Recensioni per
Nel ricordo di Ottaviano
di alessandroago_94
Giungo con estremo rammarico alla fine di questo racconto breve. Le premesse per scrivere qualcosa di accurato e storicamente ben fatto c’erano tutte (del resto, il Rinascimento è un periodo storico di personaggi davvero molto interessanti), ma, ahimè, questa storia, almeno a mio personale giudizio, mi ha lasciato molto l’amaro in bocca. |
Anche in questo capitolo, il problema più evidente resta la caratterizzazione dei personaggi. Mi spiace dirlo, ed essere molto ripetitiva, ma il contesto storico è davvero molto nebuloso. Pare di camminare su un tappeto evanescente, non visibile dai più. |
Questo l’ho trovato, finora, il peggior capitolo scritto, dal punto di vista narrativo. Posso capire l’esigenza di dover riassumere in pochi passaggi l’assedio di Forlì, ma ciò non giustifica l’andamento quasi da libro di storia della vicenda. Tutto è condensato in poche e fitte righe, quasi inutili visto che ripetono quasi completamente lo stesso ennesimo concetto, ovvero il crollo imminente delle mura della rocca di Forlì. |
È la prima recensione che scrivo su efp e mi intristisce che debba essere fortemente negativa. Appassionata come sono di storia e di questi personaggi vederli sminuirsi e contorcersi in una gabbia irreale, violenta e deforme come quella, che hai creato, è abbastanza spiacevole. Oltre ad una Caterina sadica senza arte né parte, che di quella vera ha solo il nome, personaggi sottovalutati come Pirovano e Manfredi, altri snaturati, indeboliti e presi in giro come Bianca Riario, alcuni neanche esplorati psicologicamente come Astorre Manfredi e Ottaviano Riario, ho visto scene grottesche, astruse, fini a se stesse piene di decorativismi di cattivo gusto. Il tuo stile non è male, ma spesso diventa pomposo, una superfetazione di espressioni che vorrebbero essere ricercate e di descrizioni sopra la media che però risultano altisonanti e quanto mai zoppe. È una storia che a dirla tutta sa di "tirato via", di qualcosa di costruito e messo su in un paio d'ore senza la giusta indagine e il giusto approfondimento come se questi personaggi invece che uomini e donne in carne ossa fossero stati figurine di carta appiccicate per caso. Spesso usi espressioni fuori luogo come dicevo perché o troppo moderne, o palesi o teatrali (quasi stessimo vedendo una pubblicità di qualche detersivo e non un racconto storico). Detto questo, non nego che tu abbia buone potenzialità ma vedendo le altre tue storie e soprattutto questa ti consiglio di rivedere la tua metodologia, il tuo modo di scrivere e soprattutto la tua punteggiatura, che sembra ugualmente alle parole non avere nessun fine pratico. Non ho niente contro di te o i tuoi lavori, anzi. Spero nel meglio e confido nel fatto che saprai far tesoro delle critiche, che ti invio in questa recensione. Ripeto è una critica mossa non contro di te o in alcun modo la tua persona ma verso una scrittura che penso andrebbe fortemente perfezionata. |
Rispetto ai due precedenti capitoli, questo l’ho trovato leggermente migliore. Tuttavia, mi sorgono perplessità riguardo al lessico usato e ad alcuni punti non troppo chiari della vicenda. Inizierò dalle parole usate che mi hanno lasciata più perplessa 😄 |
Questo capitolo è ancora più confuso dei due precedenti. Il filo logico che hai scelto di seguire per la narrazione è confuso e frammentario. Passi continuamente da un personaggio all’altro, senza mai analizzarli del tutto. Inoltre, essendo in molte scene presente Ottaviano Manfredi ed essendo morto, perché la narrazione procede come se fosse vivo? Pare quasi che sia lui a raccontare alcuni pezzi della vicenda, quando è morto nel prologo. |
In seguito al prologo, non del tutto convincente, ho deciso comunque di continuare a leggere la storia per vedere come proseguiva e, stavolta, mi duole di doverti dare una recensione critica. Però parto con ordine e ti elenco tutti i punti che non mi hanno convinta per nulla, della stesura di questo primo capitolo. |
Quando ho letto la trama di questa storia e il periodo in cui era ambientata, ho provato un vero guizzo di gioia se non dopo aver cominciato a leggere le prime righe di questo prologo. |