Ciao cara**
Mamma mia, quanto mi è piaciuta questa shot! E' così intensa che mi è parso di leggere una long intera, anzi... divorato una long intera. Hai raccontato tutta una storia, partendo da dopo "l'ultima pagina", in un continuo direttissimo.
Mi è piaciuta un sacco la dinamicità che hai dato immediatamente alla storia, con Janneza che corre via, con questo fagotto tra le mani, che ha rubato e che, Kazran forse ingenuamente, pensa lo abbia fatto per motivi molto più materni che di puro tornaconto, come invece alla fine era...
Chissà, magari sarebbe stato meglio darlo all'altra drow? E questo è un enigma che mi sono posta fino alla fine, perché di certo le cose, per Daren, sono crollate inesorabilmente sempre più a fondo, ogni istante che ha vissuto con quella famiglia, perché quello che ha fatto è stato impegnarsi, tentare il tutto e per tutto per non lasciare che il padre risentisse della crisi data dal nuovo conciatore rivale e, soprattutto, che Minroos potesse restare con loro senza che che Pharius lo vendesse come schiavo; e l'impegno di Daren per mantenere quella famiglia salda, esattamente come è sempre stata pur avendo i suoi alti e molti bassi, c'è la sempre messo forse più di tutti.
L'idea di avvelenare i rivali con quello stratagemma del veleno sugli abiti l'ho trovato geniale quanto crudele, ma Daren è pur sempre un drow, e la vita degli sconosciuti non gli pesa, non gli interessa, non ha alcuna importanza e uccidere qualcuno che non fa parte della sua famiglia non gli toglie il sonno.
Forse è questo ad aver reso il piano così minuzioso, attento, perché le conseguenze non sono poi così importanti, non c'è la paura dei sensi di colpa di dopo, ma quella che il gesto non possa bastare a salvare la sua famiglia, come se il peso di tutto poi, fosse sulle sue spalle. Mi piace sempre tantissimo Daren, e qui è decisamente lui in potenza, specie per la velocità con cui realizza pensieri coerenti e senza troppe sfumature, se decide una cosa la fa. Decide di impegnarsi, come quando chiede al padre di insegnargli a scassinare il lucchetto per entrare nella bottega del rivale, o la velocità sempre messa alla prova sul lavoro, così che possa essere più produttivo e meno un intralcio, così che la produzione possa essere superiore e Minroos possa restare lì...
eppure è qui, che tutto crolla. Come una punizione divina, una lite tra fratello si trasforma in una tragedia e io non me lo sarei mai aspettato. Ma, dopotutto, con la tua fantasia sempre così particolare, come fai ad aspettarti qualcosa? Non puoi e sei lì, che ti chiedi come evolverà tutto... e non evolve nulla, crolla un muro... anzi il mondo addosso a Daren, quando sua madre, con quella freddezza, constata al suo risveglio che è ancora vivo. Lui sì, e Minroos no. Il vero figlio di Pharius e Janneza, quello che Pharius avrebbe venduto e che Janneza avrebbe invece salvato.
L'odio verso Daren, che ha raccolto solo per salvare Minroos nel caso Pharius avesse deciso di ucciderlo...
La differenza dell'amore che a modo loro hanno dato a quei figli, mettendoli su piani diversi, è devastante ma così vera, purtroppo realistica e il dolore di un genitore che ti odia è immenso.
La scena finale, dove lei uccide il marito, prendendolo nel momento più giusto, conoscendo ogni mossa da fare, liberandosi di un peso, della rabbia, che però non ha riversato su Daren, risparmiandogli la vita ma rinnegandolo per sempre.
E qui conosco un lato di Daren che me lo fa amare ancora di più che mi fa capire che, il personaggio frizzante e mitomane che ho conosciuto, nasconde dietro di sé un passato di sventura, dove ha sempre dato, ha sempre cercato di dimostrare qualcosa, ricevendo solo calci in faccia. È stato solo ed è rimasto solo, così tanto che alla fine è riuscito a sopravvivere, a pianificare una fuga e un piano per non lasciarsi annichilire dal mondo.
Ho amato questa shot, è profonda, piena di dolore e ingiustizie, ma anche di una crudele umanità che fa parte anche del nostro mondo.
Come sempre mi lasci un sacco di cose su cui riflettere, ed è uno dei motivi per il quale mi piace tantissimo leggerti.
Alla prossima, cara
Miry |