Recensioni per
Canto di Natale
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/01/19, ore 00:40

Ciao! Come ti avevo anticipato, ero molto incuriosita da questa tua storia, e finalmente ho trovato il tempo di iniziarla e recensire, almeno per ora, il primo capitolo.
Prima di tutto mi ha attirata l’opera originale cui ti sei ispirata: il Canto di Natale è un racconto di grande fascino, in più Dickens è uno dei miei grandi amori letterari – nonché una figura affascinante sotto molti aspetti.
Avendo in mente l’opera, mi chiedevo come avresti reso il parallelismo tra Sherlock e Scrooge, e devo dire che l’hai impostato in maniera perfetta. Sicuramente il personaggio col suo carattere si presta bene, ma è tutto tuo il merito di averlo reso al meglio: Sherlock non ama il Natale, anzi gli è totalmente indifferente di per sé come festa, ma lo detesta perché ciò porta tutto il resto delle persone a comportarsi in una maniera che lui non concepisce. John compreso: proprio il John che lui ama al di sopra di ogni altra cosa, come lasci emergere bene nel momento in cui lui e la figlia Rosie diventano la sua principale preoccupazione riguardo al caso che sta affrontando.
Ecco, ho trovato molto interessante la scelta del caso: prima di tutto, introduci un elemento nuovo anche per gli spettatori della serie tv, ovvero il coinvolgimento di vittime molto giovani (nella serie, se non erro, quando si tratta di bambini vengono sempre salvati in tempo… se escludiamo Victor Trevor); e seconda cosa, questo diventa il pretesto per evidenziare cosa ci sia davvero al centro dei pensieri dell’investigatore. Come l’eroe che teme per l’incolumità della propria famiglia, Sherlock non può fare a meno di pensare a John e Rosie come potenziali vittime perché loro sono ciò che ha di più importante.
Mi è piaciuto molto anche il riferimento ai giornali: introduci così il fatto che vederli come coppia si stia diffondendo su larga scala. Non più una sola Kitty che gli chiede “Just platonic?” – ora è uno scoop che fa vendere più numeri di un articolo sulla famiglia reale. Insomma, questo cambia moltissimo le carte in tavola, cambia il contesto in cui lui deve affrontare i propri sentimenti. Tutto troppo sotto ai riflettori: un fattore problematico che di sicuro non aiuta. Se già Sherlock fa fatica a sentirsi degno di John, il fatto di essere un caso mediatico immagino non faccia che aggiungere pressioni. O almeno è la mia impressione (per quanto Sherlock non sia quello della coppia che dice “Ok, we need to be more careful.”)
L’incontro tra Sherlock e Mary è decisamente il fulcro di questo capitolo, come indica anche il titolo: e qui ti sei giocata davvero bene, sia nell’ispirarti all’opera che a renderla completamente originale e tua. Ho amato due elementi in particolare: la percezione che ha Sherlock di Mary, e il dialogo tra i due.
Riguardo al primo, è estremamente rilevante il fatto che lui tendesse ad addolcirla nel proprio subconscio: questo ci fa capire tantissimo di quello che Sherlock prova. E a questa intuizione tu dai il colpo di grazia con l’intero dialogo, che lascia emergere tutte le insicurezze di Sherlock e i suoi attacchi – che oserei dire passivo-aggressivi – che si infrangono contro il nulla materiale che è lo spettro di Mary. Mary è come l’idea piantata nel cervello: non la puoi sconfiggere, non così.
Spero di avere presto il tempo di leggere i prossimi capitoli.
Nel mentre, i miei complimenti!
Izu

Recensore Junior
01/01/19, ore 20:15

Mancavo da EFP da una vita e devo ammetterlo, questa storia mi incuriosiva parecchio già dal primo accenno in un post su Facebook.
Questo primo capitolo mi è piaciuto molto, ha incrementato la mia curiosità e di sicuro farò un salto al seguito più tardi.
Mi è piaciuto come hai strutturato la parte iniziale, come hai posto l'attenzione sui tratti scontrosi di Sherlock e sulla delusione di John durante la loro discussione. Era proprio questo che mi chiedevo prima di iniziare la lettura: "da dove partirà la storia e come verrà introdotto il tutto?". Non hai deluso le mie aspettative, anzi.
Mi costa dirlo, perchè sai quanto io odi Mary, ma in questo contesto la sua presenza come fantasma "introduttivo" ci sta a pennello.
Non vedo l'ora di vedere come procederà la storia.

Brava come sempre. Un abbraccio, alla prossima.

Marilia.

Recensore Master
28/12/18, ore 16:22

Eccomi, eccomi, eccomi!
Squillino le trombe e rullino i tamburi, sono finalmente riuscita a tornare da te, per recensire il primo capitolo di questa meraviglia!
Dal primo momento in cui hai accennato a questo progetto ho pensato che il “Canto di Natale” si adattasse benissimo a Sherlock: certo, tra Ebenezer Scrooge e il detective “col cappello” ci sono delle differenze, ma le storie potevano facilmente trovare dei punti di contatto; insomma, ero proprio curiosa di leggere questo tuo nuovo lavoro, e, trattandosi di te, ero certa che mi sarei trovata davanti ad una lettura entusiasmante! Le mie previsioni non sono state smentite ^^
Ma andiamo con ordine.
Nella prima parte troviamo Sherlock tutto preso dalla risoluzione di un caso assai complesso, che però non ha mancato di coinvolgerlo profondamente: trovarsi davanti ai cadaveri di bambini tanto piccoli è stato troppo persino per lui, che credeva di poter sopportare tutto. L’affetto sconfinato che il detective prova per John e per sua figlia traspare già da queste prime righe, perché i suoi pensieri non possono fare a meno di correre alla bambina e di preoccuparsi per lei, perché se le succedesse qualcosa, come potrebbe sopravvivere John? E come potrebbe sopravvivere lui? Tutto questo primo capitolo è stato un continuo oscillare tra le considerazioni pungenti di Sherlock a proposito del Natale, e il suo soffermarsi continuo su John, su Rosie e sull’amore che lui innegabilmente prova nei confronti di entrambi. E mi ha fatto una grandissima tenerezza leggere di come Sherlock, che tutto si può dire meno che non abbia un’alta considerazione di sé, si ritenga in realtà assolutamente “non abbastanza” per John. Vedere John attraverso gli occhi di Sherlock è bellissimo e struggente allo stesso tempo, sembra quasi di sentire il sospiro rassegnato del detective mentre realizza che il suo è un amore che non potrà mai essere vissuto pienamente… se non fosse che John è lì ad un passo, e basterebbe veramente poco per raggiungerlo. Una spintarella sarebbe magari opportuna… ed eccola che arriva in un modo del tutto inaspettato.
Dicevamo, Sherlock non comprende o comunque non sente “suo” lo spirito natalizio, lo ritiene una festa inutile e preferirebbe di gran lunga continuare a lavorare sul caso che tanto a lungo lo ha tenuto impegnato: così impegnato da non fargli minimamente registrare un’informazione tanto semplice quanto fondamentale: la sera della Vigilia lui, John e Rosie sono invitati a cena da Mycroft e Lestrade. Che John si arrabbi davanti all’ennesima dimostrazione di come Sherlock in definitiva ascolti solo quello che pare a lui mi sembra inevitabile e del tutto comprensibile – ed è pure una cosa che capita spessissimo nella vita di coppia, e parlo per esperienza personale, visto che a volte ho la sensazione di parlare al vento piuttosto che al mio compagno (ma sorvoliamo).
A dispetto di tutta la sua razionalità, Sherlock si ritrova per la prima volta in vita sua a fare i conti con un fantasma, e non un fantasma qualsiasi, bensì Mary Morstan, la defunta moglie di John, nonché madre di Rosie. Mi è piaciuto moltissimo come li hai fatti interagire, c’è una sorta di ruvido affetto fra i due (anche se le loro differenze impediscono un vero e proprio avvicinamento), c’è ammirazione e, soprattutto, c’è il comune sentimento che entrambi nutrono nei confronti di John e della bambina. Sono tutte cose che traspaiono chiaramente dai dialoghi, e che sicuramente rendono giustizia ad entrambi i personaggi, come al solito tratteggiati in maniera più che corrispondente ai loro corrispettivi originali (almeno, questa è la mia impressione).
Come il fantasma del socio defunto di Scrooge, Mary annuncia la visita di tre spiriti, e l’ultima frase che pronuncia «Ti consiglio di dar loro retta.» più che un monito ha la forza definitiva di un anatema. Farà bene Sherlock a seguire il suo consiglio.
Non vedo l’ora di leggere i prossimi capitoli, credo che tu abbia fatto un lavoro veramente eccellente con questa storia, e di sicuro non dev’essere stato semplice mettere insieme e amalgamare come si deve tutti i vari aspetti e le varie problematiche che un progetto del genere si porta dietro. Poi il tuo stile ben gli si adatta, perché hai dato a Sherlock tutta la profondità introspettiva di cui un personaggio del genere ha costantemente bisogno.
Complimenti quindi, e alla prossima!
Un bacione e, se non ci si legge prima, buon anno :*

padme

Recensore Master
28/12/18, ore 11:21

Ciao Koa! Avevo iniziato a leggere ieri sera questo capitolo, ma ero davvero stanchissima e quindi ho rimandato a leggere la fine della storia questa mattina e devo dire che ho fatto bene perché così mi sono goduta molto di più il personaggio di Mary. 
Prima di tutto complimenti per aver voluto portare il Canto di Natale in versione Sherlock, adoro questa combinazione, la trovo vincente e intrigante. È un capitolo molto molto lungo, ma qui l’introspettivismo scivola che è un piacere per gli occhi e per la mente. Mi piace un mondo il modo in cui hai iniziato tutta la narrazione, il caso di Sherlock, la sua costante paura per Rosie. E l’analisi dettagliata del modo in cui Sherlock vede e sente il Natale... una perfezione divina, sono sincera. Soprattutto per il modo scelto in cui far partire queste riflessioni, da un semplice “Buon Natale” detto da una persona comune, una persona qualsiasi che di solito, diciamo anche sempre, Sherlock non avrebbe mai ascoltato. Questo particolare mi ha ricordato proprio il nostro classico, soprattutto quando Holmes apre la porta di casa (una citazione di classe). E Mrs Hudson? ”Trillare” è proprio il verbo perfetto per identificare la sua voce, il suo tono. L’hai fatta parlare proprio come la Mrs Hudson che conosciamo e mi complimento tantissimo, perché si nota non solo una perfetta conoscenza della serie, ma anche una perfetta assimilazione dei personaggi. 
Io adoro tutto ciò! 
Arriviamo al momento in cui il mio cuoricino si è spezzato, perché li hai resi talmente IC che praticamente me li sono visti dinanzi agli occhi, ovvero il litigio tra Sherlock e John. Io l’ho trovato molto realistico, molto... loro. Prima di tutto il modo in cui Sherlock vede e non vede gli atteggiamenti di John, quelle briciole che scorge e che tu ci fai vedere e di cui ci fai innamorare (quando sembrava volerlo abbracciare o baciare, il lampo di delusione nei suoi occhi, la mano che trema mentre sistema i regali). Cioè, io mi sono sciolta in un brodo di giuggiole, diciamolo chiaramente. 
“La persona più importante della mia vita.” Bisogna aggiungere altro? Il mio cuore ha fatto crack. 
Poi John gli lancia il regalo, se ne va ingiuriandolo, porta via Rosie... e tutto sfuma come in un sogno. 
L’ho trovata un’altra mossa vincente quella della scelta del palazzo mentale. E trova che Mary sia il perfetto “socio” di Sherlock. Non per altro... le catene, le sue bugie, le sue uccisioni. Il fatto che siano accomunati dall’amore sia per John che per Rosie. 
Mary l’ho sempre trovata un personaggio dalle sfaccettature notevoli, non è semplici e mostra anche diverse caratteristiche che Moffat quasi sempre inserisce nei suoi personaggi femminili. 
Però ho sempre creduto che l’amore per John e per sua figlia fosse reale. E che si sia pentita di tutto, che abbia sofferto tantissimo. Oltre che, sì, diciamolo tutti, in quel matrimonio non erano in due, ma in tre (Sherlock ERA il protagonista del loro matrimonio. Protagonista indiscusso). 
Ora quindi sono davvero troppo curiosa. Chi sarà lo spirito del passato? Chi, chi? 
Complimenti, già da qui si prospetta una storia perfetta! 
A presto! 

P.S. La citazione della coppia Lestrade/Mycroft :) bellissima! 

Recensore Master
27/12/18, ore 21:41

Cara Koa,

Giungo da te tardi, ma preparata. Christmas Carol è un’opera che conosco molto bene e che ho letto anche lingua (e ci mancherebbe, è un testo molto semplice XD). Ieri sera, colta da spirito natalizio, ho rivisto anche la trasposizione Disney, ma ho ben presenti anche il film in 3d uscito forse una dozzina di anni fa e alcuni vecchi remake contemporanei (quello del produttore televisivo senza scrupoli, sicuramente conosci). Ovviamente, essendo un adattamento, so bene quanto alcune cose vadano un attimo stirate affinché possano aderire totalmente al canone interno del fandom. Ecco perché mi ha sorpresa la preghiera di Mary. Marley e Scrooge avevano in comune l’essere soci e possedere lo stesso difetto: l’avarizia e la crudeltà, la totale mancanza di empatia e il desiderio di arricchirsi a scapito dei più deboli (come dice Scrooge ammirato nella versione Disney riferendosi al socio “truffava i poveri e le vedove”). Qui il parallelismo c’è, ma è più intuitivo e sottile: Mary e Sherlock sono “soci” perché amano la stessa persona e questo muta l’avvertimento di Mary rendendo però vane le catene: nell’opera originaria quelle sono la tangibile punizione cui è costretto Marley all’inferno (“e le tue, Scrooge, dopo nove anni, ora sono molto più pesanti”) mentre quelle di Mary hanno funzione estetica e non esplicativa: sono più una rappresentazione del fantasma che non un suo mostrare il rischio che corre Holmes se non obbedirà all’insegnamento dei tre fantasmi. Ripeto, in verità va bene perché un adattamento deve cogliere l’essenza della storia e saperla declinare a un contesto altro (nella fattispecie, il fandom) aggiungendo una lettura nuova.

Qui potrei aprire una parentesi enorme sulle critiche che spesso leggo ai film tratti dai libri o viceversa e che spesso muovo anche io. Bisogna avere il coraggio di “osare” delle letture o riletture dei classici anche cassando personaggi inutili o fondendone altri. Ad ogni modo, il lavoro che hai svolto è certosino e attento e mi soddisfa. Sono curiosa di vedere come declinerai gli altri personaggi e mi ha sorpresa molto l’omicidio iniziale. È una scelta particolarmente cruda proporre a Natale un assassino che opera in un asilo e ti ci sei soffermata a lungo rispetto a quanto fai in genere sui casi di Sherlock: non so ancora se l’elemento è servito solamente per creare un contrasto con l’atmosfera natalizia naturalmente dolce e zuccherosa/smielata, a seconda dei casi 😉 o se l’elemento tornerà anche in questa fiaba contemporanea. Il mio giudizio è che il capitolo è bello e che si vede quanto ami i personaggi e quanto hai studiato l’opera originaria perché c’è, lo scheletro c’è. Buona serata e a presto!

Shilyss

P.S.
Lo so, sono lenta a recensire e poi produco 'sti papiri. Non mi odiare! XD

Recensore Master
27/12/18, ore 17:12

Eccomi qua! Finalmente ho qualche minuto per recensire questa meraviglia.
Come ti avevo già scritto, adoro Il Canto di Natale di Dickens e quando ho scoperto questa tua versione sono stata più che entusiasta di immergersi nella lettura!
Come sempre la tua tecnica è eccellente: usi un italiano impeccabile e la sintassi è perfetta.
Il tutto scorre fluido e incalzante.
Per quanto riguarda la trama, beh, la storia originale è già di per sé molto avvincente, ma tu hai saputo modellarla sapientemente per inserirvi i personaggi di Sherlock e il risultato è sorprendente. Tutto calza a pennello in questa versione alternativa! Ti faccio i miei complimenti e corro a recensire i capitoli successivi.

Recensore Master
25/12/18, ore 19:47

Eccomi qua, passo per lo scambio di Boys Love!
Il giorno della vigilia per lo scambio, mi piace questo parallelismo! Aver letto della Vigilia di Natale per la Vigilia di Natale e Recensirla il giorno di Natale!!!!
Il senso di estraniamento che prova Sherlock mentre segue un caso che lo appassiona è fantastico.
L’introspezione di come Sherlock percepisce il mondo, come si interfaccia ai casi, la rilevanza che essi hanno nella sua esistenza. Hai reso tutto bene!
Sarebbe un ottimo speciale di Natale! Certo che ce ne vorrebbe davvero un altro con urgenza!!
Ecco questa frase mi ha fatto fanghirlare non sai quanto!!! “d’altra parte, stava con suo fratello... quanto strana poteva essere una persona che dormiva con Mycroft Holmes?”. Con il tempo ho iniziato anche io a shippare Lestrade e Mycroft.
Povero Lestrade però quanta pazienza!!!(Comunque che taccagni la BBC manco uno speciale di Natale eh?).
Comunque sono molto solidale al senso di estraniamento di Sherlock anche io quest’anno sono arrivata al 23 e dovevo ancora incsrtare tutti i regali, l’ultimo acquisto per la mia dolce metà fatto… il 24 mattina… sono pessima!
Mrs Hudson è sempre meravigliosa! Adoro come l’hai scritta!
Hai adattato così bene a Christmas Carol alla tua storia! (fa tanto speciale della BBC, davvro! Forse perché ormai grazie a Doctor Who Dickens sembra quasi un vecchio amico!).
Però la tua rilettura del tutto in chiave Sherlock è davvero ottima!!!
“…«Sai cosa penso, invece?» gli domandò, ridendo amaramente «che è ridicolo il fatto che accusi gli altri di guardare, ma non osservare e poi cadi in quello stesso errore.»…”
Mi sono piaciute moltissimo queste frasi! Perspicace con tutti ma non con se stessi. E adesso sono molto curiosa di proseguire la lettura!
Mi è piaciuta molto Mary e la sua amara tristezza. Una rassegnazione al suo fato.
Complimenti!!!!
Era tanto che non leggevo una storia di Natale per Natale!
A presto! Boingo!

Recensore Master
23/12/18, ore 20:12

Ciao Koa,
sono davvero ammaliata da questa storia, e il motivo principale è che non hai preso The Christmas Carol e l'hai modificata con Sherlock e compagnia, ma ci hai creato sopra una trama sensata e lineare, dove Sherlock non è lo stronzo che tutti vedono; è pervaso di dubbi, si isola, si chiude e risulta scostante e menefreghista, ma la verità è che dentro di lui c'è molto altro. Per questo questo primo capitolo non ha fatto altro che alimentare la mia curiosità.
So che, se stai seguendo la trama del romanzo, succederanno determinate cose, ma come? Questo puoi spiegarcelo solo tu, perché ora come ora non ho idea di cosa tu abbia in mente, e questo può essere solo positivo.

Inizi il tutto con un punto fondamentale: Sherlock Holmes non sa nemmeno che giorno è, nemmeno il mese, forse nemmeno l'anno, eppure va avanti. Tutti sono strani, alcuni quasi gentili, ma è talmente preso da se stesso e dalla sua bolla di sicurezza che ormai è tutto ciò che conta, Sherlock Holmes non riesce a fare due più due.
È sempre lo stesso cinico e distaccato detective che conosciamo, ma ci sono cose che lo hanno cambiato, che hanno distorto un po' quella durezza d'animo e ce la mostri proprio dopo aver risolto un caso, dove implicato c'è l'omicidio di due bambini.
Ora, sono certa che Sherlock prenda ogni caso allo stesso modo, con la stessa identica presa di coscienza, ma qui mostra una scintilla negli occhi. Una scintilla data dal fatto che mai avrebbe immaginato di dover convivere con una bambina che lo chiama papà. E mai avrebbe immaginato di pensare al peggio, nei suoi riguardi, comparando altre situazioni di vita che lo coinvolgono solo lavorativamente. Ecco, ho trovato questa tua introspezione non solo geniale ma realistica.
Uno Sherlock ancora non totalmente padrone dei sentimenti, ma umano.

Ovviamente il Natale non fa parte di quelle preoccupazioni che attanagliano Sherlock e, malgrado sia più umano, tende ancora ad isolarle... e questo ovviamente è motivo di litigio con John.
Sai cosa mi è piaciuto particolarmente? La totale delusione che vela il viso di John, quando Sherlock dà di nuovo prova di non ascoltarlo... di non immagazzinare nella testa anche informazioni meno importanti, che però fanno la felicità di altri.
Ed è questo tormento, infine, a rendere tutto più poetico, più vero. Due persone che vengono scambiate addirittura per fidanzati, che litigano come fidanzata, che condividono una figlia come se fosse totalmente loro... crea la giusta atmosfera reale di una vita di cui anche certe cose fanno parte.
Come sempre trovo magistrale il tuo modo di renderli così veri, così fuori dalle righe ma anche ordinari, quando serve.

John se ne va, Sherlock rimane lì. Non avrebbe dovuto? Beh, non è da Sherlock inseguire le persone, neppure se si tratta di John e quella paura, quella sorta di terrore legato a quelle immagini e suoni che sentiva, dando la colpa alla stanchezza, infine diventano reali.
Sei stata davvero brava nel descrivere gradualmente la venuta di Mary e del suo giudizio, oltre ad averla rappresentata davvero bene.

«Ciao, Sherlock.»
«La morte non ti dona, Mary.»

Ho letteralmente adorato questo passaggio, la voglia di Sherlock di mostrarsi in pieno controllo delle sue azioni. Invece non lo è, invece ha paura.
Come sempre i dialoghi tra Sherlock e Mary sono intelligenti, intriganti, ne mostrano i difetti e i pregi di entrambi. L'odio e l'amore, l'incompatibilità e... il bene comune, John.
Mary è solo la messaggera, la vera avventura nella coscienza di Sherlock inizia ora...
Un ottimo lavoro, una rivisitazione fresca e moderna del romanzo di Dickens, intelligente e innovativo grazie ai personaggi, intrigante per via di Sherlock che è sì cinico, ma anche paurosamente intelligente.
Davvero un lavoro eccellente,
a presto
Miry

Recensore Master
23/12/18, ore 16:44

Quota:
"Per esempio, non aveva mai capito perché si dovesse celebrare il compleanno (per quel che gli riguardava, invecchiare non era un motivo per cui essere contenti ),[GO! Sherlock!] ma il Natale era anche peggio".
So che non devo farmi illusioni, mia Sweety, perché questo splendido, fragile e confuso Sherlock è quello pre-incontro con i tre spiriti, ma in questo momento lascia che il mio cuoricino da Grinch esulti! Per altro (ci sono un po' di premsse, sì, ma mi ero ripromessa di leggere, appunto, quando avessi avuto tempo) ci sono già due considerazioni al di fuori della storia. Stai usando una mia foto come avatar? non sai che dovevi chiedermi licenza di copyright? muaahahahaha! ^___^
Due: la corrispondenza simbolica. Ovviamente, se usi il Canto di Natale versione Topolino, - la più bella, per me - sai bene che Paperone e Scrooge sono proprio lo stesso personaggio, e rappresentando l'avarizia sono dati per Capricorno (parlo di testi validi di Astrologia), cioè il segno di Sherlock! (Lui per la freddezza da scienziato, che quindi da "aridità", altra caratteristica del segno). Quindi tutto l'inizio mi ha proiettata in un mondo molto mio, ricco di richiami e dell'unico apppeal che il Natale ha su di me: quello pop, nel senso di legato ad una magnifica fiction come questa e non quello "serioso e cattolico". Ok, smetto di rompere, che c'è tanto da commentare. Per prima cosa, devo sgridare John, mi dispiace. Sarà che questa storia è correttamente e perfettamente ambientata in un post-quarta serie (anche se forse senza Eurus, credo... ma ne parlo dopo), John è più intransigente. Non è che non voglia bene, o già ami, Sherlock, ma è più duro, più stanco. Si offende prima a ragione - Sherly l'ha ignorato mentre gli parlava della festa, che poi è l'annuncio del fidanzamento Mystrade, e come tale dell'attenzione la meritava - poi però ha un suo piccolo gesto di violenza, e gli tira il libro. Ora, tu sei stata attenta, e hai detto genericamente "addosso", ma la mia sensazione purtrppo è stata vederlo arrivare in faccia, e ci ho sofferto. Mi immagino gli occhi spaesati e feriti di Sherlock mentre John gli dice delle cose tecnicamente vere, ma con tanta cattiveria. Sei stata troppo brava, ripeto, questo è un John/quarta, ma senza proprio il peggio, ma neppure edulcorato. Non che dubitassi di te, ma è molto rifinito.
La sensibilità di Sherlock nessuno dovrebbe metterla in dubbio, chissà come sta dopo aver visto quei corpicini di due anni, e pensato a Rosie, la sua praticamente figlioletta: però non è andato a piagnucolare da John, ed ecco il risultato! C'è tanta tristezza in questa storia, per adesso... e tanto mio coinvolgimento. Ho letto il secondo capitolo, ma non il terzo, e mi rodo di curiosità nel pensare a chi sono gli altri spiriti. Del secondo non ho idea, mentre (sì, non ti salvi dal toto-indovinelli neanche stavolta!)il terzo per me è Moriarty (90%) o Eurus, ma dubito abbastanza. Vedrò! *^*
Mary come fantasma. E' qui che ti sei superata, secondo me. Intanto hai usato Mary da morta, il che non può che farmi gioire, sia in modo malevolo, sia perchè hai mantenuto il canone - cioè la quarta serie - pur in un AU fortissimo come questo. Lei sta bene dov'è, in un purgatorio, diciamo (già troppo, per lei, ma credo valga aver salvato la vita di Sherlock) e torna nel luogo che rappresenta la vita di chi ama. In fondo è vero, lo fa nella serie, anche se è un'allcuinazione per John, sembra abbastanza un fantasma, quindi non c'è una sbavatura nel suo utilizzo. Mi piacciono i dettagli, il fatto che aleggi, ma le che le catene siano molto concrete e pesanti, e che ammetta che il vero matrimonio John l'aveva con lui. In fondo ora cosa le costa dire la verità? anzi forse deve. E gli annucnia tre spiriti in visita, proprio a lui , che è un mese che già gli rompe, e non vede lo "spirito" del Natale! ^^ proprio il contrappasso...
Sherlock è stizzito, un po' spaventato e si sente messo alle strette ( e lo capisco!) ma sa che scappare non serve più. Una rete di pan di zenzero, alberi addobbati e ghirlande sta per chiudersi su du lui... e gli spiriti gli chiariranno le cose. Spero che alla fine John sarà molto dolce con lui, mi sento nei suoi panni
grazie di stare scrivendo questa perla, tesoro
un bacio pagano ;)
tua,
Setsy-Grinch

Nuovo recensore
19/12/18, ore 22:11

Adoro Canto di Natale, originale,film e versione Disney😍!perciò GRAZIE per questa verisone Sherlockiana! Sei bravissima, aspetto il seguito 😊 ps scusa se è un commento più che una recensione ma non ho nessuna critica o consiglio, mi sembra scritta alla perfezione!
(Recensione modificata il 19/12/2018 - 10:13 pm)