Recensioni per
Problems that need to be solved
di Alsha

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/04/23, ore 18:36

Non mi aspettavo di trovare un capitolo dal punto di vista di Thor, ma è stato interessante poter leggere anche la sua prospettiva.
Povero Bruce, non ho avuto problemi a immaginare come si dovesse sentire mentre tutti parlavano di anime gemelle da trovare e matrimoni da organizzare sentendosi escluso da tutti, lui che adesso è anche in conflitto con il "mostro" con cui si è trovato a coesistere. Ho apprezzato, però, che Thor veda oltre le apparenze e noti il suo disagio, andando anche a parlargli per confortarlo – l'energia dei Mondi è davvero troppo sottile, a quanto pare!
(Intanto don't mind me mentre fangirlo per Nat e Clint platonic soulmates.)
Questa raccolta è stata una lettura molto interessante, mi fa piacere averla trovata!
Alla prossima!
Mari

Recensore Master
29/02/20, ore 14:34

Recensione premio per il contest: Personaggi random per situazioni random, di Setsy
Premio: miglior uso del prompt
Cara, eccomi finalmente per il tuo premio! Ricordo la raccolta per il bel contest di rhys,e vedo con piacere, che, anche qui, ti sei dedicata al MCU, che trovo molto nelle tue corde.
La raccolta ovviamente ha delle parti frammentate, come trama, ma arrivata alla fine è stato tutto chiaro.
La parte che mi piace di più in assoluto è quella della "filastrocca" che Bruce ripete a se stesso, contando le dita delle mani. Bello il prompt che avevi preso, anche qui, molto poetico. Le impronte digitali, lì per lì sembrano poco romantiche, è un sistema scientifico, eppure hanno molto più senso di quella magia totalmente irrazionale che si usa a volte per il soulmate, perché permetterebbe di trovare l'anima gemella anche se non si vive a portata. Il computer non sbaglia...ed è fantastico che sia Tony a scoprire tutto. Se non sbaglio - è qui che mi ero confusa - questa storia non è il finale,ma era l'ulitma,.. ho dovuto pensare che fosse il flashback, hahhaa! Bruce e Thor sanno già di essere legati, ma l'hai divisa con una scelta narrativa bellissima, che preferisco anche io quando è possibile usarla.
Mi piace anche che già a dodici anni si chieda direttamente il permesso al diretto interessato, er quanto minorenne in ogni Paese del mondo: è una cosa troppo personale, qui hai mostrato la tua sensibilità, che ormai conosco.
Bruce è ormai rassegnato, e questo perché evidentemente la corrispondenza avviene solo tra terrestri, che sono schedati, povero piccolo.
Loki è sempre fantastico; nella scaltrezza, nella fantasia, e nella simpatia. in pratica ha creato una doppia trappola per far incontrare il fratello e Banner, per poi lasciarli a chiarirsi.
Il finale - vero, non la quinta storia - è tristissimo, e torna quel gesto del bacio dei polpastrelli. la guerra sembra persa, davanti al corpo di Loki.
In fondo questo non è un fandom allegrissimo, malgrado l'origine "fumettistica" quindi hai fatto bene
peccato che il contest di rhys non avesse punteggi e classifica, saresti andata benissimo!
la prosa è scorrevole, il testo ha significato e i personaggi sono proprio IC "malgrado" il soulmate!AU. che è tutto quello che conta
alla prossima spero *-*
Setsy

Recensore Veterano
08/09/19, ore 13:16

[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU"]

Titolo:
Titolo indubbiamente bello e poetico, ma non mi è parso particolarmente legato alla storia: l’unico collegamento che ho potuto leggervi è quello del viaggio che si appresta a fare Thor nel finale per tornare su Asgard… e non so nemmeno se è corretto, in effetti.



Caratterizzazione dei personaggi:
La storia si apre con un Tony particolarmente entusiasta per la nuova e inaspettata sfida che si è trovato di fronte.

È descritto davvero molto bene, con poche pennellate volte a delinearne i tratti più caratteristici come la sua mania di gesticolare con le mani quando parla o la – folle – proposta di fare un reality show su “Thor e la sua anima gemella”. Sul serio, secondo me ci avrebbe pensato davvero!

Thor risponde al suo entusiasmo quasi eccessivo con una profonda calma e quella punta di seriosità che è un po’ il suo marchio di fabbrica. Ad esempio quando ribadisce che “Lady Jane ha trovato la compagna della sua anima in Lady Darcy”, senza considerare neppure per un momento che con tutta probabilità Tony lo stava solo prendendo un po’ in giro.

Un rapido sguardo d’insieme agli altri Avengers li mostra intenti in occupazioni più o meno quotidiane. Mi è piaciuto in particolare lo scontro a braccio di ferro tra Natasha e Clint, ma anche Steve che guarda lo scambio di sguardi Thor-Bruce “con aria appena divertita” è degno di nota per la sua plausibilità.

I pensieri di Thor sui suoi compagni sono quelli che già conosciamo, e mi ha colpito soprattutto la precisazione che fa riguardo a Bruce, quella sul fatto che il suo valore non è limitato a Hulk – come peraltro Bruce stesso continua a credere.

Thor a volte sembra un po’ un tontolone, ma invece è un uomo intelligente che oltretutto presta molta attenzione ai dettagli: ha notato facilmente l’aria affaticata di Bruce e capisce che probabilmente avrebbe preferito un po’ di tranquillità, per questo apprezza che abbia invece deciso di venire alla festa “per onorare i suoi compagni”.

Il dialogo con Bruce – con un piccolo intervento urlato di Tony – l’ho trovato spontaneo e naturale.

Mi è piaciuto vedere come Bruce si sforzi di dimostrarsi felice per Thor – collega ed amico – all’idea che presto troverà la sua anima gemella… e ancora di più che nonostante gli sforzi non sia riuscito a nascondere quel velo di tristezza che a Thor non è sfuggito.

Come dicevo, Thor è attento ai particolari – soprattutto quando riguardano le persone a cui tiene – e trovo realistico che abbia fatto caso a tutte quelle piccole sfumature traditrici della bugia di Bruce, così come il fatto che abbia insistito per conoscere la verità.

Anche Bruce deve esserne rimasto colpito, perché – anche se di certo non era obbligato – ha deciso di confidargli qualcosa di molto personale: non solo, infatti, gli rivela di non avere un’anima gemella, – il che sarebbe certamente bastato a placare la curiosità di Thor – ma si ritrova ad aggiungere dettagli su sua madre, e sul suo timore di averla in qualche modo delusa.

Salvo poi forse pentirsene per la reazione indignata di Thor e cercare di mitigare i toni adducendo come scusa l’invidia per il rapporto che hanno ad esempio Natasha e Clint.

Tuttavia, ormai l’atmosfera tra loro si è fatta così complice che non mi è sembrato affatto strano che anche Thor decida di aprirsi con Bruce, confidandogli dettagli sulla sua famiglia e sulla sua infanzia che non aveva mai detto a nessuno – o almeno, a nessuno degli Avengers.

È chiaro inoltre che, così facendo, cercasse di risollevare il morale a Bruce, e anche questo mi è sembrato un atteggiamento coerente con il personaggio del canon… esattamente come il suo ironizzare su Loki e sul fatto che – ad Asgard – la sua ricerca era “altamente incoraggiata” per evitare di cedere la corona a suo fratello.

A questo punto, poi, l’animo da scienziato di Bruce – unito alla sua personale curiosità sull’argomento – è quasi ovvio che lo porti a indagare più a fondo su come funzioni la ricerca dell’anima gemella su Asgard.

Una domanda che, però, mette Thor in difficoltà. Comprensibile, in effetti, perché oltre a non essere mai stato troppo a suo agio con le parole è difficile per principio – come sottolinea lui stesso – spiegare qualcosa che non si conosce.

Per questo, ho trovato perfetta la soluzione che ha adottato di allineare la mano con quella di Bruce: istintivamente ha riproposto la stessa spiegazione che, quando era piccolo, sua madre aveva dato a lui e a suo fratello. Dopotutto se era servita per far comprendere qualcosa di così grande a due bambini, potrà ben bastare a un uomo intelligente come Bruce…

Bruce che sembra completamente a suo agio, nonostante la vicinanza che poco dopo invece pare a entrambi decisamente eccessiva, e che sembra riscuotersi da quella specie di trance solo all’arrivo di Tony.

E Thor non ci fa caso, ma ci sono indizi che lasciano presupporre che Bruce alla fine non ha comunque detto tutta tutta la verità: il modo in cui sorrideva quando avevano le mani a contatto e quello in cui ha distolto invece lo sguardo quando sono stati interrotti, mette al lettore il dubbio che Bruce abbia già cominciato a provare qualcosa di più della semplice amicizia, per Thor.

Ovviamente, Tony non si è accorto di aver interrotto qualcosa – o almeno così lascia intendere – e continua a parlare di qualunque idea più o meno strampalata gli passi per la testa. Un fiume in piena di parole, come al solito, che si infrange contro Mjolnir dando vita alla sfida che conosciamo anche dal canon.

La piccola scena finale è priva di introspezione vera e propria, ma il dialogo con Tony è ben curato sia per lessico che per contenuti ed entrambi i personaggi rimangono perfettamente fedeli a loro stessi.



Stile e trama:
Solo un paio di appunti tecnici, prima di iniziare:
-Pazienza Bruce! – strilla Tony dall’altro lato della stanza – Qui ci sono miliardi di dati da gestire! --> Prima del vocativo “Bruce” ci vuole la virgola; inoltre, al termine della reggente “strilla Tony dall’altro lato della stanza” ci vuole il punto fermo (o comunque un segno di punteggiatura forte), che giustifichi così la maiuscola all’inizio della seconda parte del discorso diretto.

Questa storia è caratterizzata da un ritmo rapido e incalzante, favorito principalmente dai numerosi dialoghi ma agevolato anche dal buon utilizzo della sintassi: periodi non eccessivamente lunghi né arzigogolati, che si mantengono sempre su un immediato piano di comprensione e consentono al lettore di procedere spedito lungo tutto il racconto.

La cosa che più mi ha colpito, tuttavia, è l’utilizzo del lessico e di alcune strutture linguistiche proprie di Thor: in un altro contesto elementi come “l’arciere pare il più inebriato dei due” o “è venuto alla festa per onorare i suoi compagni” – tanto per citare i primi due che mi saltano all’occhio – sarebbero parsi fuori luogo, invece qui aiutano il lettore a immedesimarsi ancora di più nel punto di vista di Thor, e di conseguenza nella storia stessa.

Per lo stesso motivo, mi è piaciuto che tutti gli Avengers citati vengano chiamati nel modo che è solito usare Thor, e non – ad esempio – con il loro nome di battesimo.

Anche i dialoghi sono tutti ben costruiti, e si adattano perfettamente al personaggio che li pronuncia sia per lessico che per contenuti.


Personalmente adoro i missing moment, e ho apprezzato moltissimo la scelta di far svolgere questa durante una festa già nota nel canon: non è semplice, ma dal momento che sei riuscita ad amalgamare elementi conosciuti con quelli nuovi del soulmate!AU il risultato è molto realistico e naturale.

La scena iniziale con Tony è frenetica proprio come lui, e si percepisce precisamente la sensazione di essere travolti dal suo entusiasmo per quei progetti che stanno affollando quella mente follemente geniale che si ritrova.

Mi ha fatto ridere l’idea di un ipotetico documentario sul ritrovamento dell’anima gemella di Thor, ma – per fortuna – è Thor stesso a interrompere sul nascere quel progetto con la sua scarsa partecipazione.

L’accenno a Jane è ben studiato, secondo me, perfetto per eliminare qualsiasi tipo di dubbio sulla disponibilità sentimentale di Thor. Inoltre, ho preferito la scelta di renderla compagna d’anima con Darcy piuttosto che farli semplicemente lasciare – o toglierla definitivamente di mezzo, nei casi più drastici.

In primis, perché Jane/Darcy è una coppia che non avevo mai preso in considerazione e ora shippo alla follia, e secondo perché Thor è troppo rispettoso di questo legame per poter anche solo continuare a pensare a Jane: se si fossero lasciati – peggio ancora se Jane fosse morta – magari poteva rimanere in lui un qualche residuo di sentimento, così facendo invece è completamente libero di voltare pagina.

Anche se la veemenza con cui ribatte alle scherzose insinuazioni di Tony fa pensare che forse la ferita sia ancora fresca…


Ad ogni modo, adesso le impronte sono inserite e Tony si è già perso nel suo mondo cibernetico, quindi Thor porta la sua attenzione sul resto del gruppo.

Vediamo subito Natasha e Clint, che poco dopo scopriamo essere anime gemelle platoniche. Questo particolare mi ha incuriosito molto: non ho mai letto storie in cui si facesse differenza tra anime gemelle platoniche e romantiche, quindi l’ho trovato un elemento originale e interessante.

In più, così facendo hai rispettato anche perfettamente il canon: Nat e Clint sono legati a doppio filo da un affetto infinito che però non è amore nel senso romantico del termine, e la definizione di “anime gemelle platoniche” è probabilmente la più calzante che possa esistere per definire il loro rapporto.


Mi è piaciuto molto il sorriso che fa Steve quando si accorge dello scambio di sguardi di Thor e Bruce: è un indizio troppo sottile perché Thor – coinvolto direttamente – lo percepisca, ma il lettore ci può chiaramente vedere come il caro Cap abbia intuito che tra quei due qualcosa bolla in pentola…

Da un punto di vista esterno potrebbe sembrare strano che Thor decida di non unirsi alla sfida a braccio di ferro – per partecipare o anche solo per commentarla – e preferisca andare a sedersi tranquillo accanto a Bruce… invece, il filo della narrazione è così morbido – i pensieri di Thor su Bruce e il suo valore al di fuori di Hulk e il loro successivo scambio di sguardi – che alla fine la sua sembra l’unica scelta possibile.

Il dialogo con Bruce mi ha colpito per più di un motivo e di molti ti ho già parlato, qui volevo aggiungere solo un appunto sul momento in cui Thor rivela a Bruce di non aver incontrato la sua anima compagna per mille e cinquecento anni.

Forse è solo una mia impressione, ma nel modo in cui lo dice, nel suo chiedere “Credi che ciò faccia di me qualcosa di diverso dagli altri?” ci ho visto non solo un tentativo di consolare Bruce, ma anche un velo di malinconia: nonostante si sforzi di nasconderlo, sembra che anche lui abbia sofferto molto per questa mancanza.

Un’idea che sembra quasi essere confermata dal modo in cui parla dei suoi genitori, “i perfetti sovrani, scelti dal destino”.

Il racconto che fa di sua madre, del modo in cui lei gli ha spiegato il concetto delle anime compagne, è toccante e molto realistico.

Forse per l’argomento in sé o forse per i ricordi che evoca, quelle parole riescono a creare un’atmosfera di intensa intimità che non viene spezzata neppure dalla battuta di Bruce. Anzi, al contrario sembra renderli ancora più complici, vicini nell’anima quanto lo sono nel fisico stando palmo contro palmo… fino a che non vengono brutalmente interrotti dall’arrivo di Tony, ovviamente.

Quando inizia la sfida a “vediamo chi riesce a muovere Mjolnir”, Thor si sofferma a ripensare a quanto accaduto poco prima, con Bruce. Mi è piaciuto davvero moltissimo scoprire che anche Thor ha iniziato a sentire qualcosa per Bruce prima di sapere che fossero anime gemelle, ricollegandolo all’Energia dei Mondi di cui parlava sua madre, perché credo che renda la storia ancora più completa.

Mi dà quella sensazione di destino che tanto adoro leggere nelle soulmate!AU, perché rende chiaro che non è stato il Sistema a decidere che dovessero stare insieme, ma sono proprio le loro anime ad essere attirate l’una dall’altra come calamite dai poli opposti.


Il finale mi è piaciuto moltissimo, sintetico e sconvolgente come una delle scene post credits dei film Marvel – tanto per restare in tema.

Non ho trovato affatto forzato che Tony abbia portato a Thor i risultati del Sistema proprio poco prima che ripartisse per Asgard: dalla storia si capisce che, dopo aver inserito i dati nel Sistema, sarebbe stato lui a fare tutto il lavoro senza bisogno che qualcuno stesse a controllare.

Per questo ho pensato che semplicemente – dopo tutto il casino di Sokovia – Tony fosse tornato a casa e avesse trovato i risultati pronti chissà da quanto, quindi si è affrettato a consegnarli a Thor prima della sua partenza perché aveva tutto il diritto di conoscere quella risposta che gli avrebbe letteralmente cambiato la vita.

E non solo a lui.



Gradimento personale:
Sicuramente la parte che ho preferito è quella del dialogo tra Thor e Bruce sul divano, in particolare quando Thor racconta a Bruce di come, su Asgard, le anime compagne possono ritrovarsi.







Valutazione generale della raccolta: Problems that need to be solved

Titolo raccolta:
Non apprezzo particolarmente l’utilizzo dell’inglese per i titoli, e questo ormai si sa; dal momento però che si tratta di citazioni di una canzone alzo le mani e mi adatto, perché in questo caso sarebbe stata la traduzione in italiano ad essere forzata.

Anche se, lo ammetto, la mia non eccessiva – diciamo così – conoscenza in materia mi ha creato non poche difficolta al momento di valutare i singoli titoli, certe volte…

Ad ogni modo, il titolo in sé della raccolta è molto carino e mi piace che in questi fantomatici “problemi” che devono essere risolti ci si possano vedere tranquillamente tutte le difficoltà che i nostri protagonisti sono stati costretti ad affrontare, e che sono raccontate nella raccolta.

Inoltre, mi ha colpito la tua scelta di utilizzare versi di una stessa canzone non solo per il titolo generale, ma anche per tutti i singoli capitoli: ha dato un’idea generale di continuità e insieme che mi è piaciuta davvero molto.



Sviluppo del soulmate!AU
Il soulmate!AU, con tutte le sue regole, si inserisce nell’universo canonico in cui sono ambientate le storie in modo del tutto naturale: tutti sono a conoscenza dell’esistenza delle anime gemelle e anche del fatto che esse condividono le impronte digitali.

Trova amplissimo spazio in ogni capitolo, e vengono rivelati molti dettagli interessanti sia sul metodo utilizzato per fare in modo che le anime gemelle possano ritrovarsi, sia sull’esistenza di diverse tipologie di anime gemelle.

In particolare, ho apprezzato moltissimo la differenza che si palesa tra il metodo “scientifico” del Sistema terrestre e quello che viene adottato su Asgard.

Ma la raccolta è ricca di molti altri dettagli che hanno contribuito a rendere l’elemento del soulmate!AU ancora più realistico e verosimile: l’accenno ad altre coppie di anime gemelle platoniche e romantiche, la procedura dell’inserimento delle impronte nel Sistema, il fatto che – persino con il Sistema – può tranquillamente succedere che alcune persone non riescano a trovare la propria anima gemella e l’accenno ai matrimoni tra non-soulmate come i genitori di Bruce sono soltanto i primi che mi vengono in mente.



A presto!
rhys89

Recensore Veterano
23/05/19, ore 15:15

Storia davvero carina, anche se non shippo molto la ThorBruce, qui sei riuscita a farmeli apprezzare, inoltre io amo What About As, quindi si può dire che questa storia tu l'abbia scritta per me😂 da ricordare 😉