Recensioni per
poche parole
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 71 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
11/07/19, ore 23:13
Cap. 9:

Una tempesta che sta per abbattersi e travolgere tutto. Potente e inarrestabile.
E tu, come sempre, riesci a far percepire la forza dei sentimenti con la forza delle parole. Di poche, splendide parole. 💖

Recensore Master
21/02/19, ore 16:06
Cap. 9:

Parlando di occhi, a proposito di quelli di Sh, si potrebbe produrre un corposo trattato, per esempio, su che caspita di colore essi abbiano.
Turchese? Azzurro acquamarina? Verde tendente all’azzurro? Pagliuzze dorate, sicuramente se ne vedono…
E si potrebbe continuare ancora per molto.
Quelli di John, invece, sono come lui, definibili, dall’aspetto non troppo cangiante, si potrebbero definire come “affidabili”. O almeno gli occhi del John delle prime due Stagioni BBC, perché dopo il suo sguardo non ha più nulla dell’atmosfera promettente e, a suo modo, serena del 221b.
Comunque azzurri, di una tonalità scura.
Sì, ma, purtroppo, anche Magnussen ce li ha di quel colore, solo che esprimono cose ben diverse.
Come suggestivamente scrivi tu, riportano lo squallore e la desolazione di terre lontane, in cui la solitudine ed il gelo hanno spento ogni forma di vita e di umana condivisione.
Nello sguardo di Magnussen lampeggiano la cattiveria, la spietatezza, l’inesorabile tendere all’interesse personale a costo di stroncare qualsiasi ostacolo, anche umano, che importa, per conseguire il proprio obiettivo di potere a tutti i costi.
La drabble l’hai impostata con il POV di Watson, che si trova sotto il fuoco di fila dei due sguardi più magnetici delle Stagioni BBC e si sente davvero impotente e indeciso se reagire o meno all’odiosa provocazione del “cattivo” di turno.
Molto curioso il termine “schicchera” che tu usi in una trama così preziosa per scelta dei termini e per le immagini che vi evochi.
“Scorno, smacco, umiliazione”: queste definizioni le ho trovate “googlando” la parola che non conoscevo e la fonte che mi ha fornito queste dritte è tra le più autorevoli.
Quindi il termine che hai usato, pur avendomi spiazzato ad una prima lettura, è apparso poi adeguato e dal significato chiaro.
Magnussen compie ripetutamente quel gesto odioso nei confronti di John non solo per umiliarlo ma per provocare soprattutto una reazione da parte di Sh perché sa benissimo che Watson è il “punto debole” del consulting.
E John, nonostante il disorientamento e l’incertezza su cosa fare, anche perché lui è un uomo sanguigno, e sicuramente l’istinto gli avrebbe già innescato una reazione decisamente violenta, attende fiducioso che Sh gli suggerisca come comportarsi.
Bellissimo questo affidarsi completamente a lui, attraverso il variare dei colori negli sguardi che s’intrecciano.
Ci hai riportato, con piacevolissima precisione, l’atmosfera livida e tesa di quegli attimi, i più importanti di HLW, in cui tutto poteva succedere, ed io mi aspettavo che John si scagliasse contro Magnussen.
Con pochissime parole hai riportato la tensione di John, la diabolica insistenza di Charles ma, a proposito di Sh hai dipinto un quadro unico, magnifico.
I suoi occhi, infatti, li animi con un mondo intero, fatto di rabbia, d’amore, d’istinto di protezione verso la persona di cui è innamorato. E nel suo sguardo c’è anche la morte, che trova voce nell’ineluttabilità agghiacciante della tempesta che prepara al dilagare della potenza distruttiva dell’uragano. Tutto si compie, Magnussen ha varcato la soglia del non ritorno e la violenza di Sh, che corrisponde alla sterminata grandezza del suo amore per John, lo travolge.
Ci hai riportato una scena memorabile condensandone l’intensità nel colore cangiante degli occhi.
Bravissima.

Recensore Junior
18/02/19, ore 21:17
Cap. 9:

Ottima drabble come sempre, gli occhi di entrambi così belli, oceano quelli di John, cieli ariosi quelli di Sherlock. La prima strofa (chiamiamola così ) mi fa sognare perché si sofferma a definire gli occhi di entrambi. Poi entra in scena quell'odioso di Magnussen che umilia John, fa pipi nel salotto del 221b e ci prova con Sherlock. Che odio!!! John non reagisce, si fida di Sherlock, è il suo punto di riferimento e quest'ultimo lo tranquillizza. Sarà Sherlock stesso, i cui occhi si sono fatti tempesta, ad occuparsi del viscido, facendolo fuori, uccidendo per il suo john. Bello come hai modulato i coloro facendo trasparire gli stati d'animo, l'amore l'uno per l'altri passa attraverso gli sguardi che si lanciano, sguardi molto molto eloquenti. Sarà che poi io amo l'azzurro e amo descrivere i loro occhi, mi ha fatto piacere leggerti, aspetto la prossima con trepidazione
Tuo,
Tybalt

Recensore Master
18/02/19, ore 15:55
Cap. 9:

Ciao, dalle tue note iniziali mi rendo conto di non aver letto "Drive to despair" e questo nonostante l'avessi già notata da parecchio tempo. A mia discolpa posso dire che le drabble dopo un po' che le leggo mi annoiano. Non che non mi piaccia leggere le tue, è solo che se ne leggo troppe finisco che percepisco tutto come troppo breve e troppo insoddisfacente. Quindi ogni tanto le lascio andare e basta in attesa che mi torni la voglia di leggerle e mi passi il "malumore" (io sono molto umorale anche sulle letture, oltre che su tutto quanto il resto). Tutto questo per dire che le recupererò prestissimo, ecco.

Tu sei bravissima in questo genere e apprezzo sempre che tu ne scriva così tante, anche se confesso che mi piacerebbe vederti in qualcosa di diverso ogni tanto, magari di più lungo e articolato, ma sono comunque tutte molto belle da leggere. Questa soprattutto in cui citi una particolare scena di umiliazione tra John, Sherlock e Magnussen nel quale quest'ultimo dà il peggio di sé. Per tutto His last vow, Magnussen si fa letteralmente odiare. Non c'è una scena in cui non appaia come un uomo viscido e odioso, ma a mio avviso nella scena che tu hai descritto lo diventa ancora di più. Come se non fosse bastato vederlo pisciare nel caminetto del salotto del 221b di Baker Street, qui umilia John con quelle che tu chiami "schicchere", in un termine molto dialettale (credo del centro Italia se non sbaglio?) ma che rende perfettamente l'idea. Non c'era io credo parola italiana che rendesse meglio il concetto. Sei stata molto brava a far capire l'umiliazione di John in quel momento, la sua rabbia nel non poter reagire e il non farlo, nonostante lo voglia, solo per una parola data a Sherlock. In quelle frasi brevissime sei stata capace di mostrarci tutta la fede che provano uno per l'altro, il legame che li unisce e ciò che sono Holmes e Watson. Il tutto collegato con l'azzurro degli occhi, gli stessi di Sherlock e di Magnussen, gli stessi di John (anche se più scuri). Sono simili fra di loro, entrambi dalle colorazioni bellissime ma estremamente diversi uno dall'altro. E John ci ripensa in quel momento, in una fugace riflessione mentre tenta di calmarsi. Hai mostrato precisamente quella scena, facendocela scorrere davanti agli occhi come se la stessi guardando ora. La rabbia di Sherlock, quasi furiosa e implacabile. La rabbia di chi si vede toccato e umiliato un qualcuno che ama e non può sopportare oltre. E ci mostri anche la cieca fiducia di John, il suo mettersi tra le mani di Sherlock in maniera totale e mandando giù un qualcosa che odia come l'immobilità e il dover subire. John non c'è abituato, ma lo fa e quindi non reagisce. Insomma, una scena carica di angst e sofferenza, ma anche di quel legame Johnlock che tanto mi piace trovare nelle fan fiction.

Alla prossima.
Koa