Ciao! Ero molto curiosa di leggere questa storia, sono sincera, e la mia curiosità non è stata affatto delusa.
Parto col dire che ho apprezzato molto la citazione della canzone a inizio capitolo, è una cosa che piace fare anche a me ed alcune canzoni sono semplicemente perfette per determinate storie e credo che inserirle aiuti il lettore ad entrare nel "mood" giusto per quello che andrà a leggere. Anch'io, come te, ho un rapporto conflittuale con la tematica "incest", non mi turba ma al momento non ne scriverei e non è solitamente un genere che vado a cercare. Capisco benissimo però cosa intendi quando dici che riesci a vedere insieme questi due personaggi che hai creato perché si completano, come se fossero lo ying e lo yang. Effettivamente sei riuscita a dare questo effetto, anche solo col prologo ed immagino che sarà molto amplificato nei capitoli successivi, per cui nemmeno io mi sono sentita "infastidita" dall'immaginare un'evoluzione del rapporto in tal senso tra Elia ed Enea. A proposito di Enea, l'unico che al momento posso "giudicare", si capisce chiaramente come questo personaggio sia nato da una parte di te, perché non è un personaggio troppo "costruito", non ha caratteristiche che spiccano fin quasi a farne una caricatura, è un personaggio con cui si riesce ad empatizzare facilmente perché molto umano, ha affrontato un'adolescenza "burrascosa" e da questa, appena ha potuto, è fuggito, come in tanti credo abbiamo desiderato fare in quegli anni. Le storie che trattano di omofobia (e spesso anche dell'ipocrisia che dietro ad essa si nasconde) sono poi un mio debole, quindi con me hai vinto facile.
Mi è piaciuta molto tutta questa introduzione, ma devo fare una menzione in particolare a questa frase: "Enea ricordava ancora la sua rabbia, quando lo aveva messo all'angolo pretendo spiegazioni, e ricordava anche il sapore delle sue labbra e come si fosse sentito completamente sé stesso per la prima volta nella sua vita, quando lo aveva baciato e l'altro aveva ricambiato." Ho gradito molto la scena (che sono riuscita ad immaginare nitidamente, nonostante tu non abbia dato che pochi, ma efficaci, dettagli) ed il modo in cui hai espresso il concetto del "riappropriarsi della propria identità smarrita".
Come prologo credo che faccia alla grande il suo dovere, intriga tantissimo, con l'introspezione che dà un'idea iniziale del protagonista e delle persone che fanno parte della sua vita, intervallata dallo squillare del telefono e, in chiusura, quel dialogo, poche battute, nette, botta e risposta, semplicemente perfetto. Se ci fosse stato un capitolo successivo l'avrei letto immediatamente.
Il tuo stile mi ha letteralmente conquistata, è coinvolgente (stavo con gli occhi incollati allo schermo, nonostante un testo introspettivo solitamente non abbia quest'effetto), ogni frase è curata al dettaglio e non mi sono annoiata nemmeno per un secondo. Grammaticalmente è corretto, fai giusto attenzione alla concordanza dei tempi verbali (c'è qualche "a quanto pare" che secondo me in un testo al passato come questo sarebbe meglio sostituire con "a quanto pareva").
Spero di non essermi dimenticata nulla, quando una storia mi piace particolarmente ho molto da dire e di solito mi perdo i pezzi per strada. Metterò questa storia tra le preferite perché mi ha sinceramente colpita, è una cosa che raramente mi capita, soprattutto quando esco dal mio fandom preferito. Spero di leggerne presto il seguito. Un abbraccio. |