Valutazione del concorso "Nella mia libreria"
Stile e lessico: 6/10
Lo stile della storia è molto semplice e scorrevole, piuttosto descrittivo, e la cosa, in linea di massima, non mi dispiace: le frasi brevi e dirette si adattano bene a seguire i pensieri dei protagonisti, anche se, forse, data l’impostazione, scegliere di usare la prima persona invece della terza ti avrebbe permesso di entrare un po’ di più nella mentalità di Aberforth e Albus.
La prima cosa che però mi ha colpita è la confusione dei tempi verbali: non so se fosse una scelta stilistica o una disattenzione, ma il passare senza un apparente motivo dal passato al presente mi ha un po’confusa e disorientata, soprattutto perché a volte questo passaggio avviene nello stesso nesso logico (ad esempio, scrivi “Non parlava, l’Ariana del dipinto. Il pittore non è riuscito...”, oppure “Ogni notte ripercorreva […] si tormenta e maledice”).
I momenti in cui Aberforth si interroga e tormenta con i tanti “e se”, forse, sarebbero stati meglio fra virgolette, come se fossero dei veri e propri discorsi diretti, o almeno distinti dalla parte più narrativa del testo con un corsivo, perché così si perdono un po’ con il resto del testo, costringono il lettore ad interrompere la lettura per capire come interpretare al meglio le frasi, e dunque perdono la loro incisività, il che è un peccato, visto che si tratta di momenti ricchi di pathos.
Allo stesso modo, io avrei sottolineato meglio, anche dal punto di vista grafico, il passaggio dalla narrazione di Aberforth a quella di Albus: soprattutto in una storia così breve, dove i primi paragrafi erano comunque divisi da una singola interlinea, l’interlinea doppia non salta subito all’occhio, e di fatti, durante la prima lettura, ci ho messo un po’ a capire che il punto di vista era cambiato.
Essendo il tuo stile molto semplice, io avrei giocato un po’ di più sulla struttura, per evidenziare meglio alcuni concetti: mi piace, ad esempio, come sottolinei in maniera semplicissima alcuni concetti isolando dei termini, come all’inizio “Timida. Com’era lei”, o alla fine “Lei. Ariana”, ha quasi una struttura circolare e dà molto ritmo, però, forse, inserire degli a capo avrebbe reso il testo più pulito e dato più respiro al ritmo.
Ho notato inoltre una svista: “lo sapeva, ma da quel maledetto scontro a tre sulla spiaggia, lo è consapevole ancora di più”: la forma corretta sarebbe “ne è consapevole”.
Nell’insieme, insomma, la storia ha un aspetto un po’ poco curato, un po’ frettoloso, e lo stile così semplice non riesce ad avvicinare il lettore ai pensieri dei protagonisti, che pure dovrebbero trovarsi di fronte ai ricordi peggiori della loro vita.
Sviluppo del pacchetto: 5,5/10
L. F. Céline – Morte a credito, protagonista Ariana Silente.
Ero molto curiosa di leggere come avresti sviluppato questo pacchetto. Mi rendo conto che si trattava sì di un titolo molto evocativo, ma anche piuttosto difficile da interpretare. Qui indubbiamente c’è il tema della morte e della perdita: è il punto centrale della storia, quello che fa scaturire il tutto e fa da pretesto per tutte le riflessioni, ma mi sembra che manchi un po’ la parte del “credito”. Ripeto, sono perfettamente consapevole che non si trattasse di un’espressione facile, però magari avresti potuto giocare un po’ di più sulla giovanissima età di Ariana al momento della sua morte, perché così ho un po’ l’impressione che tu abbia utilizzato solamente una parte del pacchetto.
Quello che però mi ha un po’ delusa, è la questione del protagonista. Per carità, ho apprezzato moltissimo l’idea di restare coerente con quel che si sa dai libri, con questa figura di Ariana importantissima ma eterea, fluttuante, una presenza mai del tutto afferrata. E mi piace sempre quando, per descrivere un personaggio, si sceglie di passare attraverso la voce e gli occhi di qualcun altro: è una tecnica che adopero spesso anche io. Tuttavia, questo funziona forse di più quando parliamo di protagonisti molto conosciuti, perché possiamo avere su di loro un punto di vista inedito.
Qui, dato che Ariana non c’è più, scegliere di affidare il suo ritratto ai suoi fratelli poteva rivelarsi una scelta vincente, anche se rischiosa, dato che lei è un personaggio di cui si sa ben poco.
Il problema è che Ariana avrebbe dovuto essere protagonista, mentre qui il protagonista è solo Aberforth. Aberforth e i suoi tormenti, Aberforth con i suoi dubbi, Aberforth alle pese con i suoi rimorsi e il suo lutto, ma Ariana è solo nominata “dall’esterno”. Di lei, oltre al fatto che era bionda e timida, non apprendiamo niente. Aberforth (e poi un pochino Albus) parlano della morte di Ariana solo in relazione al loro dolore e alla loro perdita, senza mai dare vita, nemmeno nei loro ricordi, alla sorella. Non la vediamo agire, non sappiamo come si comportava con i fratelli, non sappiamo cosa pensasse, non sappiamo nulla. Sappiamo solo che la sua morte si è trasformata in un fantasma doloroso per Aberforth e Albus, ma non riesco proprio a vedere lei come protagonista.
Non ci fosse stata un’indicazione su un protagonista, nel pacchetto, avrei apprezzato moltissimo la tua scelta, ma così purtroppo manca proprio una parte delle indicazioni da sviluppare, e mi dispiace davvero, perché il potenziale per raggiungere un punteggio molto diverso c’era.
IC/Caratterizzazione: 7/10
Su Aberforth, credo tu abbia fatto un ottimo lavoro: pur essendo un personaggio che conosciamo in pochissime pagine, la descrizione che tu ne fai mi sembra molto appropriata a ciò che sappiamo di lui. La sua devozione alla sorella, il suo risentimento nei confronti dell’indifferenza del fratello, e la sua incapacità di riconoscere anche la sofferenza di Albus. Manca forse un tocco del cinismo di Aberforth, ma è pur vero che qui ce lo presenti in un frangente molto intimo e personale.
Al tempo stesso, presentare i due fratelli in preda agli stessi dolori, eppure così lontani, è una scelta particolarmente felice per rendere appieno la difficoltà del loro rapporto. Anche Silente mi sembra abbastanza calibrato, per quanto sia meno presente di Aberforth: c’è il suo dolore per la morte di Ariana, e tutto il suo senso di colpa (non solo perché potrebbe essere colui che ha materialmente scagliato l’incantesimo fatale, ma anche perché, in sostanza, è colpa della sua ambizione se si è arrivati a quello scontro). Quello che mi convince un po’ meno è questa frase: “la sua vita non ha più senso da quando, attraverso quell’anello […] può rivedere il viso amato”. A parte che, essendo la Pietra maledetta, non sono certa che Silente sia riuscito ad usarla davvero prima di distruggere l’Horcrux, né che l’abbia usata dopo, ma il Silente sereno e rassegnato ad affrontare la morte tutto mi sembra tranne che un uomo la cui vita non ha più un senso. Anzi, semmai direi che, se avesse rivisto Ariana, quello gli sarebbe servito ad affrontare con ancora più serenità i mesi che gli restavano da vivere.
Anche qui, poi, purtroppo trovo che la caratterizzazione di Ariana manchi del tutto: lei è presente solo nelle parole dei fratelli, ma non sappiamo quasi niente della sua personalità. Il che, in generale, potrebbe starci, visto come hai scelto di impostare la storia, ma siccome Ariana doveva essere la protagonista, è un po’ un peccato. Avendoti però già penalizzato molto nello sviluppo del pacchetto, ho scelto di non farlo anche qui.
C’è poi una cosa che non capisco: la morte di Ariana dovrebbe essere avvenuta a Godric’s Hollow, quindi perché parlare di una spiaggia? So che è solo un dettaglio, e che potrebbero esserci mille spiegazioni per cui nel tuo Headcanon lo scontro sia avvenuto in spiaggia, ma in una flash non è forse la scelta più saggia inserire delle indicazioni tanto precise se poi non si ha il tempo di ricollegarle al canon, rischiano di essere solo elementi che confondono il lettore, fanno nascere in lui delle domande senza dargli risposte.
Titolo: 4.25/5
Il titolo mi è piaciuto: prendere in prestito titoli di altre opere, quando il significato si adatta bene al nostro testo, è una cosa che io di solito apprezzo tanto. Oltretutto, questo è un titolo breve, eppure significativo e in grado di catturare attenzione e interesse, quindi apprezzo la scelta.
Forse, se il testo avesse contenuto delle vere e proprie “gocce di memoria”, dei ricordi effettivi, brevi, riferiti a episodi concreti, la scelta sarebbe stata perfetta, mentre nella tua storia c’è più un ruscello di memoria, che delle gocce, ma questo è proprio voler andare a guardare un po’ il pelo nell’uovo.
Gradimento personale: 3/5
La storia in sé non mi è dispiaciuta, nonostante qualche imprecisione a livello stilistico. La storia dei fratelli Silente è straziante e interessantissima, e avrebbe sicuramente meritato molto più spazio (anche se non come stanno cercando di fare con Animali Fantastici, ma qui rischio di divagare XD), e mi è piaciuto molto che tu abbia cercato di sottolineare come i due abbiano affrontato il lutto e i comuni rimorsi.
L’idea di base era molto buona, e con qualche accorgimento in più e un po’ più di attenzione ai dettagli avresti avuto il materiale per scrivere qualcosa di molto incisivo.
Mi è poi dispiaciuto un po’ vedere Ariana messa da parte, perché, essendo un personaggio secondo me con un grandissimo potenziale, mi sarebbe davvero piaciuto leggere qualcosa in cui lei fosse veramente protagonista, e non trovarla davvero nella tua storia mi ha un po’ delusa.
Totale: 25,75/40 |