Recensioni per
Cercasi Sherlock, disperatamente!
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/02/19, ore 10:28
Cap. 15:

Ed eccomi giunta finalmente al capitolo finale, un capitolo dolce e amaro al tempo stesso. Felice, per questo finale molto Johnlock in cui finalmente i due decidono di fare il passo successivo (E definitivo, si spera), ma anche triste perché la fine di Mary è un qualcosa che non mi aspettavo. L'ennesima cosa inaspettata che ho trovato leggendo e ne sono felice, perché difficilmente mi stupisco di qualcosa nelle storie, ma tu sei talmente brava e capace che riesci a sorprendermi moltissimo. Dunque, non me lo aspettavo. Ma anche qui l'ho trovato purtroppo credibile, oltre che verosimile. Mary è una donna instabile che è stata strappata da una quotidianità e da un luogo che le dava sicurezza, sicurezza che non riesce più a trovare nel posto in cui adesso si trova. Mette davvero tanta tristezza, la sua solitudine ma anche il trovare conforto nelle visite di Sherlock del quale la Mary bambina si è invaghita. E mi figuro Sherlock che legge la lettera e scoppia a piangere perché, dopo tutto quello che ha fatto per tentare di salvarla, lei sceglie il suicidio. Il passaggio in cui parla della corda è quasi agghiacciante, lo ammetto. Ho provato un brivido leggendolo, oltre che un certo orrore. Diciamo che dal punto di vista emotivo il cuore è ballerino in questa storia. Balla moltissimo nell'assistere a questo pianto disperato di Sherlock, convinto d'aver fallito miseramente e di non essere riuscito a salvare Mary. Ma dall'altra parte mi rendo anche conto che assistere a quell'abbraccio è stato comunque bello. Abbraccio simile a quello di The Lying Detective, ma diverso in tante piccole e grandi cose. Primo fra tutti i ruoli invertiti, e questo John che questa volta è colui che consola e non colui che piange. Un John innamorato che ama prendersi cura di Sherlock, che lo strige e dà baci tra i capelli, ma che comunque ancora si fa dei problemi e tenta di trattenersi dal baciarlo ancora tra i ricci. Perché tra loro c'è ancora dell'irrisolto, un non detto molto importante. Capisco la scelta del loro silenzio, è contestualizzata a quanto accaduto e la trovo giusta per certi versi, ma come dicevo anche nei capitoli passati non trovo siano due persone in grado di star divise a lungo (sia da amici che da amanti dopo aver assaggiato come sarebbe fra di loro in quel senso). Qui il pretesto narrativo è la lettera di Mary che scatena in Sherlock determinati pensieri, ma avrebbe potuto essere qualsiasi cosa in effetti.

La scena fra loro è bellissima, si parla di calore e ce n'è tantissimo. Molto dolce e romantica, senza un fluff troppo esagerato. L'ho apprezzata davvero molto, così come l'intera storia che finirà tra le ricordate perché sono stata davvero contenta d'averla letta.

Spero di trovarti presto con una nuova Johnlock.
Koa

Recensore Master
31/01/19, ore 18:19
Cap. 15:

“…e a breve sarebbe stata trasferita in una struttura protetta…”: in questa situazione quante possibilità, anche nella vita reale, sono andate bruciate per la lentezza degli ingranaggi che stritolano le persone… Per me è una delle frasi più significative di questo capitolo perché sei stata in grado, progressivamente e per la strada giusta fatta di introspezione e di verosimiglianza, di portarci da un concetto di Mary come di un mostro terribile alla sua identità di donna diventata così perché cresciuta su un terreno sbagliato, fatto di violenza e di sopraffazione.
Si fa presto a tagliare fuori i cosiddetti “mostri” dalla società ma, a volte, non so quanti di bene in vista ce ne siano, liberamente e senza essere ritenuti tali. Per la maggior parte pagano i poveri cristi, quelli di cui nessuno si fa “voce”.
Mary è una di questi, ma avrebbe avuto l’opportunità di trascorrere il resto dei suoi giorni in un modo meno devastante di quello che ha vissuto nel manicomio giudiziario. Infatti l’incontro con Sh ha portato ad un importante cambiamento nella sua esistenza: ci racconti, infatti che lei si era innamorata di “Edward”, pur nell’atmosfera allucinante della sua casa, ed il suo lato positivo, la Mary “bambina”, in quell’uomo così particolare, aveva trovato un motivo per sentirsi importante per qualcuno. Purtroppo non ha saputo ancora aspettare ed ha scelto la libertà della morte.
Molto coinvolgente il dolore di Sh di fronte all’ultima lettera della donna, prima del suicidio ma, soprattutto, denso d’interpretazioni che, secondo me, portano tutte ad un’ innegabile maturazione del consulting nei confronti di ciò che non è solo ragione, ma sentimento e coinvolgimento emotivo.
Hai descritto, infatti, uno Sh che piange disperato e lascia uscire tutto il suo dolore. In quelle lacrime c’è anche il suo senso di una giustizia che non deve essere spinta al servizio dei più deboli ma deve mettersi a disposizione di chi ha subito un torto; poi c’è tutto l’amore che John ha rifiutato e sporcato con uno stupido atteggiamento, c’è la sofferenza di ciò che ha passato con Mary ma che, forse, è servita come catarsi, come purificazione per guardare alla vita con maggiore consapevolezza.
L’hai pestato Sh, trascinato violentemente giù dai gradini con una gamba rotta, spaventato a morte, imprigionato in una condizione fisica di completa impotenza, lasciato per lunghe ore in mezzo alla sua umanità più greve, in quell’allucinante stanzino. Ed alla fine gli hai fatto sentire il gelo più profondo di quella fossa di morte, facilmente paragonabile a quello che l’atteggiamento di John, dopo quel famoso sabato, gli aveva impresso nel cuore.
È come se tu l’avessi destrutturato, scomposto in sensazioni, sentimenti, paure e, soprattutto, disperazione e solitudine.
Ma ce l’hai restituito come uomo nuovo, capace di amare senza condizioni, in grado di rassicurare John su ciò che pensa davvero di lui.
Tutto ciò ce lo descrivi, in un modo travolgente e dolcissimo, nell’ultima parte del capitolo, dove, finalmente, percepiamo il calore di un qualcosa di finalmente libero di esprimersi.
Bellissimo Sh ma impareggiabile anche il ritratto che ci consegni di un John confuso, incapace di rendersi conto davvero di quello che l’uomo, di cui è perdutamente innamorato, gli sta comunicando (“…sente la pelle accapponarsi…guancia stupita…”).
Hai preparato il momento più intenso con il, sempre gradito, intervento di Greg, così semplice e diretto nei suoi ragionamenti. L’hai reso, anche lui, proprio IC, brava.
E così è finita anche questa tua bella long, che ho trovato molto ben 
riuscita, sia dal punto di vista del contenuto che dello stile ma non avevo dubbi in merito.
Come già ti ho scritto un paio di volte, mi è piaciuto soprattutto il modo con cui tu hai "preso il volo" da un pezzo di un Autore come King e, senza soggezione alcuna, ne hai preso le distanze, seguendo una strada tutta tua e conseguendo risultati di qualità.

Se devo essere sincera fino in fondo, questa tua "Cercasi..." L'ho trovata più conforme ai miei gusti di "Hasta..." E ti spiego perché. Quest'ultima è una costruzione imponente, ricca di sviluppi e di tematiche davvero importanti: si va dallo spionaggio all'azione poliziesca più pura, dal romanzo d'amore all'introspezione più profonda e coinvolgente che tu hai espresso anche in una suggestiva dimensione onirica.
Un'opera completa, quasi monumentale, insomma, espressa in uno stile avvincente e curato.

Ma "Cercasi..." l'ho trovata più mia, più rispondente ai miei gusti di fan un po' codarda di King e del romanzo più semplicemente "giallo" o "noir" che dir si voglia. "Codarda" perché riesco a leggere Stephen praticamente solo in estate, quando si coglie, dalle finestre, il movimento delle persone, in strada fino a tarda notte.
In questa stagione sarebbe dura per me non fare ricognizioni sotto il letto o riuscire a spegnere la luce dopo la lettura di King. Il silenzio ed il buio, anche se hai una persona vicino che, comunque dorme beatamente, per me diventerebbero un po' più "densi". ( modalità caso umano: off).

Dunque, questa tua long l'ho scoperta più vicina ai miei gusti.

Il fattore Johnlock, poi, che tu sviluppi, comunque, è di spessore in tutt'e due le ff che sto citando e risponde a ciò che io penso riguardo a quest'argomento.
Infatti secondo me, ciò che caratterizza il tuo modo di esprimere questo pairing, è soprattutto un seguire l'evoluzione interiore che i due protagonisti hanno verso la conquista di un percorso comune, connotato da una profonda ed inscindibile intesa, al di sopra di tutto e di tutti.
Il "noi due contro il resto del mondo" insomma, tradotto nel tuo raccontare vivo ed elegante.
Grazie per quello che ci hai regalato.

Recensore Junior
20/01/19, ore 13:31
Cap. 15:

Bene, eccoci alla fine. Ti dico la sincera verità, non mi aspettavo che Mary morisse. Nel corso di questa storia ho imparato un pò a conoscerti, e non mi sembravi il tipo da happy ending disneyiano; e infatti. Ma era la storia stessa che non poteva averlo, un happy ending disneyiano, c'era troppo in ballo perchè potesse venire spazzato via e basta con il "e vissero per sempre felici e contenti". Eppure la morte di Mary mi ha colta di sorpresa. La letterina è dolcissima, scritta da Mary bambina che decide di fuggire dalla Mary cattiva, ma non può fare a meno di salutare per l'ultima volta "Eddy" e fargli gli auguri per una vita felice con "Molly". Mi ha intenerita che tu abbia scelto che fosse la personalità bambina di Mary a capire ed accettare che Molly in realtà fosse John: a volte temo che sia proprio una metafora della società in cui viviamo.
Uno Sherlock distrutto e un John che può solo sostenerlo con la sua presenza non sembrano i presupposti per un lieto fine. Però l'amore può tutto, in fondo. Sherlock torna sulla scena del crimine, con le stampelle ma sempre in sè, decide di fare qualcosa di concreto per Mary e di organizzarle il funerale. John lo aiuta con i suoi esercizi di riabilitazione. Insomma, vanno avanti. 
E in questo crescendo sempre più positivo, eccoci con un bel cliché delle storie d'amore: cadono uno sull'altro. Perchè no, in effetti. Alla fine le storie d'amore vanno sempre cosí, quello che cambia sono le persone che le vivono. Quindi, quando i personaggi sono ben caratterizzati come i tuoi, ben vengano i cliché, che rendono tutto più romantico e semplice, forse più leggero. 
Non pensavo neanche che sarebbe stato Sherlock a prendere l'iniziativa, forse perchè sono abituata a un John abbastanza marpione. Ma qui hai ragione tu, non c'era da fare gli audaci, Sherlock era già stato ferito abbastanza, e non solo alla gamba. Quindi John gli sta accanto durante la riabilitazione e se lo fa andare bene, poi quando le cose si scaldano, per cosí dire, è anche troppo impetuoso. Alla fine John è così, è un uomo semplice, ma con tanto amore da dare. Sherlock lo ha capito, e lo guida in una delle scene d'amore più belle che io abbia mai letto, devo farti i complimenti ancora una volta. Era dolce, maliziosa, faceva sorridere di contentezza, ed era molto sensuale. Davvero bella.
Insomma, mi hai stupita. C'erano cose che avevo intuito sarebbero andate cosí, altre che non mi sarei mai aspettata, altre ancora che nonostante me le aspettassi sei riuscita a sviluppare in un modo totalmente diverso da quel che pensavo. Mi piace molto come scrivi, spero di leggere altri tuoi operati, in futuro. Sono contenta di averti conosciuta! <3