprie missioni in modo impeccabile e senza lasciare tracce, non certo di bruciare un pasto nel forno.
Dopo più di trenta capitoli passati nella testa dell'assassina provetta orgoglio del KGB, trovarsi in quella di una moglie devota e concentrata sui problemi del quotidiano è spiazzante, nel giusto modo, ovviamente.
Prendere coscienza di come i suoi ricordi siano stati modificati è stato al contempo interessante e avvilente, con Petrovich ridotto a semplice ed estraniata figura paterna e spogliato di tutte le sue connotazioni gerarchiche e militaresche. La rielaborazione dello schiaffo, del rifiuto di Natasha e dell'alterco sfociato in violenza gratuita è assolutamente credibile, così come la "scelta" di troncare ogni rapporto col padre adottivo; scelta che, presumo, è stata oculatamente approntata dai grandi capi, eliminando di conseguenza il vero significato dell'atto di ribellione compiuto da Natasha.
Nel leggere dei manifesti del balletto, per un momento ho pensato che il cognome usato in vece di Petrovich fosse "Romanov"; trovarmi davanti "Shostakov" è stato molto difficile da digerire, così come la successiva digressione sulla sua discendenza, che richiama inevitabilmente a quella notte passata nel Palazzo D'Inverno con ben altra compagnia rispetto a Alexei. È doloroso e allo stesso tempo credibile come i veri ricordi di Natasha riemergano solo a livello onirico, privandoli quindi di qualsiasi legame con la realtà e rendendoli facili da accantonare e archiviare come semplici chimere frutto dell'inconscio.
Il finale, venato dal ricordo di James e costellato di rimembranze spezzate, è stato perfetto nella sua amarezza, almeno per il lettore. Natasha è invece ignara, in fin dei conti felice nel suo piccolo mondo umanamente imperfetto, e si gode il Capodanno senza il macigno dei suoi ricordi e delle note rosse a gravarle sulle spalle. Si solleva una domanda implicita, ovvero se non sia davvero meglio per lei vivere in questa serenità, seppure artefatta, ed è anche inevitabile sperare che la coscienza di sé e il ricordo di James riemergano, con tutto l'inevitabile dolore che ciò comporterebbe.
Ma so che questa sarà un'altra storia, di cui attenderò fiduciosa gli sviluppi :')
Non posso che farti mille e mille complimenti per aver portato a termine il primo dei "progetti mastodontici" con annesse pugnalate emotive <3
Bravissima, e spero non mi lascerai a bocca asciutta troppo a lungo, che qui c'è carenza d'angst ;)
Un bacione, un mega-abbraccio formato Hulk, e spero a presto,
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